Vino del Lazio, 4 cantine su 10 in crisi ma ottima annata

Sarà un’ottima annata per il vino del Lazio, nonostante le inevitabili ripercussioni che l’emergenza sanitaria avrà sulla vendemmia che è appena iniziata. Per poter confermare le previsioni anche sul piano quantitativo, l’andamento della raccolta delle uve dipenderà molto, oltre che dal mese di agosto, anche da quello di settembre. Si stima in Italia una produzione di vino Made in Italy intorno ai 45 milioni di ettolitri, in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno, con il testa a testa con i cugini francesi per il primato mondiale.

Solo a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus, le vendite di vino italiano nel mondo sono in calo del 4% nel 2020, con una storica inversione di tendenza rispetto al passato. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat, relativi ai primi cinque mesi in riferimento al monitor di Intesa San Paolo sui distretti agroalimentari, che fotografa la situazione del primo trimestre pre emergenza covid.

“Questa è la prima vendemmia segnata dagli effetti della pandemia mondiale– spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -con la minaccia dei dazi e della Brexit, con l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna, che è stata per lungo tempo, il principale cliente del prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo. Quest’anno a pesare sarà anche la carenza di manodopera qualificata per il blocco delle frontiere con il rischio Covid. A riguardo è fondamentale estendere i tamponi all’arrivo in Italia per i lavoratori stranieri nei campi provenienti dall’estero. Questo consentirà loro di svolgere le attività di raccolta con la Coldiretti, che ha avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica”.

Anche nel Lazio il lockdown ha dimezzato le vendite del vino a causa degli effetti della pandemia, che ha portato alla chiusura forzata di ristoranti, hotel, bar e pub, per oltre due mesi, determinando un netto calo del fatturato.

“Le difficoltà registrate da quasi 4 cantine italiane su 10, pari al 39 percento, a causa dell’emergenza sanitaria– aggiunge il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri- dimostrano quanto sia indispensabile intervenire urgentemente per sostenere le esportazioni, alleggerire le scorte, ridurre i costi e tagliare la burocrazia.

La vendemmia deve essere ripensata attraverso un percorso di semplificazione, che renda questo settore più agile e flessibile, rispondendo ai criteri di tempestiva disponibilità all’impiego.

Uno strumento che sia anche in grado di generare opportunità di integrazione al reddito per giovani studenti, pensionati e cassa integrati.

Intanto le misure di distillazione di crisi e di vendemmia selettiva, messe in campo dal ministero delle Politiche agricole e dalla Regione Lazio, hanno sicuramente alleggerito le quantità nelle cantine”.

In Italia, stando all’ultimo report “Cantina Italia” redatto dall’Icqrf, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi del Ministero delle Politiche agricole, si registra, rispetto allo scorso anno, una riduzione del 3,6% per i vini, del 10,6% per i mosti e del 31,1% per il vino nuovo ancora in fermentazione. Nel Lazio è presente oltre un milione di ettolitri di vino, di questi 358 mila sono Dop, 386 mila Igp, 278 mila altri vini e 2.661 mila vini varietati.




Il vino? Un bicchiere al giorno fa addirittura dimagrire!

Uno studio della Harvard Medical School, centro di ricerca statunitense, ha sottolineato gli benefici del vino sul peso. Straordinariamente, sembra che bevendo un bicchiere di vino al giorno, si possa addirittura favorire il dimagrimento.

Gli apporti nutrizionali di un bicchiere di vino sono utili al nostro organismo e, di contraltare, le ricerche condotte sul vino rosso, hanno portato a decretare che bevendone la moderata quantità, il vino aumenta la frequenza cardiaca e stimola il metabolismo a consumare più calorie. In ogni caso, secondo i ricercatori dell’Università di Navarro in Spagna, il vino non favorisce affatto l’aumento di peso perché l’organismo consuma le calorie che apporta il bicchiere grazie alla sua azione di accelerazione metabolica.

Se le calorie medie per un bicchiere di vino sono circa 120 a seconda della tipologia, questo apporto di zuccheri può essere non influente come si pensava un tempo.

Sono i componenti del vino come i composti fenolici e il resveratrolo, che aiutano con le loro proprietà antiossidanti nella protezione dell’organismo delle patologie cardiache e tumorali. Gli studi su questa componente contenuta nel vino sono sempre attivi ma, nonostante alcune discordanze, è certa la funzione cardio-protettiva del resveratrolo contenuto nel vino, in particolare nel vino rosso non trattato con fungicidi e pesticidi. Le quantità non possono essere ingerite in eccesso, però, dato che andrebbero a richiedere ben troppi bicchieri di vino: quindi, un’azione di degustazione vino moderata ma continua può fornire due interventi positivi. Uno per tenere sotto controllo il peso, l’altro per l’apporto di resveratrolo.

Secondo le tabelle caloriche, 1 grammo di alcol equivale a 7 calorie e, quindi, un bicchiere di vino rosso potrebbe avere un corrispettivo medio di 120 calorie mentre un vino bianco circa 110 (leggermente meno alcolico di regola).

Di certo è noto che l’alcol sia un alimento notevolmente calorico e ricco di zuccheri, per questo le quantità fanno la differenza… Capire meglio la relazione tra grado alcolico e contenuto calorico, a tali fini, è importante. Si parte dall’uva, dal cui prodotti si ricava il vino, la quale contiene degli zuccheri che in fase di fermentazione si trasformano in alcol.

Più alto sarà il grado alcolico del vino prescelto per la degustazione, maggiore sarà l’apporto di calorie e la propensione ad ingrassare se ne bevi almeno 2-3 bicchieri.

Inoltre, il contenuto calorico del vino si differenzia anche in base ai processi produttivi eseguiti, dato che lo zucchero può incidere sulle calorie globali del bicchiere anche tramite la sua fermentazione.

I residui di zuccheri in alcuni vini sono minimi e quindi non è sempre facile decretare con esattezza l’apporto energetico, considerando che la quantità di zuccheri presente nel vino non è presente in etichetta (non essendo obbligatorio indicarla).

Solo nei vini spumanti la normativa prevede che sia indicato il tenore degli zuccheri, tramite diciture però che gli esperti del vino sanno decifrare al meglio – come il brut nature che possiede zuccheri scarsi, e il doux per indicare quelli con alto tenore di zuccheri.

Il nostro fabbisogno giornaliero di nutrienti varia a seconda dell’attività sportiva svolta ma, in generale, le proporzioni sono costanti tra un rapporto che vede in primo piano i carboidrati – zuccheri, con un 50 per cento minimo di apporto nutrizionale, seguiti da grassi di un minimo 15 e massimo 35%, e in seguito le proteine, fino al 15% della dose giornaliera di alimenti. Per gli sportivi, che necessitano di un apporto proteico maggiore, la quota delle proteine può salire fino al 20 o 25% a seconda del training effettuato.

E il vino? Un consumo consapevole e moderato del vino può incidere circa del 7-10% del fabbisogno energetico giornaliero, ovvero un paio di bicchieri di vino a gradazione alcolica media.

C’è da ricordare che bere un bicchiere di vino comporta un’assunzione di calorie in media minore rispetto a molte bevande in commercio e ai superalcolici, oltre che essere meno calorico di una birra. Questo avviene perché, sebbene il potere calorico del vino sia superiore ad alcune di queste bevande, se ne consumano generalmente dosi superiori rispetto al singolo bicchiere di vino.

Anche le bibite energetiche, inoltre, sono spesso ricche di zuccheri e diversi studiosi della nutrizione sportiva concordano che sia meglio prendere degli integratori di magnesio e potassio privi di coloranti, piuttosto che “bibitoni” zuccherati.




Castelli Romani, vino: le produzioni 2016 confermano l'alta qualità

 

Red. Economia

A fronte di consumi mondiali tendenzialmente stabili e di una vendemmia tra le più basse degli ultimi 20 anni, così come stimate dall’OIV, le stime sulle giacenze dovrebbero confermare la tendenza al rialzo dei listini. Questo il quadro emerso a Roma, lo scorso martedì 29 novembre, dove si è tenuto il secondo incontro delle organizzazioni cooperative di Italia, Francia e Spagna con l’Alleanza delle Cooperative Italiane – settore agroalimentare, la Confédération des Coopératives Vinicoles de France e Cooperativas agro-alimentarias de Espana, in merito alla situazione del mercato europeo e mondiale del vino.

Sul tavolo, l’analisi sugli andamenti degli stock dei tre principali Paesi produttori, per stimare la reale disponibilità di prodotto in Italia, Francia e Spagna, che da sole rappresentano oltre l’80% della produzione europea e oltre il 50% di quella mondiale. A fronte della vendemmia 2016 che si è aperta con la notizia di minori giacenze detenute dalle cantine spagnole, il dato più interessante riguarda proprio le disponibilità di prodotto dei primi tre produttori mondiali di vino. Se, infatti, nel 2015 erano disponibili sul mercato 267milioni di ettolitri – frutto della somma di vino e mosti prodotti e in giacenza – quest’anno, secondo le stime delle tre organizzazioni cooperative, la cifra dovrebbe scendere a 262milioni, con una disponibilità di prodotto inferiore di circa 5milioni di ettolitri, in ribasso del 2,1% rispetto all’anno scorso.

 
"È la conferma di una generale positività della vendemmia 2016. – Commenta il presidente della Cooperativa Gotto d'oro Ing. Luigi Caporicci – Uve e vini ottimi – prosegue – concomitanti ad una produzione mondiale inferiore che alimenta aspettative di una migliore valutazione del vino in genere e anche di quello italiano e proprio per quanto ci riguarda di quello laziale". Il presidente della storica cantina di Marino ha poi ricordato i recenti riconoscimenti conseguiti dalla Gotto d'oro che dimostrano come possa coesistere il binomio quantità qualità. La cooperativa sociale ha infatti conquistato l'ambito premio di miglior vino quali-quantitativo del Lazio con il Marino Superiore Dop 2015. "In questa regione – ha proseguito Caporicci – abbiamo motivo di credere che i nostri intenti migliorativi siano riconosciuti. Siamo la cantina della famiglia italiana ma anche del vino di qualità come dimostrano i recenti riconoscimenti e come dimostrato dalle nostre linee di qualità come il Mitreo." Il presidente Gotto d'oro ha poi concluso anticipando la notizia che a breve sarà presentata una nuova linea riservata per pochi intenditori.

Tra i temi al centro dell’incontro anche la costruzione di un osservatorio europeo, capace di dare al mercato del vino quella trasparenza e tempestività che permetta decisioni rapide e consapevoli – come ha concluso la Task Force sui mercati agricoli voluta dal Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan – nonché l’importanza di intensificare i momenti di confronto tra le tre organizzazioni cooperative (che rappresentano oltre il 50% della produzione vinicola dei rispettivi Paesi), in vista della prossima revisione della Politica agricola comune.

“Pur riscontrando una situazione di mercato positiva, vista anche l’alta qualità delle produzioni 2016 – fanno notare le tre organizzazioni -, siamo obbligati, in quanto cooperatori, a ragionare su un orizzonte di medio – lungo periodo per garantire stabilità alla redditività dei soci delle nostre imprese cooperative. Questa è la ragione del cantiere avviato tra cooperazione italiana, francese e spagnola sullo sviluppo di nuovi meccanismi di stabilizzazione del mercato da inquadrare nella disciplina dell’Unione europea di riferimento. Questi strumenti dovranno essere necessariamente innovativi e in discontinuità con quelli utilizzati in passato. Vogliamo una viticoltura competitiva capace in ogni momento di assicurare il buon funzionamento del mercato a vantaggio dell’intera filiera produttiva”.




VINO, VENDEMMIA 2014: UN'ANNATA DIFFICILE

Redazione

Vendemmia 2014 – Una produzione di vino a livello nazionale stimata attorno a 41 milioni di ettolitri, -15% rispetto ai 48,2 milioni diffusi dall’Istat per il 2013 (lo scorso anno si è avuta una produzione particolarmente abbondante, +8% sulla media dei cinque anni precedenti). Una riduzione consistente compresa tra il -8% del Piemonte e il -17% del Veneto si evidenzia in tutto il Nord. La situazione più problematica al Sud, con Sicilia (-27%) e Puglia (-25%) che riducono drasticamente i volumi dello scorso anno. E’ il Centro, invece, a rappresentare l’isola felice sul fronte quantitativo: Toscana (+3%), Umbria (+10%) e Marche (+7%) sono le uniche regioni con segno positivo.
 
Questi i risultati della ricognizione operata tra la fine di agosto e la prima decade di settembre sul territorio nazionale da Ismea e Unione Italiana Vini, presentati lo scorso 19 settembre in una conferenza stampa tenuta presso Castello Banfi da Domenico Zonin, Presidente Unione Italiana Vini, Ezio Castiglione di Ismea, Paolo Castelletti, Segretario Generale Unione Italiana Vini, con il contributo di José Ramon Fernandez – Segretario Generale CEEV (Comité Européen des Entreprises Vins) che ha saputo dare un respiro internazionale alle tematiche trattate portando la propria testimonianza in merito agli scenari nel comparto vitivinicolo di Paesi come Spagna, Francia, Germania. Ha introdotto i lavori il padrone di casa, Enrico Viglierchio, Amministratore Delegato di Banfi e ha moderato Giorgio Dell’Orefice. Il compito di chiudere l’incontro è stato affidato al Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione.
 
“Una vendemmia difficile, complicata, che ancora in molte zone lascia spazio all’incertezza come non si vedeva da tempo – Commenta Domenico Zonin, Presidente Unione Italiana Vini – Numerosi gli attacchi di patogeni, soprattutto peronospora e botrite, favoriti da un meteo instabile. Nonostante tutto, la maggior parte dei viticoltori ha mostrato preparazione e tempestività negli interventi. Anche se, in sintesi, possiamo concordare che la produzione sia stata scarsa a livello quantitativo e con un minor grado zuccherino, non possiamo esprimerci sulla qualità, rimandando ogni valutazione alla verifica in cantina”.
 
“Con l’appuntamento di oggi – prosegue il Presidente Zonin – Unione Italiana vini e Ismea consolidano il proprio impegno al sevizio del mondo vitivinicolo proponendo queste elaborazioni come momento di sintesi e confronto da ripetere ogni anno, magari in modo itinerante chiedendo ospitalità alle diverse realtà esistenti sul territorio, con l’obiettivo di fornire indicazioni probabilmente utili ad orientare alcune scelte aziendali cui ogni imprenditore è chiamato. Il contributo delle Istituzioni, qui rappresentate dal Sottosegretario Giuseppe Castiglione, ci sprona a proseguire in questo percorso certi di trovare supporto operativo concreto anche da parte dello Stato”.
 
Dello stesso avviso Ezio Castiglione, Ismea, che aggiunge: “Questa collaborazione istituzionale UIV-ISMEA ci consente di proporre dati che si prestano a differenti declinazioni, partendo ovviamente dal punto di vista enologico/vitivinicolo per arrivare a quello economico. Facile immaginare, quindi, quanto conoscere l’andamento della vendemmia nelle varie regioni sia rilevante per ogni operatore. L’idea di riproporla ogni anno con un momento dedicato, come in questa circostanza, ci trova allineati; credo sia proficuo per tutti un confronto diretto per valutare i punti di forza e di debolezza del nostro sistema vino, partendo proprio dalla base, ovvero dalla vendemmia”.
 
“Il dato stimato per il 2014 – conclude Castiglione – è di fatto una sintesi tra un’ipotesi minima che porterebbe la vendemmia attuale al di sotto di 40 milioni di ettolitri e un’ipotesi più ottimistica che la vedrebbe a 42,2 milioni di ettolitri. La cautela è sempre d’obbligo quando si parla di stime, considerando tra l’altro l’inclemenza delle condizioni climatiche di quest’annata particolare”.
 i climatiche”.
 




ACQUA: ITALIANI SPENDONO IN MINERALE COME PER VINO

Redazione

Con 11,96 euro mensili per famiglia, l’acquisto dell’ acqua minerale ha praticamente raggiunto la spesa per il vino che è stata di 12,01 euro. E’ quanto emerge da elaborazioni Coldiretti sulla base deglii ultimi dati Istat in occasione della divulgazione dei dati Censis sul consumo di acqua minerale degli italiani. La spesa per acqua e vino rappresenta- sottolinea la Coldiretti – ben il 55 per cento della spesa in bevande che è pari 43,40 euro al mese per famiglia. La spesa media delle famiglie per l'acquisto di acqua minerale – conclude la Coldiretti – varia lungo la penisola da 12,22 euro nel Nord Ovest, 11,38 euro nel nord est, 12,38 euro nel centro Italia, 11,53 euro nel mezzogiorno e 12,43 euro nelle isole. 




AGRICOLTURA E VINO: 2 GIOVANI ITALIANI SU 3 SOGNA DI LAVORARE IN VIGNA

Redazione
 
Il vino Made in Italy offre opportunità di lavoro e al Vinitaly arriva per la prima volta la banca dati di aziende agricole che assumono alla quale potranno accedere gli oltre 2 giovani italiani su 3 (68 per cento) che, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, nel 2014 vorrebbero partecipare alla vendemmia. Il settore del vino è uno dei piu’ ambiti dai giovani si per fare una esperienza lavorativa che per investire come dimostra il fatto che sono ben 19423 le aziende agricole specializzate in viticoltura su 141mila ettari di vigneto condotte da under 40 anni e rappresentano ben il 12 per cento del totale delle 161716 aziende agricole “giovani”, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati relativi all’ultimo censimento. In altre parole piu’ di un giovane su dieci che diventa imprenditore in agricoltura sceglie di scommettere sul vino. La Coldiretti al proprio stand nel Centro Servizi Arena – stand A, tra il padiglione 6 e 7, alle 10,00 del 6 aprile ha attivato un sistema informatico autorizzato dal Ministro del Lavoro che opera attraverso un apposito sito web nazionale nel quale verranno acquisite, archiviate e rese disponibili in forma pubblica tanto le richieste di manodopera delle imprese che i curricula e le disponibilità dei lavoratori. Uno strumento per favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro al quale potranno accedere migliaia di giovani che in Italia aspirano anche ad una esperienza di vita nel vigneto o in cantina. Il servizio peraltro non si limita comunque all’impresa, ma è rivolto anche al giovane che ricerchi la possibilità di effettuare uno stage aziendale, allo studente a caccia di un’occupazione durante il periodo delle vacanze estive o invernali attraverso un’offerta di lavoro occasionale accessorio (voucher) e al pensionato che voglia integrare il proprio reddito da pensione sempre tramite i buoni lavoro. Lo strumento informatico sarà accessibile presso ogni sede e sportello territoriale della struttura Coldiretti con personale qualificato che provvede anche a rendere un vero e proprio servizio di accompagnamento e assistenza a imprese e lavoratori, sia nel compito di caricamento e aggiornamento dei dati, sia soprattutto nella vera e propria fase di incontro tra domanda ed offerta di lavoro. È infatti previsto che tale fase di incontro tra impresa e lavoratori non sia gestita in automatico dal sistema, ma sia accompagnata e guidata dai servizi Coldiretti che provvederanno a segnalare all’impresa l’esistenza nell’archivio del sistema web di candidature compatibili con le necessità espresse provvedendo, se di interesse dell’impresa, ai necessari contatti con i candidati. “Si tratta di una risposta concreta alla domanda di agricoltura di un numero crescente di giovani (e non solo) che desidera fare una esperienza di lavoro in campagna”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “nel vino il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea”. Dal primo giugno i giovani lavoratori dai 16 ai 25 anni di età regolarmente iscritti ad un ciclo di studi – sottolinea la Coldiretti – possono essere remunerati con i voucher, i buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali. I voucher, introdotti per la prima volta in Italia nel settore del vino rappresentano – conclude la Coldiretti – uno strumento che offre interessanti opportunità di reddito e occupazione a categorie particolarmente deboli e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo.