Roma, violenza a Primavalle: picchia la ex in strada e viene arrestato

ROMA – Ieri sera, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato un romano di 53 anni, nullafacente, già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni.

I militari, a seguito di una segnalazione di lite in strada, giunta al pronto intervento 112, sono intervenuti in largo Federico Borromeo, a Primavalle dove sono riusciti a bloccare il 53enne che stava ancora picchiando la convivente, 46enne romana.

La donna è stata subito soccorsa ed accompagnata dal 118 al pronto soccorso dell’Ospedale San Filippo Neri dove è stata visitata e dimessa con 6 giorni di prognosi, per percosse. L’uomo è stato ammanettato e portato in caserma.

In sede di denuncia, la donna ha riferito ai militari che da circa 4 anni, da quando avevano deciso di lasciarsi l’ex ha spesso mostrato un atteggiamento aggressivo, arrivando a maltrattarla più volte, sia fisicamente che psicologicamente.

Ricostruito quanto accaduto, alla luce della denuncia presentata dalla donna, l’uomo è stato condotto direttamente in carcere a Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




Violenza sui minori: record nel 2016, 5.383 vittime, 15 al giorno

In Italia quasi mille minori ogni anno sono vittime di abusi sessuali: circa 2 bambini ogni giorno. Ma lo scorso anno si è registrato un vero record: 5.383 minori vittima di violenza, non solo sessuale; si tratta di circa 15 bambini ogni giorno. In sei casi su 10 si tratta di bambine. Un dato che segna un preoccupante 6% in più rispetto all’anno precedente. L’allarme sul fenomeno viene dagli ultimi dati Interforze del 2016, elaborati nel Dossier della Campagna Indifesa di Terre des Hommes (6/a edizione) presentato alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso.

+12% abusi in famiglia, +23% casi di botte  – La violenza domestica è causa della maggioranza dei reati contro i minori: nel 2016 sono state ben 1.618 le vittime di maltrattamento in famiglia, il 51% femmine, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. Emerge dal Dossier di Terre des Hommes, messo a punto su dati Interforze, presentato oggi. E’ cresciuto del 23% il numero di minori vittime di abuso di mezzi di correzione o disciplina (266 nel 2016), ovvero di botte che hanno obbligato il ricorso dell’ospedale e la denuncia. Le due fattispecie in calo rispetto al 2015 sono gli atti sessuali con minori di 14 anni (-11%), dove però le vittime sono ancora 366, per l’80% bambine, e la detenzione di materiale pornografico, che segna -12%, con 58 vittime, il 76% femmine.




Reati a sfondo violento: un fenomeno principalmente del nord Italia

La convinzione che “l’uomo del sud” sia aggressivo e possessivo è seconda solo alla stessa convinzione che l’uomo straniero maltratti la madre e la fidanzata, oltre che le sconosciute. Oggi in Italia abbiamo una situazione gravosa, in cui il pregiudizio prende piede oltremisura, finendo in un vortice di odio che divide, come una forte crepa, la società. Analizzando la voce degli esperti la faccenda cambia, tutto sembra differente dal pensiero comune, il problema di fondo è l’ignoranza, ovvero la mancata conoscenza, che affligge la popolazione mondiale di cui l’Italia figura per il 75% sul totale, la maggioranza degli uomini appaiono come individui del tutto normali.

Gli psicologi del Centro Ascolto Maltrattamenti, di Firenze, affermano che i reati a sfondo violento avvengono principalmente nelle regioni settentrionali, in quanto la donna ha più voglia di emanciparsi, diventando indipendente, gli uomini che commettono tali atti sono generalmente persone normalissime: Avvocati, Idraulici, Medici, Infermieri, Muratori ecc. In Italia, contiamo ben 14.000 donne che si rivolgono alle Donne in Rete Contro la Violenza, questa associazione fornisce supporto e strutture adeguate grazie a gli enti che ne fanno parte. Berit Ovsttun, norvegese ma ancorato in Italia da anni si occupa di gestire una fondazione a difesa delle donne (Telefono donna della regione Umbria, che si occupa di assistere 500 donne all’anno tra Perugia e Terni. L’uomo parla della difficoltà con cui queste donne confessano di aver subito violenza, spesso tendono a voler difendere il carnefice, autoaccusandosi. Ingannare psicologicamente un individuo per trarne vantaggio è già violenza, indurre una donna a dire o fare il proprio volere, è violenza. Non accorgendosi in tempo di piccoli segnali si finisce col diventare succube, incentrando il rapporto su una sorta di “dominio distruttivo” capace di incidere sulla nostra personalità. Per aiutare a prevenire le violenza, il Centro Studi per la tutela delle vittime di reato e la valutazione del rischio di recidiva dalla violenza ,in comunità con l’Università di Napoli e l’associazione Differenza Donna, ha messo online un questionario da compilare per comprendere se si sta già subendo violenza e fornendo tutti gli elementi utili intervenire.

In tutta Italia, per fortuna, le storie di donne riuscite a liberarsi dai maltrattamenti sono migliaia, come mostrano le numerose testimonianze presenti sul web: Sabrina da Genova è fuggita da una escalation di violenza cominciata prima con una relazione normalissima e poi finita con botte e minacce di morte. Pensava “questa persona la salverò” ma quando ha cominciato a temere per la vita propria e della figlia se ne è andata di casa, superando, con l’aiuto delle operatrici, anni di terrore e stalking. Ora si è laureata e fa un lavoro che le piace. Katia di Pompei, vittima di stalking da parte dell’ex marito, che un giorno si è presentato in casa dei genitori minacciandoli di morte e aggredendo lei a calci e pugni, dopo aver chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, è riuscita a farlo arrestare. Susanna di Treviso, ancora adolescente, era stata fatta interdire dal padre e dal fratello, che la trattavano come una schiava e le impedivano di uscire di casa. Perfettamente capace di intendere e di volere, la ragazza si è fatta aiutare da un centro ed è riuscita a far interrompere l’interdizione e a denunciare i familiari. Sara di Napoli, dopo 20 anni di matrimonio e violenze è scappata, portando con sé due dei sei figli e, dopo aver trascorso 7 mesi nel centro di accoglienza, è tornata a casa e ha fatto arrestare il marito.

Parliamo di diverse storie che testimoniano la possibilità di poter andare avanti se il pericolo viene riconosciuto ed affrontato, non si è sole se ci si affida ad associazioni le quali operatrici sanno ascoltare e dare input e mezzi per dire: Basta! Ci si può affidare anche ad un’amica o a sé stesse, non ci sono donne forti e donne meno forti, ci sono solo diversi gradi di consapevolezza. Bisogna credere nelle proprie potenzialità e non smettere mai di amare la Libertà.

Giulia Ventura




Firenze: atteso convegno sulla violenza contro le donne

FIRENZE – A Firenze un importante convegno per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne. Attesi gli interventi di Francesco Tagliente, Francesca Puglisi, Alessandra Pauncz e Roberta Bruzzone Autorevolissimi esponenti del mondo accademico ed operativo, dalle ore 16 alle ore 19 di giovedì 28 settembre si riuniscono presso la sede regionale del Coni Toscana, in via Irlanda, per affrontare il tema della violenza contro le donne.

Dopo il saluto delle Autorità cittadine sono in programma gli interventi della senatrice Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio; del prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Firenze; della dottoressa Alessandra Pauncz, presidente del Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (CAM) di Firenze e della dottoressa Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa; dell’avvocato Gianni Baldini, presidente dell’associazione matrimonialisti familiaristi (AMI) Toscana; del dottor Andrea De Roit presidente Club Panathlon Firenze; dell’avvocato Ilaria Chiosi, presidente comitato pari opportunità ordine degli avvocati di Firenze; dell’avvocato Luana Campa, criminologa; dell’avvocato Monica Nassisi, presidente associazione legittima difesa; della dottoressa Elena Campanini psicologa sportiva, associazione A.I.P.S. Gli interventi saranno moderati dal giornalista Francesco MATTEINI vicepresidente del Gruppo Toscana dell’USSI.

L’evento, organizzato dal presidente del gruppo sociale Flames Gold Carmelo Mandalari, risulta di particolare interesse anche per il dibattito in corso sulla violenza nei confronti delle donne. La prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne è il filo conduttore di delle varie iniziative territoriali del gruppo sociale di Carmelo Mandalari che approda a Firenze, con relatori di spessore, nel momento più critico ed interessante del dibattito sulla violenza nei confronti delle donne. La scelta degli autorevoli relatori e della sede fiorentina non è casuale. C’è molta attesa del contributo del prefetto Francesco Tagliente già Questore di Firenze e prefetto di Pisa, della dottoressa Alessandra Pauncz presidente del Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (CAM) di Firenze e della dottoressa Roberta Bruzzone psicologa forense e criminologa alla presenza della senatrice Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.

La sede Toscana dell’evento risulta particolarmente significativa per affrontare la tematica della violenza contro le donne, se si considera che Tagliente sia a Firenze che a Pisa ha assunto iniziative molto importanti per la tutela delle vittime di violenza. In particolare a Firenze, da Questore, fu tempestivo nell’attivare corsi post universitari in psicologia della testimonianza e della comunicazione per la formazione degli operatori e nell’applicare la nuova normativa del 2009 in materia di atti persecutori: il primo provvedimento di ammonimento fu adottato a Firenze. A Pisa, per consentire un’immediata esecuzione alle disposizioni contenute nella nuova legge del 2013 per il contrasto della violenza di genere Tagliente, con la collaborazione del Sostituto Commissario Nadia Giannattasio della Questura di Firenze, elaborò il primo protocollo anti-femminicidio attuativo che facendo da capofila, pose l’accento sull’ esigenza di garantire l’assistenza ed il sostegno alle vittime e l’incentivazione di programmi di recupero per i maltrattanti.

Tagliente va ripetendo da anni che per ridurre i casi di femminicidio servono “Centri di ascolto per maltrattanti” Molto significativa al riguardo risulta la presenza della presidente del primo Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti Alessandra Pauncz. Il CAM fiorentino, attivato sin dal 2009, ha come obiettivo quello di agire sui comportamenti maltrattanti, contribuendo alla loro individuazione ed elaborazione attraverso nuovi approcci esperienziali che vanno dall’osservazione e riconoscimento dei comportamenti maltrattanti, all’individuazione e lettura dei fattori che influenzano negativamente il comportamento maschile. Attraverso le metodologie adottate, brainstorming, didattica attiva, lavoro di gruppo, lezione frontale, role playing, laboratori esperienziali si cerca di trovare un nuovo approccio preventivo sulla violenza alle donne, avviando processi di evoluzione della figura del maschio da stereotipi oppressivi, disagianti e fonti di conflitto sociale e relazionale. Le valutazioni del prefetto Francesco Tagliente e della presidente del CAM Alessandra Pauncz fatte alla presenza di tanti autorevoli relatori, rappresentanti del mondo del sapere e del fare, potranno essere valutate dalla senatrice Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. La campagna di sensibilizzazione per dire “No alla violenza contro le donne ” sta andando avanti con iniziative multidisciplinari, organizzate dal GS Flames Gold e con l’impegno costante della criminologa avvocato Luana Campa. Convegni, eventi sportivi, giornate all’interno delle scuole sono soltanto alcune delle tante attività volte ad educare ed informare su tematiche così importanti per una società civile. Partire dai giovani e dallo sport è fondamentale per riuscire a debellare un male profondo come quello della violenza di genere. Delle autorità cittadine hanno finora dato l’adesione la Senatrice Rosa Maria Di Giorgi Vicepresidente del Senato, Eugenio Giani Presidente del Consiglio regionale della Toscana e Dario Nardella Sindaco di Firenze




Omicidi d'identità, Tagliente: "Attenzione perché i videogiochi possono alimentare la violenza"


Ieri in Senato è stato presentato un disegno di legge scritto in collaborazione con le vittime, i loro avvocati, psicologi e criminologi, sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari con una unanimità che in questa legislatura non ha precedenti, per chiedere di introdurre l'omicidio di identità, e sanzioni specifiche con pene di 12 anni per chi sfregia le donne.
La proposta di legge prevede anche l’istituzione dell'Osservatorio permanente per le azioni di monitoraggio, prevenzione e contrasto al fenomeno, del quale fanno parte rappresentanti del ministero dell'Interno e del Ministero dell'Istruzione.
La senatrice Laura Puppato, prima firmataria del progetto di legge trasversale ha sottolineato che l'Introduzione nel codice penale degli tabella 577-bis, 577-ter e 577-quater in materia di omicidio d'identità colma un vuoto normativo e rappresenta un unicum anche in campo europeo.

In vista del dibattito parlamentare abbiamo voluto sentire punto di vista di Francesco Tagliente già questore di Firenze e di Roma e Prefetto di Pisa, da sempre attento alla tutela delle categorie più vulnerabili. Il Prefetto Tagliente in tema di femminicidio ha manifestato da sempre una particolare attenzione. A Firenze, fu tempestivo nell’applicare la nuova normativa del 2009 in materia di atti persecutori: il primo provvedimento di ammonimento fu firmato da lui, allora Questore del capoluogo toscano. A Pisa, per consentire un’immediata esecuzione alle disposizioni contenute nella nuova legge del 2013 per il contrasto della violenza di genere, da Prefetto, ha elaborato il primo protocollo attuativo. Il protocollo anti-femminicidio pisano, facendo da capofila, pone l’accento sull' esigenza garantire l'assistenza ed il sostegno alle vittime e l'incentivazione di programmi di recupero per i maltrattanti.

Tagliente ha premesso una valutazione molto positiva sul testo soprattutto per l’occasione che offre per tornare sul tema della violenza contro le donne e colmare le lacune lasciate dalle recenti disposizioni normative
“Se a distanza di 8 anni dalla prima legge di contrasto alla violenza sessuale e in tema di atti persecutori e dalle disposizioni ancora più incisive del 2013, a fronte dell'aumento delle denunce, degli ammonimenti, degli arresti in flagranza di reato, si registrano ancora così tanti gravi fatti – ha chiarito Tagliente – è evidente che qualcosa non va. Sono tanti i punti di forza delle due recenti leggi antiviolenza ma accanto agli aspetti positivi si avvertono anche delle criticità che vanno affrontate”.


“Accorerebbe curare ancora di più la formazione degli operatori, rendere effettiva la tutela della vittima prestando maggiore attenzione alla figura del maltrattante e dello stalker” e definire regole severe per video che possono alimentare atti di violenza”, chiarisce Tagliente
Per quanto riguarda l’esigenza di una maggiore professionalità ha detto Tagliente “In tema di femminicidio, e in generale di violenza nei confronti delle donne gli strumenti giuridici offerti dal legislatore con le due leggi emanate nel 2009 e nel 2013 sono importanti, ma non sufficienti, se non utilizzati congiuntamente alla professionalità e al sapere scientifico, da parte di tutti i rappresentanti delle Istituzioni, Amministrazioni e Enti, a vario titolo coinvolti nelle diverse fasi di prevenzione e repressione degli abusi. Ciò vale soprattutto con riferimento alla tutela della vittima che ha denunciato la violenza e agli interventi nei confronti del maltrattante o dello stalker, quest'ultimo, in particolare, se già ammonito.


La legge del 2009 e quella del 2013 hanno introdotto numerosi e importanti strumenti giuridici penali, procedurali e di prevenzione: il reato di atti persecutori; circostanze aggravanti generiche e specifiche per maltrattamento, atti persecutori e reati sessuali; la codificazione della violenza assistita attraverso l'aggravante per il fatto commesso “in presenza” del minore ; l'arresto obbligatorio in flagranza per maltrattamento e stalking; l'allontanamento urgente dalla casa familiare ad opera della P.G.; l'ammonimento del Questore; gli obblighi di informazione alle vittime e l'estensione della possibilità di gratuito patrocinio; l'obbligo di informazione all’ammonito circa i servizi disponibili sul territorio; gli obblighi di comunicazione tra Istituzioni.


Sono strumenti giuridici importantissimi – ha proseguito Tagliente- che permettono di registrare significativi segnali di miglioramento. Le donne appaiono più consapevoli nel riconoscere e reagire alla condizione di violenza che stanno vivendo: meno vergogna nel parlarne con qualcuno e la ricerca di aiuto in servizi pubblici e specializzati, come i centri antiviolenza. Le denunce sono in aumento cosi come risultano aumentati gli ammonimenti e gli allontanamenti”.
Passando a trattare della necessità di prestare maggiore attenzione alla figura del maltrattante e dello stalker Tagliente ha aggiunto che “L'autore è una figura essenziale, ancora in ombra. Per proteggere le vittime, oltre al prezioso lavoro svolto dai centri antiviolenza, servono professionalità specializzate nell'ascolto e nell'intervento sui maltrattanti all'interno di servizi territoriali, consultori familiari, centri di salute mentale, centri per le dipendenze e strutture specializzate del privato sociale. Si rende necessario soprattutto affinare gli strumenti per il controllo dello stalker disturbato mentalmente, che a seguito dell’ammonimento potrebbe maturare atteggiamenti non sempre prevedibili”.


Tornando sul tema della formazione ha chiarito che “un'azione formativa mirata potrebbe essere promossa, in questo senso, attraverso corsi, ove possibili universitari specialistici, che consentano l'interazione tra le conoscenze degli studiosi delle scienze comportamentali e l’esperienza professionale degli operatori di settore. Una formazione che coniughi competenza ed esperienza e che si traduca in linguaggio comune, regole condivise, procedure operative. Conoscere i maltrattanti, intervenire su di essi – ha precisato ¬ significa poter valutare il rischio, agire sulla reiterazione e dunque proteggere le vittime, attuali e potenziali. Da circa 10 anni – ha proseguito Tagliente – vado sostenendo che per ridurre i casi di femminicidio bisogna intervenire anche sugli autori, che dobbiamo far curare i carnefici, soltanto così si potranno salvare le vittime. Vado ripetendo- ha proseguito – che è giunto il momento di pensare anche a programmi d’intervento finalizzati ad incoraggiare gli autori di violenze a prendere coscienza delle loro azioni, a riconoscere le loro responsabilità e a modificare i loro comportamenti”.

Trattando dei ‘Centri di ascolto specializzati per la gestione dei maltrattanti’ ha precisato poi che “sono ancora molti a rifiutare l’idea che il maltrattante sia da educare o curare, ma negli ultimi anni in varie città, a partire dal CAM di Firenze nel 2009 continuando con molte città del nord, si stanno costituendo centri specializzati. E’ chiaro che questi centri non possono che essere uno strumento funzionale alla tutela della vittima e ad evitare la reiterazione della violenza; uno strumento, dunque, che richiede una grande accortezza e una salda professionalità. “
Passando a trattare della necessità di regole più severe per video che possono alimentare atti di violenza il prefetto Tagliente ha premesso che “Il concetto di violenza assistita individuato dai Centri antiviolenza e poi riconosciuto sul piano normativo ci dimostra come l’esposizione alla violenza su figure di riferimento crei traumi profondi e duraturi. Un bambino che ha subito un trauma o assistito a fatti di violenza, può dunque elaborare un'immagine che, da adulto, può condurlo a un comportamento e a stili di vita negativi. Dobbiamo allora interrogarci – ha proseguito- su quali conseguenze possano determinare il linguaggio e le immagini di determinati cartoni, videogiochi, pubblicità, cinematografia e talvolta, purtroppo, programmi di informazione. Corpi trattati come manichini, trailer horror prima della proiezione di un film per famiglie, videogiochi il cui obiettivo è uccidere e ancora uccidere.

Si tratta di una rappresentazione di emozioni negative che fanno parte dell’essere umano o di un’esposizione alla violenza? Di una forma di elaborazione dell’aggressività o di una forma di normalizzazione e di assuefazione alla violenza? Esiste un filo conduttore tra violenza su uno schermo ed emulazione? E’ un tema complesso, ma è uno spunto di riflessione al quale non possiamo sottrarci.”
Basti pensare – ha concluso – a come si sia rapidamente delineato tra gli adolescenti il fenomeno del sexting e un cyberbullismo di genere, in cui i comportamenti aggressivi sono legati e indirizzati al ‘genere’ e alla sfera sessuale: dai commenti volgari su corpo e abbigliamento, alle calunnie sulle relazioni, alla diffusione e manipolazione di foto private”.




CIAMPINO, FIACCOLATA: DOBBIAMO ESSERE IN TANTI PER ALESSIO DI PIETRO CONTRO LA VIOLENZA

Redazione

L’auspicio è quello di essere davvero in tanti alla fiaccolata dedicata ad Alessio Di Pietro, il ragazzo di Marino accoltellato a morte la notte del 15 gennaio 2011 fuori da un pub di Grottaferrata.

Una iniziativa che principalmente servirà per tenere vivo il ricordo di Alessio in tutti coloro che lo hanno conosciuto e in tutti i giovani che ne hanno voluto fare della storia di Alessio un esempio di lealtà e di integrità morale.

Al termine della marcia silenziosa si arriverà alla parrocchia Sacro Cuore di Gesù a Ciampino dove Don Carlo, insieme a tutti i convenuti, dedicherà una preghiera per la pace e la non violenza. La fiaccolata si terrà venerdì 15 novembre alle ore 22 e partirà da Via Calò, Zona ASL DI Ciampino. I partecipanti sono invitati a venire muniti di candela o palloncino bianco.

“Sono trascorsi quasi 3 anni dalla scomparsa di Alessio – dice la mamma Eliana Anzellotti –  uniamoci e continuiamo a tenere acceso il suo ricordo. Un ragazzo che non vive più ma è nel cuore di tutti noi. Vi aspettiamo numerosi”.




OSTIA: ARRESTATO PER MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA, PICCHIA ANCORA I GENITORI UNA VOLTA USCITO DI PRIGIONE

Redazione

Ostia (RM) – Era stato arrestato nella mattinata di ieri. T.M., 29enne italiano, era finito in manette, arrestato dai Carabinieri, intervenuti nella circostanza, per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale.

Condotto davanti al Tribunale, il suo arresto era stato convalidato ma era poi stato scarcerato.

Tornato presso la sua abitazione, ha immediatamente ripreso a picchiare la madre,  colpendola con calci,  pugni e con una bottiglia, passando poi a colpire anche il padre, intervenuto per difendere la donna.

Quando gli agenti del Commissariato di Ostia, chiamati a seguito delle urla provenienti dall’appartamento, sono giunti poco dopo sul posto, hanno trovato i due che si stavano ancora picchiando.

Riusciti con non poca difficoltà a dividerli e a riportare la calma, è apparso subito palese che il giovane era palesemente sotto i fumi dell’alcol, a causa della  ingestione di un cocktail di whisky e vino, come da lui stesso riferito agli agenti.

L’uomo, prima di essere condotto in Ufficio, ha rivolto per l’ennesima volta delle pesanti minacce ai genitori.

Pertanto, al termine degli accertamenti, il 29enne è stato arrestato, mentre la madre è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari dell’ospedale G.B. Grassi, che le hanno prestato le cure del caso,  giudicandola guaribile in 20 giorni.