VIRUS LETALI DALLE STRATEGIE BELLICHE AL BUSINESS PRIVATO

di Cinzia Marchegiani

Se fosse vero, la fiducia riposta nelle istituzioni crollerebbe inevitabilmente. Le notizie inquietanti sul traffico illecito in Italia dei virus altamente letali pone un parallelismo obbligato con la confessione “criminale” pubblicata da pochi giorni nell’archivio di Stato del Giappone di un ufficiale giappones della seconda guerra mondiale, Giichi Sumioka. Secondo il documento, nel febbraio 1942, l'esercito giapponese utilizzava tifo e il colera sui civili, con un plotone si scortò una decina di chirurghi militari dalla sede Dispensario del Battaglione e volutamente diffusero il tifo e il colera, spalmando i batteri su ciotole, bacchette, coltelli etc nelle case degli abitanti di cinque o sei villaggi nel nord della Cina nella provincia dello Shanxi. Un parallelismo che desta orrore, sgomento e in fondo si spera non sia vero. Il fine, sicuramente diverso, mette sullo stesso piano un uso illecito di agenti patogeni, strategie belliche o business privato poco conta, poiché Il traffico illecito dei virus altamente patogeni utilizzati per il presunto arricchimento e la carriera di funzionari pubblici emerso dalla chiusura dell’istruttoria portata avanti dalla Procura di Roma, confermando l’inchiesta esclusiva de L’Espresso, è stata definita la cupola dei vaccini. Purtroppo i magistrati ritengono che l’organizzazione a delinquere utilizzava virus dell’influenza aviaria del tipi H9 e H7N3 altamente patogeni per produrre clandestinamente specialità medicinali ad uso veterinario. Romano Marabelli, direttore Generale del Dipartimento Alimenti e Sanità Veterinaria del Ministero della Salute ieri si è dimesso, indagato assieme a Vincenzo Caporale, direttore dell’Istituto zoo profilattico sperimentale dell’Abruzzo e Molise, per aver somministrato un vaccino prodotto in Sud Africa senza evidente sperimentazione.  Gli untori rimangono tali, strategia bellica o business privato suscita orrore e una condanna unanime.