Gran Sasso, neve e terremoto: l'Italia in ginocchio. C'รจ pericolo per i vulcani?


di Angelo Barraco
 
GRAN SASSO – L’Italia è stata investita dalla morsa del freddo e dalla neve che si è abbattuta senza sosta su diverse regioni d’Italia, cagionando la vita a diverse persone e distruggendo diverse abitazioni. La situazione è stata ulteriormente aggravata dalle forti scosse di terremoto che si sono abbattute nel Centro Italia, già precedentemente colpito dalle gravi  di terremoto che hanno raso al suolo intere città, e che hanno aggravato ulteriormente le operazioni di recupero e di soccorso. L’Hotel “Rigopiano” a Farindola, sul Gran Sasso non esiste più, è stato letteralmente spazzato via da una slavina. Al momento si contano 35 morti. Il sottosegretario regionale Mario Mazzocca, con delega alla Protezione Civile, spiega che “Le persone registrate in Questura ufficialmente sono di meno, ovvero 22 ospiti e sette dipendenti. Però è verosimile che ci fossero degli ospiti e dunque il numero dovrebbe essere questo”. Una tragedia che sembra non lasciare scampo alle povere vittime del luogo  e che invece isola parte d’Italia da un tappeto innevato che spazza via dall’immaginario collettivo le suggestive immagini incantate dei paesaggi innevati, facendo emergere quanto sia imprevedibile la natura che si tergiversa sull’uomo e le sue infrastrutture in modo improvviso. I soccorritori accorsi sui luoghi riferiscono che i morti sono tanti e che molto probabilmente il distaccamento della slavina è avvenuto a seguito delle scosse di terremoto dei giorni scorsi. Intanto è stata aperta un’indagine per omicidio colposo da parte della Procura di Pescara.  Uno dei dispersi è Alessandro Riccetti, dipendente della struttura alberghiera, si cerca anche una coppia di turisti marchigiani, Marco Vagnarelli e Paola Tomassini, Luciano Caporale e la moglie Silvana Angelucci, una coppia di Castel Frentano e una famiglia di tre persone con un bambino di 7 anni. Le immagini dell’Hotel mostrano luoghi distrutti e sommersi dalla neve, cumuli di macerie e detriti. Un superstite, il Signor Parete, ha raccontato di essersi salvato per essersi recato in automobile quando è arrivata la valanga “sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire e ho atteso in auto l'arrivo dei soccorsi”. Il datore di lavoro di Parete ha riferito “Ieri sera ho ricevuto la chiamata di Giampiero alle 17.40. Mi chiedeva aiuto disperatamente. Diceva 'è caduto, è caduto l'albergo'. Mi sono attivato subito, ho chiamato i soccorsi. Sono stato in contatto con lui più di una volta, fino alle 23. Poi mi ha richiamato stamattina dicendo che l'avrebbero portato in elicottero a Pescara. Giampiero e tutti gli altri ospiti dell'albergo avevano pagato ed avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Gli avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l'arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via”. Le scosse di terremoto sono avvenute con frequenza in questi giorni e nell’Italia Centrale sono state registrate 45.000 scosse, circa una ogni cinque minuti. Uno sciame sismico che arriva a distanza di 4 anni dal terremoto in Emilia, 7 anni dopo le scosse che hanno distrutto L’Aquila e 14 dopo il terribile terremoto che ha distrutto San Giuliano di Puglia. Il Presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Roberto Troncarelli, ha parlato a Radio Cusano Campus in merito alla situazione del terremoto e su Meteoweb si legge: “In realtà è un trend che non si è mai arrestato a partire dal 24 agosto. A parte queste scosse importanti di oggi la microsismicità ha sempre interessato quelle zone, a partire da quando si è verificato il primo forte terremoto. C’è una tendenza evolutiva in corso, con una focalizzazione di energia in quella zona. Progressivamente si hanno dei rilasci di energia sotto forma di rotture. Gli eventi di stamattina sono assolutamente correlabili a quelli di agosto e di ottobre. Le profondità degli epicentri depongono in tal senso, sono sempre comprese tra i 7 e gli 11 chilometri. C’è un trend sismico importante, non possiamo escludere repliche importanti che superino le magnitudo di stamattina. Non è possibile dire che ciò avverrà, ma con altrettanta certezza è impossibile escluderlo. Lo sciame sismico non è affatto terminato, nelle prossime ore potrebbero essere attese manifestazioni sismiche di magnitudo anche superiore, dell’ordine dei 6.0 che registrammo a Visso”. Ma il sisma potrebbe compromettere ulteriormente la situazione dei vulcani? Questo è il dubbio che insorge nella mente di molte persone che stanno vivendo questo dramma e viene in mente la situazione emersa nel novembre 2016, quando un vulcano a Santa Vittoria in Matenano (Fermo) ha iniziato ad eruttare creta in un campo agricolo a seguito delle continue scosse di terremoto. Un piccolo cratere nel terreno si è aperto e del materiale argilloso è fuoriuscito.  Viene alla mente inoltre la situazione dei Campi Flegrei e della situazione critica che stanno raggiungendo poiché il magma tende a risalire e le temperature sono propense ad aumentare, anche se si tratta comunque di valori minimi. Campi Flegrei, un vulcano con un diametro di circa 12 chilometri con diverse bocche eruttive. E’ una situazione strettamente collegata al sisma? Ci auguriamo di no, sperando la natura possa dare tregua alle ormai tante famiglie che vivono un dramma continuo del terremoto in cui la perdita dei beni materiali e dell’abitudine, si è sommata alla perdita di vite umane sepolte dalla neve e dai detriti. 



TERREMOTO, VULCANI E MARE: INFN E INGV RAFFORZANO LA LORO COLLABORAZIONE

Redazione
Lo studio dell’ambiente marino di alta profondità e il monitoraggio vulcanico e sismico: sono queste le attività di ricerca su cui l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) hanno deciso di puntare in sinergia. I due enti, la cui collaborazione è sancita fin dal 2001 da una Convenzione Quadro, hanno individuato gli obiettivi su cui incentrare e ulteriormente sviluppare la collaborazione nei prossimi anni.

Il primo obiettivo, internazionale, è intensificare la collaborazione, già avviata dal 1996, nelle ricerche in ambiente marino particolarmente profondo attraverso due infrastrutture di ricerca europee: KM3NeT (A multi-Km3 sized Neutrino Telescope, www.km3net.org) ed EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory, www.emso.eu.org).

KM3NeT, che conta sull’importante contributo dell’Infn con i suoi Laboratori Nazionali del Sud, è dedicato allo studio dei neutrini cosmici ad altissima energia e prevede l’installazione, a 3500 m di profondità nel mare al largo della Sicilia, di una serie di torri dotate di rivelatori, che formeranno complessivamente un telescopio del volume di un chilometro cubo. EMSO, che vede l’Italia con l’Ingv come coordinatore a livello europeo, rappresenta la rete permanente sottomarina nei mari circondanti l’Europa dall’Artico al Mar Nero, passando per il Mediterraneo. All’interno di queste attività i due enti hanno sviluppato, al largo della Sicilia, due infrastrutture cablate per il monitoraggio multiparametrico in ambiente marino profondo, uniche nel loro genere nel bacino del Mediterraneo e fra le poche al mondo: KM3NeT-Italia, con le sue torri, e NEMO-SN1, nodo operativo di EMSO, osservatorio sottomarino multidisciplinare per il monitoraggio sismico, oceanografico e acustico.

Il secondo obiettivo, tramite il progetto Premiale MURAVES, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), prevede l’allestimento di due dispositivi alle pendici del Vesuvio per misurare il flusso di muoni (particelle di origine cosmica). I ricercatori Ingv e Infn faranno così una “radiografia” al vulcano per produrre una mappa di densità in 2D e in 3D ad alta risoluzione della sua struttura sommitale e per tenerlo sotto monitoraggio continuo.

Il terzo obiettivo, per lo sviluppo congiunto di studi sismologici avanzati, G-GranSasso, prevede l’installazione, unica al mondo, di un sofisticato interferometro laser nelle viscere della Terra, chiamato GINGERino, alla profondità di 1400 metri, all’interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn, in grado di analizzare la frequenza e l’ampiezza delle onde sismiche. G-GranSasso ha come scopo ultimo lo sviluppo di tre sensori opportunamente orientati, che permetteranno non solo studi sismologici avanzati, ma anche test di Relatività Generale e misure della velocità angolare terrestre.

“La partecipazione a progetti, finanziati in ambito Europeo, Nazionale e Regionale, ha permesso la realizzazione di infrastrutture marine per il monitoraggio sismico, vulcanico, oceanografico e acustico uniche al mondo che pongono l’Italia e i due enti all’avanguardia”, dichiara il Presidente dell’Ingv, Stefano Gresta. “Rafforzare questa collaborazione, oramai pluriennale aiuterà ad affrontare con un approccio sempre più globale i problemi collegati ai cambiamenti climatico-ambientali e ai rischi sismico e vulcanico, attraverso l’impiego di nuove e sofisticate tecnologie per la ricerca”.

“È sempre più evidente che mettendo in comune le capacità e le esperienze sviluppate all’interno di diversi Enti e in diversi campi della ricerca si possono costruire progetti multidisciplinari  ambiziosi  e che attivano energie nascoste”, commenta con soddisfazione Fernando Ferroni, presidente dell’Infn. “Questi terreni di collaborazione tra Infn e Ingv speriamo siano l’inizio di una collaborazione sempre più estesa e profonda”, conclude Ferroni.