Cerveteri, Cinema Moderno: sala strapiena per Walter Veltroni

CERVETERI (RM) – Un Cinema Moderno gremito in ogni angolo di posto ieri sera ha accolto Walter Veltroni, ex Sindaco di Roma, giornalista e regista cinematografico in occasione della serata speciale che l’Amministrazione comunale del Sindaco Alessio Pascucci insieme alla Direzione del Cinema hanno voluto dedicate al suo ultimo film, da pochissimo uscito nelle sale, “C’è Tempo …”, commedia con Stefano Fresi e la raffinatissima cantante jazz Simona Molinari, nell’inedita veste di attrice.

A fare gli onori di casa, il Giornalista e Critico Cinematografico Boris Sollazzo, che ha aperto con il Sindaco Pascucci e Walter Veltroni un interessante dibattito non solo sul film, ma sulla cinematografia in generale, dando l’opportunità all’ospite della serata di raccontarsi, di ricordare aneddoti particolari, esperienze, punti di vista.

È seguita poi la proiezione del film, una storia che come preannunciato ha fatto sognare e riflettere ed ha appassionato il grande pubblico del Cinema Moderno.

“Ringrazio Walter Veltroni per aver accettato il nostro invito – ha dichiarato il Sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci al termine dell’incontro – è un onore per Cerveteri aver avuto ospite una personalità di spicco e stimata come lui. È stato un evento davvero piacevole e la risposta del pubblico presente testimonia come queste sono iniziative che le persone apprezzano. Il successo dell’iniziativa conferma ancora una volta come la nostra Città sia una Città che desidera vedere cinema e parlare di cinema. Con l’occasione ringrazio di cuore la Famiglia Della Longa e lo staff del Cinema Moderno per il grande lavoro che quotidianamente svolgono per la nostra città per la promozione del grande cinema e per la disponibilità dimostrata anche in questa occasione”.

Commenta la serata anche Lorenzo Croci, Assessore allo Sviluppo Sostenibile del Territorio, che ha patrocinato e sostenuto l’iniziativa: “un evento che ha dato ulteriore lustro ad una realtà fondamentale per Cerveteri come il Cinema Moderno, oggi unica sala Cinematografica dell’intero comprensorio. Il gran pubblico presente ieri sera ci sprona ad organizzare nuovi appuntamenti come questo, che contribuiranno sicuramente ad aumentare la qualità delle offerte culturali di Cerveteri”.




ROMA, UN "CADAVERE" A SAN PAOLO: ACCORDO SCELLERATO TRA COMUNE E PRIVATI

di Maurizio Costa

Roma – Una struttura abbandonata nel centro del quartiere San Paolo immersa nel totale degrado, nell'incuria e nel disinteresse dell'amministrazione capitolina. Parliamo dell'albergo fantasma costruito dalla società “Acqua Marcia” e da Mezzaroma, che hanno edificato la struttura dopo aver stabilito una convenzione con il comune di Roma.

Un enorme palazzo bianco, coperto da graffiti variopinti e occupato spesso da persone che non possiedono una casa: l'ex albergo si presenta così, come un contenitore vuoto che avrebbe dovuto ospitare turisti e avventori e che invece rovina l'intero quartiere. Le finestre ancora ci sono, sebbene siano tutte aperte. Vandali e ladri hanno rubato molte parti dell'impianto elettrico che si trovavano all'interno della struttura e adesso i cittadini non sopportano più la vista del “mostro bianco”.

Anche il comune di Roma, però, ha le sue responsabilità. Infatti, nel 2004, sotto la giunta di Walter Veltroni, l'amministrazione stipula una convenzione che avrebbe permesso la costruzione, da parte dei privati, di strutture come l'albergo. In cambio, il comune aveva richiesto, sempre da parte delle aziende che avrebbero costruito questi stabili, la creazione di aree verdi, parcheggi sotterranei, di un circolo bocciofilo e di un asilo nido. Alla fine, l'albergo è stato costruito ma mai ultimato, e il comune non ha ricevuto in cambio nulla, se non un'area deturpata dal “bidet”, nome dato dai cittadini all'ex albergo.

L'ordinanza:

Il Municipio VIII, dopo le occupazioni abusive e visto la stato dello stabile, aveva ordinato alla società “Acqua Marcia” di provvedere alla messa in sicurezza della struttura, con l'obiettivo di terminarla e di recintarla a dovere. Ad oggi, la situazione è sempre la stessa e nessuno si è mosso per sistemare la zona.


La convenzione:

L'accordo tra il comune e i privati per il recupero del quartiere San Paolo prevedeva costruzioni per 150.000 metri cubi. I privati non hanno mantenuto gli accordi e la situazione è quella che si presenta agli occhi di tutti. Acqua Marcia e le altre imprese avrebbero dovuto costruire anche un sottopasso sotto la via Cristoforo Colombo, che non è mai stato fatto.

La stipula di questa convenzione ha gravato anche sulle casse comunali:

I privati dovrebbero ancora versare 21 milioni di euro al comune di Roma, mentre l'amministrazione ha già pagato 600.000 euro per avviare le procedure cautelative in ragione della pubblica incolumità. Nella convenzione, che risulta essere poco chiara, si legge che il comune di Roma “intende assumere il ruolo di coordinamento del processo attuativo, in qualità di stazione appaltante, procedendo eventualmente al diretto finanziamento delle opere previste, con proprie risorse”. Quindi, anche l'amministrazione avrebbe dovuto spendere soldi di tasca propria.
Il progetto di costruzione di 2262 posti auto è fallito insieme a quello di rifacimento dell'ex deposito Atac di San Paolo, che tutt'oggi versa in condizioni pietose. Un progetto da 85 milioni di euro, che però sarebbero stati coperti solamente in parte dai privati, per una quota di 38 milioni.

Una convenzione sbagliata in partenza, che avrebbe comunque pesato sulle casse del comune. L'albergo abbandonato si trova ancora lì: l'“Acqua Marcia”, intanto, è fallita e i cittadini non ne possono più.




WALTER VELTRONI, L'INTERVISTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA: "NON AVERE NOSTALGIA DEGLI ANNI DI PIOMBO"

di Silvio Rossi 

Abbiamo incontrato il fondatore del Partito Democratico, ed ex Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Walter Veltroni, in occasione di una proiezione del film documentario che ha realizzato per ricordare la figura di Enrico Berlinguer a trent’anni dalla morte, avvenuta per le conseguenze di un ictus che lo colpì durante un comizio a Padova, nel giugno 1984.

Prima di essere un politico, Walter Veltroni è un uomo di cultura. Lo ha dimostrato in tutte le azioni intraprese da quando fu chiamato a dirigere l’Unità, storico giornale di partito, lo ha profondamente trasformato, rendendolo moderno e attento alla società, incrementandone notevolmente la tiratura (fino a oltre 150.000 copie), anche attraverso iniziative quali la vendita di videocassette allegate al giornale (operazione imitata dalle maggiori testate italiane) e la scelta di aprire un’edizione online, primo organo di informazione italiano nel gennaio del 1995.

Alla nascita del governo Prodi, del quale fu il più stretto collaboratore, l’anno successivo, fu quasi naturale il suo incarico come Ministro dei Beni Culturali. E anche in questo incarico anticipò molte iniziative che oggi sono entrate a far parte del vissuto ordinario dei cittadini italiani, come l’apertura notturna dei musei e la ricerca dei fondi attraverso il gioco del lotto.

Numerosi sono i libri che ha scritto, molti di saggistica, nei quali ha parlato di politica, ma non solo, con una predilezione per gli Stati Uniti d’America e i presidenti democratici (da Kennedy a Clinton), fu uno dei primi sostenitori di Barack Obama quando ancora la sua elezione alla Casa Bianca sembrava un sogno di difficile realizzazione. Ma non ha disdegnato la scrittura di romanzi, sempre legati ad un’idea di società proiettata in avanti, più equa di quella che ci troviamo intorno.

Era naturale che il dialogo intrapreso tra Veltroni e i suoi lettori sfociasse in un’opera cinematografica. Perché l’ex segretario del PD il cinema ce l’ha nel sangue. Il padre Vittorio fu uno dei più geniali dirigenti della Rai del dopoguerra. Studiò all’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione dove si diplomò nel 1973.

Per narrare quindi la figura di Berlinguer ha scelto di utilizzare il mezzo che meglio può generare un’identificazione tra lo spettatore e il contesto narrato sullo schermo. I più anziani riguardano con nostalgia le inquadrature di alcuni comizi storici dell’allora PCI, i giovani restano invece incantati dalla passione dimostrata non solo da Berlinguer, ma da tutti i protagonisti e dalle folle inquadrate nelle scene del documentario.

Ma, come ha detto lo stesso Veltroni prima dell’inizio della proiezione, non è un film nostalgico, perché non si può avere nostalgia di quegli anni, che avevano certo una forte passione, ma che sono sfociati in episodi tragici, e lui stesso ha ricordato come ha visto uccidere alcuni suoi amici solo perché militavano in un certo partito, come ha visto suoi amici uccidere altri ragazzi, perché l’odio politico ha accecato le menti di una generazione, a destra come a sinistra. Ha ricordato come a un ragazzo di sinistra erano preclusi certi quartieri, e altrettanto accadeva in altri per i ragazzi di destra.

Il valore del documentario è comunque innegabile. Ricordando la figura di uno dei massimi esponenti politici dell’epoca, che viene oggi spesso citato (talvolta a sproposito) come esempio di moralità, e che ha visto riconosciuta la sua onestà morale e intellettuale da tutti i suoi avversari del tempo.

Abbiamo posto alcune domande a Veltroni, per cercare di comprendere meglio cosa resta oggi del messaggio di Berlinguer:

 

D.        Perché Berlinguer? Cosa aveva di diverso rispetto agli altri leader del Partito Comunista che erano con lui o che avevano preceduto?

R.        Intanto è stato il segretario, a differenza di Ingrao, Pajetta o altri, e poi è stato un segretario particolare, che ha introdotto grandissime innovazioni, che ha cambiato natura al partito comunista mantenendogli l’identità. Lo ha portato dal 25 al 34% in tre anni, insomma è stato veramente un protagonista della vita politica.

D.        Sul fronte dell’innovazione, vorrei fare quattro nomi da mettere insieme: Berlinguer, Occhetto, Veltroni e Renzi. Tutti e quattro hanno realizzato grandi innovazioni, nel caso di Occhetto la svolta della Bolognina, lei ha fondato il PD. Tutti e quattro però hanno subito forti critiche dentro al partito. Come mai?

R.        Le leadership con una certa fisionomia di innovazione inevitabilmente aprono delle discussioni, e questo è un bene che sia così. Però penso che, Berlinguer in primo luogo, e poi ciascuna delle persone che lei ha citato abbia cercato di aiutare la sinistra a crescere.

D.        E questo aspetto sul suo libro “E se noi domani” lei l’ha affrontato. Ha scritto, e lo ha ripetuto in più occasioni, che la sinistra è tale quando guarda avanti, si rinnova. Non crede che coloro che hanno contrastato Berlinguer prima, e poi gli altri innovatori sono invece quella parte di sinistra che tende a essere conservatrice?

R.        Ma questa è una fisiologia abbastanza classica, in tutte le forze di sinistra ci sono anime diverse che si confrontano, questo è fisiologico.

 




ROMA EUR PD, PRESTIPINO: "LA CITTA' DEVE ANCORA PARTIRE"

di Simonetta D'Onofrio

Roma – E' nella cornice delle terrazze del Palazzo dei Congressi che la coordinatrice del circolo Eur del Pd Patrizia Prestipino ha rivelato a L'osservatore d'Italia la reale situazione in cui versa Roma dal punto di vista politico – amministrativo. Critiche e speranze che intendono scuotere un decollo veloce per la Capitale, rimasta ancora in vetrina per sinergie che non si sono ancora prodotte, probabilmente, nei tempi e nei modi giusti tra Enti che per colore politico e spirito di collaborazione dovrebbero essere resistenti e fruttifere più che mai. Galeotta è stata l'iniziativa culturale promossa dal circolo locale del Partito Democratico del quartiere “Eur”, in concomitanza con la campagna di tesseramento, la presentazione del film di Walter Veltroni, "Quando c'era Berlinguer". 

Una serata ricca di emozioni che ha visto la coordinatrice del circolo, Patrizia Prestipino ripercorrere alcuni ricordi su Enrico Berlinguer, figura centrale del Partito Comunistapromotoredel "compromesso storico”, che portò il partito all’allontanamento progressivo dall'Unione Sovietica.

Quando di parla di Berlinguer associato al nome di Veltroni non si può non pensare alla buona politica, a quella con la P maiuscola, dice la Prestipino durante l’introduzione, un uomo politico apprezzato anche dai suoi avversari, proprio perché era una brava persona. Chi meglio dell’ex-Sindaco di Roma poteva ricordare la storia di Berlinguer, con la coscienza “giusta”, afferma il segretario Patrizia Prestipino.

Prima dell’inizio della proiezione Walter Veltroni ha raccontato alcuni episodi significativi e curiosi delle riprese del film. Rimane preoccupante lo stato di non conoscenza delle giovani generazioni nei confronti della storia politica italiana del dopoguerra. Infatti nel film molti ragazzi intervistati ammettono di non ricordare il nome di Berlinguer, spesso si confondono e sbagliano. Una scarsa conoscenza, dice Patrizia Prestipino, che ritroviamo anche in ambito scolastico, non solo i ragazzi non lo ricordando, ma molto spesso sono anche i professori a non saperne nulla di un uomo “importante” per la storia contemporanea.

Abbiamo rivolto alcune domande alla renziana della prima ora, Patrizia Prestipino, ex assessore allo sport e alle politiche giovanili della Provincia di Roma, ex presidente del Municipio IX di Roma Capitale, dirigente nazionale del PD, guidato da Matteo Renzi.

D.Lei ha partecipato alle primarie per il sindaco di Roma, dopo l’affermazione di Marino ha deciso di candidarsi come segretario di un circolo e fare politica dalla base. Com’è ripartire dal territorio?

R.È l’esperienza più bella, più stimolante. Le sconfitte si vincono ripartendo, lo dice anche Renzi che ha vinto ripartendo dalla sconfitta delle primarie del 2012 contro Bersani.

D.Cosa ricorda di questi sei mesi?

R.Tanta fatica, la scuola la mattina, la politica locale il pomeriggio, la Direzione Nazionale durante la settimana, Renzi che stravince…  belle soddisfazioni, credo che si apra una stagione, anzi si è già aperta con Matteo, che se continua sarà molto importante

D.L’impressione però è che non tutti i circoli siano così attivi come il tuo. Alcuni sembrano rimasti vecchi centri di potere.

R.Forse perché non hanno la Prestipino segretario (sorridendo).

D.Per quanto riguarda Marino. Lei l’ha appoggiato in campagna elettorale, specie l’ultimo mese le è stata molto vicina. Ultimamente ho letto un po’ di critiche, cosa non va?

R.Beh, la città deve sicuramente ancora partire, non c’è un gioco di squadra, non vedo una grande coesione tra il PD, sia romano, regionale che nazionale con l’amministrazione, spero che questa quadra, come ha detto bene Lorenzo Guerini, si possa trovare e si possa partire, o meglio ripartire, perché la città in effetti non è mai partita. (Vedi intervento della serata al link :http://www.patriziaprestipino.com/4p/tb_video/quando-cera-berlinguer-lunedi-21-luglio-2014/)

 

 




ACQUAPENDENTE: OGGI WALTER VELTRONI AL TEATRO BONI PRESENTA IL SUO LIBRO "E SE NOI DOMANI"

Redazione

Acquapendente (VT) – Walter Veltroni con il suo libro “E se noi domani”, edito da Rizzoli, chiuderà gli appuntamenti culturali della XVI° edizione del “Viaggio nella Civiltà Contadina e Artigiana”. Oggi Domenica 25 agosto alle ore 17.30 il Teatro Boni farà da cornice alla presentazione del saggio scritto da Veltroni; all’evento parteciperà l’autore con i moderatori Orlando Araceli e Arnaldo Sassi.

“Non c’è sinistra senza cambiamento. Se appare conservatrice – e succede troppo spesso – la sinistra smette di assolvere il suo compito storico che è sempre stato quello di trasformare, innovare. Non si è sinistra se non si disegna, specie in un momento così drammatico, un’idea di società nuova, una visione capace di riaccendere entusiasmi”. Queste sono le parole che si leggono nella scheda al libro sul sito della Rizzoli, “Contro l’egoismo sociale dominante, formula la proposta, mai così esplicita, di un patto tra i produttori, tra i lavoratori senza lavoro e gli imprenditori senza impresa, un patto per una “crescita felice” fondata sulla qualità e su nuove forme di partecipazione dal basso. In questo senso vanno le proposte sull’immigrazione (con la cittadinanza ai figli degli immigrati) o quelle sui diritti civili (per il riconoscimento legale del matrimonio fra persone che si amano, a prescindere dal loro sesso)”.

Il programma di oggi prosegue in serata alle ore 20.00 in Piazza G. Fabrizio con la Tombola a favore dell’Avis/Aido ed con il concerto del Gruppo folcloristico Albinia (GR).

Ultimo giorno, oggi, per assaporare e gustare a partire dalle ore 19.00 presso gli stand gastronomici i prodotti tipici del territorio, i piatti cucinati con antiche ricette e alcune specialità presso i banchi degustazione.
Diverse sono le mostre allestite a corredo della festa: “Sfogliando tra i ricordi ‘aquesiani’” alla Biblioteca Comunale, “Interrato – Geerdet” di Jürgen Lenssen al Museo della Città, “Wunderkammer Tuscia in 3D” al Museo del Fiore e “Motori d’altri tempi” con auto d’epoca nella Piazza del Duomo.
Il Museo della Città sarà ad ingresso gratuito con i seguenti orari di apertura per le tre sezioni museali: Palazzo Vescovile sab. dom. 10–13 / 15.30–19.00 / 21– 24; Torre Julia de Jacopo sezione ceramiche sab. dom. 21-24 su prenotazione al numero verde 800-411834 (interno 0); Pinacoteca sab. dom. 10-13 / 15.30-19 / 21-24. Il Museo del Fiore sarà aperto sabato e domenica in orario 10–13/15–19. In occasione della festa la Basilica del Santo Sepolcro resterà aperta anche la sera, fino alle ore 24.00, con la possibilità di poter visitare la Cripta con il Sacello ed i Pugnaloni esposti. Gli appuntamenti al Chiostro di San Francesco sono organizzati in collaborazione con la testata “Vita in Campagna”.

La manifestazione, organizzata dal Comitato Viaggio nella Civiltà Contadina e Artigiana, di cui fanno parte il Comune di Acquapendente, la Pro loco, l’Associazione Commercianti, la CNA e la Riserva Naturale Monte Rufeno, è realizzata con il patrocinio di Provincia di Viterbo, Regione Lazio, Cittaslow ed il contributo di CNA, Camera di Commercio Viterbo, Tuscia Viterbese, Carivit, Agriventure e BCC di Pitigliano.

 




ROMA, IGNAZIO MARINO E' IL NUOVO SINDACO

Redazione

Roma Ignazio Marino e' il nuovo sindaco di Roma. Il comitato elettorale del sindaco uscente, Gianni Alemnano, ha ammesso la sconfitta meno di mezz'ora dopo la chiusura delle urne. Secondo gli Istant poll diffusi dall'emittente La7 l'esponente democratico e' vincente con il 60,5% delle preferenze sul primo cittadino uscente fermo al 40%. Per Marino sono arrivati anche gli auguri dell'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni: "Marino è il nuovo sindaco di Roma: una buonissima notizia per la città. Il voto dei romani chiude finalmente un quinquennio di incuria e di errori che Alemanno e la sua giunta hanno prodotto per incapacità, per scarso amore e per perseguire interessi personali". Auguri anche da parte di Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio: "Missione compiuta. Roma è salva. Auguri a Ignazio Marino sindaco della nostra bellissima città", il suo messaggio su Twitter.