Puglia, allarme batterio Xylella: nuovi ulivi contagiati

Il batterio della Xylella va diffondendosi in maniera non indifferente in diverse zone della Puglia. In seguito al monitoraggio avvenuto lo scorso mese di agosto, sono stati ritrovati ben 61 nuovi alberi d’ulivo infetti, nelle province di Taranto e Brindisi. Un risultato alquanto preoccupante, che testimonia come il batterio sia diventata una concreta minaccia per gli agricoltori.
“Da sempre sosteniamo che la Xylella non avrebbe atteso i tempi della politica, della burocrazia e della giustizia”. – sottolinea il vicepresidente della Cia Agricoltori Italiani di Puglia, Giannicola D’Amico– aggiungendo che “i nuovi focolai ritrovati a Montemesola e San Marzano, purtroppo, confermano come anche in provincia di Taranto vi sia un consolidamento delle infezioni.”
A riguardo si è espresso anche il Presidente della Commissione Regionale bilancio, Fabiano Amati: “Per evitare la diffusione del batterio, auspico che i sindaci dei comuni interessati, a cui sono stati notificati gli atti d’estirpazione, collaborino con la Regione Puglia, assistendo i proprietari delle piante infette nella più rapida e preferibile esecuzione volontaria dei provvedimenti”.
Il procedimento per abbattere la minaccia prevede l’estirpazione volontaria degli alberi infetti, previo compilazione di un modulo scaricabile da internet, per autorizzare l’estirpazione degli alberi; effettuazione dei trattamenti fitosanitari preventivi autorizzati; infine, distruzione in loco della parte frondosa dell’albero, separata dal tronco, mediante trinciatura o (se consentito) bruciatura.

Giampiero Laera




Xylella avanza verso Nord, nuove piante di ulivo infette: ora tocca a Fasano

Sono state individuate 75 nuove piante di ulivo infette dal batterio della Xylella fastidiosa nei comuni di Fasano (un albero), Ostuni (33), Carovigno (39) e Ceglie Messapica (2).

Per la prima volta il batterio è stato trovato a Fasano, alla periferia della frazione di Torre Canne, nella Piana degli ulivi monumentali. Quello di Torre Canne rappresenta il nuovo limite nord della presenza del batterio in Puglia, circa 8 chilometri più a nord rispetto al focolaio più settentrionale individuato col precedente monitoraggio alla periferia di Cisternino. E’ quanto emerge dai primi risultati della nuova campagna di monitoraggio condotta dall’Arif, Agenzia regionali per le attività irrigue e forestali.
   

Nella Piana degli ulivi monumentali vi sarebbero almeno altri tre focolai nella zona di Cisternino e Ostuni.

Altri casi

Ma non è l’unico focolaio nella Piana degli Ulivi monumentali. Ce ne sono almeno altri tre sotto Cisternino/Ostuni (alla quota di circa 100 m slm ed a ridosso del centro abitato di Montalbano, in territorio ostunese) la cui comparsa potrebbe essere il risultato della diffusione naturale operata dai vettori, una sorta di “discesa” del batterio dalle alture sovrastanti che, a loro volta, sembrano rappresentare la zona più avanzata della diffusione partita da Oria.




PUGLIA: ALLARME PER IL BATTERIO KILLER XYLELLA DEGLI ULIVI

di Cinzia Marchegiani

Salento – Ci sono tanti interessi attorno al batterio killer che sta decimando gli ulivi salentini e che minaccia di colpire il territorio pugliese e non solo con potenziali protagonisti che hanno interesse a seccare gli ulivi del Salento. Coincidenze? La presenza del patogeno, considerato tra le cause della moria di alberi, “presenta aspetti che potrebbero andare oltre la fatalità”, lo dice Gian Carlo Caselli, ex procuratore capo di Torino e presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura. Che Xylella sia stata importata è un fatto, come pure che in questa storia paiono esserci tutti i presupposti di una guerra chimica o batteriologica. Di fatto nelle grandi multinazionali oramai la guerra non si combatte più in un consiglio di amministrazione, ma con atti atroci di terrorismo e bombardamenti di intelligenza sopraffina che riducono a deserto i deserti. Una fantasia? Mica tanto, almeno a leggere gli studi fatti nel 2008 dalla rete europea di batteriologi, costituitasi nell’ambito dell’iniziativa COST 873: “Di tutte le specie batteriche elencate, solo Ca. Liberibacter spp. e Xylella fastidiosa, entrambi patogeni per gli agrumi, potrebbero essere considerate tali da soddisfare i criteri proposti per le armi biologiche. E se l’ulivo, si sa è pianta protettissima, il cui abbattimento è legato da vincoli di legge spesso insuperabili, chi ha interesse ad estirparli prima del tempo per poter realizzare tracciati che richiederebbero autorizzazioni senza fine?

PRESIDENTE SPORTELLO DEI DIRITTI, GIOVANNI D'AGATA AFFIDA INDAGINE SCIENTIFICA

In merito all'eventualità che dietro questo dosastro non solo ambientale ma economico a acrico degli agricoltori si è attivato Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che ha deciso di affidare a giorni al generale Luciano Garofano, biologo ed ex comandante del Ris di Parma, l’incarico ufficiale di eseguire un’indagine scientifica sul batterio della Xylella, che sta distruggendo migliaia di ulivi nel Salento e non solo, arrecando seri danni al paesaggio e all’economia locale. L’incarico consisterà nell'accertare se il batterio sia stato importato (la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’indagine, con l’ipotesi di diffusione di una malattia delle piante) oppure no. L’inchiesta sulla Xylella mosse i primi passi nel maggio di un anno fa, dopo la morìa di centinaia e centinaia di alberi d’ulivo segnalata in tutto il Salento, a seguito di tre esposti presentati in procura da alcune associazioni ambientaliste: il sospetto è infatti che la Xylella, segnalata in Europa circa quattro anni fa, possa essere stata introdotta per la prima volta nel corso di un workshop tenutosi a Bari nel 2010.