TARQUINIA: MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE SI FANNO I CONTI IN TASCA

Redazione


Tarquinia (VT) – «Non è il numero delle auto e delle case che si possiede a determinare l’onestà o la disonestà di una persona». Lo dichiara il sindaco Mauro Mazzola, commentando alcune esternazioni del consigliere comunale Marco Gentili sulla trasparenza amministrativa. «Tutti i consiglieri di maggioranza hanno espresso molte perplessità al riguardo dell’attuale legge, ribadendo altresì la necessità di mettere in campo strumenti legislativi adeguati a garantire la trasparenza amministrativa. – prosegue il primo cittadino – Il consigliere Gentili avrebbe dovuto ascoltare con più attenzione le parole pronunciate nel corso delle riunioni e riportale in modo corretto, senza travisare i fatti. Ha il diritto di esprimere la propria opinione ma, se fa parte di una maggioranza, lo deve fare nei modi e nei tempi dovuti e, soprattutto, nei luoghi deputati, per non alimentare inutili tensioni mediatiche. Il consigliere Gentili deve capire tutto ciò. Il mio non vuole essere un monito ma un suggerimento». Sulla trasparenza amministrativa il pensiero del sindaco Mazzola è chiaro: «Ritengo inopportuno avere l’obbligo di pubblicare oltre al curriculum vitae, alla dichiarazione dei redditi e ai compensi relativi alle cariche coperte, anche la situazione patrimoniale, compresi i beni mobili registrati, e quella dei parenti fino al 2° grado nonché del coniuge non separato. Non è misurandone la ricchezza che si misura l’onestà di una persona. Questa è un’invasione della vita privata, che può dare adito a veri e propri atti di sciacallaggio politico come avvenuto in questi giorni da parte del consigliere comunale Cesare Celletti. Per garantire la trasparenza amministrativa esistono altri sistemi. Vorrei sottolineare che le denunce dei redditi sono pubbliche e che, sulla base di queste, la Guardia di Finanza potrebbe svolgere dei controlli periodici: per esempio all’inizio del mandato, durante gli anni in cui si svolge il ruolo di amministratore e al termine della legislatura. E se gli accertamenti dimostrano che qualcuno ha sbagliato è giusto punirlo, applicando le leggi già esistenti».