Tenta di rapire una bimba in spiaggia, espulso indiano

di Angelo Barraco
 
Ragusa – Il cittadino indiano Ram Lubhaya, accusato di tentato sequestro di una bimba di 5 anni, è stato espulso. La notizia è stata diffusa dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano, che ha detto: “Oggi abbiamo espulso dal territorio nazionale il cittadino indiano Ram Lubhaya che il 16 agosto scorso si era reso responsabile, a Scoglitti, in provincia di Ragusa, del tentato sequestro di una bambina di età inferiore ai 14 anni. Lo straniero, lo scorso 24 agosto, a seguito di un decreto di trattenimento emesso dal Questore di Ragusa, era stato accompagnato all'interno del Centro di Identificazione ed Espulsione di Pian del Lago a Caltanissetta”. La vicenda ha suscitato sin da subito scalpore ed è stata proiettata su tutte le prime pagine dei giornali poiché ha riportato alla mente pregressi episodi di scomparsa, scatenando dolore e tristi ricordi in coloro che da anni cercano verità e giustizia. Era il pomeriggio del 16 agosto, una famiglia si trovava nella spiaggia di Scoglitti (Rg), quando all’improvviso un uomo ha cercato di rapire la loro bimba di 5 anni, prendendola in braccio e scappando. I genitori hanno rincorso per circa dieci metri l’uomo, riuscendo a strappare con fatica la bimba dalle sue mani. L’uomo successivamente si è dato alla fuga. Numerosi i bagnanti che hanno assistito all’episodio e hanno immediatamente chiamato il 112. Repentine le ricerche da parte dei Carabinieri che riescono a tracciare un identikit e avviano ricerche in tutta la zona marittima. Passa circa un’ora e l’uomo viene individuato e bloccato. Dagli accertamenti emerge inoltre che l’uomo aveva dei precedenti penali e viene fermato per sequestro di persona aggravato e condotto al carcere di Ragusa. Successivamente però, il castello accusatorio nei confronti dell’indiano crolla e il procuratore capo di Ragusa, nel corso di un’intervista a Repubblica-Palermo dice “il reato sarebbe quello di 'presa di bambina in braccio', ma il nostro Codice non lo prevede” quindi viene rilasciato. Il pm spiegò che l’indiano ha fatto una carezza e ha preso la bimba in presenza del padre, dopo 45 secondi il padre gli dice di lasciare la bimba ma un amico nota la scena, chiama le forze dell’ordine e l’indiano viene fermato per sequestro: “un fermo tecnicamente sbagliato”. Il pm Bisello non conferma il fermo e alcuni esponenti di centrodestra la prendono di mira per tale decisione, i media gridano allo scandalo e si crea una tensione sociale elevata. La situazione indusse il pm, dopo qualche giorno, a risentire l’indiano che fu rintracciato dai Carabinieri in un casolare, fu sottoposto ad un lungo interrogatorio fiume dove ha proclamato la sua innocenza. Il pm ha mantenuto la sua posizione. Alfano intanto ha commentato “Chi non rispetta le nostre regole va espulso. L'Italia conosce i principi dell'accoglienza per chi fugge da guerre e persecuzioni, ma è soprattutto un Paese che fa rispettare le proprie leggi e le proprie regole e chi non le rispetta o si dimostra ostile ai nostri principi, lo espelliamo. Abbiamo ritenuto necessaria, dunque, questa espulsione perché il cittadino indiano ha leso la pacifica convivenza della nostra società. Soggetti che si rendono responsabili di simili comportamenti sono arrestati o espulsi dal nostro territorio”. Così il 22 agosto il vicequestore vicario di Ragusa ha firmato la richiesta di trasferimento al Cie, ovvero il Centro di Identificazione ed Esplulsione.