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TERNI, OMICIDIO: TERNANO CONFESSA DI AVER SPARATO ALLA TESTA ALL'AMICO ROMENO

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Tempo di lettura 3 minuti C'era una relazione omosessuale di vecchia data fra i due

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Redazione

Terni – La denuncia Il 28 aprile 2014 la sorella di un cittadino rumeno di 38 anni I.V. M., alcolista e già noto alla Polizia, si è presentata in Questura per denunciare la scomparsa del fratello, avvenuta una settimana prima. Ha detto che a febbraio era stato allontanato dal Territorio Nazionale con un provvedimento di espulsione dell'Ufficio Immigrazione e che sapeva che l'ultima persona che lo aveva visto era un suo amico italiano, e ne dava il numero di telefono. Qualche giorno dopo, anche il fratello dello scomparso veniva in Questura ad integrare la denuncia, confermando che anche le ricerche dei parenti in rimasti in Romania e della comunità rumena presente in Italia avevano dato esito negativo.

 

Le prime indagini

 

Nonostante il cellulare dello scomparso fosse staccato, attraverso le indagini tecniche, l'UPGeSP ha accertato che l'ultimo contatto in entrata sul suo cellulare, nella giornata del 21 aprile 2014, era alle ore 19.59 e la durata della conversazione era di 1.020 secondi; all'altro capo del telefono era l'amico italiano, A. A. di 45 anni e residente a Terni, che è stato subito sentito dalla Polizia. L'uomo ha risposto minimizzando la scomparsa, dicendo di aver sentito proprio dal fratello dell'amico di un eventuale viaggio in Germania, affermazione però non confermata da fratello che ha anzi riferito agli agenti di una relazione sentimentale omosessuale di vecchia data tra i due. Gli inquirenti hanno raccolto numerose testimonianze, dalle quali è emersa anche una relazione del 38enne rumeno con una sua connazionale sposata.

 

La relazione sentimentale

 

Dalle indagini è emerso che lo scomparso e l'amico italiano si erano conosciuti a Terni nel 1999, quando il rumeno era ancora clandestino e conviveva con una connazionale che lavorava in un locale notturno e l'altro era già sposato con due bambini piccoli. La relazione si era interrotta nel novembre del 2000, quando il rumeno era stato espulso dall'Italia con un altro nome. Si è accertato che mentre era in Romania, l'amico italiano gli inviava denaro ed era anche andato a trovarlo per trascorrere una settimana di vacanza con lui in montagna. L'italiano all'epoca sottoscrisse anche una dichiarazione di ospitalità per farlo rientrare a Terni per turismo, ma la comparazione delle impronte gli causò un'altra espulsione. Per un po' due si persero di vista, e in quegli anni il rumeno si sposò con una connazionale al suo Paese, presumibilmente solo per acquisire il cognome della moglie per di poter tornare in Italia. Nell'agosto 2012, si incontrano di nuovo a Terni e riprendono a frequentarsi assiduamente. Il ternano abbandona le proprie amicizie e trascura la famiglia, mentre il rumeno continua a nascondere la relazione anche ai famigliari. I due si ubriacano spesso, litigano, l'italiano viene visto da vari testimoni fare scenate di gelosia e litigare con chiunque offendesse il suo amico.

 

Le indagini

 

Il 14 giugno 2014, gli agenti della Squadra Mobile e dell'UPGeSP interrogano di nuovo sia l'italiano che i suoi famigliari. La moglie ammette parzialmente la relazione del marito, mentre la figlia riferisce dell'ossessione del padre per quell'uomo, ma lui dichiara di averlo visto per l'ultima volta in città, in strada, la sera del 21 aprile 2014. Alcuni testimoni però, dichiarano di averli visti andar via insieme, proprio quella sera tra le 19.30 e le 19.40, e non alle ore 20.00/20.30 come dichiarato dall'uomo, probabilmente per avvicinare l'orario a quello, comunicato agli agenti, del suo rientro a casa, cioè alle 21.00. Dai tabulati telefonici, però, spunta un sms della moglie delle ore 21.36 che gli chiede come mai non sia ancora rientrato a casa. Sempre dai tabulati telefonici, gli investigatori notano che l'uomo è stato l'unico a non cercare di contattare lo scomparso al telefono, se non in una sola occasione, il 26.4.2014.

 

La svolta

 

Questa mattina, gli agenti hanno di nuovo interrogato l'uomo, che inizialmente ha ribadito la sua versione dei fatti, cadendo sempre più spesso in contraddizione. Alla fine, sopraffatto, ha finito con il confessare. Ha detto di aver ucciso l'amico la sera stessa del 21 aprile, nel suo garage, sparandogli un colpo alla testa con la sua pistola, regolarmente detenuta e di aver gettato nel fiume Nera il suo telefono cellulare. All'alba della mattina successiva, ha caricato il corpo in macchina e lo ha abbandonato, coperto da un copridivano, in un bosco nella zona di Stroncone (TR). Nei giorni seguenti è tornato nel bosco per coprire meglio il cadavere con pietre, sacchi di terriccio, cemento e calce. E' stato proprio il 45enne ternano ad indicare il luogo al Pubblico Ministero Elisabetta Massini e agli agenti. Il cadavere, occultato come descritto dall'omicida presentava un foro di proiettile nel cranio, di ingresso all'altezza della tempia destra e di uscita sul lato sinistro.

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Andria, blitz nei negozi e ristoranti: boom di “lavoratori in nero”

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Numerosi i controlli effettuati dai militari dell’Arma a diversi esercizi commerciali bar e ristoranti nel centro di Andria dove sono state rilevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di circa 20.000 euro.
Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Andria, coadiuvati da personale del Nucleo
Ispettorato del Lavoro eseguivano delle attività ispettive in alcuni ristoranti del comune di
Andria dove venivano riscontrate diverse violazioni del Testo Unico Sicurezza sul Lavoro,
entrato in vigore nel 2008, che costituisce indubbiamente il principale riferimento legislativo sul tema della sicurezza dei lavoratori.
Gli articoli contestati sono diversi e riguardano principalmente l’omessa sorveglianza sanitaria e la formazione dei lavoratori nonché la presenza di alcuni lavoratori senza relativo contratto, i cosiddetti “lavoratori in nero”, privi della tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie
professionali.
Sono state elevate sanzioni amministrative e ammende pari a circa 20.000 euro e nel contesto
ispettivo veniva applicato anche il provvedimento della sospensione dell’attività imprenditoriale a seguito degli accertamenti dei lavoratori irregolari e gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
Continueranno nei prossimi giorni i controlli da parte dei militari in tutta la Provincia BAT al
fine di ridurre, soprattutto con l’inizio della stagione estiva, il fenomeno del lavoro a nero.

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Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Settimo Milanese, tenta di violentare due minorenni : in manette un 22enne

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A Settimo Milanese, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato, in esecuzione ad una ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, un ventiduenne di nazionalità ecuadoriana, ritenuto responsabile del reato di tentata violenza sessuale ai danni di due minori, una classe 2010 e l’altra 2012, entrambe residenti in quel centro.

La misura scaturisce dall’attività investigativa, avviata dalla Stazione di Settimo Milanese nel mese di gennaio del 2023, che ha consentito di ricostruire in maniera dettagliata due distinti episodi avvenuti rispettivamente il 30 gennaio 2023 ed il 19 febbraio 2024 e che hanno visto quali vittime le due ragazze.

Dalle indagini condotte si è accertato che la prima vittima, mentre stava passeggiando con il proprio cane, veniva pedinata dall’uomo che dopo averla raggiunta all’interno dello stabile condominiale in cui la stessa vive, la avvicinava in prossimità dell’ascensore ed improvvisamente iniziava a stringerla a sé con la forza. In tale circostanza solo la pronta reazione della ragazza che riusciva a divincolarsi dalla presa riusciva ad interrompere il proposito delittuoso dell’uomo.

Nel secondo caso gli accertamenti investigativi espletati hanno consentito di appurare che lo stesso soggetto, con un’azione criminale pressoché identica, aveva avvicinato un’altra ragazza minore all’uscita da scuola, pedinandola fino all’ingresso del condominio in cui la stessa abita e dopo essere salito con quest’ultima all’interno dell’ascensore, all’apertura delle porte l’uomo, con una mossa repentina, la afferrava per il maglione tentando di tirarla verso di sé. Anche in questo caso la pronta reazione della minore, che riusciva a guadagnare la fuga, aveva consentito di evitare ulteriori conseguenze.

L’arrestato è stato condotto presso la propria abitazione e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria.

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