TERREMOTO A NAPOLI, L’ALLARME DEGLI SCIENZIATI: “IL SUOLO SI STA SOLLEVANDO”

di Christian Montagna

Napoli – “Fino a quando ci sarà questo continuo sollevamento del terreno, la zona dei Campi Flegrei sarà interessata da scosse di terremoto o da sciami sismici”: è questo il punto di vista di alcuni scienziati dell’Osservatorio Vesuviano dopo che, uno sciame sismico di circa 30 scosse, aveva terrorizzato Napoli e la provincia. Restano ancora , indelebili, i ricordi di quegli attimi in cui, chiunque, avrebbe pensato al peggio. Agnano, Pozzuoli e Napoli non vivevano un evento sismico da anni.


“L’evento che si è verificato due giorni fa, ha avuto un’intensità superiore rispetto a quella che ha interessato i Campi Flegrei nel 2012, ha spiegato a Panorama.it Giuseppe De Natale, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano- Ingv , ed è sicuramente la più importante in termini di magnitudo che si è verificata negli ultimi anni. Tre anni fa, la zona fu colpita da sciame sismico di 220 eventi ma tutti con una magnitudo inferiore a 2”.


Monitoraggio continuo. E’ continuo perciò il monitoraggio dell’intera area. La zona colpita dallo sciame sismico, è interessata dal sollevamento del suolo a partire già dagli Anni 70. Per oltre un decennio, precisamente fino al 1984 ha subito un susseguirsi di terremoti o sciami sismici che hanno generato un importante sollevamento del terreno, talvolta anche superiore ad un metro di altezza. Fino al 2005 poi uno stop dei movimenti del sottosuolo ma, negli ultimi dieci anni è ripresa l’attività nel sottosuolo che ha portato ad oggi all’innalzamento di 30 centimetri.


La polemica. Non si placa però la polemica circa le trivellazioni nei territori deli Campi Flegrei. Il progetto di un impianto geotermico con la conseguente perforazione continua per la realizzazione di quattro pozzi profondi sta cercando infatti di sfruttare la forza del vulcano per ricavarne energia. Ma, gli esperti si dividono sulla questione, anche perché, uno di questi pozzi andrebbe scavato proprio nel punto in cui mercoledì è stato registrato l’epicentro dello sciame sismico. Anche dall’Ingv, suggeriscono di non perforare questa zona.


Ancora più diretto il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo: "Eseguire trivellazioni all’interno dei Campi Flegrei può generare sequenze sismiche con eventi di magnitudo non prevedibile, fenomeni di esplosione ed eruzione dei pozzi, modificazione del regime delle falde acquifere, generazione di campi fumarolici, propagazione di sistemi di frattura, bradisismo, diffusione di gas nocivi, alterazione del microclima".


I dati dell’Osservatorio Vesuviano. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Vesuviano, la superficie del suolo nell'area dei Campi Flegrei ha subìto un aumento della velocità. Nell’area in cui sorge il supervulcano più pericoloso d'Europa, il dossier riporta anche l'attività sismica degli ultimi 12 mesi nella zona, escludendo però le 3 scosse verificatesi lo scorso 7 ottobre sul territorio i Pozzuoli, Agnano e Bagnoli il cui epicentro è stato identificato proprio nella fascia tra Bagnoli e la Solfatara di Pozzuoli, a una profondità di circa 2 chilometri.

 

L’allarme dello scienziato Kir’janov. Lo scienziato Kir’janov, geologo russo docente della facoltà di geologia dell’Università statale di San Pietroburgo, ha dichiarato alla Voce Russa: “ La camera magmatica si sta riempiendo: se il sollevamento avviene in maniera regolare, afferma, allora è probabile che sia in corso il riempimento della camera magmatica e per questo si sta sollevando il terreno sopra di essa. I Campi Flegrei sono un super vulcano, come anche Yellowstone negli Stati Uniti e Toba in Indonesia, che eruttano più di mille chilometri cubici di magma che provocherebbero eruzioni catastrofiche. Nella regione dei Campi Flegrei è avvenuta una grande eruzione circa 30-40 mila anni fa. La cenere vulcanica che ne risultò si trova ancora adesso nel Mar Mediterraneo, in Bulgaria, in Ucraina e persino nel territorio russo. Ora sta avvenendo l’ennesimo riempimento della camera magmatica e prima o poi l’eruzione potrebbe succedere”.


I Campi Flegrei sono una vasta caldera di natura vulcanica e nella zona sono tuttora riconoscibili almeno ventiquattro tra crateri ed edifici vulcanici. “Eruzioni di questo genere di vulcani, ha poi concluso, potrebbero portare al cosiddetto inverno vulcanico: i gas di zolfo e la cenere prodotta dallo scoppio raggiungono l’atmosfera e ricoprono la superficie terrestre. I raggi solari non riescono a penetrare attraverso lo spesso strato fino al suolo e i gas, trasformatisi in acido solforico, scendono sulla superficie terrestre sotto forma di sedimenti tossici. Gli scienziati affermano che la Terra ha già sperimentato una catastrofe simile 74 mila anni fa, dopo lo scoppio del vulcano Toba nell’isola indonesiana di Sumatra. Questo comportò il cambiamento del clima e una moltitudine di vittime umane”.  L’allarme però sarebbe da protrarre nel tempo visto che, per riempirsi, potrebbero trascorrere decenni o centinaia di anni.