Terremoto: mini città provvisorie come in Abruzzo

Angelo Barraco

Amatrice – Il terremoto che ha devastato il Centro Italia ha distrutto intere città, spezzato la vita a numerosi cittadini che credevano di vivere all’interno di un’alcova sicura e al riparo da ogni pericolo e soprattutto hanno annientato l’intimità che ogni singolo cittadino aveva creato all’interno del proprio nido domestico, ormai diventato un agglomerato di polvere, cenere e ricordo sepolti dal cemento. Si punta subito alla ricostruzione, alla ricollocazione di nuove strutture in quegli stessi luoghi con il fine di poter restituire a quei numerosi sfollati la loro intima dimora. Il Premier Renzi ha incontrato l’architetto Renzo Piano che ha parlato di “Cantiere Leggero”. Tale concetto espresso nel corso di questo incontro porta alla mente quelle che furono che ricostruzioni postume al terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, in 56 comuni fortemente danneggiati dal sisma. Furono create città in miniatura in legno, secondo un piano regolatore specifico, mantenendo il concetto fondamentale di comunità. Fossa (L’Aquila), ospita una città in miniatura. Il Sindaco dell’epoca spiega “il villaggio di Fossa è unico. Solo noi tra tutti i comuni abbiamo avuto uno tsunami oltre al terremoto, ossia è crollata la montagna e quindi sapevamo che il paese avrebbe avuto tempi di ricostruzione più lunghi di tutti gli altri. Il mio dubbio era: se costruiamo solo delle case, se non ci inventiamo qualcosa, dove ci incontriamo? Perciò abbiamo stilato un progetto completo di tutto, anche di optional, un puzzle completo. il nostro villaggio è diverso dagli altri: ha una piazza centrale, un parco giochi, la chiesa degli Alpini che in realtà è una basilica, la farmacia con ambulatorio, il centro polifuzionale, il bar, l'alimentari, un campetto di calcetto e bocce, e poi 150 case con 150 giardini”. Precisa inoltre che “da 30 mila metri quadrati siamo arrivati a 60 mila, più arioso, con 1 milione di euro di oneri di urbanizzazione non finanziati dallo Stato e trovati grazie a donazioni”, ed è costato 12,5 milioni di cui 7,5 grazie alle donazioni. Spiega inoltre che “A distanza di 7 anni, dico purtroppo per la tragedia che si sta vivendo, penso possa essere un modello per Amatrice lo consiglio anche perché rende 100 mila euro all'anno al Comune e da 4 anni l'ente ha azzerato la Tasi che pesava per 30 mila euro annui”. Altro esempio Villa Sant’Angelo (L’Aquila). Il Sindaco spiega “Non sono attaccati tra loro, ma tra l' uno e l'altro sono stati realizzati piccoli stanzini, con pareti singole che non si toccano  siamo stati il primo Comune a non avere più sfollati, in due ondate a partire dal 24 ottobre 2009, e il 5 dicembre tutti avevano una casa”.