TERRORISMO: PREPARAVANO ATTENTATI IN ITALIA. PREDICATORE ISLAMICO COMANDAVA DAL CARCERE

di Matteo La Stella


Una svolta nella lotta al terrorismo internazionale. Dalle prime ore di giovedì mattina, infatti, i Carabinieri del Ros hanno attivato un maxi blitz volto all'esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dalla Magistratura di Roma nei confronti di altrettanti soggetti, indagati per associazione con finalità di terrorismo aggravata dalla transnazionalità. Una vasta operazione che ha interessato diversi paesi europei oltre l'Italia, e che pertanto ha richiesto la collaborazione delle autorità giudiziali e di polizia di: Regno Unito, Norvegia, Finlandia, Germania e Svizzera, supervisionate e coordinate da Eurojust.

Gli arrestati. In manette sono finiti 16 cittadini curdi ed un kosovaro, ritenuti artefici di un progetto che:”Prevedeva la possibilità di fare attentati in Medio oriente e anche in nord Europa, ma non in Italia”, ha sottolineato Giuseppe Governale, comandante del Ros. Gli attentati: “Potevano coinvolgere rappresentanti diplomatici norvegesi e anche inglesi – ha aggiunto il comandante- per ottenere la liberazione del loro capo che è il Mullah Krekar detenuto in Norvegia che abbiamo sottoposto a intercettazioni in carcere”. Per il reclutamento degli aspiranti terroristi, il sodalizio utilizzava il web, affiancate da lezioni tenute da uno degli arrestati nella sua casa di Merano.

Mullah Krekar, gestione dell'organizzazione dal carcere. Il curdo Faraj Ahmad Najmuddin, alias Mullah Krekar, è ritenuto dagli inquirenti la mente dell'organizzazione terroristica vicina all'Isisi. Già detenuto in Norvegia, l'uomo che fondò nel 2001 il gruppo terroristico Ansar Al-Islam, avrebbe continuato ad essere la guida ideologica e strategica del sodalizio costituito da cellule sparse in diversi paesi europei, con particolare attenzione a quella italiana, definita “importantissima” dagli investigatori. Dal carcere, spiegano gli inquirenti, il Mullah Krekar:”Ha continuato a rappresentare la guida non solo ideologica dell'organizzazione, mantenendone anche la direzione strategica sulle questioni più importanti, quale la partecipazione al conflitto siriano o la decisione di allinearsi con Isis”. L'utilizzo di internet, continuano gli investigatori: “Ha consentito agli indagati di annullare le distanze tra gli associati, residenti in diversi Paesi europei, permettendo loro di mantenere una forte coesione di gruppo, rafforzata dalla periodica e frequente partecipazioni a chat virtuali, e di rimanere in contatto con la propria guida spirituale”, il curdo Mullah Krekar. In definitiva, l'organizzazione terroristica annientata, spiega il Ros: “Incarna l'evoluzione del modello jihadista di tipo tradizionale- rivelandosi però-ancora più insidiosa, rimanendo gerarchicamente strutturata, con il proprio vertice in Norvegia, ed articolata in cellule operative in numerosi paesi, tra cui un'importantissima articolazione in Italia”.

Cellula di Merano. Uno degli uomini finiti in manette, Abdul Rahman Nauroz, sarebbe il fautore, secondo gli inquirenti, di una massiccia azione di proselitismo:”Sia attraverso Internet, sia attraverso 'lezioni' che teneva nel proprio appartamento di Merano, luogo di riunioni segrete e crocevia di aspiranti jihadisti”. L'obiettivo, spiegano i militari dell'Arma, era quello di:”Convincere i suoi allievi, e tra questi in particolare Hasan Saman Jalal (anche lui finito in manette, ndr), a partecipare ad azioni armate di guerra o terroristiche pianificate come suicide”. Durante l'operazione, poi, sono state eseguite perquisizioni nelle province di Bolzano, Parma e Brescia. Ma anche in Regno Unito, Norvegia, Germani, Finlandia e Svizzera.

Reazione di Alfano. Il ministro dell'interno Angelino Alfano ha esultato per l'operazione contraddistinta dalla “forte regia italiana”. “Oggi è una bellissima giornata per lo Stato, per la squadra italiana. I carabinieri dei Ros hanno compiuto un'importantissima operazione anti terrorismo che testimonia quanto siano forti lo Stato e la cooperazione internazionale”, ha annunciato il numero uno del ministero dell'interno, prima di aggiungere:”Ho già avuto modo di complimentarmi con il comandante generale dell'Arma. Questa è la testimonianza di quanto siamo in allerta e quando consideriamo insidiosa la minaccia del califfo. Siamo orgogliosi di come abbia funzionato il sistema di intelligence e sistema Italia”.