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TEST IQ: ECCO LA STUDENTESSA DI 12 ANNI CHE SUPERA EINSTEIN E HAWKING

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Tempo di lettura 2 minuti Nicole Barr oltre ad essere tra le 100 persone più intelligenti e brillanti del mondo, ha ottenuto un punteggio mai ottenuto prima, 162 nel test Mensa IQ

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di Cinzia Marchegiani

Regno Unito – E’ inglese la studentessa di 12 anni che ha raggiunto il più alto punteggio possibile nel test QI Mensa, superando quelli ottenuti da Albert Einstein e Stephen Hawking. Il suo nome è Nicole Barr della contea inglese di Hessex,  ha raggiunto in punteggio impressionante di 162 nel test Mensa IQ che non solo la mette tra i primi cento delle persone più brillanti del mondo, ma attesta che il suo quoziente di intelligenza è superiore a quello del fisico Harwing, il fondatore della Microsoft Billa Gates e del fisico Albert Einstein, che hanno il IQ con 160 punti.

 

La ragazza, che è uno studente del 7° anno presso la Burnt Mill Academy, ama leggere, canto e recitazione. A scuola primaria, Nicole aveva fatto accesso diversi anni prima di suoi coetanei e affrontava esercizi di algebra complessi prima dell'età di dieci anni. I suoi genitori, che non nascondono l’orgoglio per questa performance di Nicole, la dipingono come una ragazza dedita allo studio con passione, spiegando che da grande la figlia avrebbe il desiderio di essere un medico: “Lei è una ragazza che lavora duro, molto duro. Rimane dopo la scuola a fare i compiti senza perdere un solo giorno" – racconta la mamma, Dolly Buckland .

 

La media dei punteggi di IQ tra gli adulti si aggira intorno a 100 punti e qualsiasi punteggio superiore a 140 è considerato tipico di geni. Eminenti scienziati come appunto Einstein e Hawking hanno raggiunto 160 punti. Il gruppo Mensa, che riunisce persone con un alto quoziente intellettivo, ha già accolto Nicole con orgoglio.Nicole Barr, già da piccola ha dimostrato di essere una studentessa promettente, e ora questo punteggio ne conferma quelle doti straordinarie che tutti avevano osservato. Nicole diventerà medico, questa è la sua aspirazione, e sarà davvero un patrimonio per l’umanità.

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Scontri al confine Israeliano-Libanese: Hezbollah lancia razzi, Croce Rossa sotto attacco e rischio escalation

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Razzi lanciati da Hezbollah, violenze sui soccorritori e tentativi di infiltrazione militare respinti

L’escalation del conflitto tra Israele e Gaza ha visto un’ulteriore aggravamento nelle ultime ore, coinvolgendo anche la frontiera tra Israele e Libano. Hezbollah, il gruppo libanese sostenuto dall’Iran, ha rivendicato il lancio di razzi contro le truppe israeliane nel villaggio di Maroun al-Ras, vicino al confine tra i due paesi. Gli scontri tra Hezbollah e le forze israeliane si sono intensificati, con il gruppo libanese che ha dichiarato di aver combattuto contro soldati israeliani che cercavano di infiltrarsi vicino a un altro villaggio di confine.

Contemporaneamente, Israele ha annunciato di aver intercettato cinque razzi provenienti dal Libano, lanciati verso diverse regioni settentrionali tra cui l’Alta Galilea e la Baia di Haifa. Le forze israeliane hanno risposto agli attacchi, intensificando i bombardamenti nell’area.

La Croce Rossa libanese ha inoltre denunciato un grave incidente avvenuto nel sud del Libano, dove alcuni dei suoi soccorritori sono stati feriti durante un attacco a una casa bombardata due volte. La squadra era stata inviata in coordinamento con le Nazioni Unite per cercare di soccorrere le vittime, ma è stata colpita durante il raid, causando feriti tra i paramedici e danni a due ambulanze.

Hezbollah ha rivendicato diversi attacchi contro le forze israeliane nelle ultime 24 ore, affermando di aver fatto esplodere ordigni esplosivi contro i soldati israeliani nei pressi del villaggio di Ramia. I combattimenti sono durati circa un’ora, e il gruppo ha segnalato attacchi sia in Libano che all’interno del confine israeliano.

Parallelamente, le tensioni internazionali continuano a crescere. L’Iran e Hezbollah hanno smentito qualsiasi coinvolgimento diretto nell’attacco di Hamas del 7 ottobre, negando le accuse avanzate da documenti segreti israeliani. La missione iraniana presso le Nazioni Unite ha respinto le notizie che suggeriscono un coordinamento con Hamas per l’attacco, mentre Hezbollah ha ribadito di non essere a conoscenza dell’operazione.

Nel frattempo, emergono nuove rivelazioni sui piani di Hamas, secondo documenti sequestrati dall’esercito israeliano. Anni prima dell’attacco del 7 ottobre, Hamas avrebbe pianificato un’azione molto più devastante, simile all’11 settembre, con l’abbattimento di grattacieli a Tel Aviv e l’uso di attacchi coordinati da terra, mare e aria.

La situazione rimane estremamente volatile, con il rischio di un ulteriore allargamento del conflitto.

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Ambiente

Uragano Milton: la Florida di fronte alla peggior tempesta in 100 anni

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DeSantis: “Decidete ora per salvare voi stessi e le vostre famiglie”

L’uragano Milton potrebbe essere il più devastante a colpire la Florida nell’ultimo secolo. Il presidente Joe Biden ha avvertito che l’uragano potrebbe avere effetti “catastrofici”, chiedendo ai cittadini di rispettare gli ordini di evacuazione. Più di un milione di persone sono già state invitate a lasciare le loro case.

Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha esortato i residenti a prendere decisioni immediate per garantire la propria sicurezza. Milton, inizialmente di categoria 5, è stato declassato a categoria 4, ma resta estremamente pericoloso.

Il Centro nazionale uragani (NHC) prevede che l’uragano toccherà terra mercoledì sera, lasciando poche ore per l’evacuazione. Le strade sono congestionate, con traffico intenso e code ai distributori di benzina. L’urgenza è alta.

Il presidente Biden, per gestire meglio la crisi, ha posticipato il suo viaggio in Germania e Angola. Ha anche dichiarato lo stato d’emergenza per facilitare l’invio di aiuti federali alla Florida.

Incalza il bilancio dell’uragano Helene

Nel frattempo, il sud-est degli Stati Uniti è già devastato dall’uragano Helene, che ha causato almeno 232 vittime, un bilancio che potrebbe ulteriormente crescere. Milton, che segue Helene a breve distanza, aggrava la situazione rendendo le operazioni di soccorso ancora più critiche.

Gli sforzi di preparazione e soccorso sono in pieno svolgimento, con l’obiettivo di limitare il più possibile le perdite e i danni.

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Esteri

Israele e Iran: rischio di escalation verso una guerra nucleare e nuove tensioni globali

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Israele valuta l’opzione militare contro l’Iran: rischio di coinvolgimento globale nel conflitto

L’attacco missilistico subito da Israele nei giorni scorsi ha suscitato una forte reazione da parte del governo israeliano, che ha già fatto sapere che prenderà le misure necessarie per proteggere la propria sicurezza nazionale. Storicamente, Israele ha dimostrato di non tollerare minacce dirette da parte dell’Iran, suo acerrimo rivale nella regione, e potrebbe optare per una risposta militare calibrata, come raid aerei contro infrastrutture strategiche iraniane, impianti nucleari o basi militari.

Possibili scenari di escalation

Un attacco di Israele all’Iran potrebbe scatenare diverse reazioni a catena:

  1. Risposta diretta dell’Iran: Se Israele colpisse l’Iran, Teheran potrebbe rispondere con attacchi missilistici o cyberattacchi contro infrastrutture civili o militari israeliane. L’Iran potrebbe anche attivare le sue milizie alleate, come Hezbollah in Libano o gruppi in Siria e Iraq, per intensificare la pressione su Israele attraverso attacchi via terra o missilistici.
  2. Conflitto regionale: Una rappresaglia iraniana potrebbe far precipitare l’intera regione mediorientale in una guerra su più fronti. Paesi come la Siria e l’Iraq, dove l’Iran ha una forte influenza, potrebbero diventare teatri di guerra. Hezbollah, che ha una forte presenza nel Libano meridionale, potrebbe lanciare migliaia di razzi contro Israele, come accaduto nel conflitto del 2006.
  3. Intervento internazionale: Un conflitto aperto tra Israele e Iran coinvolgerebbe inevitabilmente le grandi potenze mondiali. Gli Stati Uniti, storicamente alleati di Israele, potrebbero decidere di intervenire militarmente in sostegno di Tel Aviv, mentre Russia e Cina, con rapporti stretti con l’Iran, potrebbero schierarsi diplomaticamente e, in casi estremi, militarmente con Teheran. In questo contesto, la già fragile situazione geopolitica derivante dal conflitto tra Russia e Ucraina verrebbe ulteriormente aggravata, aumentando il rischio di un conflitto mondiale.

L’intervento delle grandi potenze potrebbe innescare un’escalation pericolosa. Il conflitto tra Russia e Ucraina, con il coinvolgimento indiretto della NATO, ha già portato il mondo in una fase di alta tensione. L’apertura di un nuovo fronte di guerra in Medio Oriente potrebbe creare le condizioni per una crisi internazionale su vasta scala, specialmente se coinvolgesse simultaneamente più potenze nucleari.

Un’escalation regionale tra Israele e Iran potrebbe trasformarsi in una crisi globale se altri attori statali, come la Turchia, la Russia o anche paesi europei, dovessero intervenire. Il rischio più grande è che una guerra convenzionale possa degenerare in un conflitto nucleare, data la potenza di fuoco disponibile sia a Israele sia agli Stati Uniti, e l’incertezza sul programma nucleare iraniano.

“Non tollereremo atti di aggressione contro il nostro territorio. – Ha affermato Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele – L’Iran è il maggiore sponsor del terrorismo mondiale, e agiremo per garantire la sicurezza dei nostri cittadini.”

Hossein Salami, comandante delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane, ha dichiarato: “Israele pagherà un prezzo pesante per ogni aggressione. Le nostre capacità difensive e di risposta sono pronte a neutralizzare ogni minaccia.”

Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha ribadito: “Sosteniamo il diritto di Israele a difendersi, ma invitiamo alla moderazione e al dialogo per evitare un’escalation irreversibile.”

Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha avvertito: “Un attacco contro l’Iran destabilizzerebbe ulteriormente la regione e avrebbe conseguenze imprevedibili per l’intero ordine mondiale.”

L’incertezza e il rischio di un conflitto aperto sono palpabili, e la situazione tra Israele e Iran rimane uno dei nodi più delicati della geopolitica internazionale. La diplomazia sarà cruciale per evitare che le tensioni sfocino in una guerra regionale con ripercussioni globali. Tuttavia, la storia recente ha mostrato che, senza una forte volontà politica per il dialogo, il rischio di un’escalation è sempre presente.

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