Torino, antiterrorismo: scattata l'operazione "Scripta Manent"

 

di Paolino Canzoneri

 

TORINO – Dal capoluogo piemontese è partita nelle prime ore del mattino una operazione di Polizia di Stato contro la FAI, Federazione anarchica informale.

 

L'operazione è coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della Direzione centrale di Polizia di prevenzione coordinata dalla Procura della Repubblica con il contributo della Digos delle città di Viterbo, Pescara e Roma. La Digos di Torino sta eseguendo una ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto di sette anarchici in una grande operazione dal nome "Scripta Manent".

 

Altri quindici membri della Federazione risultano indagati. Perquisizioni con l'ausilio di unità cinofile antiesplosivo sono state eseguite in abitazioni per una trentina di anarchici sparsi in diverse regioni d'Italia come Piemonte, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna, Lombardia, Abruzzo, Umbria e Campania. Reato di associazione con finalità di terrorismo è la pesantissima accusa che ha motivato l'arresto degli anarchici della FAI e gli si attribuisce pure la responsabilità per l'esplosione di un ordigno nel quartiere torinese Crocetta avvenuto il 5 marzo del 2007 e di altri due presso la Caserma dei Carabinieri di Fossano nel 2 Giugno 2006. Le detonazioni erano state programmate a poca distanza di tempo per coinvolgere e colpire le forze dell'ordine intervenute nel posto. All'origine dell'operazionde della Digos di Torino il procedimento penale per il ferimento per mano del cartello eversivo "Nucleo Olga Fai-Fri" dell'ad dell'Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi del 7 maggio 2015.


Il Gip Maurizio Caivano che ne ha firmato l'ordinanza cautelare ha commentato: "A seguito degli appelli lanciati dagli organismi operanti anche in altri Paesi e sulla base di una scelta strategica connessa alla loro militanza, andavano arrestati per evitare che potessero compiere ulteriori delitti della stessa specie, ovvero con finalità eversive". Il procuratore Capaldo aggiunge: "Siamo in presenza di un mondo sommerso e la non eclatanza del gesto non esclude che questi soggetti non possano in un futuro arrivare ad uccidere". L'instancabile lavoro di indagine e osservazione aveva già dato imporanti frutti a Roma nel 2013 con l'arresto di due esponenti della federazione FAI per una serie di tredici attentati compiuti nel triennio che va dal 2010 al 2013 ai Castelli Romani dove in modo abitudinario si incontravano sempre negli stessi luoghi ma per sviare eventuali pedinamenti cambiavano o modificavano repentinamente percorsi stradali. Grazie alla enorme documentazione ideologica rinvenuta si è potuto ricostruire la struttura dell'organizzazione e la sua evoluzione al livello internazionale.