TURCHIA: LA GIOVANE KYRA OLTRAGGIATA PER AVER INSEGUITO UN SOGNO

di Cinzia Marchegiani

Quanto coraggio serve per una giovane donna poter assecondare un sogno, una passione che è tangibile nelle proprie capacità? Molto in alcuni paesi, fino ad essere minacciate e uccise per aver assecondato un desiderio, come cantare in un talent show. Siamo abituati a seguire questi format, diventati mecche per chi custodisce passioni e sogni da realizzare. Un desiderio normale che ha coinvolto anche la bellissima Kaya, ragazza curda dagli occhi grandi e verdi smeraldo, capelli lunghi corvini, un viso intelligente, una silhouette da sirena, e una bellissima voce da esibire e far conoscere al mondo. Ma Kyra ha osato troppo: lei una stella e una voce d’incanto è nata in un paese dove è difficile poter esprimere se stesse.

Osservo la trasmissione in cui si è esibita, quanta emozione poter cantare davanti a tutti e lei è davvero brava, vengono i brividi ascoltandola. La mamma anche lei è nello studio televisivo, abiti semplici, velo in testa, piange, è commossa. Chissà quali sono i sentimenti verso sua figlia, sicuramente sarà orgogliosa per la sua selezione al concorso che le ha prodotto il sostegno di Sibel Can, una famosa interprete del pop turco, ma anche molta paura e tanti pensieri per la sua dolce bambina, perché Kyra ha solo 19 anni. Un presagio quel pianto, Kyra è stata ferita alla testa nella sua casa in un paesino nella provincia di Diyarbakir. Ora mentre lei è ricoverata in ospedale, è stato arrestato il suo fidanzato assieme ad altri due complici.

Essere donna e dimostrare le proprie capacità e' generalmente considerato disonorevole, spesso i crimini d’onore sono eseguiti dagli stessi familiari, fratelli, padri, zii, a volte addirittura la madre. Per una donna in questi paesi, semplicemente solo "desiderare" è come scendere in guerra. Sono ragazze che valgono molto di più della loro voce, della loro bellezza, perché in un clima di terrore e di accettazione della propria cultura, si armano di sola passione e determinazione, e scelgono di essere se stesse. Un gesto il loro che vale molto perché custodisce una forza incredibile, quella di osare un sistema che annienta la libertà, la scelta di poter fare della propria vita anche un esempio, esempio che vale il prezzo della stessa vita. Kyra è una donna che seppur minacciata da sguardi, da manifestazioni di totale disapprovazione, da veti materici è libera da quelle catene che vorrebbero immobilizzare le sue emozioni, la sua personalità. Il gesto di Kyra custodisce un valore supremo, un patrimonio genetico che profuma di bellezza, di protesta, di orgoglio e coraggio.

La sua storia, è simile a quella di tante altre ragazze, che sanno guardare oltre la propria cultura, oltre i propri legami anche familiari, perché ci sono conquiste, seppur ardue, che non conoscono muri. E così un dono, un talento a volte diventa la vera spinta a dimostrare il proprio valore e la propria identità.  Kyra ha insegnato alla madre e anche a noi che viviamo così lontano, che i figli tracciano strade che difficilmente avremmo scelto, perché più difficili, più scomode. Chi pensa che Kyra sia stata sfortunata a nascere in Turchia, deve fare i conti con una realtà alla matrix nostrana. In una società occidentale, le opinioni, i sentimenti, i progetti sono spesso condizionati dal nostro sistema piuttosto complicato, fatto anch’esso di muri silenti, di condizionamenti, di prigioni mentali. Kyra è semplicemente una piccola donna che ha preso consapevolezza della sua vita, della sua storia e della sua cultura e chissà quanti di noi e dei nostri figli potrebbero dire altrettanto.

Questa storia come tante altre, racchiude molto di più di quello che superficialmente si potrebbe osservare. E’ il giudizio che nasce spontaneo, ovunque, e rimane imbrigliato dagli stessi fili invisibili che tracciano strade precostituite e impostate. Ma solo chi è consapevole di quelle catene può volare alto e fare una vera scelta.