TURCHIA, TERRORE A ISTANBUL: SPARI SUL PALAZZO TURISTICO DOLMABAHCE

Redazione

Panico e terrore nel cuore di Istanbul. Colpi d'arma da fuoco sono stati esplosi all'esterno di uno dei piu' importanti siti turistici della citta', il celebre palazzo Dolmabahce, affacciato sul Bosforo, e sede dell'ufficio di rappresentanza del premier turco. Il sindaco della metropoli ha annunciato che sono stati arrestati due membri di un "gruppo terroristico", armati di granate e di un fucile automatico.
  Se nell'attentato di Istanbul non ci sono stati feriti, nella provincia di Siirt, nel sudest della Turchia, sono stati presi di mira, ancora una volta, i militari di Ankara. Otto soldati sono morti nell'esplosione di un ordigno piazzato a bordo strada.

L'esercito ha attribuito la responsabilita' ai miliziani del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), gia' autori di altri attacchi contro le forze di sicurezza turche, in una zona a maggioranza curda. Gli attentati di Istanbul e di Siirt sono arrivati in un momento di crisi politica nel Paese.
  La Turchia si avvia verso nuove elezioni, dopo che il premier, Ahmet Davutoglu, non e' riuscito a formare un governo. In un discorso trasmesso dalla tv, il presidente, Recep Tayyp Erdogan, ha annunciato che il Paese "va rapidamente verso elezioni anticipate". Nel corso di un incontro con alcuni accademici, il presidente ha parlato dell'ipotesi di un governo ad interim che traghetti il Paese fino alle elezioni, da tenersi gia' in autunno.
  Non e' stato ancora rivendicato l'attacco al palazzo Dolmabahce, principale centro amministrativo dell'impero ottomano e luogo in cui mori' nel 1938 Mustafa Kemal Ataturk, padre della Turchia. Secondo l'agenzia Dogan, l'obiettivo degli attentatori erano gli agenti che presidiavano l'entrata.

La pista privilegiata dagli investigatori attribuirebbe la responsabilita' al gruppo radicale di sinistra Partito-Fronte di Liberazione del popolo rivoluzionario (Dhkp-c), lo stesso che rivendico' l'attentato al consolato americano del 10 agosto scorso.
  Gli attacchi all'esercito turco e le minacce di attentati si sono intensificati dopo la decisione del governo di Ankara di mettersi in prima linea nella "guerra al terrore", con la concessione delle basi aeree all'esercito americano per bombardare le postazioni dell'Isis e con un'offensiva militare contro gli jihadisti, ma anche contro i miliziani curdi del Pkk e dell'estrema sinistra.