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Roma

TUTELA DEI MINORI: QUANDO ASSOCIAZIONI E INFORMAZIONE VENGONO MESSE SOTTO ACCUSA

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Tempo di lettura 7 minuti A seguito della nota della Sibaud le considerazioni di Chiara Rai direttore de L'osservatore laziale

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Redazione

 

Roma – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Roberta Sibaud Vicepresidente Associazione Donne per la Sicurezza onlus:

"Il 1° Marzo 2013 in qualità di vicepresidente dell’Associazione Donne per la Sicurezza onlus sono stata ascoltata dai funzionari della polizia postale come persona informata sui fatti, in merito ad una denuncia promossa da un padre che si è sentito diffamato a mezzo stampa.

Questo è quanto accade ad una Associazione come la nostra che senza entrare nel merito dei rapporti genitoriali, con impegno e dedizione tutela i diritti di quei bambini sfortunati che vengono sottratti ai genitori e posti in casa famiglia. Come  è accaduto per la piccola Ludovica (nome di fantasia per tutelarne la privacy) la cui mamma si è rivolta a noi per avere un sostegno nella sua battaglia. La serietà è una caratteristica che ci contraddistingue e per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa, hanno sempre avuto un fondamento documentale che ci è stato prodotto.

Oltre ad aver risposto alle domande rivoltemi dai predetti funzionari di polizia che a loro volta riferiranno al giudice, sarei ben lieta di riferire allo stesso giudice:

– di verificare quanti sono i bambini detenuti presso le case famiglia. (32.000 bambini fonte Panorama http://news.panorama.it/cronaca/I-nostri-figli-portati-via-da-un-giudice ).
– di quanti bambini nomadi che invece avrebbero necessità di essere veicolati presso case famiglia, sono lasciati a se stessi in tutti i campi nomadi loro assegnati;
– delle conseguenze psicologiche e dei traumi che accompagneranno per tutta la loro vita i minori sottratti ai genitori con metodi quantomeno discutibili (caso di Cittadella);
– quanto anticipa e spende lo Stato Italiano per mantenere detti minori in case famiglia, nelle quali non sono infrequenti casi di costrizioni psicologiche inutili e dannose (Fonte Repubblica http://www.repubblica.it/cronaca/2011/04/29/news/inchiesta_italiana-15507476/ ).

Non dimenticando che le stesse case famiglia a volte, sono gestite da religiose e/o da persone di cui non se ne conosce il grado di istruzione e attitudine;
– che spesso i minori sottratti ai genitori stazionano in dette case famiglia anche per diversi anni senza che venga predisposto e/o attivato un progetto per il "recupero" della genitorialità;
– che anche le assistenti sociali sono spesso persone molto giovani e per questo non dotate di un bagaglio di esperienza;

Tutto ciò non impedisce comunque ai magistrati "di avere cieca fiducia nei servizi sociali", vanificando del tutto il diritto di difesa dei genitori ai quali sono stati sottratti i figli.

Chiediamoci perché accadono ancora questi episodi e perché alcuni parlamentari "che avrebbero ascoltato" numerosi genitori ai quali sono stati sottratti i figli, lo hanno fatto solo per brevi periodi e in concomitanza di campagne elettorali??
Attendo cortese risposta da chi saprà darmene una.

Roberta Sibaud
Vicepresidente Associazione Donne per la Sicurezza onlus
www.donneperlasicurezzaonlus.it "

 

Nota di Chiara Rai direttore de L'osservatore laziale

Gentile Roberta, ho ricevuto, devo dire non con stupore la tua nota titolata “quando le associazioni vengono messe sotto accusa”. Non me ne sono stupita ripeto, anzi ho avuto l’ennesima prova del fatto che sei una donna, come si dice, tutta d’un pezzo che quando ritieni una battaglia giusta non la rinneghi ma vai fino in fondo, costi quel costi, anche delle visite a sorpresa.

Ecco, volevo soffermarmi proprio su questo punto. Io come direttore responsabile, che quotidianamente mi carico sulle spalle accuse, denunce e fardelli pesanti (oltre ovviamente a smisurate soddisfazioni che provengono da costante lavoro), ho riflettuto prima di pubblicare la tua nota.

Ho riflettuto perché sono le tue parole che impongono una attenta ponderazione. Mi sono chiesta se fosse opportuno in una fase delicata come presumo sia quella attuale, di presunta indagine della Magistratura a seguito di una presunta diffamazione a mezzo a stampa da parte di un padre che presumibilmente si è sentito diffamato da chi si impegna nel sociale e cerca di dare voce, anche sbagliando, a genitori disperati perché lontani dai propri figli.

Forse, si presume, probabilmente… è molto brutto parlare con i condizionali ma è quello che spesso ci tocca fare per cercare di non incorrere in querele. Quindi, dico forse, questo padre, come accade spesso, è in tremendo conflitto con la ex moglie e dico sempre forse, utilizza lo strumento della denuncia per gettare ulteriore beffa ad un danno che è stato già fatto perché la conflittualità in una coppia spesso e volentieri partorisce episodi come quello del bambino di Padova sottratto a scuola con la forza dalla polizia.

Ma in quel caso la polizia non ha fatto altro che eseguire un ordine e la responsabilità non è certo degli agenti che hanno preso il bambino ma di coloro che hanno dato vita ad una conflittualità posponendo il bene di un minore.

Cara Roberta, alla fine della tua condivisibile nota, cerchi una risposta che non posso darti. Posso solo dirti che una delle poche sicurezze rimaste a noi cittadini è la fiducia nella Magistratura.

Ad ognuno il suo, quello che posso dirti lo avrai già capito dalla mia azione: ho pubblicato la tua nota perché ritengo che la libertà di espressione non possa essere violata. Certo, tutti facciamo degli errori ma in questi va anche ricercata la buonafede. L’associazione che rappresenti ha molti pregi e un grande difetto: non intende portare il bavaglio.

Mi auguro che questa faccenda si concluda nel migliore dei modi, ma sono sicura che esprimere il proprio pensiero possa sì avere delle conseguenze ma anche una grande mission che è quella di dare continuità ad uno dei principi inviolabili della nostra splendida Costituzione.

Qualcuno che ha lasciato un segno nella storia della filosofia, parlo di Kant quando si è inoltrato nella critica della Ragion Pratica, ha evidenziato tre principi

1) Universalità: tutti gli uomini hanno la morale
2) incondizionatezza: la morale non deve essere dettata da finalità concrete, devo voler una cosa perché la ritengo giusta, non ci sono in morale grandi o piccole azioni, ma solo azioni morali.
3) libertà: l'uomo è libero solo quando agisce moralmente, e il criterio di ciò che è giusto fare viene all'uomo dal suo interno, la morale permette così all'uomo di agire in maniera autonoma, per questo nella libertà morale si ha l'autonomia

Ti abbraccio
Chiara Rai

 

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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