TWITTER, L'ANNUNCIO SHOCK DEI TERRORISTI : "VOGLIAMO PARIGI PRIMA DI ROMA"

di Angelo Barraco

Parigi –  L’Isis rivendica gli attentati: “La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa": è quanto afferma il canale Dabiq France (la rivista francese dello Stato islamico) assumendo la paternità degli attentati. Lo riferisce il Site. Dopo Parigi, ora "tocca a Roma, Londra e Washington”. Minacce che non promettono nulla di buono per i prossimi eventi in Italia come il Giubileo.

 
Negli attentati sono morte almeno 60 persone in seguito a sette sparatorie in una città messa a ferro e fuoco dai terroristi, ma questo era un bilancio provvisorio. La sala Bataclan è stata teatro di orribili morti e 104ostaggi. Le forze di Polizia che sono entrate all’interno della sala hanno trovato decine di corpi martoriati, ma il bilancio è provvisorio e i morti potrebbero essere un centinaio. 
 
“Stiamo ancora cercando di determinare la posizione di sicurezza e di tutta la nostra band e l'equipaggio. I nostri pensieri sono con tutte le persone coinvolte in questa tragica situazione”. Così scrivono gli Eagles Of Death Metal sulla propria pagina facebook facendo tirare un sospiro di sollievo ai fans. La Band questa sera ha suonato al Bataclan, dove si è compiuta la strage che è stata definita l’11 settembre della Francia.  
 
La minaccia agli Usa potrebbe essere dovuta alla recente uccisione del boia dell'Isis "Jihadi John". I mass media Usa hanno anticipato una notizia che  è stata confermata dal Pentagono ovvero che nel corso di un raid aereo in Siria è stato colpito il temibile boia dell’Isis “Jihadi John”, l’uomo che senza pietà ha tagliato la gola a tanti ostaggi stranieri. Il Pentagono però non è in grado di dire al momento se “Jihadi John” (il suo vero nome è Mohamed Emwazi), sia stato ucciso o no. Intanto arrivano commenti in merito a quanto accaduto è stato confermato da parte del portavoce della Difesa Peter Cook: “sono in corso verifiche del risultato dell'operazione di stanotte. Forniremo ulteriori informazioni se e quando sarà appropriato”.
 
La Abc ritiene che il boia sia stato ucciso poiché sarebbe rimasto colpito mentre lasciava un edificio a Raqqa mentre stava salendo a bordo di un veicolo. L’Abc ha citato fonti vicine ad Obama  e l’operazione è stata definita senza errori, senza danni collaterali e secondo le autorità il boia sarebbe stato disintegrato. Il boia chi era? Un 27enne completamente vestito di nero con pistola in una fondina di cuoio e in mano teneva un minaccioso coltello.
 
Chi sono state le sue vittime? Il primo a finire sotto le mani del boia è stato l’americano James Foley il 19 agosto 2014. Successivamente sono stati brutalmente sgozzati Steven Sotloff, i britannici David Haines e Alan Henning, l'americano Peter Kassig e i giapponesi Haruna Yukawa e Kenji Goto. Il terribile killer era in fuga da mesi. 
 
Madre del giornalista americano decapitato Se verrà confermata la morte di Jihadi John sarà «una piccolissima consolazione per noi». Lo ha detto Diane Foley, la madre del giornalista americano che è stato la prima vittima del 'boia dell'Is' nell'agosto del 2014, che ha sempre criticato l'amministrazione americana per non aver fatto abbastanza per liberare il figlio e gli altri ostaggi occidentali poi decapitati dallo Stato Islamico. «Questo enorme sforzo per dare la caccia a questo uomo folle pieno d'odio quando non hanno fatto neanche metà di questi sforzi per salvare gli ostaggi quando questi giovani americani quando erano ancora vivi», ha aggiunto Foley che in passato ha condannato Washington per la sua politica di non negoziare per la liberazione degli ostaggi. Dopo l'identificazione di Jihadi John come Mohammed Emwazi lo scorso febbraio, Foley aveva detto che è «sconvolgente come una persona giovane con molti talenti li possa usare per azioni così cattive» rivolgendo un pensiero anche alla sua famiglia. Poi aveva parlato della necessità di punire ma anche perdonare i responsabili dell'uccisione del figlio: «devono essere puniti perché la loro brutalità è orribile, ma dobbiamo anche perdonare perché ad un certo punto l'odio non può continuare».