UE, SI' ALL'USO DELLA FORZA CONTRO GLI SCAFISTI

Redazione

L'emergenza immigrazione non accenna a placarsi. I migranti, la maggior parte dei quali partiti dalla Siria, assaltano le frontiere dell'Europa unita. E' soprattutto la Germania, che nei giorni scorsi si era resa diponibile ad accettare 500mila profughi, a soffrire l'onda umanitaria. Sono 19.100 i migranti arrivati nel weekend solo a Monaco di Baviera, mentre le stime del governo tedesco dicono che non saranno 800mila, come previsto dal ministero dell’Interno, ma un milione i rifugiati che arriveranno in Germania entro l’anno. Riaprono, dopo qualche ora di chiusura, le frontiere tra Berlino e Vienna. I treni hanno ripreso a viaggiare, ma Germania, Slovacchia e Austria hanno avviato controlli temporanei lungo i loro confini sospendendo di fatto Schenghen. "I controlli, però, stando a quanto affermato dal portavoce della Cancelliera, Steffen Seibert, non sono la stessa cosa di una chiusura delle frontiere. I rifugiati continueranno a venire in Germania e speriamo che ciò avvenga con un processo ordinato. Nulla cambia nell’atteggiamento del governo che continua a essere guidato dai principi dell’umanità e della sicurezza". Intanto, come previsto, militari e mezzi blindati stanno affluendo nella zona di Roeszke nel sud dell’Ungheria, a ridosso della frontiera con la Serbia. Sono in attesa delle nuove norme (più restrittive) volute da Orban: "Chiusura della frontiera e arresto di chi entrerà illegalmente nel paese". Proprio per questo motivo, l’afflusso al confine si è fatto più massiccio: nella notte e fino a mezzogiorno di lunedì altri 5.353 profughi sono entrati in Ungheria dal confine serbo.

"L'uso della forza contro gli scafisti" Intanto il Consiglio Ue ha approvato il passaggio alla "fase 2" dell'operazione navale dell'Unione europea nel Mediterraneo (EuNavFor Med, ndr) per smantellare le reti di trafficanti di esseri umani. Il via libera è stato deciso nel corso del Consiglio Ue Affari generali. Questa fase prevede la possibilità di intercettare i barconi e arrestare gli scafisti in acque internazionali e l'uso della forza contro gli scafisti nel Mediterraneo. La proposta è passata come "punto A" (senza discussione). L'operatività è prevista entro i primi di ottobre.

Intanto, come primo atto, il consiglio dei ministri dell’Interno Ue ha dato l’ok allo schema di ricollocamento per 40mila profughi da Italia (24mila) e Grecia (16mila) in due anni. Riguarda i richiedenti asilo arrivati o che arriveranno tra il 15 agosto 2015 ed il 16 settembre 2017. L'Italia e la Grecia dovranno presentare già domani il programma per la redistribuzione. Come si legge nella bozza delle conclusioni, approvate nel pomeriggio, "gli Stati membri manderanno immediatamente funzionari in Italia e Grecia. L'adozione del nuovo schema di redistribuzione di 120 mila profughi dovrebbe avvenire al prossimo Consiglio Ue dei ministri degli Interni, l'8 e 9 ottobre e si dovrà considerare una certa "flessibilità" nell'assegnazione delle quote.

Ecco quanto previsto dall'ultima bozza di conclusioni preparata stamattina dagli sherpa per il Consiglio straordinario di oggi pomeriggio. Come anticipato nei giorni scorsi, la bozza non cita l'obbligatorietà delle quote: "I numeri proposti dalla Commissione – si legge – costituiscono la base per un accordo sulla distribuzione delle persone all'interno della Ue. Il lavoro dovrà procedere prioritariamente nella preparazione di una decisione formale per attuare questo impegno, con attenzione alla flessibilità che potrebbe essere necessaria agli Stati per attuare la decisione, soprattutto per adeguarsi a sviluppi non previsti". Ulteriori indiscrezioni sulla bozza da approvare arrivano dalla Francia: "Oggi faremo in modo che ci siano delle conclusioni che permettano all’Europa di rispettare e far rispettare le sue frontiere. Concretamente ciò significa la creazione di centri di registrazione in Grecia, Italia, Ungheria", ha detto il presidente francese, François Hollande, in accordo con la Germania. Serve chiarezza sulle quote, quindi. Decidere se stabilire valori fissi o su base volontaria. Il primo caso cozza contro la linea dominante e contro la politica adottata dal "gruppo di Visegrad" che riunisce Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Questo quartetto si è espresso nettamente contro la ricollocazione obbligatoria dei migranti tra i paesi Ue in base a quote indicate dalla Commissione Ue: trovare la quadra in questo marasma che è l'Unione Europea non sarà facile. Intanto, arrivando a Bruxelles, parla Angelino Alfano che va oltre l'accoglienza e già pensa a come far tornare indietro i clandestini. "Che i rimpatri si facciano con i soldi della Ue", dice. E già si vede una prima crepa nel muro di Dublino.