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L’Eurocamera concede l’immunità all’eurodeputata di Avs per un solo voto. Esplode la tensione tra Salvini e Tajani: accuse di tradimento, repliche dure e una nuova frattura nella maggioranza italiana
Con un solo voto di scarto, il Parlamento europeo ha concesso l’immunità all’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Salis. La plenaria di Strasburgo ha approvato la richiesta con 306 voti favorevoli, 305 contrari e 17 astenuti, in una seduta segnata da tensioni politiche e divisioni trasversali. Cento eurodeputati erano assenti, un’assenza che ha reso l’esito ancora più incerto fino all’ultimo momento.
La decisione blocca di fatto il processo che si sarebbe dovuto celebrare in Ungheria, dove Salis è accusata di lesioni aggravate potenzialmente letali, partecipazione a un’organizzazione criminale e violenza in concorso. Le autorità ungheresi sostengono che la militante antifascista, arrestata a Budapest nel febbraio 2023 durante una manifestazione contro un raduno di estrema destra, avrebbe preso parte a un gruppo di attivisti responsabili di aggressioni contro simpatizzanti neonazisti. Dopo oltre un anno di detenzione preventiva in condizioni definite “disumane” dai suoi legali, Salis era stata eletta al Parlamento europeo nel giugno 2024, ottenendo così la possibilità di invocare la protezione dell’immunità parlamentare.
All’annuncio del voto, Salis ha parlato di “una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto e l’antifascismo”, aggiungendo che “la resistenza funziona” e che “le forze autoritarie possono essere sconfitte”. Sui social ha poi pubblicato una foto che la ritrae in Aula con il pugno alzato e il messaggio “Siamo tutti antifascisti”.
Dal fronte progressista, Nicola Zingaretti, capodelegazione del Partito Democratico, ha definito il voto “una vittoria della libertà e dello Stato di diritto”, sottolineando come “in Europa ci sia ancora spazio per difendere i valori democratici”.
Di tutt’altro tono le reazioni del centrodestra, dove la decisione ha scatenato una vera e propria frattura interna. Matteo Salvini ha attaccato duramente la scelta dell’Eurocamera, definendola “una vergogna” e accusando la sinistra di aver “salvato la signora Salis dal processo con il trucchetto del voto segreto”. Il leader della Lega ha insinuato che anche alcuni eurodeputati del centrodestra avrebbero votato a favore dell’immunità, scrivendo sui social: “Anche qualcuno che si dice di centrodestra ha votato per salvare la signora Salis. Vergogna!”.
Le parole di Salvini hanno provocato la reazione immediata di Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, che ha respinto con forza le accuse. “Le calunnie non le accettiamo, gli insulti non li accettiamo. Non c’è nessuno che tradisce, nessuno che fa giochi strani”, ha dichiarato Tajani, parlando a margine di un convegno alla Camera. Ha poi ricordato che “a scrutinio segreto votano oltre 700 parlamentari, ognuno secondo coscienza”, sottolineando come il voto non possa essere ridotto a un presunto tradimento politico.
La replica di Tajani ha evidenziato la crescente tensione tra i due leader, già divisi su più fronti europei e nazionali. Salvini, che da tempo accusa Forza Italia di eccessiva vicinanza alle posizioni moderate del Partito Popolare Europeo, ha interpretato il voto su Salis come un segnale di debolezza politica. Tajani, al contrario, ha difeso la linea di coerenza e responsabilità del suo partito, ribadendo la necessità di mantenere un profilo istituzionale e di non trasformare ogni voto in un terreno di scontro ideologico.
La vicenda Salis, dunque, non solo ha spaccato l’Eurocamera, ma ha anche riacceso le tensioni all’interno della maggioranza italiana. Mentre Salvini denuncia una “sinistra che legittima la violenza politica”, Tajani cerca di smorzare i toni e di riportare il dibattito su un piano di rispetto delle regole parlamentari.
Intanto, i legali italiani di Ilaria Salis, Eugenio Losco e Mauro Straini, hanno accolto con favore la decisione di Strasburgo, ma hanno rilanciato la richiesta di trasferire il processo in Italia. “Il voto conferma che oggi in Ungheria non è possibile celebrare un giusto processo nei confronti di Ilaria Salis. Attendiamo che il ministro della Giustizia Carlo Nordio si attivi per consentire che il procedimento si svolga nel nostro Paese”, hanno dichiarato in una nota.
La battaglia politica e simbolica intorno al nome di Ilaria Salis appare tutt’altro che conclusa. Il voto di Strasburgo, deciso da un solo voto, ha salvato l’eurodeputata dal processo in Ungheria, ma ha anche aperto una nuova faglia nel panorama politico europeo e italiano, dove la linea tra giustizia, diritti e opportunità politica si fa sempre più sottile.