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UNIONI CIVILI: PASSA LA FIDUCIA ALLA CAMERA

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Tempo di lettura 3 minuti Il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera sulle unioni civili con 369 sì, 193 voti contro e 2 astensioni

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Redazione

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulle unioni civili. Hanno votato a favore 372 deputati, 51 i no e 99 gli astenuti. I deputati presenti erano 522. Compatta la maggioranza di Pd, Ap, Sc e Psi, a cui si sono aggiunti i deputati di Sinistra italiana, M5S invece ha scelto l'astensione. Contrarie tutte le altre opposizioni, Lega, Fi, FdI, Cor, ad eccezione di alcuni esponenti di Forza Italia e di Conservatori e riformisti che hanno annunciato il loro voto a favore. "Una bellissima giornata per tutti gli italiani e le italiane #unionicivili #promessamantenuta", scrive il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, su Twitter. "Andiamo a festeggiare perché è un giorno di festa. Vorrei esprimere il mio ringraziamento a chi ha dato il suo contributo anche negli anni passati. Arriviamo a dare risposte alle aspettative di tanti", ha poi aggiunto. In precedenza, l'aula aveva approvato la fiducia posta dal governo sul ddl con 369 sì, 193 no e 2 astenuti.

Renzi: "Giorno di festa" Il premier è intervenuto poco prima del via libera definitivo: "Oggi è un giorno di festa, l'Italia fa un passo avanti, è un giorno molto atteso, certo ci sono le polemiche di chi voleva di più e di chi voleva di meno, rimpianti e amarezze ma noi sentiamo, in sms e mail, una gioia molto forte e diffusa", ha affermato. "L'atteggiamento di una parte del mondo cattolico era atteso, trovo un po' fuori luogo le dichiarazioni di chi collega questo fatto al referendum costituzionale", ha aggiunto Renzi. E poi: "Un sindaco non può dire di fronte a una legge 'io non la applico'. Qualsiasi cittadino si ferma davanti alla legge. Se Bitonci non vorrà celebrare le unioni civili, lo farà qualcun altro al posto suo, perché il Comune non può rifiutarsi". "Esiste lo spazio per ragionare di adozioni gay? Dobbiamo essere molto franchi tra di noi, credo che sarebbe opportuno guardarci negli occhi. Non so se ci sono le condizioni in Parlamento".

Il voto alla Camera La decisione di votare la fiducia ieri aveva scatenato le critiche delle opposizioni, ma anche nel gruppo misto e nella maggioranza dei mal di mancia sul provvedimento. Ad astenersi sono stati infatti due deputati del gruppo misto: Vincenza Labriola e Rudi Franco Marguerettaz, e come avevano annunciato, hanno votato contro la fiducia due deputati di maggioranza: Alessandro Pagano di Ap e Mario Sberna di Ds-Cd.

Michele Meta: "Premiata la perseveranza del Pd" "Le battaglie costano fatica e tempo, ma la fiducia della Camera al governo per la legge sulle unioni civili è la vittoria della perseveranza di un partito, come il Pd, che ha la propria stella polare nei diritti e che non ha paura di confrontarsi al proprio interno, per trovare una sintesi". Lo ha dichiarato Michele Meta, presidente della commissione Trasporti della Camera.

Forza Italia:
"Governo con Ala, Renzi vada al Colle" "Ala vota fiducia a governo. Matteo Renzi salga a Colle, spieghi a Mattarella mutati assetti maggioranza e poi chieda nuova fiducia a Camere", scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.

Salvini: sindaci Lega disobbedite "Sindaci della Lega disobbedite": è questo l'invito lanciato dal segretario del Carroccio Matteo Salvini a proposito delle Unioni civili, ai sindaci leghisti. "E' una legge sbagliata – ha detto Salvini -, anticamera delle adozioni gay".

Opposizione verso il referendum
Domani, presso la sala stampa della Camera, i parlamentari Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea, Maurizio Gasparri e Lucio Malan di Forza Italia, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni della Lega, Francesco Bruni e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italia, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Ds-Cd, Guglielmo Vaccaro di Italia Unica e il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, terranno una conferenza stampa "per presentare iniziative per l'indizione di un referendum abrogativo in materia di unioni civili".

Salute

Covid, variante Arturo: nessun allarme in Italia

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C’è una nuova variante COVID-19 che preoccupa l’Italia. Gli esperti l’hanno già battezzata Arturo (Arcturus), come la gigante rossa che è la stella più luminosa della costellazione del Boote, la quarta più brillante del cielo. E’ XBB.1.16, l’ultima variante ricombinante di Omicron.

I riflettori si sono accesi su di lei perché il nuovo picco di Covid che si sta registrando in India potrebbe essere imputabile alla sua presenza significativa rilevata. Il pediatra Vipin M. Vashishtha, ex coordinatore dell’Accademia indiana di pediatria e componente dell’iniziativa Vaccine Safety Net (Vsn) dell’Organizzazione mondiale della sanità, segnala in un tweet il primo caso intercettato in Cina e spiega che al momento il sottolignaggio è stato rilevato in 17 Paesi, compreso Canada e Singapore, per un totale di 474 isolamenti.

Per l’esperto va tenuta d’occhio la situazione indiana, per capire se questo mutante riesce a superare l’immunità di una popolazione che ha affrontato diverse varianti, da Centaurus a Kraken. L’attenzione nel Paese è alta dopo che per la prima volta nel 2023 si è arrivati a superare quota 1.100 casi giornalieri, anche se il trend di ricoveri e mortalità al momento non risulterebbe preoccupante secondo alcuni esperti locali.

Per quanto riguarda Arturo, il rapporto britannico spiega che “è un lignaggio con 3 mutazioni aggiuntive della Spike, trovato sia nel Regno Unito che a livello internazionale”, pur essendo “il numero totale di campioni” ancora basso. L’Oms ancora non cita XBB.1.16, almeno negli ultimi due aggiornamenti settimanali, ma segnala in generale l’elevato peso dei ricombinanti Omicron e della famiglia XBB, così come una quota crescente di sottolignaggi non assegnati. Per l’Italia quindi, al momento, nessun allarme.

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Castelli Romani

Velletri, Fausto Servadio su ospedale: “Con coerenza sempre in difesa della salute pubblica”

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VELLETRI, SERVADIO SU OSPEDALE: «CON COERENZA, SEMPRE IN DIFESA DELLA SALUTE PUBBLICA»

«Sull’ospedale di Velletri ci sarebbe tanto da dire e ricordare: governava il centrodestra in Regione quando presentai ricorso al Presidente della Repubblica, facemmo i consigli comunali straordinari in piazza, ci opponemmo in ogni sede e riuscimmo a scongiurarne il declassamento da Dea di primo livello a presidio territoriale. Oggi, con le ultime notizie che ci arrivano e che parlano di un nuovo possibile commissariamento della sanità potremmo ritrovarci a dover difendere il nostro ospedale. Siamo pronti ancora una volta a ripercorrere tutto ciò che abbiamo fatto per tutelare la salute di migliaia di persone. Il nosocomio di Velletri è una realtà seria e fondamentale per gli oltre 50 mila abitanti che vi risiedono e non solo perché serve un bacino di utenza di 150 mila persone. Con coerenza manteniamo la posizione di sempre: siamo dalla parte di chi considera l’Ospedale della nostra città un polo fondamentale di riferimento che per nessun motivo deve essere depauperato o subire razionalizzazioni a discapito della nostra salute». Così in una nota il candidato Sindaco di Velletri Fausto Servadio.



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Castelli Romani

Velletri, con Servadio un nuovo rilancio del centro del storico e delle zone decentrate

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«Al centro del nostro programma elettorale c’è una Città che deve diventare appetibile, vivace, un luogo da mettere in cima alle località da visitare. Oggi il centro di Velletri è una parata di negozi con le saracinesche abbassate, un borgo spento che non richiama quel turismo di qualità che invece merita. Il tessuto economico produttivo di Velletri va ricostruito attraverso il rilancio dell’artigianato e dei mestieri, dei laboratori che possono rimanere aperti per le vie del centro dove chi compra prima ha la possibilità di guardare come viene realizzato il prodotto. Parlo di orafi, pelletterie, ceramisti, norcinerie, insomma botteghe d’arte, di sapori e prodotti che è impossibile trovare nei grandi ipermercati, nei centri commerciali di cui siamo ricchi fuori dal centro storico. La Città, così, potrà godere sia delle aree più commerciali ma anche e di un centro storico con le botteghe artigianali che potranno essere affittate a prezzi calmierati. Soltanto intraprendendo un percorso di qualità è possibile restituire a Velletri l’importanza che merita. È necessario quindi riprogrammare quelle che sono le destinazioni d’utilizzo dei locali nel centro e tornare a prediligere l’artigianato che rappresenta per quest’area una rivalutazione delle tradizioni che caratterizzano la nostra amata e meravigliosa Città. Insieme dobbiamo fin da subito metterci al lavoro per rilanciare la nostra Velletri grazie al borgo ricco di storia, pronto a diventare un salotto all’aperto e ad accogliere un turismo lento e di qualità. E se il borgo deve diventare un prezioso scrigno di bellezze da visitare, abbiamo anche molte idee per le altre zone fuori dal centro. Ognuna avrà la propria vocazione ma ne parleremo strada facendo, insieme, per dare un nuovo volto alla nostra amata Velletri». Così in una nota il candidato Sindaco di Velletri Fausto Servadio

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