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di Maurizio Costa
Roma
– Una enorme struttura in ferro e plastica, che ricorda vagamente le linee della “Vela” di Calatrava, è stata piantata al centro dello spiazzale di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. La Samsung, infatti, sarebbe pronta a lanciare un nuovo cellulare proprio all’interno di un ambiente universitario. Questa trovata pubblicitaria fa storcere il naso agli studenti che si sentono presi in giro dall’Ateneo e dall’azienda sudcoreana.
Già dalla mattina di lunedì, un gruppo di operai ha cominciato ad installare questa cupola, che occupa quasi interamente lo spazio centrale della Facoltà. A suon di trapani e martelli, in poche ore la struttura ha preso forma, procurando non pochi disagi a tutti coloro che volevano studiare in santa pace.
Non è la prima volta che degli stand vengono installati in facoltà, per promuovere agenzie di telecomunicazione o nuovi prodotti tecnologici, ma così grandi erano anni che non se ne vedevano.
Abbiamo parlato con gli addetti ai lavori e anche con un funzionario dell’università: ci hanno confermato che la struttura è della Samsung e che l’azienda asiatica provvederà a “pagare per occupare quello spazio”.
Gli studenti non hanno accolto con molto entusiasmo la trovata: “Lucrano su di noi; siamo studenti e vogliamo studiare non trovarci davanti uno scempio del genere”.
Non hanno tutti i torti gli universitari: fare una pubblicità così maestosa all’interno di un luogo di studio importante come quello universitario sembra un po’ esagerato. Tra l’altro, i soldi che l’Ateneo incasserà dalla Samsung dovrebbero essere almeno utilizzati per migliorare la qualità della vita universitaria. Ci siamo già occupati dello stato pietoso di alcune aule (http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=12779): ci vorrebbero davvero pochissimi soldi per mettere a posto qualche sedia e un paio di banchi danneggiati.
Nessuno, però, saprà che fine faranno quei soldi. Sicuramente dovrebbero essere investiti dopo che alcuni allagamenti che hanno caratterizzato le facoltà di Economia e di Ingegneria.
Infine, potrebbe nascere un accordo tra l’Ateneo e la Samsung, che, in cambio di un posto per esporre i cellulari, avrebbe potuto fornire all’università alcuni computer che avrebbero sostituito quelli vecchi e mal funzionanti presenti nelle aule. Qui, però, parliamo di fanta-economia.