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Cronaca

Ustica: falsa la firma di Pertini sul decreto di radiazione del capitano-pilota che cercava la verità

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Tempo di lettura 2 minuti Capitano-pilota: "Ci ho messo 16 anni… E altri 7 per arrivare alla sentenza”

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di Angelo Barraco
 
Roma – Sono tanti i misteri che gravitano attorno al disastro aereo di Ustica, avvenuto la sera di venerdì 27 giugno del 1980, quando un aereo di linea Douglas DC-9-15 che era decollato dall’Aeroporto di Bologna in direzione Palermo si squarciò improvvisamente in volo e precipitò tra le isole tirreniche di Ustica e Ponza. Nel disastro aereo persero la vita 81 passeggeri. Numerosi i dibattiti aperti in merito alle cause del disastro, ma non siamo qui per parlarvi di questo poiché è emerso un fatto molto grave a distanza di 33 anno: il Tribunale civile di Firenze ha stabilito infatti che quella che risultava essere la firma dell’allora Presidente Della Repubblica Sandro Pertini sul decreto di radiazione del capitano-pilota Mario Ciancarella risalente al 1983 in realtà è falsa. Chi ha firmato quel documento nel corso di quella notte a Firenze? E’ un mistero. La notizia è stata resa nota dall’associazione “Rita Atria” di cui lo stesso ex ufficiale ha aperto una libreria, è fondatore. Una nota dell’associazione spiega: “dopo due perizie che hanno potuto rilevare come il falso sia tanto evidente quanto eseguito con assoluta approssimazione”. Si legge inoltre nella motivazione che il Ministero della Difesa è stato condannato in contumacia al pagamento delle spese processuali che ammontano a 5.885 euro. Un primo passo per l’ex pilota che fu cacciato “per indegnità a portare la divisa” come riportava la formula usata per radiarlo. Il periodo in cui tutto ciò avvenne era torbido, il terrorismo estremo rappresentava per lo Stato ancora un nemico prioritario da combattere, la criminalità organizzata tesseva le sue trame con alte sfere e l’ombra oscura della P2 abbracciava un’Italia destinata a cambiare dinnanzi ad una destabilizzazione sociale sempre più vicina ma silente, lontana dalle logiche materialiste e democratiche. Uno scenario così oscuro riportava al suo interno la figura di un giovane di bell’aspetto, l’ufficiale dell’Aeronautica Mario Ciancarella, capitano pilota a Pila che vola sugli Hercules C-130. Un giovane che in quegli anni si interessa di sindacato, remando contro i preconcetti di quel periodo e ricorda inoltre “Ci chiamavano i “nipotini” delle Brigate Rosse” ricordando il movimento dei militari democratici fondato in quegli anni con i suoi colleghi. Ha collaborato alla stesura della legge 382/78, soprattutto nel punto che riguarda la possibilità di disobbedire ad un ordine che risulta palesemente ingiusto. Pertini con quella firma non c’entrava nulla e lo aveva intuito Ciancarella “Prima non era possibile avere quell’atto, non era diritto dell’interessato, mi venne spiegato”. La firma “l’avevo vista su altre carte: era apocrifa in un modo spudorato”. Ma arrivare alla verità non è stato semplice: “Ci ho messo 16 anni… E altri 7 per arrivare alla sentenza”. 

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Cronaca

Love Story e scandali, Sangiuliano e la Boccia: Una storia di intrighi e presunti favori nel mondo della politica e dello spettacolo

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L’ex ministro della Cultura al centro di una tempesta mediatica: tra chat private e presunti favori a Signorini

La vicenda che coinvolge l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia continua a far discutere, tra rivelazioni, chat private e presunti favori reciproci. Al centro della questione c’è una serie di conversazioni riportate da Il Fatto Quotidiano, che gettano luce su una relazione controversa e su presunti tentativi di proteggere la reputazione pubblica del politico.

Uno degli episodi chiave è una conversazione del 4 agosto 2024 tra Sangiuliano e Boccia. Nella chat, l’ex ministro informa l’imprenditrice di una mail ricevuta da Alfonso Signorini, direttore di Chi, che lo avvisava di alcuni servizi fotografici “non compromettenti” in cui il ministro era ritratto in compagnia della sua assistente. “Mi è arrivata una mail da Signorini, la vuoi leggere?” scrive Sangiuliano a Boccia, facendo riferimento a possibili articoli pronti a insinuare una separazione dalla moglie e una presunta relazione con l’assistente.

Signorini, interpellato dal Fatto Quotidiano, ha confermato di aver inviato la mail a Sangiuliano, spiegando di aver deciso di acquistare il servizio fotografico per evitare che finisse su altre testate, pronte a sfruttare la notizia a scopi sensazionalistici. Tuttavia, una volta scoperto il costo esorbitante di 12mila euro per foto ritenute irrilevanti, il direttore di Chi ha abbandonato l’idea.

Il dialogo tra i due uomini, tuttavia, ha sollevato ulteriori questioni. In uno scambio di messaggi, Sangiuliano ringrazia Signorini per averlo informato, scrivendo: “Sei un amico. Ovviamente è tutto infondato. Io sono con mia moglie e staremo insieme tutta l’estate”. L’ex ministro accenna anche a un “favore grande” che avrebbe fatto a Signorini, ma, quando interrogato dal Fatto Quotidiano su questo punto, ha minimizzato, sostenendo di non ricordare l’episodio specifico. Ha però citato una possibile recensione di un libro sulla Callas che fece scrivere al giornale televisivo quando era direttore del Tg1 o del Tg2.

Signorini, da parte sua, ha risposto in modo secco, ricordando i suoi favori: “Il grosso favore gliel’ho fatto io, quando Sangiuliano aveva scritto il libro su Putin e l’ho intervistato nel mio giornale, dedicandogli quattro pagine”. Il direttore di Chi ha inoltre precisato che la sua carriera come direttore e regista teatrale è iniziata molto prima, e senza alcun intervento di Sangiuliano.

Un altro aspetto controverso riguarda la partecipazione di Signorini come regista di due date della Bohème di Puccini all’Arena di Verona, nel luglio 2024, con una scrittura formale ricevuta nel 2023, durante il mandato di Sangiuliano come ministro. Su questo punto, l’ex ministro ha negato qualsiasi coinvolgimento nelle decisioni artistiche: “Un ministro non si occupa dei cartelloni delle fondazioni lirico-sinfoniche, quello lo decide il soprintendente”.

La vicenda, tra gossip, scambi di favori e accuse incrociate, si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra Sangiuliano e Boccia, già sfociato in precedenti denunce e in un rapporto turbolento che ha attirato l’attenzione dei media nazionali.

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Cronaca

Bufera nel PD: Arrestato Franco Alfieri

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Il sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno travolto dalle indagini

La politica campana e nazionale è scossa dall’arresto del sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, figura di spicco del Partito Democratico e presidente della Provincia di Salerno. Questa mattina, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di Alfieri e di altri cinque indagati, nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge lavori di pubblica illuminazione e che vede contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

Alfieri è accusato, insieme ai suoi collaboratori, di aver manipolato gare pubbliche per favorire la Dervit Spa, un’azienda che ha ottenuto gli appalti per l’efficientamento energetico e l’illuminazione pubblica a Capaccio Paestum. Tra gli altri arrestati figurano Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della Dervit, Elvira Alfieri, sorella del sindaco e rappresentante legale della Alfieri Impianti S.r.l., Andrea Campanile, dipendente comunale, e Carmine Greco, responsabile tecnico del Comune. Tutti loro sono accusati di aver contribuito alla manipolazione delle procedure per favorire l’azienda vincitrice.

Le indagini della Guardia di Finanza, condotte dal Gruppo di Eboli e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Salerno, hanno portato anche al sequestro di oltre 543.000 euro, tra beni e denaro, collegati agli illeciti.

Reazioni politiche

L’arresto di Alfieri ha subito scatenato forti reazioni nel panorama politico nazionale e locale. Da parte del Partito Democratico, il segretario regionale Leo Annunziata ha dichiarato: “Attendiamo con fiducia l’evolversi delle indagini e ci auguriamo che Franco Alfieri possa chiarire al più presto la sua posizione. Il rispetto delle istituzioni e della legalità è un principio imprescindibile del nostro partito”. Tuttavia, Annunziata ha precisato che, se le accuse fossero confermate, “sarà necessario assumere decisioni drastiche e immediate”.

Dal fronte del Movimento 5 Stelle, il senatore Andrea Cioffi ha commentato con durezza: “Questo episodio dimostra ancora una volta come la corruzione sia un cancro che mina la fiducia dei cittadini nella politica. Chiediamo che chiunque sia coinvolto in questi gravi reati paghi fino in fondo, senza sconti”.

Anche a livello locale, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha rilasciato una dichiarazione moderata ma preoccupata: “Franco Alfieri è stato un amministratore capace e di esperienza, ma la giustizia deve fare il suo corso senza sconti per nessuno. La Campania non può permettersi ombre su appalti pubblici o su chi amministra le risorse dei cittadini”.

Dall’opposizione, l’esponente di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli, non ha risparmiato critiche al PD: “Questo arresto getta una luce inquietante sulla gestione amministrativa del Partito Democratico in Campania. Le gare pubbliche devono essere trasparenti e chiunque usi il proprio potere per trarre vantaggi personali deve essere immediatamente rimosso”.

Le accuse e il futuro dell’amministrazione locale

Secondo la ricostruzione della procura, Franco Alfieri e i suoi collaboratori si sarebbero attivati per favorire l’assegnazione dei lavori di illuminazione pubblica alla Dervit Spa. Questo comportamento, se confermato, configurerebbe un grave abuso di potere e una violazione della trasparenza delle procedure di gara. Le accuse di turbata libertà degli incanti e corruzione gettano un’ombra pesante sull’amministrazione di Capaccio Paestum e sulla gestione delle risorse pubbliche in provincia di Salerno.

La vicenda apre ora una fase di forte incertezza politica nel Comune di Capaccio Paestum, dove l’opposizione ha già chiesto le dimissioni del sindaco e la convocazione immediata di un consiglio comunale straordinario. Inoltre, la Provincia di Salerno potrebbe essere chiamata a nominare un commissario per la gestione ad interim della presidenza provinciale.

L’arresto di Alfieri segna un nuovo capitolo nella lotta contro la corruzione in Italia e potrebbe avere ripercussioni significative non solo a livello locale, ma anche nel più ampio contesto politico nazionale, in un momento in cui la fiducia nelle istituzioni pubbliche è messa a dura prova.

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Castelli Romani

Rocca Priora, scontro in Consiglio Comunale: Milco Rufini regala il Regolamento al Presidente Spoto

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Servizi sociali: L’assessore Lavalle annuncia un bando per il rimborso delle rette degli asili nido con fondi ministeriali

Nel Consiglio Comunale tenutosi ieri a Rocca Priora è andato in scena questo “inedito episodio” tra il consigliere comunale, Milco Rufini, ed il presidente del Consiglio Comunale, Franco Spoto.
“Presidente vorrei farle un regalo, se mi permette – queste le parole del consigliere Rufini.
Le ho regalato una copia del Regolamento del Consiglio, perché credo ne abbia bisogno, visto che la seduta di oggi è stata convocata contravvenendo a ogni regola istituzionale e contro quello che stabilisce il Regolamento dei lavori del Consiglio. Se lo ritiene utile, come credo, lo potrà distribuire anche all’interno della sua Maggioranza. È uno strumento utile!”

Un “siparietto” dovuto al ritiro di un punto all’ordine del giorno che prevedeva la ratifica della Deliberazione di Giunta Municipale n. 22 del 30 luglio 2024.
Il ritiro del punto, richiesto dal capogruppo di Fare Rocca Priora, David de Righi, ha innescato la “reazione” del Consigliere Rufini che ha incentrato il suo discorso nei riguardi del presidente Spoto sulla procedura di convocazione che passa, per quanto disposto dal Regolamento del Consiglio Comunale di Rocca Priora, attraverso la convocazione preventiva della Conferenza dei Capigruppo.


“Niente di questo è avvenuto, ha proseguito il consigliere Rufini, anzi Lei – rivolgendosi al presidente Franco Spoto – ha convocato il Consiglio prima che si svolgesse la Capigruppo, e questa è una mancanza di rispetto nei confronti del mio ruolo di Consigliere in rappresentanza di una parte di cittadine e cittadini che hanno scelto di non votarvi, che hanno scelto un progetto politico differente: ecologista e progressista, e che mi vede rappresentarli nel ruolo di Opposizione, di Minoranza”.

“Vivace” l’intervento del capogruppo di Coraggio Rocca Priora, Riccardo Savo, che, dapprima, “denuncia” la tempistica della convocazione del consiglio comunale avvenuta “in fretta e furia”, e poi di “poca correttezza” riferendosi all’amministrazione comunale e “di superficialità e mancato impegno nei confronti delle norme e verso i cittadini”.
Il sindaco, Claudio Fatelli, chiarendo poi nel suo intervento, si è assunto la responsabilità dell’accaduto, immediatamente seguito dall’assessore al bilancio, Flavia Testa.
Il suo rammarico, spiega poi in seguito, è dovuto dal fatto che nella commissione tenutasi al mattino nessuno dei presenti si era posto tale problematica.
Duro l’intervento della già sindaco di Rocca Priora, Anna Gentili, che rincara la dose nei confronti dell’amministrazione parlando di una “ratifica fuori tempo massimo” in quanto la scadenza dei tempi per l’approvazione del Consiglio Comunale portava la data del 28 settembre, cioè sabato scorso puntualizzando, ancora una volta, sul dovere del rispetto delle regole che portano alla convocazione del Consiglio Comunale.
Sta di fatto che seppur con il voto contrario delle opposizioni, il punto “incriminato” è stato ritirato.

Un bando per il rimborso delle rette degli asili nido

Da rilevare poi l’intervento dell’assessore ai Servizi Sociali, Federica Lavalle, che in aula ha comunicato l’entrata in funzione del nuovo servizio mensa con la nuova società affidataria del bando di gara espletato durante il periodo di governo del Commissario Prefettizio, succeduto alle dimissioni della sindaco Anna Gentili, che non ha deciso per il rinnovo dei servizi della ditta precedente.
L’assessore, in aula, ha voluto precisare che in questo momento non è possibile “cambiare le tariffe in corso d’opera ed in corso di bilancio” sia per il servizio mensa che per i servizi all’infanzia, aggiungendo poi che “quando ci sarà possibile rideterminarsi in una fase di programmazione del bilancio cercheremo di capire, all’interno delle disponibilità, se ci sarà consentito farlo”.
Ma, ha poi aggiunto, avendo “ritrovato” un fondo di “60.000 euro messo a disposizione dal Ministero delle Politiche Sociali” che tale importo verrà utilizzato per un bando pubblico al fine di “rimborsare le rette di frequenza degli asili nido”.

ph. by L.I.

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