VALENTINO ROSSI: QUEL TERRIBILE "VECCHIETTO"

di Silvio Rossi

Quando da ragazzo iniziava a vincere le gare, nella classe 125, gli esperti di motociclismo prevedevano per il ragazzo di Tavullia un futuro roseo. Aveva i “numeri” per scalare le classifiche anche delle serie maggiori.
Valentino Rossi non ha smentito chi puntava sulle sue qualità. In diciotto anni di carriera ha vinto nove titoli mondiali, più di cento gran premi, è salito sul podio quasi duecento volte. Nella classe regina ha vinto sette volte il titolo, secondo solo a Giacomo Agostini che vinse nella 500 un titolo in più di quanto Rossi ha ottenuto tra 500 (l’ultima stagione in cui si è corso col mezzo litro) e MotoGP.

Dopo le prime vittorie, e le goliardiche manifestazioni che accompagnavano i trionfi di Valentino, fu battezzato, dai suoi colleghi più anziani “il ragazzino terribile”, perché nonostante la giovane età, dimostrava da subito di saper gestire il successo, senza mai perdere lo spirito corsaro che ne ha caratterizzato lo stile in corsa.

Oggi, dopo alcuni anni di retroguardia, per colpa di mezzi meccanici non adatti alle sue grandi doti di pilota, è tornato a vincere due gran premi nel giro di un mese circa, all’età di 35 anni, ben quattordici più del suo avversario diretto, lo spagnolo Marc Marquez, matematicamente campione per il secondo anno della MotoGP.

Valentino Rossi è il veterano della compagnia, il più anziano sia anagraficamente che per partecipazione alle gare sulle due ruote, ma non ha dimenticato come lottare alla pari contro tutti, trasformandosi da “ragazzino” a “vecchietto terribile”.