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6 anni faon
VELLETRI (RM) – Banche cooperative, tutela dei soci: l’accesso a mutui e finanziamenti è per tutti o per pochi fortunati? Le banche popolari, soprattutto negli ultimi anni, sono cresciute e sono state tra le protagoniste più attive del consolidamento del sistema bancario nazionale. In questo percorso di crescita, la struttura dei portafogli creditizi si è avvicinata a quella delle banche tradizionali, in particolare per gli intermediari più grandi. Nel processo di convergenza non sono comunque venute meno alcune caratteristiche proprie delle banche popolari, in particolare il peso del credito erogato alle imprese. La prevalenza tra i prenditori di società di piccole e medie dimensioni si riflette in livelli di concentrazione nei portafogli creditizi inferiori alla media del sistema bancario italiano.
Lo spunto è stato dato da una lettera anonima che circola per il territorio di Velletri e vicinanze dalla scorsa primavera. È stato un gruppo di soci a scriverla, soci che intendono rimanere anonimi per paura di “ripercussioni”.
Nella lettera parlano sostanzialmente di una presunta azione da parte dei vertici aziendali che, per vedersi garantito il rinnovo delle poltrone, avrebbero concesso crediti e affidamenti che nell’era Mastrostefano (ex presidente della Banca Popolare del Lazio) mai sarebbero stati affidati “perché lui aveva ben chiari gli obiettivi della banca e tra l’altro aveva puntato, nelle ultime nomine, su amministratori laureati e non a “cariche lasciate in eredità a figli di dirigenti e amministratori”.
Il risultato per assicurarsi la poltrona, secondo le accuse dei “soci liberi” sarebbe stato un notevole aumento dei costi di gestione e il siluramento degli amministratori e dipendenti “non asserviti” addirittura a “discapito della produttività” della banca stessa. “Poiché la Banca produce reddito solo dai servizi – scrivono i soci – cioè dalle commissioni a carico dei clienti della banca e quindi soprattutto a nostro carico, sarebbe stato indispensabile che i costi di gestione fossero drasticamente ridotti”.
Una domanda essenziale che fanno i soci della popolare è se alcuni consiglieri e il presidente abbiano mai dichiarato i propri conflitti d’interesse nelle delibere di affidamento di finanziamenti concessi a propri clienti e o amici (a tal proposito si vocifera che proprio per questo motivo si sarebbe dovuto dimettere il consigliere Giancarlo Natalizia e altri lo starebbero seguendo)?
Le domande che i “soci liberi” rivolgono ai vertici sono tante. Iniziamo da un quesito che coinvolge un politico e amministratore di Velletri Salvatore Ladaga. Il presidente Notaio Edmondo Capecelatro, può chiarire ai soci se sia vero che ha stipulato un atto con il quale ha consentito al signor Salvatore Ladaga di liberarsi dei suoi beni immobili perché lo stesso Ladaga era debitore nei confronti della Banca Popolare del Lazio? La banca ha impugnato avanti il Tribunale di Velletri tale atto stipulato dal suo stesso presidente per annullarlo e così è stato.
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