VELLETRI, IL PROCESSO AGLI ANGELUCCI MIGRA DA VELLETRI A ROMA

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Chiara Rai

Il processo Angelucci migra da Velletri alla Capitale. Si è tenuta ieri l’udienza preliminare a Velletri per l’inchiesta che vede indagati Antonio e Giampaolo Angelucci, proprietari della clinica San Raffaele di Velletri, insieme agli amministratori della struttura Carlo Trivelli e Antonio Vallone per truffa aggravata ai danni della Regione Lazio per un grande giro di degenze e presunte prestazioni gonfiate. Il magistrato ha accolto l'eccezione di incompetenza territoriale avanzata dai difensori degli imputati, tra i quali l’avvocato Antonio Donatone, che ha, insieme agli altri legali, sollevato questa eccezione in favore del Tribunale di Roma. La truffa ipotizzata ammonta, secondo l'accusa, a 163 milioni di euro. Lo Corte dei Conti, nell'ambito di un'altra indagine, ha già emesso un sequestro conservativo per il valore di 126 milioni di euro. Mentre la Cassazione ha confermato il sequestro preventivo di 52 milioni di euro a carico degli imprenditori romani. I supremi giudici hanno già respinto la richiesta di dissequestro presentata dai quattro indagati, confermando di fatto il respingimento del Tribunale del riesame di Roma a convalida del decreto di sequestro emesso dal Gip di Velletri il 16 maggio 2011. La Cassazione ha sottolineato come il Tribunale del riesame abbia fornito una «adeguata giustificazione», al sequestro dei 52 milioni, in seguito alla «particolare attendibilità dell'indagine a campione eseguita dall'Agenzia Sanità Pubblica». E’ stato inoltre rilevato «che le prestazioni sanitarie concretamente praticate sarebbero palesemente sproporzionate, qualitativamente e quantitativamente, rispetto alle prestazioni concordate in aderenza alle Linee guida». Il procuratore regionale De Dominicis sul S. Raffaele di Velletri a febbraio scorso si è espresso in questi termini: "Su riabilitazione 137 milioni di euro di sprechi". Sembrerebbe che nella vicenda potrebbe essere coinvolta "una dirigente regionale" che potrebbe aver collaborato con i vertici della società "per non avere mai emesso alcun atto sanzionatorio".

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