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Roma

Velletri, intervista ad Emiliano Begni: "A Velletri per dire che la parola è l'arma più potente che abbiamo"

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Tempo di lettura 5 minuti "Quando la parola si fa stile": sabato 6 maggio, presso l'Auditorium della Casa delle Culture e della Musica, un evento di alto spessore culturale tra poesia, musica, e pensieri

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Rocco Della Corte

 

VELLETRI – Uno dei protagonisti sarà Emiliano Begni, musicista affermato nel panorama culturale non solo castellano, ed è lui a rispondere ad alcune domande dettate dalla curiosità di sapere cosa bisognerà aspettarsi da una serata che per ora lascia trasparire, dalla locandina, tanti illustrissimi nomi, un titolo chiaro e allo stesso tempo ermetico, e una location tra le più suggestive dei Castelli Romani.
 

Emiliano Begni, “Quando la parola si fa stile”: sarai al pianoforte in una serata che ha un titolo estremamente intrigante. Cosa volete esprimere, anche vedendo le immagini nella locandina, con l’affermazione scelta per denominare l’evento?
Sarò al pianoforte in una serata che si propone di richiamare l'attenzione sui grandi innovatori del pensiero dello scorso secolo: quando la parola acquisisce una forza tale da varcare i confini del Millennio e influenzare il modo di scrivere e fare musica oggi, vuol dire che quella forza è una specie di vortice che va solo incanalato per poter arrivare alla mente e al cuore di tutti. La parola è ancora l'arma più potente che abbiamo in questo mondo dove abbiamo paura di essere travolti da un camion mentre facciamo gli acquisti natalizi.


Perché proprio questi autori – cantautori, poeti e liberi pensatori – e c’è un filo conduttore che li accomuna, nel progetto che avete presentato insieme agli altri organizzatori?
De André, Gaber, Pasolini, Merini, Modugno, Fossati: sono solo alcuni esempi di personalità che hanno saputo osservare e descrivere il mondo circostante riconoscendo nella contingenza tratti propri dell'universalità. Ecco perché possono essere maneggiati, manipolati, adattati eppure rimangono sempre potentissimi e attuali, anzi, quasi avveniristici. Ovviamente la scelta è anche legata a un gusto personale dato da ascolti di una vita.


Riguardo la tua formazione, qual è stato il percorso artistico che hai intrapreso e quali, a grandi linee, le esperienze musicali che ricordi con maggior piacere?

Ho un percorso molto variegato che spazia dal pianoforte classico e l'italian graffiti in tenera età e poi approda dopo qualche anno in America facendomi appassionare a jazz, gospel e blues. A un certo punto è subentrata la predilezione per la vocalità (corale soprattutto) ma anche per le voci che "raccontano": nella musica italiana ho trovato solo esempi illustri fra i cantautori (Dalla, Battisti/Mogol, Tenco, Ciampi, De André, Fossati ecc.). Collaboro stabilmente con Rossana Casale, cantante e autrice che racchiude perfettamente le mie due stesse nature cantautorale e swing. Ho avuto anche l'onore di lavorare con Maurizio Fabrizio, che di musica italiana di qualità ne ha scritta veramente tantissima, ma anche la dimensione teatrale (Vincenzo Cerami, Nicola Piovani e poi tantissimi musical) ha segnato profondamente il mio modo di vivere il palco.


Domanda generica e difficile: che cos’è per te la musica? C’è un cantante o un musicista che hai preso come modello?
La musica è un linguaggio a tutti gli effetti, ma è anche un rifugio e come tale rischia di isolarti troppo dal mondo esterno: ecco perché andrebbe diffusa la sua dimensione "solitaria" affinché non sia il frastuono radiofonico a bombardare senza senso le nostre orecchie bensì un piccolo insieme di emozioni molto più durature e meno rumorose. Intendo dire che spesso mi trovo a casa con pochissime persone e in quell'atmosfera raccolta si realizzano piccoli capolavori d'arte: se solo fossero diffusi questi piccoli "miracoli della condivisione" (e chissà quanti ce ne sono sconosciuti ai più), saremmo tutti decisamente più ricchi. Quantomeno più sensibili, piuttosto che annichiliti dal nulla continuo. I miei grandi riferimenti pianistici: Bill Evans, Michel Petrucciani, Herbie Hancock e in Italia Lelio Luttazzi. Poi sento cantare Billie Holiday e mi ricordo perché la voce umana è unica.

Come valuti la qualità e il panorama musicale italiano attuale, e c’è qualche cantante che a tuo avviso può farsi strada o può essere comparato, magari in futuro, ai grandi nomi della musica come quelli che porterete sul palco?

Purtroppo lo stato attuale delle cose non permette questa diffusione, ma la cosa peggiore è che se Lucio Battisti avesse 20 anni oggi non farebbe successo. Questo perché l'attenzione è spostata non sulla personalità ma sull'apparenza e sulla funzionalità in termini di likes visto che ormai nemmeno si vende più il disco fisico. Io credo che però non sia cambiata la sensibilità delle persone: quello che è cambiato è il modo di utilizzo esiste tanta bella musica e esistono tante persone bravissime che faticano a farsi sentire. Oggi non è più pensabile "vivere di musica" se vuoi dire la tua: per fare i soldi devi dire la loro, altrimenti dici la tua e fai la fame. Tra gli emergenti amo tantissimo Giovanni Truppi perché è finalmente uno che ha rotto gli schemi del modo di scrivere. Meno emergente di lui, ma comunque non certo una popstar, apprezzo tantissimo Tricarico perché dal vivo è pazzo e mi ha steso in quanto a comunicatività. Renzo Rubino e Miele sono interessantissimi. Dal canto mio ho iniziato anche a scrivere musica e testi per un altro progetto musicale totalmente autoprodotto perché preferisco continuare a rispettare quest'arte antica come l'uomo senza svenderla o corromperla.


Se dovessi invitare uno spettatore a venire a vedere “Quando la parola si fa stile”, quali motivazioni addurresti? Che tipo di evento ci si deve aspettare?
Inviterei chiunque si lasciasse convincere a farsi accarezzare le corde dell'anima da un concerto intimo, quasi da camera, dove ogni parola ha un peso e dove la costruzione degli arrangiamenti e l'alternanza delle letture (il gaberiano teatro-canzone insegna) contribuiscono ad un unicum che non saprei rinchiudere in un solo stile (perdona il gioco di parole): si passa dal jazz, all'etnico, al folk. Il cuore addosso del titolo dell'album che abbiamo inciso è esattamente l'involucro che racchiude tutto.


Da quanto tempo collabori con Daniela Di Renzo? Come è nata questa collaborazione e come vi trovate, insieme agli altri musicisti?
Daniela è passata dall'essere allieva di una mia amica cantante, a mia allieva di pianoforte, a mia amica. E poi è diventata anche una collaboratrice e un'ispiratrice, ma soprattutto un motore inesauribile di iniziative sempre di qualità. Sicuramente il disco, che ha avuto una lunga gestazione dalla prima volta in cui lei mi disse timidamente, è il "figlio" che nessuno di noi due ha e si può dire che sia nato dal lavoro calibrato di entrambi (la sua genesi melodica e verbale e la mia successiva rimanipolazione e ricomposizione armonica e ritmica soprattutto). La scelta degli altri musicisti è stata dettata dalla naturalezza delle cose e non da una decisione a tavolino. E credo questo si senta: Francesco Consaga (sax e flauto), Ermanno Dodaro (contrabbasso), Stefano Ciuffi (chitarra) non sono turnisti, ma sono dei pittori ognuno del proprio strumento, oltre che bravissimi compositori a loro volta. La scelta di persone che non eseguono ma che creano e interpretano quello che l'arrangiatore ha più o meno in testa è decisiva per un disco così vestito di note spontanee. Gli altri due ospiti sono altri fuoriclasse: Antonello Salis (fisarmonica), che ha lavorato a briglie sciolte, e Gionata Costa (violoncello) che ha addirittura registrato dall'Emilia Romagna. Una piccola chicca: ultimamente abbiamo avuto l'onore di lavorare insieme a uno dei fidati musicisti di Fabrizio De André, il chitarrista Michele Ascolese, il quale, oltre ad omaggiarci della sua presenza in un live, ha definito il progetto di grande contenuto. Non possiamo che esserne contenti, detto da uno che la nostra musica di riferimento l'ha fatta con l'originale!


Quali aspettative avete, come gruppo, per la serata del 6 maggio?
Ci aspettiamo che non sia il numero a riempire la sala, ma il silenzio e l'unione delle anime presenti. Fa molto più rumore, fa molto più stile.

Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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