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Editoriali

VENETO, MALTEMPO: 50 MILA ANIMALI SOTT'ACQUA

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Tempo di lettura 2 minuti30 mila polli e un migliaio di tori nelle stalle allagate del padovano

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Redazione

Ben 12 mila pulcini sono già annegati, ma a rischio ci sono anche 30 mila polli e un migliaio di tori nelle stalle allagate del padovano mentre nel bellunese gli allevatori sono costretti a gettare il latte che non riescono a trasportare per l'isolamento causato dalla neve. È questo il primo bilancio dei danni all'agricoltura che superano già i 10 milioni di euro, presentato dalla Coldiretti veneto al presidente nazionale Roberto Moncalvo in visita alle aree alluvionate. Le coltivazioni a seminativo in pianura di cereali – sottolinea la Coldiretti – soffrono di asfissia e il raccolto è compromesso. Non va meglio per gli ortaggi in pieno campo allagati che stanno marcendo. I pregiati vigneti Doc del Piave sono stati sommersi dall'acqua mentre nelle serre – continua la Coldiretti – a causa dell'umidità le muffe stanno distruggendo le coltivazioni. “La situazione è drammatica nelle campagne dove è scattata la solidarietà degli agricoltori della Coldiretti che, con i trattori, aiutano a rimuovere la neve dalle strade ed aiutare le aziende in difficoltà”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che ci sono tutte le condizioni per chiedere lo stato di calamità per i danni all'agricoltura. Siamo di fronte – prosegue Moncalvo Coldiretti – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Servono le opere infrastrutturali per la raccolta e la regimazione delle acque in una situazione in cui nell’82 per cento dei comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni. A questa situazione – conclude il Presidente della Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento.

 

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