Connect with us

Cronaca

Verona, tragedia sull'A4: pullman di turisti ungheresi urta un pilone. Morti 16 ragazzi

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti Nell'urto violentissimo alcuni passeggeri sono stati sbalzati fuori dal mezzo

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

 

di Paolino Canzoneri

 
VERONA – Ieri intorno alle 23 un pullman con 55 turisti ungheresi che stavano facendo ritorno a Budapest in transito da una località di montagna in Francia ha perso il controllo e urtato un pilone di un ponte dell'autostrada incendiandosi. Nell'urto violentissimo alcuni passeggeri sono stati sbalzati fuori dal mezzo mentre per 16 persone il destino ha riservato una fine atroce rimanendo prigionieri delle lamiere contorte e morendo carbonizzati a causa delle fiamme sprigionatesi per l'impatto. La disgrazia è avvenuta nell'autostrada A4 nel Comune di San Martino Buon Albergo ad est di Verona in direzione di Venezia. Dei turisti tutti giovanissimi dai 14 ai 18 anni, 39 feriti sono scampati al rogo e sono stati trasferiti d'urgenza nei vari ospedali dell'hinterland veronese; circa una decina fra i più gravi negli ospedali di Borgo Roma e Borgo Trento, mentre per una quindicina sono bastate cure più lievi al nosocomio San Bonifacio e dimessi in giornata. Alla polstrada di Verona, ai soccorritori e ai Vigili del fuoco si è presentata una scena infernale con il pullman avvolto dalle fiamme nel buio della notte.
 
Nessun altro mezzo è stato coinvolto nell'incidente. Il dirigente della Polizia Stradale di Verona Girolamo Lacquaniti ha rilasciato una dichiarazione: "Solo stamattina siamo riusciti ad estrarre l’ultimo corpo. Non risultano coinvolti altri mezzi. Le ipotesi in questi casi sono quelle di sempre: o un malore del conducente o un guasto meccanico al mezzo". Presente in loco anche il console ungherese di Venezia. Difficili le successive operazioni di identificazione delle vittime e la scentifica di Padova e Verona è già operativa raccogliendo elementi utili a ricostruire le cause della tragedia che al momento non esclude nessuna ipotesi fra malore del conducente o cedimento meccanico del Pullman, mentre la polizia è al vaglio delle telecamere autostradali che dovrebbero aver ripreso gli attimi precedenti alla disgrazia. Familiari dei ragazzi hanno già raggiunto gli ospedali.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ambiente

Tragedia sul Monte Bianco: Ritrovati i corpi di quattro alpinisti

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Due italiani e due coreani vittime della montagna. L’ultimo sogno realizzato sul Cervino prima del fatale destino

Un silenzio carico di dolore avvolge le pendici del Monte Bianco, dove ieri sono stati ritrovati i corpi senza vita di quattro alpinisti: due italiani e due coreani. Sara Stefanelli e Andrea Galimberti, i due connazionali di cui si erano perse le tracce dal 7 settembre, hanno trovato il loro ultimo riposo tra i ghiacci eterni della montagna che amavano.

Il tragico epilogo è giunto dopo giorni di angosciosa attesa e speranza. Le condizioni meteorologiche avverse avevano impedito per tre interminabili giorni il decollo degli elicotteri di soccorso. Solo ieri, con una schiarita, un elicottero del soccorso alpino francese è riuscito a levarsi in volo, portando alla luce la drammatica verità.

Etienne Rolland, comandante del Pghm di Chamonix, ha confermato che le due cordate sono state “rapidamente localizzate”, grazie alle informazioni sul loro probabile percorso e altitudine. Una conferma che rende ancora più straziante l’idea che i soccorritori sapessero dove cercare, ma fossero stati ostacolati dalle forze della natura.

La notizia ha scosso profondamente la comunità alpinistica e non solo. Sulla pagina Facebook di Andrea Galimberti, una cascata di messaggi di cordoglio ha sostituito le precedenti speranze di un lieto fine. Amici e conoscenti piangono ora la perdita di un appassionato alpinista e della sua compagna d’avventure, Sara.

Le ultime immagini condivise sui social dai due mostrano momenti di pura gioia sul Cervino, appena pochi giorni prima della tragedia. Scatti che ora assumono un significato quasi profetico, immortalando l’ultimo grande sogno realizzato insieme. Andrea descriveva con entusiasmo l’ascesa al Cervino compiuta il 3 settembre: “Dopo il classico corso di alpinismo tre mesi fa Sara inizia ad arrampicare con me. Davvero tanta roba da subito, in alta quota sul facile non ha problemi anzi va da Dio”.

Queste parole, cariche di orgoglio e affetto, risuonano ora come un addio involontario, un testamento della passione che li univa e che li ha portati a sfidare le vette più impervie.

La tragedia sul Monte Bianco non ha risparmiato nemmeno i due alpinisti coreani, il cui destino si è intrecciato fatalmente con quello degli italiani. Quattro vite spezzate, quattro storie di passione per la montagna interrotte bruscamente.

Mentre la comunità alpinistica si stringe nel dolore, questa tragedia riaccende il dibattito sulla sicurezza in montagna e sui rischi che anche i più esperti corrono nell’affrontare le sfide delle alte quote. Il Monte Bianco, maestoso e implacabile, si conferma ancora una volta una bellezza tanto affascinante quanto pericolosa, capace di regalare emozioni uniche ma anche di reclamare un tributo altissimo.

Le indagini sulle cause precise dell’incidente sono ancora in corso, ma già si leva un coro unanime: quello della prevenzione e della prudenza, anche per i più esperti. Perché la montagna, nella sua immensa bellezza, resta sempre un ambiente che richiede il massimo rispetto e un’infinita cautela.

Continua a leggere

Castelli Romani

Frascati: “Crolla” la pavimentazione in piazza San Rocco

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Spaventano le immagini che ci sono arrivate oggi in redazione di piazza San Rocco a Frascati.
“Frascati crolla” è il grido che ci giunge.

la foto mostra nel dettaglio la “voragine” creatasi su piazza San Rocco

I lavori che imperversano in città mostrano la fragilità del territorio dove si sviluppa Frascati.
Anni di mancate manutenzioni e di lavori, a quanto ci dicono numerosi altri cittadini, eseguiti con poca accuratezza hanno minato la stabilità del terreno e le piogge torrenziali di questi giorni sono il “colpo di grazia”.

immagini giunte in redazione

Quello che traspare è la necessità di porre in essere un accurata ricognizione della città stessa, specie nella zona più storica ed antica.
La necessità di riqualificare, in special modo, tutto il centro storico diventa sempre di più necessaria ed urgente proprio per evitare ulteriori danni a quello che resta il fragile territorio della città tuscolana.

Continua a leggere

Cronaca

Tragedia familiare a Perugia: tre corpi trovati senza vita in un casolare isolato

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Un agghiacciante ritrovamento ha sconvolto la comunità di Perugia: tre persone sono state scoperte morte all’interno di un casolare abbandonato, situato nelle campagne remote di Fratticiola Selvatica. Gli inquirenti parlano di una scena drammatica, che sembra indicare un brutale omicidio-suicidio.

Secondo le prime informazioni fornite dagli investigatori, si tratterebbe di un gesto estremo avvenuto in ambito familiare, un atto di violenza che ha spezzato tragicamente tre vite. Le vittime sono un uomo, sua moglie e la loro figlia, tutti uccisi da colpi di fucile sparati a bruciapelo. Il silenzio che circonda questo macabro episodio lascia spazio a molte domande, ma una delle poche certezze è che si tratta di un dramma che ha avuto come sfondo una tranquilla e isolata zona rurale.

Non è ancora chiaro chi abbia lanciato l’allarme, ma l’intervento dei soccorritori del 118, giunti sul posto con un’ambulanza e un’auto medica, è stato purtroppo inutile: i tre erano già deceduti all’arrivo.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Perugia, sono ancora in corso per fare chiarezza su chi abbia premuto il grilletto e ricostruire con precisione la dinamica degli eventi. Sul luogo della tragedia sono intervenute la squadra mobile e la scientifica, impegnate a raccogliere ogni elemento utile per risolvere questo inquietante caso. Il casolare, ubicato in una zona di campagna difficile da raggiungere, è accessibile solo attraverso una stretta strada sterrata, aumentando la sensazione di isolamento e mistero che circonda l’intera vicenda.

Le indagini proseguono senza sosta, ma il paese è già sconvolto da un dramma che lascia una scia di dolore e interrogativi.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti