VETRALLA, IL PENSIERO DI DON LAMBERTO DI FRANCESCO: LA PAROLA DEL PASTORE BUONO CONDUCE LE PECORE; ESSE LO SEGUONO.

di Gennaro Giardino
 

Vetralla (VT) – Il Parroco della chiesa SS. Filippo e Giacomo di Vetralla Don Lamberto Di Francesco ha inteso inviare un messaggio ai fedeli.

Ecco il messaggio di Don Lamberto: 
 
Pensiero
 
1. Quante volte, di fronte all’ingiustizia e alla cattiveria, abbiamo esclamato: 
Se Dio fosse giusto, non dovrebbe permetterlo! 
Noi mettiamo Dio sotto accusa; egli rimanda a noi il rimprovero: «Voi siete responsabili, perché liberi»; “Dov’è tuo fratello?!”; e Gesù ci domanda: «Che ve ne pare?». Siamo costretti a rispondere: lo facciamo solo con giudizi di condanna sugli altri?
 
2.  «Fare la volontà del Padre» significa pentirsi del proprio rifiuto e lavorare alla realizzazione del Regno. L’obbedienza si esprime attraverso gesti concreti, e non semplicemente attraverso un «sì» o un «amen». 
Guardiamoci allo specchio, noi battezzati di vecchia data: i pubblicani e i peccatori, di oggi, rischiano di precederci nel Regno, perché ci sono più promesse e più futuro nel figlio che dice «no» e poi va a lavorare nella vigna, che in quello che dice «sì» e poi si ferma alle parole. 
Il secondo figlio, mentre il padre lo chiama “Figlio”, lui lo chiama "Signore"; non lo chiama ”Padre”.
Per entrare nel regno di Dio, bisogna cambiare: pentirsi; rendersi conto di dover cambiare strada. 
Il Popolo di Dio è chiamato dalla Parola del Padre a guidare a risvegliare la propria coscienza e quella degli“esuli”. I peccatori sono accolti non perché sono peccatori, ma perché sono cambiati e possono accogliere il Regno: credono alla Parola, entrano nel Regno di Dio, prima anche delle autorità religiose. 
Preghiera
O Padre, il tuo Spirito ci renda docili alla tua Parola 
e ci doni gli stessi sentimenti che sono in Cristo Gesù.
Avvisi
«Non chi dice "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio». 
Il Popolo di Dio sia cosciente della libertà e dei rischi della Fede: non cadrà nel fatalismo o nell’infantilismo, nella superstizione o nel fanatismo, così spesso rimproverati ai credenti.