Vincenza Sicari: una campionessa condannata a morte

di Roberto Ragone
Ne abbiamo scritto a marzo di quest’anno, due volte e poi ancora in aprile. La risposta del pubblico è stata immediatamente generosa e massiccia. Pensavamo, confidavamo nell'attenzione delle Istituzioni, sollecitate non solo da noi ma dalla TV e dalla stampa tradizionale, con un ampio servizio su di un noto rotocalco. Ma, nulla! Nell'intervista in TV Vincenza chiedeva che i medici potessero finalmente mettere fine a questa attesa senza un orizzonte, ma niente.

Il calvario di Vincenza Sicari Ricordiamo brevemente il calvario di Vincenza, lodigiana, 37 anni, alle spalle una splendida carriera sportiva nella maratona – ne ha vinte ben cinque – ventinovesima alla maratona olimpica di Pechino del 2008, nonostante le crisi immancabili in una corsa di oltre quarantadue chilometri.   Il tempo passa, e Vincenza peggiora. Tutto questo è iniziato nel 2013, andava ancora bene, poi ha incominciato ad avere febbre, spossatezza, fino a non riuscire a camminare neanche per brevi percorsi. La prima diagnosi parla di ‘malattia degenerativa neuromuscolare’, ma niente di più. Nessuno fino ad ora ha saputo dire di che cosa sia malata Vincenza, anzi, a questa loro incapacità i medici hanno cercato di ovviare dichiarando che il suo disturbo proviene da una condizione mentale non sana, in pratica prendendola per pazza, con un ordine di ricovero in TSO. Anche la Società Sportiva dell'Esercito, per cui ha gareggiato per anni, l'ha scaricata completamente. "Eppure" dice Vincenza "ho corso per loro anche di notte, e a piedi nudi." L'abbiamo conosciuta ricoverata all'ospedale di Pisa, proveniente dall'Ospedale Militare del Celio di Roma, da cui è stata mandata altrove, perchè il suo ricovero costava troppo.

L'Odissea di Vincenza Sicari  E la sua storia si trasforma in Odissea, con ricoveri in più ospedali, con esami ogni volta ripetuti, perchè quelli prima non andavano bene, con medici sempre meno attenti, sempre più infastiditi da quella paziente che li mette in crisi e che non accetta le loro prepotenze, tanto da dover registrare di nascosto le frasi di un primario e da dover far intervenire il suo avvocato perchè siano tutelati i suoi diritti, e la verità non sia manomessa.  Vediamo foto di Vincenza sui social network, la vediamo sorridere, e non ci rendiamo conto della tragedia che sta vivendo. Magari qualcuno ha anche pensato che sia tutta una bufala, ma non è così. La realtà è che Vincenza è immobilizzata a letto ormai da quasi un anno, senza una diagnosi, senza che nessuno l'aiuti. Praticamente condannata a morte con incredibile cinismo proprio da quelle Istituzioni che poi sul palcoscenico dei media si mostrano con espressioni di circostanza, corone d'alloro, mazzi di fiori, minuti di silenzio e di raccoglimento e contributi alle Associazioni benefiche, quelle create ad arte per raccogliere fondi che poi non si sa più come, dove e quando vengano utilizzati, se non per pagare gli stipendi a chi le ha create. Cinismo? No, peggio, crudeltà! La condizione di Vincenza è sotto gli occhi di tutti coloro che la vogliano vedere, ma come non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, non c'è peggior cieco di chi si gira dall'altra parte. Una speranza pareva che venisse dalla massima autorità politica in materia di Sanità, il ministro Lorenzin, quella che quando c'è un caso di malasanità – e ormai se ne moltiplicano a bizzeffe, non sempre per colpa dei medici – manda gli 'ispettori'. Penso che la sua mansione si sia ridotta a 'mandare gli ispettori'. Oltre che a fovorire le lobby dei farmaci – a proposito, la cura del prof. Di Bella è stata ufficialmente dichiarata efficace, dopo che addirittura, quand'era in vita, hanno tentato di ucciderlo – e ad apparire in televisione, sembra che non sia buona neanche a risolvere un caso così grave e delicato, al dilà delle promesse elargite senza economia, tanto non costano nulla. L'ho già scritto, ma lo ripeto: sembra che tutti stiano a guardare aspettando la soluzione finale; dopodichè tutti saranno prontissimi a rammaricarsi di com'è andata la cosa. Qui di seguito riportiamo il comunicato stampa del collega Rosario Murro, responsabile dell'Ufficio Stampa di Vincenza Sicari, che riporta le ultime notizie a proposito di Vincenza. L'Italia è uno strano paese, dove se non alzi la voce non t'ascolta nessuno, a dispetto dei diritti di ognuno, in questo caso di quelli sacrosanti e codificati del malato. Dopodichè, prima delle fiaccolate postume, rimane solo da scendere in piazza. E' questa la strada che le autorità ci suggeriscono?

Lo stato di salute attuale Peggiorano le condizioni fisiche di Vincenza Sicari, L’ex maratoneta olimpica Pechino 2008 , urla la sua disperazione. Sola in un letto di ospedale  e oltre 18 mesi   dal Mondino di Pavia lancia un appello:” Sto morendo, aiutatemi! Voglio la verità sulla mia malattia”.
Può una persona gravemente malata essere lasciata al suo destino senza sapere con certezza contro cosa sta combattendo, vedendo inoltre calpestati la sua dignità e i suoi diritti? E’ quello che sta accadendo a Vincenza Sicari, atleta lodigiana, 37 anni, che dopo una meravigliosa carriera da maratoneta, con varie medaglie vinte e la partecipazione alle Olimpiadi di Pechino 2008, sta lottando da un anno e mezzo per la sua vita, essendo affetta da una malattia degenerativa neuromuscolare di cui non si conosce il nome e la cura. Dopo essere stata ricoverata in diverse strutture ospedaliere italiane senza però ottenere una diagnosi precisa e una soluzione, Vincenza quindici giorni fa è stata contattata dall’ospedale Mondino di Pavia che le ha proposto di recarsi presso la struttura stessa per essere sottoposta a nuovi accertamenti, ma una volta ricoverata non le è stata data l’assistenza promessa. Il Ministero della Salute, al corrente della situazione, si è interessato finalmente  al caso, nella persona del Dottor Nicola Armentano, ma non ha ancora risolto nulla, non è stata inviata quella commissione medica che è stata richiesta più volte per accertare le reali condizioni in cui si trova Vincenza, che ha inoltre chiesto aiuto al Ministero per poter essere ricoverata all’Ospedale San Raffaele di Milano,   struttura consigliata dal Professor Claudio Mariani (Primario Rep. Neurologia Ospedale Sacco di Milano) che ha in cura la paziente, o altra struttura idonea  per ripetere le analisi e avere la certezza della diagnosi della malattia, inoltre il Prof. Mariani ha sempre invocato  l’intervento di una Commissione Medica Ministeriale. Anche la Fidal (Federazione Italiana Atletica Leggera , ha inviato una lettera indirizzata al Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin, nel contenuto il  Presidente Alfio Giomi ha richiesto un intervento adeguato per fare chiarezza sul caso di Vincenza.  Nell’ultima frenetica settimana ad oggi ,   innumerevoli telefonate all’Ufficio del Sottosegretario  On. Vito De Filippo richiedendo  una maggiore attenzione  sul caso ,non sono sfociate in  alcuna  soluzione.  I giorni passano,  la tensione è alta   e   le condizioni di Vincenza Sicari peggiorano  ora dopo ora,   mentre  il Ministero temporeggia  le parti chiamate in causa  ‘giocano’  una pericolosa  quanto incredibile partita a ‘tennis’.

La  Sicari  immobile a letto rischia la vita in una stanza d’ospedale e qualcuno probabilmente non ancora si è reso conto della gravità del caso.   E’ possibile che nel 2016 in Italia accadano ancora cose del genere?  Perché non vengono applicate semplici formule  basandosi solo ed esclusivamente su superfici e principi di diritto del Malato?

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