Vincenzo De Luca assolto dal processo "Sea Park": era stato definito "incandidabile"

Redazione
 
Salerno – La seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, nell’ambito del processo Sea Park, ha assolto perché “il fatto non sussiste” l’ex Sindaco e attuale governatore della Campania Vincenzo De Luca e altri 41 soggetti tra funzionari comunali, tecnici e imprenditori che erano imputati nell’ambito di un’inchiesta relativa a presunte nella realizzazione nella realizzazione di un parco acquatico mai ultimato, il “sea park” a Salerno. Su Vincenzo De Luca e altri 41 imputati pendevano le terribili accuse di associazione a delinquere, falso e abuso d’ufficio poiché coinvolti nella realizzazione di un parco acquatico avviata nel 1998 che avrebbe dovuto sorgere nell’area Ideal Standard ma in realtà vi fu mai traccia di tutto ciò. Un parco che doveva essere costruito attraverso gli investimenti di coop rosse e secondo il pm Nuzzi, faceva emergere una serie di reati contro la pubblica amministrazione. Nell’aprile scorso era stata chiesta l’assoluzione piena di tutti gli imputati da parte del pm Vincenzo Montemurro. De Luca ha commentato l’assoluzione attraverso un post su facebook: “Processo SeaPark: assoluzione piena dopo 18 anni. Esprimo piena soddisfazione e rispetto per la Magistratura. Era questa la vicenda per cui un'avventurosa parlamentare ci aveva presentato come "impresentabili". Oggi ci presentiamo a testa alta. Noi”.  Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia ha commentato così la notizia in un tweet: “Assoluzione piena dopo 18 anni. Esprimo piena soddisfazione e rispetto per la magistratura. Era questa la vicenda per cui una avventurosa parlamentare ci aveva presentato come 'impresentabili'. Oggi ci presentiamo a testa alta”. 
 
Sotto accusa per il parco acquatico mai nato, che avrebbe dovuto dare nuovo lavoro agli operai della dismessa Ideal Standard, erano finiti quattro società e 39 persone, tra cui gli ex sindaci Vincenzo De Luca e Mario De Biase, l’imprenditore Gianni Benetti che presentò al Comune l’idea del Sea Park, l’ex presidente dell’Asi Felice Marotta, il sindacalista Giovanni Berritto, il dirigente comunale Alberto Di Lorenzo e gli ex assessori Franco Mari e Mariano Mucio. Tutti assolti, da accuse che andavano dall’associazione a delinquere alla concussione e che erano costate a De Luca il marchio di “incandidabile” attaccatogli alla vigilia delle elezioni regionali dalla presidente della commissione parlamentare antimafia, la collega di partito Rosy Bindi. La sentenza, emessa dopo le rinunce alla prescrizione, chiude l’intero capitolo delle inchieste giudiziarie che agli inizi del Duemila investirono il Comune di Salerno. Come per il Sea Park, anche per le Mcm è stata la stessa Procura a chiedere in chiusura del dibattimento l’assoluzione da tutte le accuse. «I fatti non sono sussistiti e non sussistono» ha concluso il pm Montemurro al termine della requisitoria sul parco acquatico, demolendo non solo la tesi di un accordo illecito tra amministratori e imprenditori, ma anche l’idea che gli oneri urbanistici fossero estorti e che le pressioni politico

sindacali per la cassintegrazione agli operai potessero configurare un reato. Il tribunale ha sposato in pieno questa ricostruzione, pronunciando un’assoluzione con formula piena e togliendo i sigilli a quanto, dopo 14 anni, era ancora sotto sequestro.

(Ha collaborato A.B.)