Vincenzo De Luca: la commissione antimafia sta verificando i presupposti per l'avvio di un'inchiesta legata al tema della mafia

 

di Roberto Ragone

 

È probabile che arrosto ci finisca lui, Vincenzo De Luca, governatore renzianissimo della Campania, per alcune esternazioni piuttosto pecorecce, come è nel suo stile, che lui definisce ‘battute’ , di fronte a circa 300 sindaci, convocati a proposito del referendum confermativo della riforma costituzionale del 4 dicembre. Così riferisce Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia in un suo comunicato all’ANSA: del 23 novembre: "La Commissione Antimafia, all'unanimità, mi ha incaricato di richiedere preventivamente informazioni urgenti alla Procura della Repubblica di Napoli in merito a eventuali indagini in corso, agli atti e ai documenti acquisiti e alla posizione dei soggetti coinvolti, – Vincenzo De Luca ndr –  per verificare i presupposti per l'avvio di una inchiesta da parte della nostra Commissione, che naturalmente sono legati al tema mafia. Abbiamo sempre agito così per avviare le nostre inchieste e useremo lo stesso metodo". La stessa ANSA riporta la replica del governatore: "Apprendiamo della richiesta avanzata dalla Commissione Antimafia. Ci rende curiosi conoscere l'iter previsto sul reato di battuta e come evolverà la crociata del calamaro". De Luca è finito sulla graticola, insieme a calamari e totani, a causa di un ‘fuori onda’ in cui, a porte chiuse, invitava i sindaci riuniti a far votare SI’ al referendum, promettendo, se necessario, anche fritture miste e totani arrosto, ricordando gli investimenti di Matteo Renzi per la Campania. La Bindi ha dichiarato che la richiesta è arrivata durante l’ufficio di presidenza da parte dei gruppi Gal, Fi, Lega, Sinistra Italiana, M5S. il senatore Carlo Giovanardi ha così commentato: “Al dilà delle infelici battute, dalla registrazione, che la Commissione non potrà ascoltare formalmente, emerge un pressante incitamento agli amministratori a procacciare voti, contando sul ‘rispetto’ che imprenditori e professionisti devono alla Regione per finanziamenti erogati e da erogare.”