Violenza contro le donne, femminicidio e stupri: intervista al Prefetto Francesco Tagliente

In queste ore mobilitazioni, salotti Tv, sindacati e associazioni continuano a parlare di violenza sulle donne. Sjui quotidiani: “Ha stuprato 25 ragazzine ma era libero” (prima pagina de il Tempo). “Preso l’uomo che ha stuprato la tredicenne: “Maniaco seriale, era libero dopo 25 abusi” (Repubblica). “Violenza sessuale su una 12enne: era libero nonostante venti violenze” (Il Giornale). “Quasi 11 stupri al giorno, quattromila ogni anno. Più di un milione di donne colpite in Italia” (Repubblica).

A Firenze si è da poco concluso un Forum sulla prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne. Il Prefetto Francesco Tagliente ha parlato alla presenza del presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Ha detto senza peli sulla lingua che servono una maggiore formazione degli operatori dei vari settori, interventi sui maltrattanti e altri provvedimenti utili alla repressione del fenomeno.

 

Prefetto Tagliente, nei giorni scorsi ha parlato al Forum sulla prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne, su cosa si è concentrato il suo intervento?

Ho chiaramente detto che servono maggiore formazione degli operatori, interventi sui maltrattanti, illuminazione pubblica controlli del territorio anche con videosorveglianza nelle aree critiche e certezza della pena.

 

Perché Firenze come sede di un Forum d’interesse nazionale?

La sede Toscana dell’evento mi risulta particolarmente significativa per affrontare la tematica della violenza contro le donne, perché a Firenze abbiamo assunto iniziative che considero importanti per la tutela delle vittime di violenza. Appena entrata in vigore la prima legge antiviolenza del 2009, con l’Università, abbiamo attivato i primi corsi di perfezionamento in psicologia della testimonianza e della comunicazione per gli operatori addetti alla ricezione delle denuncia da parte delle vittime di violenza.

 

Ma cosa bisogna fare per ridurre i casi di femminicidio?

Da circa 10 anni vado sostenendo che per ridurre i casi di femminicidio bisogna intervenire anche sugli autori, che dobbiamo far curare i carnefici, soltanto così si potranno salvare le vittime. Sono ancora molti a rifiutare l’idea che il maltrattante sia da educare o curare. Negli ultimi anni in varie città, soprattutto al nord, mutuando l’esperienza del CAM di Firenze attivato nel 2009, si stanno costituendo centri specializzati. Nell’immediato, in attesa di questi interventi, ritengo importante potenziare l’illuminazione pubblica e affiancare al pattugliamento operativo delle Forze e Corpi di Polizia, i controlli elettronici del territorio con sistemi di videosorveglianza nelle aree critiche come ville storiche e parchi pubblici, soprattutto nelle ore notturne.

 

E nell’immediato che si può fare?

Per dare una pronta risposta alla esigenza di maggiore sicurezza, nell’immediato è importante garantire la certezza della pena. L’arrestato, resosi responsabile di violenza, rimesso in libertà alimenta la paura. Credo che la percezione di insicurezza alimentata dagli stupri degli ultimi tempi si possa superare costringendo tutti a fare il proprio dovere. Bisogna imporre il rispetto della Costituzione, delle nostre regole e della nostra cultura e delle donne. Le forze di polizia devono investigare e assicurare alle patrie galere i responsabili come stanno facendo, i magistrati li devono lasciare dentro e le istituzioni penitenziarie devono provare a rieducarli in carcere. Sul piano amministrativo, se l’autore è un italiano residente in altra provincia quando esce dal carcere va rimpatriato con il foglio di via obbligatorio prevedendo l’arresto obbligatorio anche fuori flagranza in caso di violazione del provvedimento, se l’autore dell’abuso sessuale o della violenza sulle donne è un immigrato va comunque espulso dal territorio nazionale.

 

Grazie Prefetto

Grazie a voi

 

Chiara Rai

 

Nella fotografia: Un momento dell’intervento del Prefetto Francesco Tagliente: alla sua sinistra la dottoressa Alessandra Pauncz presidente del Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (CAM) di Firenze, la senatrice Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e l’avvocato Monica Nassisi, presidente associazione legittima difesa. Alla sua destra la criminologa Avv. Luana Campa.