VITERBO BALLOTTAGGIO, IL PDL SU APPARENTAMENTO ROSSI – MICHELINI: "FILIPPO ROSSI HA VENDUTO LA SUA GENTE"

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Redazione

Viterbo – E' polemica da parte del Pdl di Viterbo dopo un presunto inciucio raggiunto. Filippo Rossi ha reso noto di aver raggiunto l'accordo con il candidato sindaco del centrosinistra Leonardo Michelini. Nessun apparentamento, ma solo un'intesa che, tuttavia, qualora Michelini vincesse il ballottaggio di domenica e lunedì prossimi, gli permetterà comunque di ottenere un assessorato.

Il Pdl in una nota commenta la manovra di Rossi:

Un accordo non scritto, ma stampato – vista la specificità della situazione – già agli albori della nascita di Viva Viterbo. Che Filippo Rossi potesse decidere di sottoscrivere un apparentamento con il centrodestra in realtà noi non lo abbiamo mai creduto davvero possibile, semplicemente perché l’ormai defunta lista Viva Viterbo, alla faccia e in barba a chi sinceramente ci ha creduto, è un movimento nato da un’idea del centrosinistra e dello stesso Rossi per sostenere al ballottaggio Leonardo Michelini.

L’accordo siglato l’altra notte dal “fasciocomunista” ex portavoce di Scajola svela infatti chiaramente la regia dello sposettiano Roberto Pepponi dietro ogni mossa di quello che in questa Città passerà alla storia come il distruttore di un movimento, Viva Viterbo, dissoltosi più velocemente della luce nonostante il buon risultato elettorale del primo turno.


Senza curarsi della reale possibilità di partecipare ad un progetto vero di rinnovamento e di sviluppo della Città, Filippo Rossi ha venduto la sua gente, i suoi candidati e il suo elettorato per perseguire un duplice obiettivo personale, che si realizzerà però solo se Michelini vincerà le elezioni. In primo luogo, Filippo Rossi vuole fare l’assessore alla Cultura, traguardo inseguito dai tempi in cui lo sponsorizzava quell’altro grande esempio di coerenza che risponde al nome di Gianfranco Fini. Poco importa a Rossi se per il suo assessorato ha gettato alle ortiche la possibilità di una maggiore presenza in consiglio delle persone che hanno creduto in lui e nel suo progetto. In seconda battuta, se Michelini vincerà le elezioni Filippo Rossi potrebbe volersi occupare personalmente da dentro la giunta di Caffeina e della Fondazione Caffeina, il cui presidente e uno dei maggiori sponsor è proprio il figlio maggiore di quel Roberto Pepponi regista delle operazioni rossiane. Per inciso, l’altro figlio di Pepponi si è candidato proprio nella lista di Rossi e anche per lui è già pronto un posto nella eventuale giunta Michelini, ma stavolta in quota Sposetti. Quando si dicono le coincidenze.


Certo, tutto il teatrino di Rossi in queste ultime settimane ce lo saremmo volentieri risparmiato, abbracci alle mura e palloncini compresi. Visto che la sua finalità è sempre stata un’altra, il cinema poteva anche evitarselo. Bastava una riunione notturna a prendere ordini da Pepponi e via. Chissà, magari ora che ha cambiato sponsor a divenire assessore ci potrebbe anche riuscire davvero: se basta un Pepponi qualsiasi per ottenere un posto in giunta, ci chiediamo perchè il buon Filippo abbia perso tanto tempo e speso tanta energia dietro al collezionista di figure misere, Gianfranco Fini. Bisogna vincere le elezioni prima, certo, ma il grande catalizzatore di consensi ormai considera questa opzione una pura formalità, si sa, perché cosa vuoi che gliene freghi a lui di quello che desidera la gente??? L’importante è aver ben chiaro, pardon stampato, in mente il proprio scopo.


Almeno ora che ha fatto outing in favore di Michelini, tuttavia, il “fasciocomunista” potrà smetterla di rinnegare anche l’amico finiano Potito Salatto. Si ritroveranno magari tutti insieme, anche con i “nuovi” Ugo Sposetti, Nando Gigli e Peppino Fioroni. Quelli di cui Filippo Rossi non più tardi di una settimana fa aveva detto “mai insieme a loro” e con i quali invece fra qualche giorno tenterà l’assalto al Comune di Viterbo. Sottigliezze, dirà lui, convinto ancora una volta di poter usare la sua vacua abilità di incantatore per convincere i viterbesi a votare per Leonardo Michelini, al pari suo altro prodotto dell’accordo tra Gigli, Fioroni e Sposetti.

Chissà, però, che Rossi, preso dall’obbedienza incondizionata (o invece proprio condizionata, da Caffeina e dai suoi interessi) non abbia stavolta sottovalutato l'intelligenza dei viterbesi? Se lo hanno mollato Antoniozzi e molti dei suoi, ora che ha gettato la maschera, chissà che non lo mollino anche i cittadini. Una volta per tutte.