VITERBO, L'ASSESSORE PROVINCIALE AMBROSINI CHIARISCE SUGLI INTERVENTI FITOSANITARI NEI CASTAGNETI DEI MONTI CIMINI

Redazione

Viterbo – “Quello del Cinipide dei castagni è un problema che nel territorio provinciale esiste dal 2005. Al momento della scoperta del parassita, tutti gli istituti scientifici si sono adoperati per trovare una soluzione indirizzandosi da prima sull’utilizzo dei fitofarmaci come strumento per debellare il Cinipide. In seguito per cercare di evitare l’uso dei fitofarmaci che, se utilizzati in maniera indiscriminata, possono creare danni ambientali e di salute, si è deciso di puntare su un antagonista biologico. Gli studi portati avanti dall’università di Torino e quella della Tuscia hanno portato a optare per l’utilizzo del Torymus, insetto antagonista naturale del Cinipide. Successivamente, in accordo con i Comuni interessati e le associazione castanicole della zona sono state individuate le aziende disposte a mettere a disposizione la propria coltura per un trattamento biologico con lanci di Torymus, coordinati dal Servizio fitosanitario regionale, unico responsabile dei trattamenti. In tutta la regione Lazio sono state individuate 68 aziende, una quarantina nel territorio del viterbese, l’elenco delle aziende in cui è stato lanciato il Torymus è depositato al Servizio fitosanitario regionale. 

Nel momento in cui l’agricoltore ha acconsentito ad effettuare il trattamento biologico, ha accettato di rispettare determinate prescrizioni contenute nella nota n°332543 del 27/7/2012 redatta dal direttore dell’assessorato regionale all’Agricoltura. Gli imprenditori si sono impegnati fino a maggio 2014 a non effettuare trattamenti fitosanitari per un raggio di almeno un chilometro dal punto di rilascio dell’antagonista biologico. Da colloqui intercorsi con la dottoressa Bianchi del servizio fitosanitario regionale, si è appreso che la distanza di un chilometro ricade direttamente all’interno dei castagneti, in quanto sono stati scelti, per la sperimentazione, appezzamenti di dimensioni notevoli. 

Il controllo del rispetto delle norme spetta esclusivamente al servizio fitosanitario regionale che si può avvalere, per i controlli, della Asl competente. I Comuni, per maggior tutela, possono emettere ordinanze affinché ogni coltivatore che effettua trattamenti chimici rispetti la normativa. Il Nucleo ambiente della Polizia provinciale può effettuare, quindi, solo ed esclusivamente controlli di routine sul territorio, ciò è quello che è accaduto nei giorni scorsi, con gli agenti che si sono recati in alcuni negozi specializzati, oppure direttamente nei castagneti. 

Quindi, l’assessore Ambrosini non cade affatto dalle nuvole, ma realisticamente si attiene alla normativa e svolge il suo compito secondo le proprie competenze. Auspico che, con questo chiarimento si possa mettere la parola fine su una querelle che reiterandosi ostacola l’operato di chi sta effettuando le indagini, che devono rimanere segrete almeno fino alla loro conclusione. Allo stesso tempo è utile fare massima attenzione visto che questo modo di divulgare notizie e informazioni inesatte crea inutili allarmismi”. 

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