Viterbo, tangenti per invalidità: un arresto

Redazione

VITERBO – I finanzieri della Compagnia di Viterbo hanno arrestato, in flagranza di reato, per concussione, un dipendente dell'ASL del capoluogo, impiegato presso un ufficio di medicina legale – commissione invalidi civili, mentre intascava una busta contenente 1000 euro. L'uomo, dopo l'interrogatorio da parte del pm, è stato posto agli arresti domiciliari. Il danaro in questione, secondo gli investigatori, rappresentava la seconda trance di complessivi 2000 euro che l'impiegato infedele avrebbe preteso ed ottenuto per il buon esito di una domanda volta all'ottenimento di invalidità civile per grave malattia.

 


Alcuni dati La regione con la quota più alta di falsi invalidi? La Basilicata, stando ai campioni delle verifiche Inps: al 29%, quasi uno su tre degli invalidi da Potenza a Matera passati sotto i controlli dell’istituto nel 2009, è stata revocata la prestazione. La quota vale quasi quattro volte tanto, in termini percentuali, l’8% della Toscana. Al secondo posto la Campania con il 25% e al terzo la Sardegna con il 18%.

I numeri, riportati dal Corriere della Sera, sono stati calcolati sul campione di duecentomila prestazioni passate al setaccio l’anno scorso in tutta Italia dall’Inps, che eroga 2,7 milioni di pensioni di invalidità civile e indennità di «accompagno». Non considerando Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, fuori classifica per i numeri giudicati poco significativi dai tecnici, la media nazionale è del 17%: un invalido su sei, in altre parole, non aveva le carte in regola. In un anno e mezzo vuol dire oltre 40 mila falsi assegni cancellati grazie ai controlli.

La Basilicata ha vinto per la quantità di falsi invalidi, ma non è tuttavia la regione con il più alto numero di prestazioni erogate a riguardo dall’Inps. In testa, ragionando in termini percentuali, c’è l’Umbria (dati 2010): da Perugia a Terni il numero delle prestazioni vale il 6,8% del totale dei residenti nella regione: il 5,3% in indennità e l’1,5% in pensioni. Attenzione, però, questo non vuol dire che gli invalidi siano il 6,8% del totale: c’è chi può essere titolare contemporaneamente di tutte e due le prestazioni, indennità e pensione.

All’Umbria seguono la Sardegna (6,6%), la Calabria (6,5%), la Campania (5,9%) e l’Abruzzo (5,8%). Fanalini di coda, più «in salute», sono Lombardia e Veneto con il 3,5%: quasi la metà dell’Umbria. Mentre restano sempre fuori classifica Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. La media nazionale? Il 4,7%, contro il 3,3% di sette anni prima.

Se in questi sette anni le percentuali sono cresciute, l’ordine in classifica è invece cambiato poco: in testa Sardegna, Umbria, Abruzzo, Calabria e Sicilia. E in coda, solitaria, la Lombardia, con una quota di prestazioni erogate pari al 3,5% della popolazione residente. Mentre la percentuale delle revoche degli assegni di invalidità falsi è meno dell metà, pari al 12% sul totale delle verifiche effettuate dall’Istituto nazionale di previdenza sociale.