Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr, l’action-rpg ispirato al gioco di miniature

Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr è un videogame ispirato al gioco di miniature che appassiona da anni migliaia di fan in tutto il globo. Il titolo, uscito qualche mese fa su pc e di recente su Xbox One e PS4, si presenta come un action-Rpg che rispecchia alla perfezione le atmosfere e le ambientazioni descritte nei manuali del gioco classico. Proprio per tale ragione esso farà la gioia degli appassionati che da sempre aspettavano un videogame di questo livello. Ma veniamo al dunque: vale davvero la pena acquistare questo titolo? La nostra risposta è assolutamente sì e nelle prossime righe scoprirete il perché. Per chi non conoscesse l’universo di Warhammer 40.000 è bene sapere che nel quarantesimo millennio, l’umanità si raccoglie intorno a quello che molti etichettano come Imperatore-dio, che in realtà è un uomo potenziato geneticamente e con incredibili capacità psioniche. L’imperatore-dio, sul finire di una terrificante guerra civile che è costata miliardi di vittime, è ridotto in fin di vita, tenuto in questo mondo in maniera artificiale. Secondo alcuni, anche in questo stato “vegetativo”, per merito della sua divina volontà, impedisce alle forze perniciose e ai potentissimi invasori alieni di schiacciare o estinguere l’umanità intera. I Sacri Ordini dell’Inquisizione dell’Imperatore sono una polizia segreta che risponde direttamente alla volontà dell’Imperatore-dio senza mediazioni e senza rendere conto ad altre autorità dell’impero. E’ suddivisa in sacri ordini che combattono minacce aliene, eresie che mettono in dubbio la figura dell’imperatore e segreti degli imperi avversi a quello dell’umanità. Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr mette il giocatore nei panni di un Inquisitore dell’Impero dell’Uomo il quale dovrà svolgere un compito estremamente delicato che occuperà moltissime ore di gioco a chi deciderà di affrontare il titolo. Il settore Caligari è una regione dimenticata ai confini dell’Imperium, lontana dalle guerre più sanguinose, ma turbata da possenti tempeste Warp e da alvei di ribelli e di cultisti del Caos. In quel posto invisibile perfino all’occhio dell’Imperatore si muove un enorme relitto spaziale, una nave-monastero chiamata Martyr e scomparsa tantissimi anni or sono: incaricato dai Lord Inquisitori del Conclave di Caligari, il protagonista del gioco si reca sul luogo per indagare su alcune anomalie. Ben presto il suo fiuto per le eresie rileva la presenza di una cancerosa infestazione del dio caotico Nurgle, che ha trasformato la Martyr in un empio santuario di corruzione. A quel punto ha il via la violenta operazione di purga, condotta per mezzo di spade a catena, lanciafiamme, fucili al plasma e chi più ne ha più ne metta. Le premesse che giustifichino le mattanze tipiche degli action RPG in stile Diablo ci sono tutte, e bisogna dire che si sposano alla perfezione con il contesto di Warhammer 40.000 e con l’operato dell’Inquisizione in particolare.

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Parlando di gameplay: la vera particolarità del titolo risiede nella gestione del proprio avatar, il quale non dispone di vere e proprie abilità: nonostante la presenza di 3 classi (ognuna con altrettante sottoclassi), l’albero delle abilità di ciascuna di esse consiste esclusivamente in una serie di abilità passive. Ad eccezione di alcune peculiarità specifiche della classe, come gli incantesimi dello Psyker, a caratterizzarne le abilità attive saranno le armi equipaggiate. In Inquisitor ogni classe non ha alcun vincolo per quanto riguarda l’equipaggiamento, la cui varietà è notevole e spazia tra numerose tipologie di spade, fucili laser, martelli, mitragliatrici e così via. Ciascuno di questi strumenti di morte, una volta equipaggiato, permette di attivare degli attacchi più o meno particolari, come una spazzata con la spada o un colpo di precisione con i fucili. Grazie alla possibilità di passare tra due preset con la semplice pressione di un tasto potremo studiare una build che renda letali in ogni situazione. La varietà d’equipaggiamento è a dir poco fondamentale, visto che le creature che si dovranno affrontare possono attaccare sia da vicino che da lontano. A venire in aiuto di chi gioca però c’è il sistema di coperture, che con la semplice pressione di un tasto dà modo al personaggio di accovacciarsi dietro un riparo e sporgersi solo per fare fuoco. Nessun luogo però è sicuro, visto che ogni singolo riparo può essere distrutto a suon di proiettili, esponendo così l’inquisitore al fuoco nemico e costringendolo a trovare un nuovo angolo da cui difendersi o di attaccare a testa bassa gettandosi nella mischia. Proprio come il sistema di coperture, anche il resto dei controlli è stato perfettamente adattato al controller, con il personaggio che aggancia automaticamente il nemico o l’obiettivo più vicino, che verrà evidenziato su schermo. In aggiunta c’è anche un sistema di lock-on sul bersaglio, ma la continua rotazione della telecamera intorno al nemico lo rende abbastanza scomodo. È inoltre possibile muovere liberamente la telecamera tramite l’utilizzo dello stick destro, che permette non solo di ruotarla ma anche di avvicinarla al protagonista.

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Dalla base operativa dell’inquisitore, nella quale sono presenti i vari NPC che fungono da mercanti, fabbri (in grado di personalizzare colore e materiali dell’equipaggiamento) e così via, è possibile accedere alle modalità PvP e coop. La prima consiste in scontri 1 contro 1 o 2 contro 2, mentre la seconda permette di gironzolare per il Settore Caligari in compagnia di altri 3 giocatori (o amici) all’interno di qualsiasi missione che non faccia parte della campagna. Di grande pregio la scelta degli sviluppatori di equilibrare le statistiche dei giocatori in base a quelle dell’host, in modo da non rendere la parte cooperativa frustrante per chi ha un livello troppo basso rispetto ai compagni. Il gioco permette anche di giocare in coop locale, ma il secondo giocatore non manterrà in alcun modo i progressi fatti. Per quanto riguarda l’equipaggiamento del proprio eroe, la gestione dell’inventario è molto semplice in quanto la raccolta di oro e oggetti avviene in automatico nel corso delle missioni. A differenza di altri titoli dello stesso genere, infatti, Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr presenta missioni singole all’interno delle quali non si può in alcun modo accedere all’inventario. Durante questi incarichi non si avrà quindi modo di controllare il bottino ottenuto, per farlo bisognerà necessariamente attendere la schermata finale, con tanto di punteggi. Tale meccanica risulta essere piuttosto scomoda in quanto costringe i giocatori a ritornare nell’hub centrale nel caso una nuova arma equipaggiata per la prima volta in una determinata missione non dovesse piacere particolarmente o non dovesse risultare efficace come si pensava. Gli stessi oggetti raccolti sono tutti piuttosto anonimi dal punto di vista estetico e anche quelli più rari non hanno una forte identità come, ad esempio, quelli presenti in un Diablo qualsiasi. Questo è un peccato perché l’ampissimo universo di gioco avrebbe consentito una vastissima possibilità in questo ambito. Tecnicamente parlando, Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr si difende molto bene su ogni fronte a patto che si apprezzino i videogame in stile Diablo. Colonna sonora originale ed effetti sono di buon livello, inoltre la direzione del sonoro è nel complesso di grande pregio. Anche il doppiaggio in lingua originale (inglese) è ben reso e in alcuni momenti riesce a immortalare i momenti di epicità come gli scontri contro i nemici e le mostruose creature che si parano dinanzi gli occhi di chi gioca. Graficamente parlando, poi, assistiamo ad un’ottima ricostruzione dello Space Hulk Martyr (da cui il titolo del gioco) intorno a cui ruota tutto l’interesse dell’inquisitore di cui si vestono i panni. Le indagini, tuttavia, non si limitano a far esplorare in lungo e in largo una delle più grandi navi monastero degli Space Marine dell’umanità. Il protagonista sarà chiamato ad esplorare una mappa del settore Caligari, una grande porzione galattica in cui decine di pianeti attendono le inquisitorie attenzioni di chi gioca. Insomma anche a livello di longevità Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr soddisfa le aspettative dei fan. Tirando le somme, il titolo rappresenterà sicuramente un prodotto imperdibile per gli appassionati del gioco da tavolo e per gli amanti del genere action-rpg. La semplicità dei comandi, dei menù e della gestione degli oggetti, poi, rappresenta un’ottima base di partenza per chi si volesse avvicinare al genere per la prima volta. Insomma, Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr, nonostante sia un videogame dedicato ad una precisa fetta di fruitori può rappresentare un ottimo inizio per scoprire la bellezza e la profondità di un universo assolutamente immenso e conosciuto da pochi.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8,5

 

Francesco Pellegrino Lise