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Wasteland 3, alla conquista del Colorado

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Wasteland 3 è il terzo capitolo della storica saga di giochi di ruolo a tema post-apocalittico. In questo episodio i giocatori dovranno esplorare le gelide distese del Colorado, una regione piena di pericoli e misteri popolata da molte fazioni in guerra perenne tra loro. Il titolo, disponibile su Pc, Xbox One e Ps4, è un’opera talmente densa di contenuti da lasciare letteralmente a bocca spalancata. Quanto imbastito da InXile Entertainment è qualcosa fuori scala, qualcosa che necessita di decine e decine di ore di gioco per scalfirne appena la superficie. Narrativa di livello, una scrittura efficace e, soprattutto, un mondo incredibilmente vivo e in continua evoluzione: tutto senza dimenticare un gameplay profondo e articolato. Chiunque avesse aspettative decisamente alte per il titolo, non rimarrà deluso da Wasteland 3 e troverà un’avventura dall’altissima qualità di fondo, capace di ammaliare i vecchi appassionati e, al contempo, rivisitare in chiave moderna diverse le classiche meccaniche di gioco. Ma andiamo ad esaminare il gioco più da vicino: le storie narrate in questo terzo capitolo della saga portano i giocatori in un’ambientazione diametralmente opposta alla calda Arizona, dove si svolgevano i precedenti episodi. In Wasteland 3, come già accennato ci si troverà a vivere e combattere in un ghiacciato quanto inospitale Colorado post-apocalittico, con i ranger che hanno risposto alla chiamata d’aiuto del Patriarca, un auto-proclamatosi sovrano dello Stato dal polso di ferro. Come qualsiasi padre dal carattere forte e con il tempo a disposizione risicato, sono i figli il grande problema del Patriarca, con la prole del dittatore che si è sparpagliata tra le gelide lande del Colorado a tramare per deporre il padre. Il compito di chi gioca sarà, quindi, quello di recuperare i figli fuggiaschi e riportarglieli. Questo è, però, solo il punto di partenza di Wasteland 3, infatti, il seguito delle vicende è completamente nelle mani dei giocatori e dipenderà da un’incredibile serie di scelte che bisognerà fare nel corso dell’avventura. Decisione dopo decisione, il mosaico narrativo di Wasteland 3 andrà a comporsi poco alla volta, portando chi si trova dinanzi lo schermo su strade diverse e, soprattutto, sempre giustificate da quello che è stato il cammino dei ranger. Ricordate, mai, come nell’ultima opera di InXile Entertainment, vi potrete sentire padroni del vostro destino, capaci di scelte in grado di segnare la sorte di intere cittadine e della vostra reputazione nel mondo di gioco. In Wasteland 3 ad ogni azione corrisponde una conseguenza, nulla deve essere lasciato al caso, ogni minima risposta od ogni più piccolo gesto può cambiare il corso della storia. Questo diventa estremamente chiaro quando, dopo ore di gioco, ci si ritrova dinanzi alle conseguenze di una scelta fatta tempo prima o quando ci si imbatte in un accampamento ormai decimato solo perché in precedenza non si è portata a termine una missione secondaria. In situazioni come queste, la potenza narrativa di Wasteland 3 emerge in tutta la sua magnificenza. La storia quindi viene vissuta come un libro appassionante che si sviluppa attorno alle scelte del lettore, un po’ come era con i “librigame” negli anni ‘80.

A livello narrativo, l’intreccio proposto non è solo un mero esercizio di stile, ma anche e soprattutto un racconto nudo e crudo, capace di sbattere in faccia al giocatore la realtà umana di un mondo post apocalittico. Folli, disperati, fanatici, succubi e potenti: il prodotto di InXile Entertainment è un turbine di sentimenti umani, un museo di personalità ed emozioni, un incredibile spaccato della psiche umana. Nelle decine di ore di gioco che bisognerà passare in compagnia del “Team November”, ossia la squadra di Desert Ranger protagonista di Wasteland 3, capiterà di imbattersi in personaggi e vicende di ogni tipo, che porteranno più volte a varcare il labile confine tra il bene e il male. Ergersi paladini della giustizia non è mai stato così difficile, ma ricordate, esiste sempre una via da percorrere. Ad aumentare poi ancor di più l’immedesimazione nelle lande ghiacciate del selvaggio Colorado è finalmente il doppiaggio, una caratteristica richiesta a gran voce dai fan e arrivata grazie all’apporto di capitali dovuto all’ingresso di InXile Entertainment negli Xbox Game Studios. Un doppiaggio, solamente in inglese ma di buonissima fattura, che è riservato anche al più insignificante dei dialoghi e che concorre a innalzare incredibilmente la fruibilità del titolo. Se non siete particolarmente a vostro agio con la lingua d’oltremanica, fate attenzione: non è solo il doppiaggio a essere in inglese in Wasteland 3, bensì l’intero gioco. Considerando quanto siano predominanti i testi scritti, si tratta quindi di un aspetto da tenere in grande considerazione se si è interessati all’acquisto. Altro aspetto determinante per l’immedesimazione è poi l’introduzione di una visuale frontale dei personaggi principali durante alcuni dialoghi. Un’interessante aggiunta, che riesce anch’essa a dare un qualcosa in più in più alla narrazione.

Quali che siano le decisioni prese, bisognerà sempre essere pronti a guidare gli uomini attraverso numerose battaglie, che, pur non essendo l’unico elemento fondante del gameplay, sono indubbiamente al centro dell’esperienza di gioco e impiegheranno molto del tempo di chi gioca nelle distese desolate dell’America post-apocalittica. A un primo sguardo, i combattimenti non sembrano molto diversi da quelli visti in Wasteland 2, tuttavia da subito si può notare una differenza significativa: se nel predecessore era l’iniziativa di ogni personaggio a determinare l’ordine della battaglia, adesso durante il proprio turno ogni schieramento controlla i propri personaggi, l’uno dopo l’altro, per poi cedere l’azione alla fazione opposta. Quando il pallino del gioco è in mano al giocatore, si potranno posizionare i ranger sul campo di battaglia, usare le loro abilità o semplicemente attaccare gli avversari, ma anche muoverli con più cautela facendoli riparare dietro una copertura che offre protezione dagli attacchi nemici, risparmiare punti azione (la “valuta” con cui si “paga” ogni mossa sul campo di battaglia, dal movimento all’uso delle armi) per poi utilizzarli al turno successivo per avere a disposizione un attacco in più, preparare un agguato per i nemici che dovessero entrare nel raggio di tiro e così via. Le opzioni tattiche sono numerose e regalano combattimenti sempre intensi e soddisfacenti, con un adeguato grado di complessità ma senza essere del tutto inaccessibili per i giocatori meno esperti. Ci sono tante classi di armi, ognuna con proprietà diverse, oggetti rapidi che spaziano dai medikit, ai farmaci per potenziarsi temporaneamente in battaglia, oltre alle immancabili granate, è possibile pure usare le proprie abilità per hackerare torrette e droni e rivoltarli contro i loro padroni, o ancora usare la propria affinità con gli animali per fare la stessa cosa con le bestie e le creature del Colorado. Insomma, i modi con cui giungere al trionfo non mancano di certo. Inoltre, è molto importante sfruttare la conformità del terreno a proprio vantaggio, ripararsi dietro le coperture e posizionare i propri soldati nel modo migliore, senza lasciarli troppo scoperti e garantendosi una buona linea di tiro. È anche importante, soprattutto quando si fronteggiano gruppi di mutanti o di razziatori sanguinari, assicurarsi di essere i primi ad attaccare, così da guadagnare l’iniziativa e ottenere un vantaggio che può talvolta risultare decisivo, potendo sfoltire per bene i nemici prima ancora che possano reagire, tattica che risulta particolarmente utile se la difficoltà è impostata su “difficile”. Non è sempre possibile fare agguati ai propri nemici, in alcuni casi perché la battaglia parte dopo una conversazione, magari a causa di una decisione o di alcune parole di troppo, altre volte perché si viene individuati dai nemici e dobbiamo quindi concedere loro il primo turno. Esiste poi anche la possibilità di evitare alcuni scontri, ma il sistema di stealth, se così lo vogliamo chiamare, implementato dagli sviluppatori è molto basilare e purtroppo non molto appagante quanto gli scontri a fuoco. Inoltre, evitare il combattimento non dà alcun vantaggio, anzi vuol dire perdere molti preziosi punti esperienza, oltre al bottino che si può raccogliere dai cadaveri nemici. Prima di passare oltre, un piccolo appunto sul livello di sfida che ci si può aspettare da Wasteland 3: noi abbiamo impostati la difficoltà su difficile e ritengo sia la scelta migliore per chi ha un po’ di esperienza col genere e vuole essere messo almeno un po’ alla prova dagli scontri coi nemici, anche perché a normale si ha vita facile ed è quindi la modalità adatta per i giocatori meno esperti, o per quelli che non amano le battaglie a turni e non vogliono faticare troppo.

https://www.youtube.com/watch?v=gkD83u94_54

Naturalmente, in un gioco di ruolo profondo e ben strutturato come Wasteland 3 i combattimenti non sono l’unica attività su cui investire il proprio tempo. Fin da subito, in fase di creazione dei personaggi, bisognerà avere a che fare con tanti parametri da tenere sott’occhio e gestire, con ben sette attributi principali, numerose abilità e talenti speciali da scegliere e sviluppare ad ogni passaggio di livello. Ognuno di questi regola l’efficacia di ogni personaggio in sede di combattimento e nei diversi aspetti della vita di un ranger: ci si potrà concentrare soprattutto sui fucili da cecchino o sull’intimidazione, o sugli esplosivi, sulla leadership, oppure ancora sull’hacking. Quello che non è possibile fare è creare un personaggio che sia in grado di svolgere ogni compito alla perfezione, quindi l’opzione migliore è di specializzare ogni membro della propria squadra in abilità diverse e tra loro complementari, così da poter affrontare al meglio ogni situazione e aprirsi diverse possibilità interessanti, che possono sfociare in alcuni casi in strade e percorsi narrativi durante l’esplorazione. A proposito dell’esplorazione, è importante sottolineare che Wasteland 3 lascia sempre una certa libertà al giocatore: terminato il breve prologo, si avrà subito a disposizione una base a cui fare ritorno ogni volta che si vuole e un veicolo corazzato con cui spostarsi per il Colorado in completa libertà, pur se alcune zone possono richiedere qualche potenziamento per la propria vettura. La struttura è grosso modo quella del predecessore, con una mappa del mondo un po’ stilizzata in cui ci si può muovere liberamente, con la possibilità di scoprire bottini inaspettati ma anche il rischio di subire agguati improvvisi, e in cui trovano spazio diverse location che si possono esplorare poi meglio anche a piedi. Ed è proprio in queste zone che si passerà la maggior parte del tempo, in quanto sono i luoghi in cui si svolgono un po’ tutte le attività principali del gameplay, dai dialoghi con i personaggi, ai combattimenti, gli acquisti dai negozi e così via. Le location che si potranno visitare non sono molto grandi, e purtroppo ci sono anche frequenti caricamenti nel passaggio da un livello all’altro, ma contengono comunque diversi segreti da scoprire che vanno a premiare i giocatori più attenti… e quelli che hanno investito su alcune particolari abilità, dato che è impossibile scoprire ogni singolo contenuto di gioco nella stessa partita.

Ovviamente Wasteland 3 non è un titolo esente da problemi: ad esempio, il log delle missioni, dove sono racchiuse tutte le quest in cui si siamo imbattuti durante la nostra prova, non riesce infatti a tenere il passo delle vicende e più di una volta non abbiamo trovato registrato qualche progresso che avevamo invece raggiunto. La gestione dell’inventario, inoltre, avrebbe potuto essere migliorata e allo stato attuale risulta confusionaria e poco pratica. L’aspetto più fastidioso, per quanto non eccessivamente negativo, che abbiamo riscontrato è però quello relativo all’obbligo di avere tutti i personaggi sul medesimo punto per cambiare zona. Il che, ci teniamo a dirlo, non è per forza di cose un male, ma, considerando come più volte ci siamo trovati a lasciare erroneamente indietro un ranger a causa di un sistema di selezione talvolta impreciso, alla lunga il tutto diventa parecchio fastidioso, costringendo ad attendere per decine di secondi che anche gli ultimi personaggi raggiungano il punto in questione. A quanto detto fino ad ora si vanno infine ad aggiungere dei caricamenti lunghissimi. Per il resto, il lato tecnico è comunque riuscito e sebbene non riesca a competere con titoli di altri generi, i risultati del budget aggiuntivo concesso a questo terzo episodio sono piuttosto evidenti. Una menzione di onore deve essere fatta poi sia alle sorprendenti scelte stilistiche e artistiche di alcune zone o fazioni, sia alla colonna sonora, che si è rivelata di ottima fattura e decisamente azzeccata. Peccato solo per qualche calo di framerate in alcune zone, soprattutto a Denver, ma si tratta di un difetto che, siamo sicuri, verrà corretto già con le prime patch. Tirando le somme, nonostante alcune incertezze tecniche da risolvere con qualche patch, Wasteland 3 è un gioco di ruolo di qualità, capace di offrire ore e ore di missioni ricche di scelte e trasportare i giocatori in un contesto pericoloso quanto affascinante. Non è perfetto, ma se cercate un GdR dal sapore “old school” che mescoli sapientemente dialoghi, scelte e tanti combattimenti tattici a turni è il prodotto che fa per voi. Mettetevi alla prova nelle terre selvagge del Colorado e siamo certi che resterete stupiti dall’esperienza di gioco.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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