Danni alle aziende di Stato e un innesco di denunce nei tribunali nazionali. Il documento svela come l’accordo tenderà a limitare gravemente le aziende statali. Sono in grado di vedere porzioni del testo anche se segreto, le grandi aziende mondiali, generando una potente lobby di apportare modifiche a favore di questi gruppi
di Cinzia marchigiani
Wikileak in data 29 luglio 2015 pubblica sul proprio sito la lettera segreta dall'accordo Trans-Pacific Partnership (TPP o TPPA) riunione ministeriale nel dicembre 2013 insieme a una vasta analisi degli esperti del documento.
Contenuto del documento. La lettera indica la privatizzazione e la strategia di globalizzazione di ampio respiro nell'ambito dell'accordo che tende a limitare gravemente "imprese statali" (SOE). Anche un’azienda statale SOE che esiste per espletare una funzione pubblica ma trascurata dal mercato o che ha un monopolio naturale sarebbe comunque costretta ad agire "sulla base di considerazioni commerciali" e sarebbe vietato discriminare a favore delle imprese locali in acquisti e vendite. Le società straniere potrebbero citare le aziende di Stato nei tribunali nazionali per i danni percepiti dalle restrizioni del TPP, e i paesi potrebbero anche essere citati in giudizio da parte di altri paesi TPP, o da società private di questi paesi. I Paesi in via di sviluppo come il Vietnam, che impiega un gran numero di aziende di Stato come parte della sua infrastruttura economica, sarebbero più colpiti. SOE continuano a svolgere funzioni pubbliche vitali anche i paesi più privatizzati, come il Canada e l'Australia. Un trattato tutto segreto, in mano a poche persone. Il documento spiega come il TPP è il più grande accordo commerciale economico del mondo e, se entrerà in vigore, comprendererà oltre il 40 per cento del PIL mondiale. Nonostante i suoi effetti ad ampio raggio sulla popolazione mondiale, il TPP è attualmente in fase di negoziazione in totale segretezza da 12 paesi. Poche persone, anche all'interno dei governi dei paesi negoziali, hanno accesso al testo integrale del progetto di accordo, e il pubblico – che interesserà più – del tutto assenti. Le grandi aziende, tuttavia, sono in grado di vedere porzioni del testo, generando una potente lobby di apportare modifiche a favore di questi gruppi e portando via di sviluppo ridotti forza, mentre il grande pubblico non ne ha accesso e alcuna informazione.
Il TPP è parte del pacchetto mega-trattato TPP-Tisa-TTIP, che coinvolgeranno i più di due terzi del PIL mondiale. WikiLeaks 'editore, Julian Assange, ha dichiarato: "Il TPP erige un sistema economico concepito a vantaggio le più grandi società transnazionali. In questa perdita vediamo gli effetti radicali il TPP avrà, non solo sui paesi in via di sviluppo, ma sugli stati molto vicino al centro del sistema occidentale. Se vogliamo ristrutturare le nostre società in un blocco giuridico ed economico ultra-neoliberista che durerà per i prossimi 50 anni, allora questo dovrebbe essere detto in modo aperto e dibattuto. " Secondo il testo della lettera, "la maggior parte dei paesi TPP fronte agli obblighi con quelle aziende che possono variare le utenze, fornitori di telecomunicazioni, aziende minerarie, imprese di investimento che vanno oltre gli obblighi esistenti stabilito negli accordi di libero scambio e dell'Organizzazione mondiale del commercio”.
L’obiettivo è raggiungere entro il 31 ottobre, le 50.000 firme
“Andiamo tutti a firmare per riportare benessere e dignità a tutti gli italiani.” Vengono dal cuore le parole della “Madrina” di questa iniziativa, l’attrice ed icona della cultura e della bellezza italiana, Maria Grazia Cucinotta che è da sempre donna impegnata nel sociale ed in difesa dei più deboli.
Si è tenuta a Roma all’hotel Hive la conferenza stampa di presentazione della Proposta di Legge di Iniziativa Popolare promossa dal Comitato Stiamo Uniti costituito da Adusbef, Anildd, Codacons, Comitato dei 500 e Unione Popolare. Donne, uomini, professionisti, imprenditori senza sponsor politici o partiti, mossi soltanto dall’unico desiderio di recuperare importanti risorse economiche dei cittadini italiani e ridistribuirle con mirati programmi di intervento alle fasce più deboli della società e per diminuire le tasse.
L’obiettivo è raggiungere entro il 31 ottobre, le 50.000 firme necessarie per far approdare in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata al taglio di 500 miliardi di “Sprechi e di Malapolitica”. “Siamo in un baratro così forte che l’attuale situazione economico politica del nostro rischia di non permettere più di poter concedere aiuti concreti alle famiglie”, ha dichiarato nel suo intervento l’architetto Roberto Mezzaroma, già parlamentare europeo ed uno dei “motori attivi” di questo comitato. “Questa proposta popolare punta – ha poi concluso nel suo intervento – a ridare fiducia al nostro Paese permettendogli di riacquistare una credibilità economica che il forte debito pubblica mina ormai da decenni”.
“Una iniziativa che nasce dal basso, dalle necessità dei cittadini italiani – queste le parole di Maria di Prato imprenditrice con alle spalle due referendum, rispettivamente uno contro il finanziamento pubblico ai partiti con Unione Popolare e l’altro per ridurre gli stipendi ai parlamentari – che ha come obiettivo quello di sanare tante situazioni che creano e diffondono nel nostro Paese Sprechi e Malagestione delle tante risorse economiche prodotte dai cittadini italiani”.
Con loro, il professor Salvatore Sfrecola, già Magistrato della Corte dei Conti ed attuale Presidente dell’Associazione Italiana Giuristi di Amministrazione, che ha lanciato l’iniziativa dell’Osservatorio di controllo e monitoraggio degli sprechi nella PA, il professor Antonio Gambino che ha tenuto una interessante relazione su temi finanziari italiani e di respiro internazionale, la dottoressa Barbara Mezzaroma, imprenditrice edile che ha denunciato la mafia di Ostia, non scendendo a patti con i criminali e ha esortato ad avere coraggio per portare avanti iniziative come quella della raccolta firme. È intervenuto anche Gianluca di Ascenzo, Presidente del Codacons, sottolineando che questa iniziativa è importante perché mirata anche alla difesa e tutela dei diritti di utenti e consumatori e l’avvocato Evandro Senatra, presidente del Comitato promotore.
Tra i presenti anche Lombardia Civica che ha spiegato le ragioni del suo sostegno ed ha annunciato una serie di banchetti itineranti in tutta la Lombardia per la raccolta delle firme.
Una proposta che punta a far rinascere la fiducia e la speranza partendo dalla volontà stessa dei cittadini italiani desiderosi, ormai da troppo tempo, di ritrovare un paese meritocratico, capace di investire nelle proprie ricchezze e, soprattutto, scevro da ogni “spreco e malagestione”.
Fratelli d’Italia aperta al dialogo, ma Tajani avverte: “Nessuna tassa imposta dall’alto”
Il Ministero dell’Economia sta valutando l’ipotesi di introdurre un prelievo “solidale” una tantum, applicabile sugli extraprofitti realizzati negli ultimi 12-24 mesi da banche, assicurazioni e aziende del settore energetico. La misura, che prevede un contributo dell’1% o del 2%, potrebbe servire a reperire le risorse necessarie per la prossima manovra economica del governo. Tuttavia, la proposta ha già scatenato un acceso dibattito all’interno della maggioranza, con Forza Italia che si oppone fermamente a qualsiasi forma di tassazione aggiuntiva.
La proposta del prelievo solidale
L’idea di un prelievo solidale nasce dalla necessità di trovare fondi per sostenere le famiglie e le imprese italiane in un contesto economico incerto. Il contributo, calcolato sui profitti generati negli ultimi due anni da banche e aziende energetiche, verrebbe realizzato in un’ottica di cooperazione e confronto tra il governo e i settori interessati.
Nonostante la misura sia ancora in fase di valutazione, il presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato (Fratelli d’Italia), ha dichiarato che non si tratta di un intervento punitivo. Al contrario, Osnato ha sottolineato come molte banche si siano già dimostrate disponibili a collaborare. “Se il governo dovesse avere bisogno di più risorse per intervenire su famiglie e imprese, ci sarebbe anche questa possibilità”, ha spiegato Osnato, aggiungendo che la misura potrebbe essere vantaggiosa anche per gli istituti bancari, poiché contribuirebbe a rafforzare il potere d’acquisto delle persone.
La posizione di Forza Italia
Tuttavia, Forza Italia si è schierata contro l’idea di una nuova tassa sugli extraprofitti. Il leader del partito, Antonio Tajani, ha ribadito la linea del partito, spiegando che la formazione azzurra non voterà alcuna tassazione imposta dall’alto. “Abbiamo sempre detto no alle tasse sugli extraprofitti delle banche,” ha dichiarato Tajani, specificando che un prelievo del genere danneggerebbe la credibilità del Paese e le piccole realtà locali, come le banche cooperative.
Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha espresso ulteriori preoccupazioni per le reazioni dei mercati finanziari, sostenendo che una tassa retroattiva sui profitti potrebbe creare instabilità economica. Barelli ha sottolineato che Forza Italia preferisce misure concertate con il sistema bancario, che già contribuisce alla stabilità economica del Paese.
Le tensioni nella maggioranza
La proposta del prelievo solidale sta generando una spaccatura all’interno della coalizione di governo. Mentre Fratelli d’Italia vede la misura come una possibile soluzione per reperire fondi necessari, Forza Italia si oppone categoricamente, mettendo in discussione l’efficacia e l’opportunità di un simile intervento. Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia, ha definito l’idea di una tassa sugli extraprofitti come una distorsione del mercato, ribadendo che il suo partito è contrario a qualunque tipo di intervento statale in questa direzione.
Nonostante le divergenze, all’interno della maggioranza si respira ancora un certo ottimismo. Secondo Marco Osnato, la decisione definitiva sarà presa solo una volta chiarite le necessità finanziarie del governo. Per ora, la discussione è aperta, ma resta da vedere se sarà possibile trovare un compromesso tra le diverse forze politiche.
l Belpaese domina il settore della cantieristica nautica e diventa punto di riferimento per la formazione di professionisti specializzati. Nicola Carbonara: “Innovazione, lusso e design sono il futuro.”
L’Italia si conferma leader mondiale nella produzione di superyacht, con una quota di mercato che sfiora il 54%. Durante il Cannes Yachting Festival, in corso dal 10 al 15 settembre, i riflettori sono puntati sui grandi cantieri italiani, che rappresentano il cuore dell’industria nautica di lusso. Con un fatturato di 4,4 miliardi di euro, la cantieristica italiana continua a crescere, dimostrando la sua eccellenza sia nel design che nella qualità.
Nicola Carbonara, imprenditore e fondatore dell’IET – Istituto Europeo del Turismo e di altri enti formativi, ha partecipato al festival, sottolineando l’importanza di una formazione di alto livello per mantenere questo primato. “La richiesta di personale qualificato come hostess, steward e marinai è altissima e ancora insoddisfatta”, ha affermato Carbonara. I suoi istituti sono ormai un punto di riferimento internazionale per chi desidera una carriera nel settore della nautica di lusso.
Secondo l’imprenditore, la ripresa post-Covid del settore è evidente: “Il mercato ha finalmente superato lo stallo e vediamo un ritorno alla produzione a pieno ritmo, sia per le nuove imbarcazioni che per l’usato”. Il focus oggi è su yacht sempre più grandi, dotati delle più avanzate tecnologie, in cui il design si spinge verso l’idea di vere e proprie ville galleggianti.
L’Italia non è solo una potenza produttiva, ma anche un faro per la formazione dei professionisti che lavorano a bordo di queste imbarcazioni. Con la crescita continua del settore, investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze rimane fondamentale per consolidare la leadership mondiale.