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Wo Long: Fallen Dynasty, il soulslike ambientato nella Cina medievale

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Wo Long: Fallen Dynasty, la nuova avventura d’azione di Team Ninja, è un titolo veramente difficile da valutare. Gli sviluppatori dietro questo dramma fantasy cinese mescolano molti elementi interessanti che danno vita a un’avventura complessa, sicuramente non esente da difetti, ma che nel complesso riesce a nostro avviso nel suo intento, ossia garantire una sfida adeguata a tutti quei giocatori che vogliono mettersi alla prova con combattimenti complicati. Wo Long: Fallen Dynasty è ambientato nel 184 d.C., un periodo che vide la Cina impegnata con la rivolta dei Turbanti Gialli. Si tratta di un evento a livello storico molto importante, cruciale per la dinastia Han, che vide il proprio declino iniziare a terminare in quella rivolta che venne sì repressa, ma che permise all’epoca dei Tre Regni di iniziare e fiorire. A far scattare la scintilla fu la rivolta dei contadini che decisero di ribellarsi al potere: erano circa 300.000 di loro e pretendevano che venisse instaurato un regime egualitario, annullando quel mandato del cielo che aveva messo la famiglia Han al governo. La rivolta riuscì a estendersi in tutta la Cina, coinvolgendo l’intera nazione e cambiando per sempre la storia del popolo cinese negli anni a venire. L’evento vide come protagonisti numerosi soldati che fecero la storia della Cina e che Wo Long celebra riportandoli in vita, in una forma più epica e molto più videoludica, con l’intento di dare loro il giusto peso che meritano nella storia: parliamo di Cao Cao, nonché di Zhang Jiao, fino all’eremita Hong Jing, tutti pronti a fornire supporto in battaglia e fare in modo che l’intervento del protagonista possa essere finalizzato al debellare una piaga che Team Ninja ha deciso di proporre all’interno del costrutto narrativo: dei demoni nati dall’Elisir, una droga che è stata capace di dare dei poteri sovrumani a chi decide di assumerla. Va da sé che ci troviamo dinanzi a un pretesto narrativo che non fa dell’intreccio narrativo la parte più interessante: Wo Long infatti ha nel gameplay la propria forza, la propria prestanza, la propria unicità. Wo Long: Fallen Dynasty, come detto, basa la sua esperienza sul gameplay e sul combat system. Nelle circa venti ore impiegate per portare a termine la main quest, quindi senza prendere in considerazione tutte le missioni secondarie abbiamo imparato a padroneggiare le novità che Team Ninja ha inserito nel suo ultimo titolo. Partiamo col dire che la continuità con Nioh è visibile, sia in quelle che sono le armi proposte, tanto per il ritmo del combattimento, spesso aggressivo e quasi sempre non votato alla riflessività, se non all’inizio.

Il proprio alter ego virtuale, personalizzabile in tutto e per tutto grazie a un editor profondissimo e attento a ogni minimo dettaglio della corporatura, dopo ogni uccisione raccoglierà della Forza Vitale che gli permetterà di aumentare di livello: al posto dei consueti templi di Nioh e falò di Dark Souls, in Wo Long si hanno a disposizione delle bandiere presso le quali andare a gestire il proprio inventario, ricaricare le fiaschette della vita ma soprattutto sviluppare il proprio level-up. La build si costituisce di 5 elementi a seconda delle proprie esigenze e al modo in cui si vuole approcciare il combattimento: ognuno di essi è legato a uno specifico elemento naturale e richiameranno delle caratteristiche peculiari degli scontri. Il fuoco ad esempio incrementerà il danno, la roccia invece la difesa, l’acqua la capacità di essere furtivi, permettendovi di andare a personalizzare tutti gli aspetti e l’approccio alla sfida da parte vostra. Nella build che abbiamo creato, ci siamo resi conto di quanto l’acqua potesse essere messa in disparte. Le fasi stealth, infatti, ci sono sembrate davvero troppo approssimative, spogliate di qualsivoglia interazione con l’ambiente e banalizzate da un cono visivo degli avversari a dir poco incomprensibile. Ciò che abbiamo potuto apprezzare, invece, riguarda l’utilizzo delle magie, utile non solo per la varietà offerta, ma anche per essersi rivelate fondamentali negli scontri più ostici andando a ridurre la barra della crisi. Così come accadeva in Nioh ogni avversario oltre alla barra della vita possiede anche una seconda barra, lo Spirito, che una volta riempita lo porterà a concedere una breve finestra per un attacco letale, che infligge un ammontare di danni notevole: questo accade sia per i boss che per gli avversari standard. Per andare a ridurre l’ampiezza di questa seconda barra ci si può affidare alle magie elementali, così da andare a ridurre centimetri importanti al fine di infliggere, poi, il danno massimo possibile. Al di là di questo aspetto, sono molto utili molte magie non solo di attacco, ma anche pronte a garantirvi dei perk delle statistiche, oltre che delle evocazioni, per quanto queste siano molto confusionarie e non abbastanza godibili dal punto di vista estetico. Ciò Da sottolineare l’ottimo lavoro svolto per le armi da usare durante gli scontri. In Wo Long non ci sono bocche di fuoco a disposizione, ma soltanto lame o martelli da attacchi melee, oltre ovviamente a qualche soluzione dalla distanza come pugnali, archi e balestre. Con 13 tipi di armi a disposizione una volta che si è trovata quella più congeniale al proprio stile di gioco sarà difficile che separarsene, proprio come accadeva in Nioh, dove poi l’aumento delle statistiche presso un fabbro vi avrebbe portato ad affezionarvi troppo a quella scelta compiuta, non separandovene più. Sull’aspetto delle armi a disposizione, tra l’altro, Team Ninja ricade in quello che era un problema già affrontato con i precedenti loro titoli: ossia la quantità di loot generato veramente enorme, tutto pronto per essere cestinato a dovere nel momento più opportuno.

Altro aspetto chiave da tener presente in Wo Long è il poter deviare gli attacchi avversari. Davvero fondamentale nella prima boss battle, la cui difficoltà è stranamente più alta di tutto ciò che si potrà trovare subito dopo e nelle ore successive. In sostanza si tratta di indovinare il giusto timing per poter deflettere qualsiasi attacco avversario, anche quelli letali, e guadagnare una finestra di contrattacco tale da permettere al giocatore di infliggere una buona dose di danni, non solo agli HP ma anche allo Spirito. Questa appena descritta rappresenta la più affascinante delle feature da combattimento di Wo Long e quella che bisogna senz’ombra di dubbio imparare a padroneggiare così da diventare in poco tempo infallibili negli scontri e pronti a evitare qualsiasi attacco avversario. Inoltre, dal punto di vista registico sia il deviare che l’affondare con un colpo letale sono gradevoli da vedere e danno non poche soddisfazioni mentre si eseguono. Lungo il cammino del protagonista si avrà la possibilità di scontrarsi con ciò che rappresenta un altro elemento di focale importanza nelle produzioni di Team Ninja: i demoni. Se in Nioh era tutto stracolmo di entità sovrannaturali, in Wo Long nessuno ha deciso di trattenersi. Al di là dei soldati che si trovano all’inizio, poi si cede il passo a entità la cui creazione è talmente pittoresca da rendere difficile la descrizione: alcuni sembreranno dei troll provenienti dalla tradizione asiatica, altri invece delle viverne munite di zampe da ragno, pronti a scagliarsi contro il giocatore come se fosse carne da macello. La varietà stilistica è davvero alta, così come è di fino la costruzione dei vari ambienti, che offrono un level design sempre molto accorto e denso di strade secondarie da andare a sviscerare per il canonico farming, mai inutile in questi contesti.

La meccanica che sicuramente farà più piacere a chi incontra difficoltà nell’affrontare i nemici più ostici è quella legata ai Rinforzi. Tutti i guerrieri che si possono incontrare nel corso del viaggio riusciranno a dar man forte al protagonista, fino a un massimo di due unità, ogni volta se ne avrà bisogno. A loro si può impartire l’ordine di lanciarsi all’assalto, usandoli sia come arieti di sfondamento che come esche, o di seguire i movimenti del giocatore, fino a poterli resuscitare entro un determinato lasso di tempo, pena la loro sparizione dal campo di battaglia. A loro è legato anche un sistema di level-up, basato sul sistema del giuramento, in grado di aumentare a seconda del tempo trascorso insieme a combattere e ai danni inflitti agli avversari. Più sarà alto il livello di giuramento che intercorre tra giocatore e combattente controllato dall’ IA più saranno i benefici in battaglia ottenuti. Altra novità di Wo Long è quella legata al Morale, una unità di misura che viene azzerata all’inizio di ogni missione e che può raggiungere il valore di 25 come massimo. Più alto sarà il morale e più saranno possenti gli attacchi: per questo la chiave di ogni vittoria sarà quella di accumulare quanti più punti possibili evitando di perderne morendo. Cercare le bandiere dove riposare, nonché quelle secondarie che serviranno solo come checkpoint, permetterà di andare a rimpinguare questo valore che in battaglia riveste un ruolo chiave. Per quello che concerne l’aspetto tecnico, Wo Long permette di scegliere tra due diverse modalità di gioco: quella che favorisce la fluidità e quella che invece esalta la qualità visiva. Durante la nostra prova su Xbox Series X abbiamo preferito la prima, per poter godere dei 60fps in funzione di quel ritmo sempre molto forsennato che richiede Wo Long: ciò che possiamo dirvi è che per quanto l’estetica di gioco sia affascinante, tecnicamente il titolo non brilla, ma anzi, a tratti sembra un titolo di qualche anno fa. Nessun passo in avanti clamoroso, né nei dettagli, né dell’utilizzo del sistema di illuminazione, anzi abbiamo notato anche un pop-up degli asset sul lungo raggio che distrugge un po’ la magia dell’esplorazione. Tirando le somme, Se siete alla ricerca di un Soulslike dall’alto tasso di sfida, che possa offrirvi una sfida esaltante e che non possegga necessariamente uno stile grafico all’avanguardia allora Wo Long è senza ombra di dubbio quello che fa per voi. Disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, il titolo offre una grande rigiocabilità e una sfida assolutamente alta per coloro i quali amano mettersi alla prova.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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