ZAGAROLO BIOGAS: ALLARME SALUTE, SORGENTI E AGRICOLTURA A RISCHIO

di Cinzia Marchegiani

Il silenzio lascia sempre dubbi amletici. Anche a Zagarolo tutto tace nelle stanze dell’amministrazione e nei comunicati istituzionali “assenti” in merito alla centrale a biogas che sorgerà, non solo metaforicamente, a due passi da Valle Martella con i suoi 5000 abitanti. Un piano industriale di certo molto discusso, che ha sollevato molteplici problematiche e interrogativi sugli impatti ambientali e della salute pubblica tali da produrre una mozione e un’interrogazione importanti alla Regione Lazio.

Se Zagarolo, con la sua giunta sembra restare in silenzio, dai gruppi consiliari NCD e Forza Italia, è stata inoltrata, lo scorso 24 marzo, la mozione indirizzata al Sindaco Paniccia, al presidente del Consiglio Roberto Sesto e all’Assessore all’Ambiente, Giacomo Vernini. Così i consiglieri d’opposizione, Marco Bonini e Michelino Conti, richiamano all’attenzione i destinatari del documento in virtù delle notizie che sono state diramate esclusivamente dagli organi di stampa.

Con un sunto abbastanza severo, il documento presentato ricorda il processo chimico industriale della fermentazione anaerobica batterica con cui la centrale a biogas decomporrebbe i residui dei rifiuti umidi provenienti dai vegetali in decomposizione, dalle carcasse in putrescenza, dai liquami zootecnici o fanghi di depurazione (anche industriali?) e scarti dell’agro-industria per produrre gas combustibile. In tale direzione vengono poste riflessioni importanti riguardo la salute pubblica degli abitanti nella zona di Via Prenestina, Acqua Traversa e Valle Martella che, proprio per la loro vicinanza al sito industriale, sono i primi a rispondere dei possibili effetti nefasti derivanti non solo dalle esalazioni della centrale.

Non secondario il dato oggettivo e il motivo della mozione sono l’immobilismo di un Consiglio straordinario, convocato dal Comune di Gallicano nel Lazio come pubblica assemblea lo scorso 30 gennaio, annullato e posticipato ancora a data incerta, sono le numerose assemblee d’informazione di associazioni e comitati costituitesi per la difesa del territorio, petizioni on-line, meet-up di dibattito e persino la fiaccolata contro la stessa centrale a biogas che la notte dello scorso 14 marzo ha illuminato il corso principale di Gallicano nel Lazio. La partecipazione attiva dei cittadini di tutti i comuni limitrofi sembrano rimbalzare su un muro di gomma, la comunicazione e informazione ad oggi è totalmente abbandonata allo spirito d’iniziativa squisitamente personale.
I Consiglieri d’opposizione, fanno presente i numerosi studi che hanno messo in evidenza, oltre le problematiche dell’inquinamento atmosferico, un ulteriore e preoccupante svantaggio emerso negli ultimi anni, noto sin dalla fine degli anni ’90, cioè l’incapacità dei biodigestori di neutralizzare completamente i batteri presenti, in particolare quelli termoresistenti, come i clostridi, che presenti nello scarto dei digestori (digesto) è successivamente smaltito nei terreni come fertilizzante.
Il quadro esposto con la mozione non del tutto rassicurante, oltre i possibili risvolti per la salute dei cittadini e della salubrità del territorio, redige vincoli e condizioni non secondari, che sembrano non essere stati sufficientemente affrontati. Si legge:

1. l’area interessata risulta paesaggio agrario di rilevante valore;
2. l’area rientra nell’ambito vincolato come “ Area identitaria dell’Agro Tiburtino-Prenestini (PTPR Tavola B) e parco archeologico (PTOR Tavola C);
3. l’area è attraversata dal percorso panoramico storici della Via Prenestina Antica;
4. l’area si trova in zona di salvaguardia delle sorgenti Acqua Vergine, Torre Angela, Finocchio, Pantano Borghese;
5. l’agricoltura, i capi di bestiame e di riflesso anche i cittadini potrebbero subirne le conseguenze negative legate alle nano particelle sprigionate nell’aria;
6. secondo le linee guida l’approvazione di tali impianti non bisogna essere in prossimità di zone con certificazioni BIO, DOC, DOCG, terreni adibiti ad uso civico ecc (sulla zona è pendente presso il commissariato degli Usi Civici il suo riconoscimento da parte dell’Università Agraria di Gallicano nel Lazio);
7. in quanto l’area è i prossimità di rilevanti scoperte archeologiche di età romana e pre-romana (Ponte Sodo, Fosso di Passerano, Necropoli di Corcolle, l’Antica Gabi);
8. perchè temiamo che l’impianto, sorgendo nella Tenuta di Passerano, in futuro possa diventare luogo di stoccaggio di rifiuti alimentari e agricoli per alimentare la centrale con la possibilità di un ulteriore ampliamento;
9. l’area abitata più prossima all’impianto è a soli 400 metri di distanza (Valle Martella).

La mozione in merito alle conseguenze di un impianto industriale sicuramente è in ad adiuvandum alla mozioni e interrogazione inoltrate alla Regione Lazio e altri destinatari ministeriali. I gruppi consiliari proponenti, NCD e Forza Italia congiuntamente ai firmatari alla petizione on-line, chiedono un atto deliberativo dal quale si evinca l’impegno dell’amministrazione di Zagarolo a manifestare la propria contrarietà alla realizzazione della centrale a biogas di Gallicano nel Lazio, invocano il “principio di precauzione” e “l’acquisizione di ulteriori e neutrali pareri scientifici e sanitari”, in considerazione dei possibili danni che tale struttura potrebbe causare al patrimonio ambientale, archeologico, agricolo e idrogeologico nonché alla qualità della vita e soprattutto dei cittadini.

Un atto dovuto per i cittadini di Zagarolo. In questo caso si può affermare che “il silenzio non è d’oro!!”

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