M5s, reddito di cittadinanza?: alla Stampa Estera il professor Domenico De Masi chiarisce il grande equivoco

Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno commissionato tempo fa al prof. Domenico De Masi, sociologo del lavoro, tra i più stimati accademici italiani in materia di occupazione, una ricerca, dal titolo “Lavoro 2025”, sul probabile futuro e prospettive del mondo lavorativo in Italia. Ne è nato un rapporto di oltre 300 pagine che Luigi Di Maio ha descritto come “la prospettiva sulla quale il Movimento intende sviluppare il proprio programma sul lavoro”.

Recentemente, De Masi ha incontrato i soci della Stampa Estera a Roma

In tale circostanza ha avuto luogo un interessante dibattito e confronto sulle tematiche più attuali nella vita politica e sociale italiana, connesse anche all’interesse derivante dal successo elettorale di un Movimento che, in meno di 10 anni, è salito alla ribalta ed alle leve di governo di molte istituzioni italiane. In particolare, molti interrogativi sono stati posti dai giornalisti sui contenuti del cosiddetto ‘reddito di cittadinanza’ che costituisce uno dei punti chiave del programma politico del M5S.

Tuttavia, De masi ha chiarito come la sua proposta differisca sostanzialmente da quella del Movimento, che sarebbe più esatto definire ‘reddito d’inclusione’

Ma questo intervento di sostegno al reddito ed alla ricerca di un’occupazione in Italia si scontra contro l’obsolescenza delle infrastrutture che dovrebbero aiutare nella ricerca del lavoro per cui, stante i criteri che dovrebbero guidare la misura proposta dai 5S, la sua realizzazione diventerebbe estremamente difficile, mentre i bisognosi non possono aspettare anni che siano riformati e resi utili i centri per l’impiego ed analoghe istituzioni. Per ovviare a questo problema, De Masi evidenzia che la sua ipotesi, questa sì definibile ‘ reddito di cittadinanza’, sia un beneficio assegnato a tutti coloro che ne abbiano necessità da subito. Per De Masi, quindi “ Tanto varrebbe, a questo punto, dire che tutti i disoccupati prendano una stessa cifra, a prescindere dalla loro condizione economica. Per alcuni sarebbe un’ingiustizia, perché i più agiati non se lo meriterebbero. Ma costoro è più difficile che rimangano disoccupati, e qualcuno il reddito nemmeno lo chiederebbe. Questo, però, è l’unico modo in cui si riesce a fare tutto rapidamente: basta che, nel momento in cui licenzia il lavoratore, si informi l’ufficio addetto e lui da quel giorno percepirebbe il reddito. Almeno in una prima fase, finché non ci realizzino efficienti centri per l’impiego, è meglio il reddito di cittadinanza.

L’equivoco nasce dal fatto che la proposta di legge del M5S venne definita reddito di cittadinanza, mentre non lo è”.

Domenico De Masi ha elaborato il suo paradigma partendo dal pensiero di maestri come Alexis de Tocqueville, Carlo Marx, Frederick W. Taylor, Daniel Bell, André Gorz, Alain Touraine, Agnes Heller e approdando a contenuti originali in base a ricerche centrate soprattutto sul mondo del lavoro. Ha diffuso le sue idee attraverso libri, saggi, articoli, corsi universitari, seminari, conferenze e trasmissioni radio-televisive. Qui di seguito sono sintetizzati i punti essenziali del suo paradigma: la società postindustriale, gli aspetti socio-economici, i bisogni emergenti, i nuovi soggetti sociali, la creatività, il lavoro, il telelavoro, l’ozio creativo, il tempo libero, i paradossi sociali e aziendali. Per una descrizione esauriente del paradigma elaborato e diffuso da De Masi, si rinvia a tre suoi testi La fantasia e la concretezza, Il futuro del lavoro, Ozio creativo, tutti pubblicati da Rizzoli. Durante la chiacchierata coi rappresentanti dei media esteri, De Masi ha anche annunciato l’imminente conclusione di un suo nuovo saggio, sempre su queste tematiche, di notevole impegno, essendo previste non meno di 800 pagine!

Gianfranco Nitti




Mense scolastiche biologiche: pubblicato il decreto in Gazzetta Ufficiale

Un passo in avanti verso una sana alimentazione. Per la prima volta in Italia vengono definite e regolate le mense biologiche, dando così maggiori informazioni agli studenti e alle famiglie. Arriva un marchio di qualità con mense scolastiche bio a marchio oro se la percentuale di ingredienti da agricoltura e allevamenti in mare e in stalla provengono da aziende biologiche almeno nel 50% dei casi; marchio argento se la quota bio è di almeno il 30%. E’ quanto prevede il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali che definisce i criteri ed i requisiti delle mense scolastiche biologiche.

I criteri di classificazione, precisa il Mipaaf, sono stati individuati e concordati con il Ministero dell’Istruzione, le Regioni e i Comuni

Con l’obiettivo di ridurre i costi a carico degli studenti e realizzare iniziative di informazione e promozione nelle scuole è anche istituito un fondo stabile gestito dal Ministero delle politiche agricole con le Regioni. Nei bandi di gara previste premialità per ridurre lo spreco alimentare e l’impatto ambientale. Negli ultimi anni, a causa dei ripetuti scandali alimentari, e aumentano in maniera notevole il consumo di prodotti Bio. Ma cosa si intende per biologico? L’agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, vuole promuovere la biodiversità delle specie domestiche (sia vegetali, che animali), esclude l’utilizzo di prodotti di sintesi e degli organismi geneticamente modificati (OGM). La filosofia dietro a questo modo di coltivare le piante e allevare gli animali fa riferimento a tecniche e principi antecedenti all’introduzione dei pesticidi in agricoltura avvenuta negli anni 70, in occasione della rivoluzione verde; vuole offrire prodotti senza residui di fitofarmaci o concimi chimici di sintesi; non vuole, soprattutto, “esternalità” negative, mirando a ridurre l’impatto ambientale su acque, terreni e aria.

Nella pratica biologica sono centrali soprattutto gli aspetti agronomici:

Si utilizzano solo fertilizzanti considerati “naturali” (ossia non di sintesi chimica); si praticano rotazioni colturali e lavorazioni attente al mantenimento (o, possibilmente, al miglioramento) della struttura del suolo e della sostanza organica del terreno; sono utilizzati antiparassitari che non siano di sintesi chimica e pertanto considerati “naturali”; sono inoltre utilizzati antiparassitari “tradizionali” (come il verderame); gli animali sono allevati con tecniche che rispettano il loro benessere e nutriti con mangimi ottenuti secondo i principi dell’agricoltura biologica. Nell’allevamento sono evitate tecniche di forzatura della crescita e sono proibiti alcuni metodi di allevamento intensivo. Le malattie degli animali sono curati mediante preparati omeopatici e fitoterapici, limitando i medicinali convenzionali ai casi previsti dai regolamenti.

L’agricoltura biologica in Europa è stata regolamentata per la prima volta a livello comunitario nel 1991

Con il Reg. (CEE) nº 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari. Nel carrello del biologico, ormai c’è posto per tutti: produttori di frutta e ortaggi, carne, pesce e latticini, vino, miele, zucchero, pasta, riso, cacao, caffè, tè, dolci e prodotti da forno, uova, oli e condimenti, ma anche merendine, snack e bevande. Certo, i cibi biologici possono costare un po’ di più ma offrono una serie di vantaggi “impagabili”: hanno un sapore più naturale, quindi sono anche più appaganti e più sazianti per il palato; sono più controllati dal punto di vista della coltivazione e dell’allevamento e non contengono sostanze d’origine chimica; per produrli, è ridotto lo spreco di materie prime, si rispetta la biodiversità e si riduce l’impatto ambientale. Per contro, va anche detto che i cibi biologici freschi (proprio perché naturali e privi di additivi) si conservano meno a lungo: in realtà, questo che sembra un difetto è una garanzia di qualità!

Marco Staffiero




Anzio, ultimatum dei sindacati all’amministrazione comunale: in mancanza di contrattazione avvio dello stato di agitazione

ANZIO (RM) – Estremo disagio lavorativo che si ripercuote sui servizi forniti all’utenza. Questo quanto reso noto dalle Organizzazioni Sindacali FP CGIL – CISL FP e UIL FPL congiuntamente alla locale RSU del Comune di Anzio a margine dell’assemblea generale dei dipendenti dell’Ente, tenutasi ieri, dalla quale sono emerse le ripetute inadempienze da parte pubblica. “Una situazione che si trascina da molto tempo – dichiarano in una nota congiunta le OO.SS – e che ha assunto ormai dimensioni non più tollerabili dovute, soprattutto, a carenze organizzative e ne deriva di conseguenza pregiudizio sul benessere lavorativo e nell’erogazione dei servizi all’utenza”.

Al centro della protesta la mancata erogazione del salario accessorio spettante ai dipendenti comunali e il mancato avvio delle procedure per le Progressioni orizzontali nonostante i vani tentativi sindacali di far rispettare gli adempimenti sottoscritti nella trattativa per la ripartizione del fondo dell’anno 2017.

“Abbiamo chiesto più volte di discutere il regolamento sull’attribuzione delle posizioni organizzative – ribadiscono i rappresentanti delle sigle sindacali – e queste – proseguono – sono conferite con atti unilaterali, con tempistiche discutibili, in palese, secondo noi, difformità contrattuale e dai regolamenti interni generando, malumore tra il personale avente diritto a partecipare a dette selezioni. Ugualmente, si può affermare sul conferimento dell’Istituto contrattuale delle specifiche responsabilità”.

Le Organizzazioni Sindacali e la Rsu del Comune di Anzio hanno quindi chiesto un incontro urgente, entro 7 giorni, con il Sindaco affinché sia ripristinato il ruolo della contrattazione e il rispetto delle regole, facendo sapere che decorso inutilmente tale termine sarà comunicato al Prefetto ed al Comitato di Garanzia l’avvio dello stato di agitazione con il tentativo, obbligatorio, della
conciliazione a tutela di tutti i lavoratori.




La delegazione di centrodestra andrà unita al Colle. Salvini: “Possibile solo governo con noi e M5s”

Alle prossime consultazioni il centrodestra si presenterà unito con Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi“. L’ex premier raccoglie così la proposta venuta in mattinata – in una intervista al Tg1 – da Matteo Salvini. “Chiederò – aveva detto Salvini – a Berlusconi e Meloni di andare insieme alle consultazioni. L’unico governo possibile è quello del centrodestra insieme con il M5s”.

Intanto dal Movimento cinque stelle arriva un nuovo appello al Pd. Il capogruppo alla Camera Danilo Toninelli chiede: ‘Sediamoci a un tavolo con i Dem’.

Toti: accordo con M5S su programma minimo è possibile – “E’ possibile trovare un programma minimo di Governo tra centrodestra e M5S con la buona volontà, il dialogo sugli incarichi istituzionali è stata una prova che induce un po’ di ottimismo, ma non è facile e non so neanche quanto possa durare”. Lo afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, stamani a ‘Circo Massimo’ su Radio Capital. “Che Di Maio dica ‘non faccio alleanze con qualcuno’ fa parte della narrazione necessaria a fare digerire al proprio mondo la necessità di dialogare con qualcuno. – commenta Toti – L’accordo quale che sia tra le forze politiche è una dolorosa necessità frutto di una legge elettorale sbagliata con un ritorno al proporzionale che ha portato indietro il Paese”. “Una sorta di Governo che traghetti il Paese a fare una nuova legge elettorale, a sterilizzare le clausole di salvaguardia, credo che Mattarella dovrà metterlo in piedi, – prevede Toti – potrebbe durare uno-due anni, la darei molto alta come possibilità. Un governo di coalizione centrodestra-M5S che dura cinque anni non è facile, è abbastanza lontano”.

Delrio, no ad accordo con m5s, sarebbe trasformismo – “Non è un problema personale quello con i 5 stelle, la questione è che bisogna essere seri, non siamo minoranza per capriccio e oltretutto abbiamo idee diverse rispetto ai 5 stelle su temi sostanziali sottoposti al giudizio degli elettori”. Con queste parole il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio, parlando a Radio Anch’io, spiega il no dei Dem ad un accordo di governo con il partito di Di Maio aggiungendo che da un punto di vista tecnico una intesa con il Movimento sarebbe definito “trasformismo”. Delrio parla di “ricette diverse” e che con quelle del “centrodestra e dei 5 stelle l’Italia peggiorerà”. “Se ci sarà un governo M5s-Lega vuol dire che ci sono convergenze programmatiche e credo che ci siano su diversi punti, lo temo per l’Italia”, continua Delrio che aggiunge: “Gli elettori non vanno presi in giro, la politica è anche serietà con promesse da mantenere”.

Orlando: Renzi lasci lavorare Martina o ritiri le dimissioni – “Renzi deve decidere: se ritiene che la colpa della sconfitta non sia sua, ma mia o dei cambiamenti climatici ritiri le dimissioni. Se invece si assume una quota significativa di responsabilità, la cui conseguenza sono le dimissioni, deve consentire a chi ha avuto l’incarico pro tempore di esercitarlo, altrimenti non riparte l’iniziativa e la ripresa dei rapporti del Pd con la società”. Lo dice il ministro e leader della minoranza Pd Andrea Orlando, lasciando Palazzo Chigi al termine del Cdm. Orlando commenta la riunione di Renzi con i suoi di ieri a Roma: “Bisogna fare chiarezza e l’episodio di ieri credo non contribuisca ad andare in questa direzione”




Ostia, attività commerciali sotto la lente di ingrandimento dei Carabinieri

OSTIA (RM) – Continuano i servizi di controllo dei Carabinieri di Ostia finalizzati alla tutela della sicurezza e alla repressione dei reati in genere. L’intensa attività ha portato, nella sola giornata ieri, al controllo di 126 veicoli e all’identificazione di oltre 200 persone, con i molteplici posti di controllo. Proprio in tale contesto, i Carabinieri di Ostia nella serata di ieri hanno arrestato due persone, già note agli uffici, che all’interno di un bar disturbavano i clienti e i dipendenti. I militari appena giunti sul posto hanno individuato i due pregiudicati che, in evidente stato di alterazione per l’assunzione di stupefacenti e alcool, hanno immediatamente aggredito gli operanti nel tentativo darsi alla fuga e non farsi identificare. I due sono stati, comunque, bloccati e, all’esito della perquisizione, uno dei due è stato trovato in possesso di una dose di cocaina, celata nella tasca dei pantaloni. Entrambi gli uomini sono stati arrestati per resistenza a Pubblico Ufficiale ed uno è stato segnalato alla Prefettura di Roma quale assuntore di sostanze stupefacenti.

È proseguita intensamente l’attività di vigilanza e verifica programmata dei Carabinieri di Ostia attuata presso esercizi commerciali e luoghi di lavoro, unitamente al personale dell’Ispettorato Carabinieri Tutela del Lavoro di Roma, per contrastare ogni forma d’illegalità. Sotto la lente d’ingrandimento numerose attività commerciali di Ostia, nel cui ambito ai titolari di nove esercizi è stata contestata l’illecita installazione dell’impianto di videosorveglianza (idoneo anche al controllo a distanza dei lavoratori) e al gestore di un supermarket di via Ferdinando Acton per l’impiego di lavoratori senza il permesso di soggiorno. Sono stati adottati anche 5 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale nei confronti di altrettante ditte che sfruttavano il lavoro di persone non regolarmente assunte. Altre sanzioni e ammende amministrative sono state elevate, per un importo complessivo di oltre euro 30.000.




Regioni colpite dai terremoti del 2016 e 2017: l’Europa dice ok a 43,9 milioni di aiuti per sostenere gli investimenti

La Commissione europea ha stabilito che il regime di aiuto italiano pari a 43,9 milioni di euro volto a sostenere gli investimenti nelle regioni colpite dai terremoti del 2016 e del 2017 è in linea con le norme dell’Unione in materia di aiuti di Stato. L’aiuto contribuirà alla ripresa economica dell’Italia centrale senza falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico.

Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato:

“La popolazione e l’economia dell’Italia centrale si stanno ancora riprendendo dalle drammatiche conseguenze dei terremoti verificatisi negli ultimi anni. Le autorità italiane intendono sostenere gli sforzi in atto con una misura che contribuisca alla ripresa economica di queste zone. Riteniamo che la misura sia idonea a sostenere le imprese colpite e le persone che vivono in queste regioni.”

Nel 2016 e nel 2017 nell’Italia centrale si sono verificati quattro forti terremoti che hanno colpito approssimativamente 600 000 persone in un’area di circa 8 000 km²

Attualmente la regione risente ancora di un’attività sismica anormale che determina la progressiva desertificazione delle zone colpite. È improbabile che il problema possa essere affrontato solo mediante misure di compensazione. Il regime di aiuto italiano approvato oggi mira a integrare queste misure, per attenuare i danni economici e sociali subiti nelle zone colpite sotto forma di i) forte calo del PIL, ii) pesante perdita di posti di lavoro, iii) riduzione dell’attività economica di oltre il 50% e iv) diminuzione significativa del fatturato delle imprese rispetto ai livelli precedenti al terremoto. Sono interessati 140 comuni in Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.

L’aiuto assume la forma di un credito d’imposta per tutte le imprese che effettuano investimenti iniziali nella zona

Il sostegno alle grandi imprese si limiterà a un aiuto per la costituzione di una nuova impresa, la diversificazione dell’attività di un’impresa o l’acquisizione degli attivi di un’impresa che ha chiuso. Il regime, che ha una dotazione complessiva di 43,9 milioni di €, coprirà il periodo 2018-2020. In considerazione della sua durata, dotazione e portata geografica limitata, la Commissione ha concluso che il regime di aiuto contribuirà in misura proporzionata alla promozione dello sviluppo economico e della ripresa nell’Italia centrale. Sulla base di tali elementi, la Commissione ha concluso che il regime è in linea con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato.

L’UE sostiene già la ricostruzione delle zone colpite in Italia attraverso diverse misure connesse alla compensazione per i danni causati dai terremoti. In particolare:

E’ stato approvato un tasso di cofinanziamento eccezionale del 95% per finanziare le operazioni di ricostruzione con il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR).
La Commissione ha proposto un aiuto finanziario per le regioni colpite pari a 1,2 miliardi di € provenienti dal Fondo di solidarietà dell’UE, l’importo più elevato mai concesso a un paese a titolo del fondo.




Polizia di Stato, Tagliente. “Complimenti a Roberto Massucci promosso Questore della Repubblica”

ROMA – Complimenti e buon lavoro a Roberto Massucci promosso Questore della Repubblica: “Una nomina importante. Un evento speciale e, ritengo –scrive il prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB – per tutta l’Amministrazione della pubblica sicurezza che si arricchisce di una risorsa straordinaria in un momento particolarmente delicato per la sicurezza pubblica e soprattutto per la gestione delle manifestazioni di piazza”.
Il Consiglio di Amministrazione per il personale della Polizia di Stato, a seguito di scrutinio per merito comparativo dei dirigenti di Polizia, ha nominato 32 nuovi Questori tra cui il Capo di Gabinetto del Questore di Roma, Roberto Massucci.
“Al neo Questore Massucci – prosegue Tagliente – rivolgo i miei Complimenti per l’importante tappa raggiunta e gli auguri di buon lavoro per le nuove sfide che lo attendono. E’ una delle più autorevoli figure della nostra grande famiglia della Polizia di Stato. E’ sempre stato e continua ad essere un punto di riferimento per tantissimi colleghi anche per riflettere sulla gestione di eventi critici. Con lui, per circa 20 anni, ho condiviso momenti problematici molto importanti sia dalla Questura di Roma che dall’Ufficio Ordine Pubblico del Ministero. Il suo contributo è stato decisivo nella gestione di tantissimi eventi complessi”.
Per parlare della storia professionale di Roberto Massucci servirebbero pagine intere. Ecco come la riassume il prefetto Tagliente.
“In tema di ordine e sicurezza pubblica, ha gestito con successo le misure organizzative di tutti i grandi eventi anche di rilievo internazionale ospitati dal nostro Paese negli ultimi anni, dal Grande Giubileo del 2000 al Giubileo della Misericordia del 2017, dalle Olimpiadi invernali di Torino 2006 ai vertici dei capi di stato. In tema di gestione dei grandi eventi è stato anche coordinatore del progetto “Coordinating National Research Programmes on Security During Major Events in Europe (EU – SEC)”, sviluppato dall’UNICRI sotto l’egida dell’Unione Europea
Il neo Questore Massucci è molto conosciuto anche a livello internazionale come massimo esperto nella pianificazione e gestione della sicurezza negli stadi. E’ stato dirigente del Centro Nazionale di Informazione sulle Manifestazioni Sportive, vice presidente operativo e portavoce dell’Osservatorio Nazionale Sulle Manifestazioni Sportive e segretario del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive. Peraltro è stato anche responsabile Operativo della Sicurezza della Nazionale Italiana di calcio; Profondo conoscitore della cooperazione internale di polizia è stato rappresentante del Ministero dell’Interno e Punto di Contatto nazionale per le problematiche dell’ordine pubblico e la violenza nello sport presso il “Gruppo di Cooperazione di Polizia” dell’Unione Europea e presso il Comitato Permanente della “Convenzione Europea sulla violenza degli spettatori in occasione di eventi sportivi del Consiglio d’Europa;
Particolarmente interessante anche il suo impegno per promuovere il partenariato con il mondo accademico. Tra le tante attività per favorire la collaborazione tra le istituzioni governative e il mondo accademico, risulta significativa la realizzazione di un accordo con alcune prestigiose Università degli Studi di Roma e la Questura di Roma, al fine di favorire la ricerca e promuovere lo studio sistematico dei fenomeni sociali sia ai fini dell’adeguamento della strategia di competenza governativa nel settore della sicurezza, sia dello sviluppo dei valori etici, culturali e sociali.
Durante il suo percorso professionale non sono mancate esperienze nel settore della Polizia Giudiziaria e investigativa sia alla Squadra Mobile e alle Volanti della Questura di Verona che al vertice dei Commissariati Primavalle e San Paolo della Questura di Roma”




Fabrizio Corona, lite fuori una discoteca: Ecco cosa è successo…

MILANO – Si torna a parlare dell’indiscusso ex re dei paparazzi Fabrizio Corona. La vicenda di cui tanto si parla ha avuto luogo a Milano, nei pressi di una discoteca in zona Garibaldi. Erano circa le 20.30 di mercoledì e Corona stava rientrando a casa perché può stare fuori tra le 7 e le 20.30. L’ex re dei paparazzi sarebbe stato provocato da un uomo che dopo l’arresto del 2016 gli avrebbe “rubato un Rolex da 15-20 mila euro ed è stato denunciato per questo”, ha riferito l’Avvocato Chiesa a MilanoToday. Le immagini mostrano Fabrizio Corona che urla “ti vengo a prendere a costo di tornare in galera”, poco dopo attraversa la strada, raggiunge l’ingresso del locale e si rivolge al destinatario del messaggio dicendo “devi chiedermi scusa in ginocchio, pezzo di m…” . L’Avvocato Chiesa ha spiegato che Fabrizio sarebbe stato provocato dall’uomo e secondo quanto ha riferito Corona, lui “ha visto l’ex collaboratore fuori da quel locale verso le 20, c’è stato un alterco tra i due che non si vede in quel filmato, Fabrizio ha reagito col suo carattere e gliene ha dette di tutti i colori“ e ha precisato che non vi è stata alcuna aggressione fisica. La versione dell’Avvocato Federico Costa Angeli, legale rappresentante dell’uomo con cui Corona ha avuto l’alterco, è diversa: “il mio assistito è stata parte puramente passiva degli accadimenti avvenuti la scorsa notte dopo le 20.30“ e aggiunge che l’uomo è stato “aggredito, ingiuriato e minacciato” mentre svolgeva il proprio lavoro “senza aver provocato in alcun modo le azioni” di Fabrizio Corona.

Questa vicenda avrà ripercussioni su Fabrizio Corona e sull’affidamento concessogli dal giudice ai primi di marzo? Rischia la revoca dell’affidamento?

Ricordiamo che l’indiscusso ex re dei paparazzi, che era tornato in carcere nell’ottobre del 2016, era stato formalmente diffidato dal giudice ad attenersi alle prescrizioni da lui violate, ovvero a quella di non usare i social, di non diffondere proprie immagini o video. Il 21 febbraio scorso è avvenuta la scarcerazione. Successivamente è stato diffuso un video di pochi secondi che mostrava la sua uscita dal carcere di San Vittore e concitati abbracci con la sua fidanzata Silvia Provvedi e un servizio fotografico che lo ritraeva a passeggio proprio con la fidanzata. La Procura generale di Milano aveva chiesto la revoca dell’affidamento terapeutico e il pg Lamanna, dunque, aveva chiesto che tornasse in carcere. La richiesta è stata però respinta dal giudice della Sorveglianza di Milano Simone Luerti.

Il 9 marzo scorso l’Avvocato Ivano Chiesa, legale di Fabrizio Corona ci ha rilasciato una lunga intervista.

L’intervista all’avvocato di Fabrizio Corona: ecco perchè l’ex re dei paparazzi non tornerà in carcere

Tra i tanti argomenti affrontanti, abbiamo chiesto qual è nello specifico la diffida a cui è stato sottoposto il suo assistito e soprattutto cosa impone e ci ha risposto:

“Non può rilasciare interviste, non può parlare di fatto. E’ l’unico italiano a cui è stata tolta la parola. Queste sono quelle particolari per lui, le altre sono le prescrizioni classiche che hanno tutti gli affidati, cioè non possono lasciare il territorio della Lombardia (nel caso di specie), devono rientrare ad una certa ora, non possono frequentare pregiudicati, devono rispettare le prescrizioni. Corona ha delle prescrizioni ad Hoc legate alla sua figura, alla sua immagine, al suo mestiere. Capisco la prudenza del magistrato  e capisco che lui abbia voluto usare prudenza perché ha preso in mano una patata bollente però, è meglio non dimenticare mai che Corona non è tornato in carcere e non ha perso l’affidamento che era in corso perché ha violato le prescrizioni, ma è tornato in carcere perché gli hanno trovato dei soldi nel controsoffitto e per quelli è stato assolto. Tutto questo mi suona abbastanza surreale”.

Angelo Barraco




Grottaferrata: tornano gli affitti a canone concordato. Prisco: “Cifre fuori mercato nel vecchio accordo”

GROTTAFERRATA (RM) – A Grottaferrata tornano gli affitti a canone concordato.  La giunta del sindaco Luciano Andreotti  ha infatti recepito il 28 marzo scorso  gli accordi territoriali sottoscritti dalle categorie sindacali di proprietari immobiliari ed inquilini.

L’atto è stato recepito dal Comune di Grottaferrata dopo una serie di incontri preparatori alla presenza del personale degli uffici comunali e dell’assessora al Bilancio e al Patrimonio, Addolorata Prisco, ha validità su tutto il territorio comunale ed è applicabile a tutti i contratti di locazione ad uso abitativo con uno sconto sulle imposte previsto dalla normativa nazionale (Imu e Irpef con la cosiddetta cedolare secca) e possibili ulteriori vantaggi fiscali che il Comune intende deliberare nella sessione di Bilancio del prossimo anno.

“Gli accordi finora vigenti erano datati 8 maggio 2000 – spiega l’assessora –  addirittura con valori di riferimento ancora in lire e riportavano, ovviamente, importi fuori mercato. Questo di fatto impediva agli inquilini e proprietari di fruire dei vantaggi fiscali derivanti dall’adesione ai contratti a canone concordato. Vale la pena ricordare – prosegue Prisco – che l’introduzione di questo istituto, collegato al beneficio della cosiddetta cedolare secca, ha anche lo scopo di far emergere il fenomeno degli affitti irregolari, rendendo più appetibili gli affitti regolari attraverso l’introduzione di vantaggi fiscali per entrambe le parti contraenti. La scarsa attenzione posta dalle precedenti amministrazioni su questa problematica ha di fatto precluso l’utilizzo di questo strumento e, considerata la crisi economica che ha contraddistinto gli ultimi anni, è stata un’opportunità negata alla comunità” conclude la delegata al Bilancio.

“Si tratta di un impegno preso durante la campagna elettorale – sottolinea il sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti – ed è quindi con soddisfazione che possiamo dire intanto di aver messo un primo punto. Al tempo stesso – prosegue il primo cittadino – è intenzione di questa amministrazione andare anche oltre. Così come abbiamo avuto modo di anticipare alle organizzazioni sindacali sottoscrittrici dell’accordo, ci siamo infatti già impegnati a valutare, nel prossimo bilancio di previsione, l’introduzione di ulteriori vantaggi fiscali, oltre a quelli già previsti dalla norma, a carico della fiscalità comunale”.

“Passaggi importanti – conclude il sindaco – sulla strada intrapresa dell’innovazione amministrativa,  contro la lotta agli sprechi e all’evasione fiscale per il ripristino di una legalità viva e in un certo qual modo addirittura attraente, cioè che sia effettivamente tangibile dai cittadini e più utile, oltre che più giusta, di altre abitudini o modi di fare finora tenuti da molti, tra questi il malcostume di affittare in nero, che con questi provvedimenti e con la collaborazione dei cittadini renderemo meno competitivi e di fatto fuori mercato. E’ un percorso complesso, interessante, affascinante dal quale non intendiamo tornare indietro”.




Rocca di Papa, il sindaco: “Autovelox. Solo attacchi da mercenari politici”

ROCCA DI PAPA (RM) – L’attuale sindaco Crestini interviene con una nota: “Mariachiara Cecilia attacca l’Amministrazione solo perché non ha vinto la gara?”. Per 10 anni, dal 2007 al 2017, il servizio di autovelox nel nostro paese è stato affidato ad aziende sempre riconducibili ad un’unica persona: la signora Mariachiara Cecilia.

Per 10 anni, il Comune di Rocca di Papa ha incaricato queste società senza alcuna gara, senza alcun bando. Si è trattato di affidamenti diretti, che quasi mai garantiscono equità nel mercato e risparmi per le casse comunali. Incarichi che ammontano a circa 570.000 euro, se consideriamo solo gli ultimi 5 anni.

L’anno scorso, l’attuale Amministrazione Comunale ha ritenuto doveroso indire una gara pubblica, nella quale abbiamo richiesto anche l’utilizzo dei moderni “targa system” (controllo automatico dell’assicurazione e della revisione), oltre al classico autovelox fisso, così come riportato nel programma elettorale. Per la prima volta, il servizio non è stato affidato alle società riconducibili alla signora Cecilia. Il servizio è stato invece affidato a un’altra ditta, poiché ha presentato un progetto e delle garanzie più vantaggiose per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, con un notevole risparmio per le casse comunali. Questa dovrebbe essere la normalità, una procedura trasparente, che assicuri la legalità e che consenta a tutti gli imprenditori di partecipare.

Per 10 anni, la signora Cecilia non ha mai espresso pubblicamente le sue opinioni in merito alle previsioni di incasso riguardanti l’autovelox. Ma oggi le cose sono cambiate. Nelle ultime settimane si è impegnata in modo incessante nel contestare – attraverso la stampa locale e Facebook – ogni aspetto legato a questa gara, così come alle relative voci di bilancio. Tra le altre cose, sostiene che le entrate attese non sarebbero verosimili. Facciamo chiarezza su questo punto. L’importo nel bilancio di quest’anno ammonta a un totale di circa 2,6 milioni di euro, divisi nel seguente modo:

1,3 milioni di previsione per le sanzioni relative al 2018, in linea con gli anni precedenti (le nuove norme di bilancio impongono di inserire la cifra che ci si aspetta di elevare e non più solo le cifre che ci sia aspetta di incassare);
1,3 milioni di sanzioni già elevate nel 2015 e 2016, non pagate e da riscuotere.
A questi importi va detratto l’aggio del concessionario e applicato un fondo crediti di dubbia esigibilità, un fondo per far fronte al mancato incasso. Per un’azione di più prudente rispetto a quanto obbligati dalla legge e dai principi contabili, tenendo conto della percentuale di non riscossione degli ultimi 5 anni, abbiamo ritenuto di applicare un fondo del 75%, quindi le somme da incassare si abbassano notevolmente. Il tutto avallato anche dai Revisori dei Conti, che hanno accertato la solidità del bilancio che ci si appresta ad approvare.

Inoltre, la signora Cecilia afferma che i dispositivi “targa system” non sarebbero idonei per essere installati sulle le strade di Rocca di Papa. E allora sorge spontanea una domanda: come mai ha partecipato a tale gara, con una ditta a lei collegata, se ha ravvisato queste irregolarità? Se si fosse aggiudicata l’appalto, sarebbe stato tutto regolare?




Rescaldina, crollo palazzina: dopo una settimana sotto le macerie salvo il cane Ciclamino

RESCALDINA (MI) –  Ha resistito una settimana sotto le macerie dopo il crollo della palazzina a Rescaldina, sabato scorso, e stanotte è stato soccorso dai vigili del fuoco. Protagonista il cane di nome ‘Ciclamino’. Intorno all’una di notte, infatti, l’animale, di piccola taglia, è stato ritrovato dai vigili del fuoco, ancora sul posto. Il cane è di proprietà di una delle famiglie coinvolte nel crollo. Visitato dal veterinario, riferiscono i vigili del fuoco, sta bene, ha riportato solo delle piccole escoriazioni sul corpo. I soccorritori lo hanno estratto dalle macerie dopo aver sentito dei rumori provenienti da una piccola apertura. Una volta portato all’esterno, tremante, è stato avvolto nel telo termico e idratato. I vigili del fuoco sono risaliti a proprietari tramite il chip.