Darksiders 3, l’apocalisse continua con Furia

Dopo il lungo e travagliato percorso della software house che ha ideato la saga, ecco arrivare sulle console di attuale generazione e su Pc Darksiders 3, l’attesissimo nuovo capitolo della serie apocalittica più amata dal grande pubblico. Se in Darksiders il grande protagonista era Guerra, in Darksiders 2 si potevano vestire i panni di suo fratello Morte, stavolta invece i giocatori interpreteranno Furia, definita dai suoi stessi creatori come il più imprevedibile ed enigmatico dei cavalieri dell’apocalisse. A differenza dei fratelli, Furia è una maga e utilizza principalmente armi veloci ed eleganti, elemento questo che rende il gameplay di Darksiders III alquanto diverso da quello visto nei videogiochi precedenti.



Ma veniamo alla trama

Il titolo inizia lì dove la storia si era interrotta nel 2012, con Guerra al cospetto dell’Arso Consiglio che lo accusa di tradimento. Furia, che per sua natura è ambiziosa e desidera ardentemente essere al comando dei cavalieri e riabilitarne il nome, decide di servire ancora una volta il Consiglio e si mette alla ricerca dei Sette Peccati Capitali, entità che mettono a repentaglio il preziosissimo equilibrio tra le forze del Caos e quelle dell’Ordine. La protagonista si dirige quindi sulla Terra, ormai distrutta dalla guerra tra Paradiso e Inferno, alla ricerca di Invidia, Ira, Avarizia, Accidia, Lussuria, Gola e Superbia, nascosti ciascuno agli angoli di un mondo di gioco vasto, denso di pericoli e perfettamente interconnesso. Dopo le avventure di Guerra e Morte era da anni che gli appassionati aspettavano d’interpretare un nuovo cavaliere dell’apocalisse, e Furia, durante le nostre prove, ha saputo conquistarci a partire dalla prima cutscene.

La protagonista infatti è carismatica, tagliente e ironica, un carattere quasi all’opposto di quelli dei suoi fratelli che spesso impersonano il ruolo dell’eroe maledetto.

In Darksiders 3 non solo la protagonista è molto ben caratterizzata, ma una volta in suo controllo viene subito fuori come il team di Gunfire Games abbia voluto confezionare un’esperienza di gioco davvero diversa dalle precedenti senza però stravolgere le dinamiche e i lati positivi che hanno reso famoso il brand. Darksiders 3 si distacca dal secondo episodio tanto quanto questo si allontanava dal primo, e se l’epopea di Guerra era una fusione tra Zelda e un action hack ‘n’ slash, e quella di Morte un misto tra l’epopea di Link, GDR loot based, e i Prince of Persia 3D, il nuovo capitolo della serie decide di mischiare ulteriormente le carte unendo sposando un cammino che strizza l’occhio ai Souls-like, quindi alla moda e in linea coi tempi. Si tratta di una scelta quantomai sensata, visto che la storia di Furia è un altro prequel di sorta, che si svolge nel bel mezzo del primo capitolo (subito dopo la cattura di Guerra per l’esattezza) e si limita a chiarire alcuni fattori della narrativa di fondo, senza andare a stravolgere gli avvenimenti degli altri giochi.

Evitare una struttura eccessivamente dispersiva in favore di una mappa interconnessa è una scelta perfettamente adeguata per un simile pezzo del puzzle; la natura del gioco non significa però che manchi una trama di fondo discretamente interessante: Furia è forse la più “umana” dei cavalieri, e l’intera avventura è una sorta di “arco del personaggio” che la vede superare a suo modo un’iniziale tendenza alla megalomania e alla rabbia ingiustificata. Non si tratta certo di una campagna straordinaria dal punto di vista narrativo, ci teniamo a precisarlo, eppure è piacevole osservare lo sviluppo di una protagonista imperfetta al punto da risultare antipatica durante le prime battute, e tentare di carpire ogni segreto riguardante il complesso background su cui il titolo poggia.

Non è solo la caratterizzazione della protagonista a risultare davvero ben fatta, ma anche l’evoluzione e il ruolo che i vari protagonisti dei capitoli hanno ricoperto nel corso degli anni: se Guerra era il condottiero tutto armatura e forza fisica, dunque, e Morte l’agile assassino, Furia veste gli abiti della maga, e quindi è il personaggio inizialmente più svantaggiato che avanzando ottiene però le abilità più potenti e variegate all’interno della squadra di avventurieri.

In Darksiders 3 si ha in pratica per le mani una combattente inizialmente molto limitata, armata solo di frusta e combinazioni molto semplici, che acquisisce gradualmente poteri estremamente interessanti, capaci di variare notevolmente il gameplay.

Queste capacità si chiamano Hollow, poteri elementali che una volta acquisiti le permettono di utilizzare armi secondarie dedicate, magie che sfruttano una speciale Barra della Collera, ovviamente ricaricabile a forza di nemici uccisi, e abilità di navigazione ben realizzate senza le quali non è possibile gironzolare liberamente per l’estesa mappa del mondo.

La capacità di Furia di cambiare elemento e di sferrare colpi in base alle armi fornite da esso non è il fulcro del combattimento, perché se si va ad analizzare nel dettaglio la sua lista di abilità, si scopre un sistema complessivamente più limitato rispetto a quello più action dei predecessori. Ciò che rende le battaglie di Darksiders III sensibilmente superiori a quelle viste in passato è una netta impennata della curva di difficoltà. La varietà di avversari trovata nel gioco, poi, è impressionante, così come notevoli sono la loro agilità e il numero di attacchi con cui possono colpire Furia di sorpresa. La tendenza Souls-like inserita nel titolo ha perciò influenzato nel profondo lo sviluppo, ad esempio i danni inflitti dagli avversari sono abbastanza importanti da rendere le morti improvvise un’eventualità tutt’altro che sottovalutabile.

Diversamente da quanto visto in passato, poi, non è possibile poter semplicemente travolgere orde di avversari grazie alla potenza degli attacchi: schivare, contrattaccare e memorizzare attentamente i pattern è un obbligo per non diventare carne da macello. Nel corso dell’avventura si potranno incontrare gli esponenti di un vasto bestiario che comprende angeli, demoni, non morti e altre creature, tutti in grado di azzerare la salute di Furia con una manciata di fendenti.

L’intensa letalità dei nemici svela quindi la natura profondamente tecnica del gameplay dove è nettamente preferibile cercare di dividere i gruppi di creature avversarie, affrontandoli uno a uno grazie al blocco della visuale che permette a Furia di concentrarsi sui singoli avversari e di schivare i loro attacchi più efficacemente. Il fluido alternarsi di schivate e combo caratterizza l’intero combat system di Darksiders III, che una volta padroneggiato dona moltissime soddisfazioni tanto ai videogiocatori più tecnici quanto ai neofiti.

Come vi abbiamo accennato qualche riga più in alto, Furia possiede il potere d’imbrigliare gli elementi per scagliarli contro tutti i nemici che le si pareranno dinanzi, ma essi non saranno disponibili da subito. Nel corso dell’avventura un misterioso e criptico alleato della protagonista le dona la capacità di assumere quattro forme (del Fuoco, della Tempesta, della Forza e della Stasi), ognuna delle quali capace di modificare l’aspetto di Furia e di farla accedere a pagine e pagine di inedite combo che rimpolpano un sistema di combattimento che altrimenti, alla lunga, sarebbe potuto diventare monotono.

A disposizione del giocatore ci sono anche due attacchi speciali che man mano che si aumenterà di livello diventeranno sempre più potenti, stiamo parlando della Collera e della forma del Caos. Entrambi dipendono da indicatori posti nella parte superiore sinistra dell’interfaccia, caricati uccidendo i nemici o consumando specifici oggetti. Utilizzando la Collera, Furia sprigiona singoli attacchi influenzati dal tipo di forma che assume, mentre il Caos la trasforma in un demone che libera una mostruosa furia distruttrice in grado di sgombrare in qualche secondo il campo da qualsiasi creatura si trovi nei paraggi.

Le forme concedono inoltre nuove abilità con le quali accedere ad aree inizialmente non accessibili del mondo di gioco, espandendo ulteriormente le possibilità d’esplorazione di Furia. La Forma del Fuoco sblocca il doppio salto, mentre quella della Tempesta il potere di planare da una sporgenza. La forma della Forza permette di aderire a particolari superfici verticali, e infine la forma della Stasi fa camminare Furia sull’acqua. Le forme sono spesso coinvolte nella risoluzione dei numerosi rompicapo che spezzano al momento giusto la frenesia dei combattimenti. Trattasi perlopiù di puzzle ambientali mai troppo complicati, ma che comunque donano al titolo un’ottima varietà. Senza lo stratagemma delle forme e delle loro speciali abilità, i Sette Peccati Capitali sarebbero stati raggiungibili fin dall’inizio di Darksiders III rovinando il senso di progressione che invece si respira addentrandosi nelle numerose aree che compongono l’ambientazione.

Nella sua struttura il mondo assomiglia a quello di Dark Souls, con un’area centrale dalla quale si diramano i percorsi verso i boss. Come in passato, i checkpoint sono gestiti anche in questo capitolo da Vulgrim, il mercante di anime attraverso cui livellare gli attributi di Furia in cambio delle anime raccolte. L’albero delle abilità di Morte visto in Darksiders II lascia spazio qui a tre semplici caratteristiche, ossia Salute, Forza e Arcano. La prima, banalmente, influisce sul numero degli HP della protagonista, mentre Forza e Arcano regolano rispettivamente la quantità di danni che si infliggono con gli Uncini del Disprezzo (la frusta di Furia) e con le armi speciali delle forme elementali. Uccidendo i nemici si ottengono anime, che Vulgrim accetterà volentieri in cambio di punti attributo da spendere in una delle tre statistiche. Ma Vulgrim non è l’unica vecchia conoscenza per i veterani della saga. Si potrà infatti incontrare il Creatore Ulthane al centro del mondo di gioco, dove gestisce una piccola colonia di umani, il quale accetterà di migliorare l’equipaggiamento di Furia in cambio della promessa di soccorrere eventuali sopravvissuti incontrati nel suo cammino. Potenziare gli Uncini e le armi delle forme sarà cruciale per sopravvivere ad avversarsi sempre più pericolosi e agli scontri con i Peccati, quindi esplorare con cura l’ambientazione alla ricerca dei materiali per il crafting non è solo un’opzione, ma una vera necessità.

Graficamente parlando, Darksiders III non è certo il titolo più avanzato dell’anno, ma è la sua precisa identità a far passare in secondo piano certe limitazioni e qualche bug secondario che forse poteva essere risparmiato.

Nel complesso comunque le ambientazioni ricalcano, giustamente, quelle viste nei precedenti capitoli, sono ben curate e sono molto gradevoli nel complesso. A questo se si aggiunge che la fluidità d’azione è davvero squisita, possiamo dire che dal lato grafico/tecnico Darksiders 3 si difende bene. Buoni anche gli effetti sonori e le musiche che accompagneranno i giocatori lungo tutta l’avventura che, se giocata ai livelli di difficoltà più alti può aumentare la durata del titolo davvero di parecchie ore. Tirando le somme, questo terzo capitolo della saga rappresenta senza dubbio una vera gioia per i fan, ed essendo comunque un prequel dei precedenti capitoli può essere un buon punto d’inizio anche per chi non ha mai giocato alla saga. Crediamo che per gli amanti delle sfide e dei videogame in single player Darksiders 3, nonostante non sia il miglior titolo del mondo, può rappresentare un’ottima sfida per mettersi alla prova e per godere di ore ed ore di sano divertimento.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay: 8
Longevità: 8
VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Con il 2019 arriva JAUMO: l’app d’incontri in nome dell’amore

Il 2018 è agli sgoccioli e cosa c’è di meglio che celebrare il Natale e il nuovo anno con un nuovo amore? JAUMO, app d’incontri con più di 800.000 iscritti solo in Italia, è lo strumento ideale a cui affidarsi durante le festività natalizie per iniziare l’anno con il piede giusto! Le vacanze di Natale potrebbero, infatti, rappresentare il momento ideale per mettersi alla ricerca, in tutta calma, dell’anima gemella.

E un’app di dating come JAUMO è un ottimo metodo per combattere la sindrome del single a Capodanno ed evitare di dover celebrare il nuovo anno tra coppie di amici dal bacio facile.

Con la funzione live streaming di JAUMO, poi, trovare la persona che davvero risponde ai propri criteri non è mai stato così facile.

L’app consente, infatti, di videochiamare il nostro match per capire sin da subito se c’è feeling o meno prima di passare direttamente agli auguri di persona. Jaumo è una parola aramaica e significa un “nuovo giorno”, una “nuova alba”. E chi lo sa, il 2019 potrebbe davvero essere l’anno della svolta per migliaia di single in Italia e non solo…

L’app è facile, sicura e garantita:

Facile perché grazie alla sua iscrizione one tap è sufficiente inserire sesso ed età per entrare subito nel mondo di JAUMO! Non è necessario inserire dati sensibili come la propria mail o utilizzare altri profili social per accedervi.

Sicura perché il suo innovativo sistema antifrode rileva attività insolite sull’app. Inoltre, il team di supporto, attivo 24/7, elabora le segnalazioni di abuso da parte degli utenti in pochi minuti.

Garantita in quanto circa il 90% delle registrazioni sono effettuate da persone reali e i profili fraudolenti vengono scovati entro pochi minuti dalla loro iscrizione alla piattaforma. Gli account fake vengono subito eliminati, così come le loro eventuali conversazioni, foto e attività come visite o match. Insomma con JAUMO trovare l’anima gemella non è mai stato così facile!

F.P.L.




Dal fisco alle pensioni: tutte le misure della Manovra. Governo pone fiducia al Senato su maxiemendamento

Il testo del maxiemendamento alla legge di bilancio è stato bollinato dalla Ragioneria dello Stato.  

La decisione di porre la fiducia sulla manovra ha già scatenato le critiche delle opposizioni al Senato, ed è stata accolta con proteste anche alla Camera

si allungano i tempi per il varo della manovra alla Camera dopo l’ok del Senato. Secondo quanto si apprende da fonti di Montecitorio, la legge di bilancio sarà all’esame della commissione anche il 27 dicembre per approdare in aula il 28 ed essere varata entro sabato 29.Saldo e stralcio per chi è in difficoltà – Arriva il saldo e stralcio delle cartelle tra 2000 e 2017 per chi è “difficoltà economica” con Isee entro 20 mila euro. Lo si legge nel maxiemendamento, che prevede l’estinzione dei debiti per omessi versamenti di tasse e contributi pagando il 16% con Isee non superiore a 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e 35% con Isee fino a 20mila euro. Il debito può essere pagato senza sanzioni e interessi, in un’unica soluzione, entro il 30 novembre del 2019 oppure in 5 rate con importi diversi rispetto alla prima versione.

Ecco tutte le misure:

Saldo e stralcio delle cartelle tra 2000 e 2017 per chi è difficoltà economica con Isee entro 20 mila euro. Lo si legge nel maxiemendamento, che prevede l’estinzione dei debiti per omessi versamenti di tasse e contributi pagando il 16% con Isee non superiore a 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e 35% con Isee fino a 20mila euro. Il debito può essere pagato senza sanzioni e interessi, in un’unica soluzione, entro il 30 novembre del 2019 oppure in 5 rate con importi diversi rispetto alla prima versione.

Gli sconti per l’acquisto dei seggiolini antiabbandono saranno estesi anche nel 2020 con uno stanziamento di 1 milione di euro, analogo a quello introdotto per il 2019 nel corso dell’iter della manovra alla Camera. Lo prevede il maxiemendamento alla legge di bilancio bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato. 

Tassazione ‘modello Portogallo’ per richiamare dall’estero chi è già in pensione e decide di spostare la sua residenza nel Sud Italia. Nel maxiemendamento alla manovra trova posto la flat tax al 7% per i pensionati residenti all’estero da almeno 5 anni che scelgano di venire, o tornare, nei piccoli Paesi sotto i 20mila abitanti di Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia. Le entrate sono destinate all’istituzione di poli universitari tecnico scientifici nel Mezzogiorno

Alla Rai 80 milioni in 2 anni. Un contributo di quaranta milioni all’anno nel biennio 2018-2019. Le risorse dovranno servire a rispettare gli obblighi del contratto di servizio, compresa la programmazione digitale.

L’Iva agevolata al 4% per cracker e fette biscottate, si applicherà anche a pane e cracker contenenti destrosio, saccarosio, grassi e oli alimentari industriali ammessi dalla legge, cereali interi o in granella e semi, semi oleosi, erbe aromatiche e spezie di uso comune. Lo prevede una norma inserita nel maxiemendamento alla manovra. Il testo prevede che non si rimborsano imposte già pagate né è consentita alcuna variazione prima dell’entrata in vigore della legge di bilancio fissata per il 1° gennaio 2019. 




Anguillara Sabazia, “il nuovo che indietreggia”. Malcontento alle stelle: sabato 5 gennaio manifestazione contro il governo Anselmo

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Sabato 5 gennaio 2019 alle 11 in largo Arturo Toscanini ad Anguillara Sabazia organizzazioni politiche, associazioni, comitati e cittadini scenderanno in piazza al grido di #Iocisono per protestare contro l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Sabrina Anselmo.

Un governo locale, quello di Anguillara Sabazia, eletto sotto l’effige del M5s, che dopo quasi tre anni di mandato sta incassando un largo malcontento da parte soprattutto di quell’elettorato “deluso” che aveva creduto in questa compagine amministrativa che avrebbe dovuto rappresentare il così detto “nuovo che avanza”. Un malcontento che trae origine dai svariati punti programmatici non rispettati dagli attuali amministratori, a partire dall’aver omesso al Movimento una condanna passata in giudicato da parte della prima cittadina, all’inchiesta giudiziaria che interessa il Consigliere di maggioranza Massimo Pierdomenico per un abuso edilizio, all’episodio di violenza da parte di una Consigliera comunale nei confronti di una attivista dei movimenti per l’acqua bene comune mentre protestava contro la dichiarata resa degli amministratori verso il passaggio ad Acea del sistema Idrico Integrato attualmente gestito dal Comune e che fino alla passata legislatura aveva trovato amministratori fermamente contrari alla cessione al gestore Acea.

“Basta ad un modo di amministrare che lede importanti diritti fondamentali, – dichiarano gli organizzatori della manifestazione – getta discredito sulle Istituzioni con scelte diametralmente opposte agli impegni presi, blocca il futuro di questa città instaurando un clima di incertezza e sospetto nei confronti del personale ormai in preda a forte sbandamento”.

Ecco l’ordine del giorno indetto dagli organizzatori di #Iocisono:

TRASPARENZA – è stata il cavallo di battaglia della campagna elettorale del M5S, si è rivelata una falsa promessa. La nostra Amministrazione non condivide nessuna iniziativa con i cittadini e ne ostacola persino i normali iter informativi.

PARTECIPAZIONE – è democrazia … la compagine guidata dalla Sindaca Anselmo ha svilito ogni forma e strumento di partecipazione diretta alla vita amministrativa. La modifica allo Statuto ha di fatto svuotato di valore ed efficacia i Comitati di Quartiere.

LEGALITÀ – doveva essere il loro bollino di qualità, caratterizzare le loro scelte politiche e gli atti operativi. Accade proprio il contrario!
Per giunta, dopo anni e anni di morale, scopriamo una Sindaca condannata per calunnia, un Consigliere denunciato per abuso edilizio e una sua collega che aggredisce fisicamente una cittadina.

DEGRADO – economico: assenza di politiche di sviluppo e forte regressione economica; infrastrutturale: assenza di manutenzione dei plessi scolastici, quartieri senz’acqua, strade piene di buche, periferia abbandonata; sociale: nessuna iniziativa volta ad aumentare la coesione sociale e, paradossalmente, boicottaggio delle iniziative dei Rioni; ambientale: territorio allo sbando.

ACQUA PUBBLICA – un bene comune che hanno svenduto all’Acea e alle regole del mercato: avremo tariffe più care del 45%, e qualità del servizio sempre più scadente che costringerà i cittadini a recarsi a Roma agli sportelli Acea per i ricorsi. Una decisione che oltraggio il referendum, avalla le “non scelte” nel Lazio per rendere inefficace l’attuazione della legge regionale sull’acqua pubblica.




Anguillara Sabazia, manutenzione piccolo teatro della scuola media San Francesco: dopo le istanze di Bianchini e Stronati presto i fondi dalla Regione

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – È Natale. Tempo di auguri e, pure, di recite natalizie. Il piccolo teatro della scuola media San Francesco ha bisogno di manutenzione straordinaria per poter tornare a svolgere, tutto l’anno, la sua preziosa funzione per la scuola e per le numerose associazioni teatrali, di canto e di recitazione di Anguillara Sabazia.

Ebbene, affinché la Regione Lazio stanzi le somme necessarie per i necessari lavori, è stato presentato ieri al Consiglio regionale del Lazio un ordine del giorno. L’atto impegna il Presidente Nicola Zingaretti e l’Assessore regionale competente, ad individuare e impegnare le risorse finanziarie necessarie alla manutenzione straordinaria del locale della scuola media San Francesco affinché possa tornare ad essere il piccolo teatro della collettività. Funzione da esso svolta sino a qualche mese fa.

L’ordine del giorno – che arriva quasi come un regalo di Natale – è stato firmato dai consiglieri regionali Gianluca Quadrana e Michela Califano, i quali hanno fatto proprie le istanze avanzate dal consigliere Pd Silvio Bianchini e dal presidente dell’associazione “Progetto Comune” Enrico Stronati.

Sono mesi che le tante compagnie teatrali locali faticano a portare avanti le loro attività a causa della mancanza di uno spazio che, seppur piccolo, consentirebbe loro di mantenere in loco le opere che portano in scena colmando un vuoto culturale assordante.

“Siamo soddisfatti che Gianluca e Michela (Quadrana e Califano, ndr) abbiano accolto immediatamente le nostre rimostranze – fanno sapere Bianchini e Stronati – di cui ci siamo resi portavoce per conto delle associazioni culturali che operano nel settore e dei genitori che hanno figli che frequentano la sezione musicale della scuola media e che sono costretti a fare le prove nei corridoi a causa della mancanza di locali idonei. Manterremo alta l’attenzione sull’iter dell’ordine del giorno e, successivamente alla sua approvazione (siamo fiduciosi), inviteremo l’Amministrazione comunale alla predisposizione dei necessari atti per l’ottenimento del finanziamento”.

“Confidiamo che tutti gli attori facciano ciò che devono fare – concludono Bianchini e Stronati – sfruttando al massimo questa opportunità al fine di avere di nuovo funzionante il piccolo teatro della scuola, essenziale per tutte le attività culturali che potrà ospitare, nel rispetto della normativa vigente, moderno e a disposizione della collettività. Sarebbe una piccola conquista che renderebbe merito ai ragazzi della scuola media e alle compagnie teatrali del territorio”.

Buona Natale e tanta serenità a tutti voi.




Roma, TPL Capodanno: l’accordo c’è ma non piace ai lavoratori di Atac

Lo avevamo detto in tempi non sospetti, lasciatecelo dire con un pizzico d’orgoglio; avevamo detto che nulla era scontato e che il Campidoglio & company si erano sbilanciati un po’ troppo, e venduti la pelle dell’orso prima di catturarlo – a Roma si dice diversamente, meglio lasciare perdere, non vogliamo toccare la sensibilità di nessuno – E, infatti, quando la mattina del 20 dicembre, i sindacati Confederali hanno sottoscritto, o meglio ratificato (le parole hanno un senso) quanto già deciso (e annunciato una ventina di giorni fa) da Atac, in merito alla programmazione dei trasporti per notte di San Silvestro, ecco esplodere il maleodorante bubbone.

Un malumore misto a rabbia si è subito
elevato tra gli intarsi e le volute del web, alimentato non solo dagli iscritti
delle sigle autonome, che si sono guardate bene dal firmare l’accordo – tuonando:
“non siamo mica il preservativo dei Confederali!” o roba del genere – ma anche,
e soprattutto, dai tesserati proprio della CGIL, CISL e UIL. Che, se potessero,
brucerebbero quel documento nelle pubbliche piazze romane, avvolte dalla soave diossina
del TBM del salario, o davanti ai cancelli della municipalizzata oppure, meglio
ancora, al cospetto delle rispettive sedi sindacali.

Un risentimento tale che potrebbe
riservare, comunque, il condizionale è d’obbligo, sorprese nefaste, scossoni
tellurici capaci di far andare di traverso il cenone (pentastellato e non) ai
ranghi elevati del Campidoglio e dell’Azienda, convinti come sono di aver
appiano le cose coi lavoratori. Specie coi macchinisti delle metropolitane e
delle ferrovie concesse Roma-Lido e Roma-Viterbo (tratta urbana) che, al
contrario, sentendosi strangolati e presi per i fondelli, giurano vendetta. Una
cruente vendetta, da consumare a fuoco tiepido.

Ma saranno attivi i servizi a
Capodanno fino alle 3.30? Ribadiamo: attenzione, le incognite sono dietro l’angolo.
Lo diciamo con cognizione di causa, come sempre, fiutando, se così si può dire,
gli umori dei dipendenti della divisione superficie e di quella
metroferroviaria. Certo, le truppe
cammellate
delle segretarie firmatarie si sarebbero messe all’opera per
reperire più persone possibili, tra i propri iscritti e simpatizzanti, e dal
cilindro qualcosa sarebbe uscito per Capodanno. Secondo le indiscrezioni,
infatti, sarebbero stati coperti i turni – quali turni poi?–, quelli oltre la
mezzanotte, della Linea A e della Lido. Per la Linea B, la Viterbo e la
Superficie, dove si stanno
riscontrando i problemi maggiori, bisogna ancora attendere.

Cos’è che i lavoratori recriminano?
Il modus operandi di Atac, che
avrebbe, furbescamente e in modo unilaterale, allungato i turni, trasformando,
di fatto, in ordinario ciò che invece era da considerare una prestazione
straordinaria. Corrispondendo, inoltre, una retribuzione, specie ai
macchinisti, decisamente inferiore ai maggiori carichi di lavoro richiesti.
Quei 170 euro lordi destinati ai nottambuli, sventolati in bella vista, sono “omnicomprensivi”,
così recita l’accordo, e di conseguenza, stando ai rumors, sono poca cosa, al netto delle tasse e delle altre
indennità già previste ai dipendenti. Insomma, il lavoro è aumentato e i soldi
sarebbero diminuiti. “È un accordo in
pejus
”, ci tengono a dire, “anche se in una prima battuta sembra il
contrario. E non è solo una questione di trattamento economico, non tiene conto
del riposo psicofisico e non garantisce la sicurezza durante l’esercizio”. Che,
durante i festeggiamenti dell’anno nuovo, dovrebbe essere un tema prioritario. Come
dargli torto?

Staremo a vedere chi la spunta. La sensazione che si ha è pessima, ragionando a mente fredda, sembra evidente che questo accordo abbia trovato le sue basi nelle divisioni della categoria degli autoferrotranvieri, e per meri ragionamenti di bottega. Quanta tristezza, ci vorrebbe un sussulto di dignità.

David Nicodemi




Manovra, è caos maxiemendamento: in serata si vota

Il
maxiemendamento ancora non c’è

Il voto
della Manovra nell’aula del Senato continua a slittare. “Siamo in zona
Cesarini”, ha ammesso il premier Giuseppe Conte. “Ci rendiamo conto –
ha detto – che abbiamo creato nostro malgrado un rallentamento dei lavori
parlamentari. Confidiamo che nella giornata di sabato il testo possa essere
approvato”. Il maxiemendamento, infatti, è atteso per sabato alle 14 e in
serata dovrebbe esserci il voto di fiducia.

I lavori
al Senato riprendono alle 14 di sabato

L’ulteriore
ritardo era apparso inevitabile fin dal primo pomeriggio: del maxiemendamento
governativo, atteso entro le 16 di venerdì, nessuna traccia. E una conferenza
dei capigruppo è stata convocata (e si è protratta oltre due ore) per stabilire
un nuovo calendario dei lavori. Tra le proteste delle opposizioni il presidente
del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha annunciato la nuova convocazione
dell’assemblea per sabato alle 14, con la discussione sulla fiducia a partire
dalle 16. L’esito del voto di fiducia è quindi atteso per le 22:30.

Il monito della presidente Casellati

“Pur
comprendendo le difficoltà del governo, anche nell’interlocuzione con l’Unione
europea, mi corre l’obbligo di invitare la maggioranza e il governo ad avere un
percorso legislativo più regolare, non con questa tempistica a singhiozzo. Un
percorso rispettoso dell’Assemblea del Senato”, è stata la bacchettata
della presidente Casellati.

Protestano le opposizioni: “Siamo contro la Costituzione”

Durissimo il capogruppo dem Andrea Marcucci, secondo cui “non abbiamo ancora il testo che cambierà completamente la Manovra. Il Parlamento non ha avuto modo di vederla. Siamo contro la Costituzione”, ha tuonato, annunciando l’occupazione dell’aula da parte del Pd, durata circa mezz’ora dopo la fine della seduta. Per la presidente dei senatori forzisti Annamaria Bernini “siamo alla Caporetto politica del governo che fa una cosa sconcia contro il popolo italiano. Prendere in giro il Parlamento per venti giorni è uno sfregio ai loro elettori”.

Posticipata anche la conferenza stampa del premier Conte

A sobillare le opposizioni anche la decisione di Palazzo Chigi di tenere proprio al Senato la tradizionale conferenza stampa del presidente del Consiglio. Una decisione presa quando il calendario dei lavori prevedeva che, sabato mattina, la Manovra avesse già traslocato a Montecitorio per la terza lettura ma che, con il nuovo slittamento, ha creato un’ulteriore difficoltà. “Chi umilia, chi offende il Senato della Repubblica qui non può avere ospitalità”, ha tuonato ancora Marcucci, mentre Bernini ha annunciato di voler aspettare il premier perché “racconti a noi, in casa nostra, prima che agli italiani, i contenuti che purtroppo il Parlamento ancora non conosce”. Un’occasione che non ci sarà, perché poco dopo è arrivata la comunicazione che “alla luce del prolungamento dei tempi di approvazione della legge di bilancio” la conferenza è posticipata alla prossima settimana.

Alle critiche il governo risponde facendo quadrato

“Se avessimo approvato una Manovra sotto dettatura, come accaduto coi governi precedenti, non ci troveremmo sotto Natale ad approvarla – è la difesa del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini -. L’Italia si è fatta finalmente sentire. Se negli anni passati tutto filava liscio senza che a Bruxelles, Parigi o Berlino volasse una mosca, è perché andava bene a loro e non a noi”. Anche per il premier “nessun imbarazzo o senso di colpa per il ritardo, no – ha tagliato corto -. Io avrei concluso il giorno dopo il negoziato con l’Ue e non mi devo giustificare se si è protratto cosi’ a lungo”.