Ciampino, lite condominiale: 43enne accoltellato dal vicino di casa

Lite condominiale sfociata nel sangue. E’ accaduto questa notte a Ciampino, ad essere costretto alle cure dell’ospedale un uomo di 43 anni, a ferirlo con un coltello il vicino di casa, un 39enne.

A ricostruire i fatti la Polizia di Stato, dopo essere intervenuta intorno alla mezzanotte del 20 agosto per un ragazzo ferito al braccio con un’arma da taglio. Ad allertare i soccorritori la madre del 43enne, con lo stesso trovato in via Col di Lana ad attendere i soccorsi. 

Ferito al braccio da una coltellata, l’uomo è stato trasportato in codice rosso in ospedale dall’ambulanza del 118, non in pericolo di vita. A ricostruire i fatti sono quindi intervenuti gli agenti del Commissariato Frascati di Polizia. Ascoltato il 39enne ed altri testimoni, questi hanno riferito che l’accoltellato, poco prima, avrebbe avuto un acceso diverbio cin il vicino di casa dai balconi delle rispettive abitazioni. 

Dalle parole si sarebbe però passati ai fatti, con il 43enne che sarebbe andato a bussare alla porta del vicino. Questi però lo avrebbe aspettato con un coltello, con il quale lo avrebbe ferito al braccio. Rintracciato l’accoltellatore dagli agenti del commissariato dei Castelli Romani l‘uomo di 39 anni è stato poi denunciato per “lesioni aggravate”
 




Contrordine, la Roma-Giardinetti è una tranvia. Lo dice l’ANSF (e il Ministero)

Le mitigazioni
all’esercizio
imposte dall’Agenzia
Nazionale Sicurezza Ferroviaria
(ANSF)
non possono essere applicate nelle ferrovie che effettuano un servizio
tipicamente tranviario. Come nel caso della Roma-Giardinetti, o meglio Centocelle.
A precisarlo è il Direttore dell’Agenzia Marco
D’Onofrio
, nella nota del 14 agosto scorso,
in risposta al Comitato di Quartiere ILoveTorpigna.

Il
Direttore ricorda che col D.Lgs 14
maggio 2019 n. 50
è stato previsto il “passaggio
sotto la competenza ANSF delle ferrovie isolate adibite a servizi ferroviari
isolate adibite a servizi ferroviari locali ordinariamente espletati con
distanziamento regolato da segnali
”. Per poi precisare che “non rientrato invece nell’ambito di
applicazione della legge le ferrovie che effettuano servizio tramviario, come ad
esempio la Roma-Giardinetti che quindi risulta fuori la competenza di questa
Agenzia
”.

Circostanza”, aggiunge l’Ing. D’Onofrio,
confermata dall’apposito decreto del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prot. 000347/2019 del decreto
02 agosto 2019, emanato ai sensi del comma
4 art. 2 del D.Lgs 14 maggio 2019 n. 50 che esclude dall’ambito di applicazione del
sopracitato Decreto Legislativo la ferrovia isolata Roma-Pantano
[ora
Roma-Giardinetti ndr], oggetto della
vostra richiesta di informazioni
”.

Su
questa tratta “continua ad applicarsi
conclude l’informativa, “la normativa
previgente, sia per quanto attiene i contenuti tecnici sia per quanto attiene
le relative competenze di vigilanza e controllo; non si applicano invece le
disposizioni, a tutela della sicurezza, emanate da ANSF nell’ambito dei propri
compiti istituzionali per tette le ferrovie sottoposte alla propria vigilanza
che comprendono, tra le altre, le disposizioni per la mancia in condizioni di
segnalamento degradato o disattivato e per l’attraversamento di passaggi a
livello ferroviari non protetti
”.

In pratica la Giardinetti torna, diversamente dalla Roma-Lido e dalla Roma-Viterbo, sotto il controllo USTIF, al pari delle metropolitane, delle tranvie e degli altri sistemi ad impianti fissi. E questo, oltre a perfezionare il trasferimento dell’infrastruttura dalla Regione Lazio a Roma Capitale e di accelerare il processo di riqualificazione della linea – secondo quando stabilito nel PUMS -, permette all’Atac di abrogare, nell’immediato, le pesanti restrizioni all’esercizio contenute nella Disposizione Operativa 146/2019, emanata in attuazione del Decreto 1/2019 dell’Agenzia. Che rappresentano un macigno sulla velocità commerciale.  

E non poteva essere altrimenti, del resto, una ferrovia è tale in quanto esiste un esercizio ferroviario, con la marcia dei treni regolata da segnali. La Giardinetti, al contrario, fatta eccezione della defunta tratta Grotta Celoni-Pantano, presenza un servizio tipicamente tranviario. Gli unici segnali ferroviari sono collocati in corrispondenza della stazione di Centocelle e di Roma Laziali, l’intero tracciato, compreso quello fino a Giardinetti, è regolamentato da impianti semafori stradali, non assimilabili ai segnali ferroviari, secondo le normative Uniferr, i quali neppure funzionano come segnali a protezione dei passaggi a livello. 

Persino la circostanza del binario interlacciato, presente nel sottovia Casilino, è regolata da un elementare dispositivo, per nulla coordinato con le stazioni Centocelle o Roma Laziali, proprio perché vige “il regime del distanziamento a vista marcia a vista”, tipico tranviario. Che si attua, recita l’art. 3 comma 1 del Regolamento Circolazione Treni attualmente in vigore, “nella tratta in cui la circolazione treni è promiscua alla circolazione veicolare [Laziali-Centocelle o Giardinetti ndr]. In tale tratta le intersezioni sono regolate da impianti semaforici o sono prive di regolazione. In tale tratta ciascun treno non deve avvicinarsi al precedente ad una distanza inferiore a 150 metri e non deve viaggiare a velocità superiore a 50 km/h in piena linea, o a 30 Km/h sugli attraversamenti stradali, come stabilito dalle norme dì legge che regolano la circolazione stradale”. Il tutto è stato sottoscritto e approvato sia dalla Regione che dal Ministero.

In attesa della nuova disposizione aziendale abrogativa, così come richiesto a gran voce dal Comitato ILoveTorpigna, ci si interroga sul futuro degli attuali macchinisti, capistazione e manovratori in forza alla Giardinetti, una volta completata la classificazione in tranvia: infrastruttura che non prevede tali figure professionali. E allora, che fine faranno? Manterranno il parametro e le medesime condizioni economiche? Ai posteri l’ardua sentenza.




Roma, non si ferma all’alt dei carabinieri: si schianta con il motorino su auto della polizia dopo inseguimento da film

ROMA – Era a bordo di uno scooter 125 rubato quando sulla sua strada, in via Pietro Bembo, ha visto alzarsi la paletta dei Carabinieri impegnati in un posto di controllo. Invece di fermarsi ha accelerato puntando il militare e andando a collidere con il parabrezza contro la paletta che gli aveva intimato l’alt. L’uomo, 52enne romano, con precedenti, ha così sfidato sulle due ruote la pattuglia della Stazione Carabinieri Roma Montespaccato che stava svolgendo il posto di controllo e una “gazzella” del Nucleo Radiomobile di Roma immediatamente intervenuta in ausilio, dando vita ad un inseguimento da film.

Il fuggitivo ha effettuato una serie
di manovre molto pericolose, imboccando varie strade nel senso di marcia
contrario, tra cui anche via Boccea, fino ad arrivare in via Pasquale II
contromano dove ha incrociato un’auto “civetta” del Commissariato di Polizia di
Stato di Roma Primavalle.

Anche gli agenti, percepito quanto
stava accadendo, hanno intimato l’alt con la paletta d’ordinanza al fuggitivo,
il quale, però
è andato a impattare
contro la loro auto di servizio rovinando al suolo; a quel punto i Carabinieri
che lo stavano inseguendo lo hanno arrestato, nonostante il tentativo di fuggire
nuovamente dopo aver riportato delle lievi escoriazioni riportate nella caduta.
Anche gli agenti della Polizia di Stato che hanno coadiuvato i Carabinieri
nell’arresto dell’uomo sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari per lievi
traumi subiti nell’impatto.

Per il 52enne la giornata si è
conclusa nelle camere di sicurezza dei Carabinieri, dove è rimasto in attesa di
essere sottoposto al rito direttissimo: dovrà rispondere di furto, resistenza a
pubblico ufficiale e danneggiamento.




Il Tar Campania ordina: i bus da Israele devono circolare…Dalla serie: “Andate e inquinate”

L’ ordinanza del TAR Campania sbalordisce. Mentre tutti evidenziano un serio ambientalismo, per i giudici sembra non essere cos’ importante ridurre l’inquinamento di fonte veicolare.

A Roma i 70 autobus Euro 5 noleggiati da ATAC, usati e provenienti da Israele di cui 40 parcheggiati a Guidonia Montecelio per essere sanificati e personalizzati con le scritte dell’Urbe possono scorazzare per ogni dove.

Lo ha stabilito con l’Ordinanza 2580 il 24 luglio il TAR della Campania proposta dalla Basco srl contro il Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti e nei confronti di Ma. An. Automotive srl e ATAC spa. La prima è la Società di Olgiate Comasco che ha proposto e trovato i mezzi. Società di riferimento in Italia con fatturato al 2017 di oltre 9,2 MLN ed utili per 7.281 euro. Ma.An. Automotive srl è l’Agenzia pratiche automobilistiche e nautiche a Salerno.

I magistrati, Salvatore Veneziano, Presidente, Paolo Corciulo, Estensore e Gianluca Di Vita, Consigliere hanno invalidato quanto gli ingegneri della Motorizzazione Civile avevano negato l’8 Maggio con provvedimento 0472. Ovvero la impossibilità di immatricolare i mezzi israeliani in quanto non
euro VI. I magistrati hanno avuto diversa interpretazione ovvero che le norme antinquinamento euro VI “siano circoscritte a veicoli di nuova produzione. Mentre quelli in oggetto sono prodotti ed omologati in Europa, e relativi a periodi di costruzione risalenti al 2009 e di modello risalente al 2010, risultano di data anteriore, per cui appare sufficiente ai fini dell’approvazione di cui all’art. 76 del d.lgs. n.285/92, la loro conformità alla disciplina tecnica al tempo vigente all’atto della produzione”. Inoltre “l’impiego, medio tempore, in territori non compresi nell’Unione Europea ( erano utilizzati in Israele ndr) presenta connotazioni di neutralità con riferimento alla disciplina tecnica antinquinamento applicabile”.

La domanda cautelare è stata accolta, nel merito della sentenza occorre
attendere il 18 dicembre. Ci sarà caos dopo tale Ordinanza: da una parte ATAC e Motorizzazione che basano la negazione sull’aspetto tecnico e dall’altra le attese di Società commerciali forti di contratto.

Il Sindaco Raggi a maggio scorso, dopo le notizie stampa nel merito, ha annullato il contratto e scrisse sui social “ Chi ha sbagliato pagherà” e si affrettò a confermare che non ci saranno problemi sull’anticipo del 16% ai fornitori ( costo per nolo e
manutenzione circa 500mila euro al mese) esistendo le misure idonee per garantirsi da eventuali danni . Oltre che sull’anticipo c’è una polizza fideiussoria che tutela l’azienda da ogni inadempienza.

Intanto dalla Pagliani che con la Basco srl è interessata al contratto fanno
sapere che potrebbero far causa alla Motorizzazione. “Rimangono dei punti controversi – conferma Giovanna Ammaturo consigliere di Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio – verificato che l’acquisto di bus urbani Volvo M3 e similari Euro V si possono ragionevolmente rintracciare in internet con prezzi che oscillano dai 10.000 a 20.000 euro che moltiplicati i 70 sono al di sotto di tre rate mensili sottoscritte. Fa sorridere che si festeggi per la plastic free in tutte gli Uffici Istituzionali, ci si debba batte ancora per la deforestazione in Amazzonia, ci si emoziona e ci si danna della microplastica nei pesci e nei ghiacciai della Groenlandia che Trump vuol comprare con scherno internazionale, si piange sulle ricerche geologiche in
Alaska, si fanno referendum abrogativi sulla perforazione nel mar Adriatico o in Basilicata, sono avviate le crociate per il blocco delle auto anche euro VI e quello totale dei diesel a Milano nel 2029 ed a Roma forse anche dal 2024, intanto i giudici partenopei hanno ordinato che i Volvo M3 con la corona dello sterzo consumata per quanto sono stati utilizzati
possono circolare. I Romani ? si possono multare perché l’ordinanza del 5 agosto del Sindaco Raggi che vieta i sacchi della spazzatura non trasparenti è sconosciuta. Gli abitanti e i residenti limitrofi come a Guidonia? Pardon, la carne di cannone ringrazia per i 40 bus in più, che sono una discreta panacea. Certo soffriranno per l’inquinamento che aumenta e dovranno fermare le auto quando ci sarà il blocco: ma che importa? Sono cittadini, non hanno voce, le elezioni sono lontane”.




Milano, sacerdote aggredito perché di colore: “Ho paura”

Aggredito perché nero in pieno giorno: è successo al sacrestano della Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate, nel Varesotto. Un aggressione che ha causato a Deodatus Nduwimana, italiano originario del Burundi da quasi 20 anni sacrestano della basilica, una lussazione. Nduwimana ha spiegato che finora c’erano state da parte della stessa persona solo insulti e minacce a parole. “È successo in pieno giorno – ha riferito a Varesenews il sacrestano annunciando che presenterà denuncia -, stavo andando ad aprire la basilica, lui era lì come sempre e mi ha spinto dopo avermi insultato. Ho paura per la mia vita. Questa persona è sempre in piazza, è un nullafacente e mi ha preso di mira”.

Al sacrestano arriva la solidarietà della pastorale dei migranti dell’arcidiocesi Ambrosiana, di cui Gallarate fa parte. “Coraggio Deodatus, nonostante le apparenze attuali, la cattiveria, la violenza, l’ignoranza e la stupidità non prevarranno” ha scritto su Facebook il responsabile dell’ufficio don Alberti Vitali, che ha espresso la “solidarietà della Pastorale diocesana dei Migranti della diocesi di Milano”. Lo “abbiamo incontrato in occasione della Festa delle genti nella scorsa Pentecoste – ha ricordato -. Abbiamo ascoltato la sua interessante testimonianza e ci ha aiutato nella realizzazione di questo importante evento diocesano”.




Ostia, delfino morto: forse morbillo. Vietato toccarlo

 E’ un’estate nera per i delfini del Mediterraneo. Un altro esemplare e’ stato trovato morto sulla costa di Ostia, su una scogliera tra il porto e Fiumara Grande.
    Potrebbe essere una nuova vittima del morbillivirus, il virus che ha colpito gia’ e ucciso quaranta esemplari fra la Toscana e la Liguria. Una moria che preoccupa sempre di piu’, soprattutto ora con questo caso sulle coste laziali. A renderlo noto e’ stata la onlus Oceanomare Delphis, che da tempo cura il progetto dei ‘Delfini Capitolini’. La preoccupazione del team di Oceanomare Delphis è che l’individuo spiaggiato sia uno dei “Delfini Capitolini”, nome del progetto di ricerca e monitoraggio dei cetacei del litorale romano, tra Ostia, Fiumicino e Torvaianica condotto dal 2011″. Gli istituti zooprofilattici di Lazio e Toscana interverranno per comprendere le cause della morte. Tra le concause della moria di delfini per il morbillovirus gli esperti hanno indicato anche l’inquinamento del mare causato dalle attivita’ dell’uomo.




I 5 Stelle chiudono l’alleanza con Salvini: “Interlocutore non più credibile”. Aspettano la prima mossa del Pd

I 5 stelle archiviano l’alleanza con Matteo Salvini e scendono in campo Beppe grillo e Romano Prodi. Il padre dell’Ulivo rilancia un governo di coalizione di lunga durata in chiave europeista che abbia come perno Pd ed M5s. IL fondatore del Movimento si riprende la scena aprendo anche lui la strada a questo progetto.

Matteo Salvini ci prova sino alla fine a ricucire con gli alleati rompendo il silenzio dopo giorni di isolamento. Il ministro dell’Interno lancia un ultimo appello in diretta Facebook perché si ritorni al “tavolo e si lavori”. “Se qualcuno ha deciso ribaltoni e inciucioni – osserva – allora lo dica ad alta voce. Se non c’è un governo la via maestra sono le elezioni. Altrimenti ci si risiede al tavolo e si lavora”. Un tentativo bocciato drasticamente dai vertici 5s riuniti dal fondatore in una sorta di gabinetto di guerra nella villa di Bibbona.

Luigi Di Maio, Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista, Paola Taverna e i capigruppo Patuanelli e D’Uva sono compatti nel definire il leader leghista, “un interlocutore non più credibile”, e “inaffidabile”. “Prima – si legge in una nota diffusa dopo la riunione – la sua mossa di staccare la spina al Governo del cambiamento l’8 agosto tra un mojito e un tuffo. Poi questa vergognosa retromarcia in cui tenta di dettare condizioni senza alcuna credibilità, fanno di lui un interlocutore inaffidabile, dispiace per il gruppo parlamentare della Lega con cui è stato fatto un buon lavoro in questi 14 mesi. Il Movimento – conclude il comunicato – sarà in Aula aula al Senato al fianco di Giuseppe Conte il 20 agosto”. Insomma, titoli di coda per il governo gialloverde e apertura all’ipotesi di un nuovo film. Dopo i tentativi di riannodare i fili, la reazione dei leghisti alla rottura conclamata diventa rabbiosa.

La strategia è quindi quella di passare al contrattacco accusando gli ormai ex alleati di tradimento con l’antico nemico comune. Durissimi i due economisti di punta di Via Bellerio, Claudio Borghi e Alberto Bagnai: “Riforma dell’Europa e delle banche a braccetto con Renzi, Boschi e Prodi? Sarebbe tradimento per salvare le poltrone.”. A seguire i due capigruppo, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, con toni già da campagna elettorale: “Se i grillini preferiscono Renzi alla Lega – attaccano i due – lo dicano chiaro, gli Italiani sapranno chi scegliere”. In serata, da Marina di Pietrosanta, lo stesso Salvini reagisce a muso duro: “I M5s sono pronti a andare con Renzi e la Boschi domattina e sono io quello inaffidabile. Prodi oggi ha detto ‘facciamo il governo Ursula’, con Pd, M5s e Fi, voi lo riterreste normale?. Io – promette – faccio tutto quello che è umanamente possibile per impedirlo”. In contemporanea, in un duello a colpi di dichiarazioni, i 5S replicano a testa a bassa: “Adesso che hanno fatto la frittata – ricordano i due capigruppo Patuanelli e D’Uva – che hanno tradito, non vengano a piangere da noi”.

A questo punto, perché si consumi la crisi, manca solo il discorso di Giuseppe Conte, martedì al Senato, e le sue successive dimissioni. Solo a quel punto la parola passerà a Mattarella e il quadro sarà un po’ più chiaro. Lo scenario di nuove alleanze continua a tormentare il Pd, al cui interno si registra uno scontro frontale tra le posizioni di Matteo Renzi, sponsor del “governo istituzionale” e Carlo Calenda, sostenitore del voto subito, pronto a lasciare il partito con cui è stato eletto a Strasburgo in caso di accordo con il Movimento. Nel mezzo, in attesa, il segretario Nicola Zingaretti, sensibile dalla posizione favorevole all’intesa di Romano Prodi ma preoccupato dai rischi insiti in un’operazione del genere. La scelta di Matteo Renzi di stare fuori da questo esecutivo probabilmente aumenta i dubbi dei vertici del Nazareno, timorosi che l’ex premier, una volta con le mani libere e senza l’incubo di imminenti elezioni, possa aprire il tiro al piccione contro un governo chiamato a scelte probabilmente impopolari.




Spagna, incendio Gran Canaria: oltre 8 mila gli evacuati

Continua a salire il numero degli evacuati sull’isola di Gran Canaria a causa del violento incendio scoppiato sabato pomeriggio che ha già bruciato 3.400 ettari di vegetazione: secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo El Pais, sono già ben 8.000 le persone che sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni nel nord dell’isola mentre le fiamme avanzano “inarrestabili”, ha detto questa mattina il presidente delle Canarie Angel Victor Torres.

    La notte scorsa Torres aveva detto che le fiamme non potranno essere domate nelle prossime ore. Il fronte principale dell’incendio si trova nel parco naturale di Tamadaba, che si estende per 7.500 ettari all’interno di un’area dichiarata dall’Unesco Riserva della Biosfera




Si addormenta sul materassino e prende il largo: salvato dopo nove ore di ricerche

Un giovane di 28 anni è stato salvato nello Stretto di Messina dagli uomini della Guardia Costiera dopo essere stato trascinato a largo dalle correnti con il suo materassino. L’uomo si era appisolato sul materassino galleggiante a Scilla; di lui si erano perse le tracce da sabato pomeriggio quando un amico ha avvertito la Capitaneria di Porto. Le ricerche hanno interessato tutto lo Stretto di Messina con mezzi marini ed elicotteri. Dopo oltre 9 ore, a notte fonda, il disperso è stato rintracciato in mare aggrappato al materassino, quasi a Messina e riportato a Scilla.




Salvini cede a Conte: sì allo sbarco di 27 minori al molo di Lampedusa

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini cede al premier Giuseppe Conte sulla Open Arms e i 27 minori presenti a bordo della nave della Ong arrivano al molo di Lampedusa. “Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della Open Arms” e “darò pertanto, mio malgrado – ha detto Salvini -, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinché non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione, non senza ribadirti che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle ragioni di diritto che ho avuto modo di esporti”.




Sora, la predica del parroco Piacentini sui migranti: “Hanno telefonini e catenine al collo e dicono di venire da persecuzioni. Ma quali persecuzioni?”

Predica choc di un prete durante le celebrazioni per la festa di San Rocco. Il parroco di Sora, cittadina del frusinate, don Donato Piacentini, si è scagliato contro i migranti e chi li soccorre. “Vanno a soccorrere persone che hanno telefonini o catenine e catene al collo e che dicono di venire dalle persecuzioni. Ma quali persecuzioni? Guardiamoci intorno, guardiamo la nostra città, la nostra patria. Guardiamo le persone accanto, che hanno bisogno e quante ne ho conosco io, sono tante, tantissime, una marea che si vergognano del loro stato di vita”. Le parole sono state accolte da contestazioni ma anche da qualche applauso.
    Il vescovo di Sora, mons. Gerardo Antonazzo, ha sconfessato il suo sacerdote. La diocesi, in un comunicato ufficiale, parla di “discutibili scelte personali” mentre il vescovo ha sottolineato nella sua predica che “uno dei cardini fondamentali” del Vangelo “è la scelta ‘prima gli altri'” ribadendo dunque l’impegno, con la Caritas, per l’accoglienza dei migranti.