Reggio Calabria, manette per 21 persone affiliate alle cosche De Stefano-Tegano e Libri

REGGIO CALABRIA – Vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti dei capi storici, elementi di vertice, luogotenenti e affiliati alle potenti cosche della ‘ndrangheta De Stefano-Tegano e Libri operanti nella città di Reggio Calabria, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, diverse estorsioni in danno di imprenditori e commercianti, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dal metodo e dalla agevolazione mafiosa.

Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di  Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine e di altre Squadre Mobili del Sud, Centro e Nord Italia, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni e alcuni sequestri di aziende. Nell’operazione scattata questa mattina all’alba sono stati impiegati circa 200 agenti della Polizia di Stato.




Resident Evil 3, Nemesis torna nel nuovo remake di Capcom

Resident Evil 3, uno fra i titoli più amati dai fan della serie videoludica targata Capcom, torna su Pc, Ps4 e Xbox One in una veste totalmente rinnovata e incredibilmente spettacolare. A differenza del bellissimo remake di Resident Evil 2 (qui la nostra recensione), questo sequel è una sostanziale reinterpretazione del titolo classico, con tutto ciò che ne consegue. Quando si imbocca un sentiero del genere, infatti, c’è sempre il rischio che le scelte produttive finiscano col deludere le aspettative degli appassionati, mancando di valorizzare appieno il materiale di riferimento. Un campo minato che purtroppo il team di Capcom non ha affrontato nel migliore dei modi, tanto da rendere la fuga disperata di Jill Valentine meno brillante del previsto, ma comunque sempre adrenalinica e interessante da giocare.

A livello di trama Resident Evil 3 non delude: l’implacabile avanzata del Virus-T sta trasformando la cittadina di Raccoon City in un inferno brulicante di non-morti, mostrando il vero volto del terrore a quei pochi sopravvissuti che in preda al panico e al terrore si trascinano per raggiungere una salvezza impossibile. Tutt’altro che preparati a una simile evenienza, gli agenti dell’R.P.D. e dell’Umbrella Countermeasure Service tentano di ritardare la fine di una battaglia già persa, mentre forze oscure sfruttano la situazione per testare le prestazioni degli abomini creati dalla casa farmaceutica. Nell’occhio di questo ciclone di morte, una Jill Valentine segnata dagli eventi di Villa Spencer prepara la sua fuga in fretta e furia, facendo appello a quel po’ di forza che le è rimasta per ragionare con lucidità. L’avvincente prologo di Resident Evil 3 è decisamente più a fuoco dell’originale, grazie a una messa in scena di grande impatto che tratteggia con efficacia il dramma che si sta consumando a Raccoon City. Dopo aver incontrato Carlos, la protagonista accetta di tornare in strada per riattivare la metro, nella speranza di salvare se stessa e i propri concittadini. Un obiettivo che rappresenta il primo passo di un’impresa dal ritmo incalzante, che in parte abbandona la connotazione survival horror del secondo capitolo per votarsi a una formula decisamente più votata verso l’azione pura. In Resident Evil 3, la città di Raccoon City si mostra viva come non mai. Complice la presenza di file e documenti di vario genere, ciascuna ambientazione aggiunge tasselli a un mosaico narrativo ben più ricco rispetto a quello originale, al netto di qualche importante omissione. Nel remake manca ad esempio una delle location più iconiche del gioco, sostituita da una sezione “di passaggio” che non mancherà di lasciare un po’ d’amaro in bocca ai fan della serie. C’è da dire però che alcune aree di gioco riescono davvero a sorprendere sia in termini di level design che di narrazione ambientale, quest’ultima modellata per rafforzare un nodo chiave nella lore di Resident Evil: l’intera Raccon City non è altro che un’immensa copertura per nascondere le attività dell’Umbrella. Pur mancando del pathos che rendeva memorabili alcune delle sequenze di Resident Evil 2, la trama del terzo capitolo è stata riadattata per risultare un po’ più credibile rispetto a quella del ‘99, alternando ad esempio le motivazioni che, durante la campagna, spingono alcuni personaggi ad agire in un determinato modo. Insomma, nonostante qualche mancanza, anche pesante, il risultato a livello narrativo e di location è comunque molto positivo.

A nostro avviso il più grande problema di Resident Evil 3 Remake consiste nella sua longevità: per concludere una run a difficoltà Standard bastano poco più di cinque ore. Prima di terminare la nostra prova abbiamo finito Resident Evil 3 anche a difficoltà Estrema e Incubo, con l’obiettivo di verificare la rigiocabilità di un titolo che si dimostra capace di offrire ben più di uno stimolo ai completisti incalliti. In ogni caso, complice l’assenza del New Game Plus e della doppia avventura, la mole contenutistica di Resident Evil 3 si conferma nettamente inferiore rispetto a quella del predecessore, nonostante l’aggiunta di Resident Evil: Resistance tenti di pareggiare i conti. Il titolo di Capcom e M2 differisce non poco dall’indagine di Leon e Claire, e non solo sul fronte del combat system. Il ritmo del gioco è decisamente più incalzante ma, di contro, l’ampiezza media degli scenari risulta considerevolmente ridotta. Oltretutto, la gamma degli enigmi e ridotta all’osso e le opportunità di backtracking sono veramente scarsine. A questo proposito, non abbiamo gradito la scelta di impedire ai giocatori di tornare nelle zone precedentemente visitate per completare l’esplorazione, specialmente considerando quanto sia difficile dedicarsi a questa attività durante gli assalti del Nemesis. Una volta ottenuti gli strumenti necessari è comunque possibile attardarsi per setacciare al meglio ogni anfratto dell’area cittadina, un compito facilitato da una mappa di gioco che segna con chiarezza lo “stato” delle zone saccheggiate. Nel corso del suo viaggio nell’orrore, Jill prende parte a una miriade di scontri a fuoco dai ritmi serrati, sostenuti da un sistema di puntamento solido, che permette di modificare a piacimento la sensibilità del mirino. Grazie a un gore system di grande effetto, leggere i punti di impatto dei proiettili sui corpi degli avversari risulta molto facile: un feedback visivo che concede di ridurre al minimo lo sperpero di munizioni. Le pistole, i fucili e il resto dell’arsenale, possono essere potenziati con appositi “kit di modifica”, reperibili sia all’interno degli scenari, sia raccogliendo le casse che cadono a Nemesis quando viene stordito. Estendere i caricatori, aggiungere mirini e quant’altro, potrebbe portare alcune armi a occupare più spazio all’interno dell’inventario, che comunque è possibile ampliare recuperando i borselli sparsi per le ambientazioni. Detto questo, gli zombie che popolano il centro cittadino non sono che la prima specie in un roster da incubo con mostruosità di ben altra caratura. A tal proposito, se a livello Standard il numero di cure e munizioni si conferma a dir poco sovrabbondante, la difficoltà Estrema impone una gestione intelligente dell’inventario, in modo da riuscire a fronteggiare le BOW più coriacee con gli armamenti adatti. Parlando dell’antagonista per antonomasia di questo Resident Evil 3, ossia Nemesis, possiamo dire che sul fronte del design, almeno per quanto concerne la sua forma classica, sarebbe stato difficile chiedere di meglio. La gigantesca vena pulsante coperta dal rivestimento pettorale, i denti allungati, e i lembi di carne strappata – segno che la simbiosi tra la bioarma e il parassita Ne-Alpha non sia avvenuta placidamente – sono solo alcune delle idee più riuscite alla base del suo nuovo aspetto, capace di incutere timore e affascinare al tempo stesso. A rendere ancor più snervante questo inarrestabile abominio, c’è una sonorizzazione semplicemente perfetta, che si spinge ben oltre le sue urla rabbiose o l’iconica “S.T.A.R.S.”. Il rumore prodotto dal suo processo di rigenerazione è in grado di far gelare il sangue nelle vene, per non parlare del suo respiro affannoso e dei tonfi sordi prodotti dai suoi scatti furiosi. Insomma Nemesis fa ancora paura come un tempo e forse grazie alle potenzialità attuali riesce anche a far meglio del suo vecchio predecessore.

Merita un capitolo a parte la modalità multiplayer “Resistance” presente insieme a Resident Evil 3 come gioco a parte e che funge da “contenuto” aggiuntivo e sostituisce a tutti gli effetti Mercenari. La stessa è in realtà interessante e diverte il giusto, ma si tratta della classica reinterpretazione survival di prodotti già esistenti come Dead By Daylight e venerdì 13, dove un giocatore ha il compito di eliminare gli altri quattro impegnati a fuggire. In questo caso, il “cattivo” della situazione è il Mastermind, un personaggio interpretato da una delle menti Umbrella. Esso può sfruttare le telecamere di una mappa per posizionare trappole, mostri di vario tipo come zombie o cani. Per “evocare” questi svariati strumenti di morte è necessario utilizzare le carte, tutte con un costo predefinito di energia. Quest’ultima si ricarica col tempo ed è importante stare attenti affinché si sfruttino tutte le possibilità, visto che ogni danno a un sopravvissuto riduce anche il tempo di fuggire per la squadra. Il Mastermind può anche controllare in terza persona un mostro per attaccare i giocatori, così da aver una maggior varietà dell’azione. Ogni Mastermind si differenzia poi per tipo di mostri evocabili e per la ultimate che in questo caso corrisponde a una BOW unica come Birkin contagiato con il Virus-G o l’instancabile Mr X. I sopravvissuti si dividono in offensivo, tank e supporto; ognuno con determinati abilità, assegnabili prima dell’inizio di una partita. Abbiamo un personaggio che cura, un altro che può disattivare le telecamere e altro ancora. Tutti partono nello stesso modo, intorno al singolo livello è possibile raccogliere piante, munizioni e soprattutto crediti Umbrella che permettono di acquistare armi o potenziamenti durante la partita stessa dagli appositi contenitori. Il loro obbiettivo è ovviamente quello di fuggire e raggiungere il nucleo finale, ma per farlo è necessario completare una serie di enigmi che consistono nella ricerca di uno o più oggetti. Sia i Mastermind che i sopravvissuti possono essere personalizzati, dall’estetica alle abilità. La moneta in gioco (RP) è tutta per acquistare casse che contengono skin e altro ancora e si ottiene semplicemente salendo di livello. Insomma, Resistence è una piacevole nonché inedita variante che serve a colmare la breve, seppur intensa, esperienza offerta da Resident Evil 3. Tirando le somme, nonostante questo remake non sia il gioco che ci si aspettava, il risultato nel complesso è più che buono e non giocarlo sarebbe veramente un peccato. L’aggiunta di Resistance poi è una gradita sorpresa, anche se da solo il titolo multiplayer non ha l’impatto necessario per soddisfare completamente i fan della saga.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9

Longevità: 7

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Apple si separa da Intel, il Mac avrà un chip targato Cupertino

Apple si stacca da Intel dopo 15 anni. Il colosso di Cupertino infatti ha deciso di affidare il Mac a un suo chip, l’Apple Silicon. “E’ un giorno storico per il Mac, lo lanciamo a un nuovo livello”, ha affermato Tim Cook nel corso della conferenza degli sviluppatori che quest’anno, a causa del coronavirus, è tutta virtuale. Con il suo chip Cupertino punta a rendere il Mac più veloce e potente: la transizione da Intel durerà circa due anni con i primi Mac dotati di Silicon disponibili entro la fine dell’anno. Cook comunque rassicura: continuerà a lanciare nuove versioni di macOS per anni. Il nuovo chip consentirà ad Apple di migliorare la sicurezza e la vita della batteria del Mac, spiega Johny Srouji, il responsabile di Silicon. Il Mac non è più per Apple un motore dei ricavi ma vende circa 20 milioni di unità l’anno, con un fatturato di 25 miliardi di dollari. Il computer è però chiave per Apple per far leva sul mercato dei professionisti, con il quale Cupertino fa leva per spingere gli altri prodotti di famiglia, dall’iPhone agli Airpod e all’Apple Watch. Nel corso della conferenza degli sviluppatori, Apple presenta anche il nuovo sistema operativo MAC OS Big Sur, con il quale il computer somiglia sempre più a un dispositivo mobile. Annunciate nel corso dell’evento anche altre importanti novità, quali iOS 14 con una Siri migliorata in grado di inviare anche messaggi vocali, e una app per le traduzioni che consente a due persone di avere una conversazione in due diverse lingue. iOS 14 presenta anche la rivista e migliorata app Maps, che consente di trovare nuovi posti e località e di vagare seguendo le istruzioni e in modo rispettoso per l’ambiente. Per gli amanti della bicicletta Maps offre anche indicazioni dedicate che consentono di identificare piste ciclabili ma anche l’eventuale presenza di gradini e traffico. Importanti novità anche per l’Apple Watch, che sarà in grado di monitorare come ci si lavano le mani, uno dei requisiti principe nella lotta al coronavirus, e come si dorme.

F.P.L.




Call of Duty Modern Warfare, è il momento della stagione 4

Call of Duty Modern Warfare (qui la nostra recensione), noto come lo sparatutto più famoso del mondo, con l’arrivo della stagione 4 è pronto a garantire tutta una serie di contenuti gratuiti e a pagamento su Pc, Xbox One e PS4. La battaglia si fa più intensa a Verdansk e l’Armistizio è sull’orlo del collasso. Nel tentativo di puntellare le difese e di rinforzare sia la Coalizione che l’Alleanza per continuare a combattere, il Capitano Price arriva in mezzo al caos per contribuire alla fine del conflitto in corso. Mentre il nemico sta mettendo le fazioni della Coalizione e dell’Alleanza l’una contro l’altra, diventa sempre più difficile capire di chi fidarsi. Con Ghost e Alex già sul campo c’è solo da prepararsi a una battaglia ancora più grande al fianco di amici vecchi e nuovi.

Per quanto riguarda Warzone (qui la nostra recensione del Battle Royale di CoD) arrivano nuove modalità di gioco, inoltre una gran quantità di novità modificano il gameplay così come tutti lo conoscevano fino alla season 3. In alcune partite del Battle Royale bisognerà prestare attenzione ai tre nuovi colpi di scena che possono cambiare le sorti della partita. Questi hanno infatti un impatto sulla strategia e sull’approccio al gioco e possono verificarsi in qualsiasi match senza preavviso. Quando accadranno, si verificheranno sempre a metà partita. Ad esempio, dopo il primo drop kit e prima della chiusura del Gulag. Questi imprevisti sono: “Jailbreak”, “Fire Sale” e “Supply Chopper”. “Fire Sale” applica temporaneamente uno sconto fino all’80% sulla maggior parte degli articoli nelle Buy Station o li rende addirittura totalmente gratuiti. Quando si verifica tale evento è il momento perfetto per ritirare un UAV, una cassa di piastre corazzate per la propria squadra o anche una letale Killstreak. Inoltre nel tempo in cui quest’evento è attivo, riportare in vita un compagno di squadra o acquistare un kit di auto rianimazione è completamente gratuito. Se ci si trova a corto di soldi, una Fire Sale potrebbe essere l’occasione giusta per riarruolare un compagno di team, ma attenzione, si avranno solo 60 secondi, quindi le aree vicino gli shop diventeranno zona di guerra. L’evento “Supply Chopper” porta a Verdansk un elicottero non letale, ma pieno zeppo di soldi e armamenti. Il velivolo ha un sacco di vita, e richiederà più di un certo numero di razzi per essere abbattuto. L’elicottero non risponde al fuoco, ma è necessario agire in fretta perché mentre si è distratti per abbatterlo le squadre nemiche si muoveranno per uccidere i giocatori e rubare il contenuto dal relitto del mezzo. Una volta distrutto, dal Supply Chopper cadranno oggetti di alta qualità che i giocatori potranno raccogliere. Questi includono come minimo tre UAV, due casse di armature e scatole di munizioni, una maschera antigas, un lanciagranate e tonnellate di denaro. Quando si verifica un “Jailbreak”, invece, tutti i giocatori che sono stati uccisi saranno riportati di nuovo in partita. Sia che si stia aspettando il round 1v1 nel Gulag, sia che si stia osservando la partita dei propri compgni di squadra, appena compare l’evento si rientrerà in campo. Ci sarà un minuto di preavviso prima che si verifichi un Jailbreak per trovare un’ulteriore armatura o per assicurarsi di avere un’arma per i compagni di squadra che torneranno. I Jailbreak possono verificarsi in qualsiasi momento nel mezzo di una partita di un Battle Royale, quindi potrebbe valere la pena di rimanere spettatore, non si sa mai.  

In questa Stagione di Warzone debuttano poi due nuove modalità a tempo limitato: Juggernaut Royale e realismo. Nela prima, una variante della modalità Battle Royale, la famosa tuta corazzata della modalità Multiplayer atterra a Verdansk con tre lanci di rifornimenti che arrivano dal cielo. Una volta indossata, la corazza aumenterà la barra della salute, si avrà a disposizione una minigun e una colonna sonora metal di sottofondo. Con la corazza indosso si potrà ancora salire sui veicoli e fare scale, i danni ricevuti inoltre non avranno impatto sulla salute ma causeranno danni che colpiranno chiunque si trovi nelle immediate vicinanze. Se uno qualsiasi dei giocatori corazzati viene inviato al Gulag, dopo un breve periodo, un nuovo approviggionamento Juggernaut sarà contrassegnato sulla Tac-Map e atterrerà a Verdansk. Nella modalità realismo invece si seguono le stesse regole della modalità Multiplayer. Si avrà un HUD minimo e un aumento dei danni dei colpi alla testa. Il pacchetto della season 4 di Call of Duty Modern Warfare season 4 però offre anche la Warzone Rumble. Questa modalità è un immenso Deathmatch a squadre 50vs50. Questa quarta stagione di Call of Duty Modern Warfare vede arrivare al lancio un trio di nuove mappe, gratuito per i possessori della versione completa del titolo. Ogni nuova mappa è realizzata per una modalità di gioco diversa, Multiplayer, Guerra Terrestre e Scontro. Scrapyard, di Call of Duty: Modern Warfare 2, debutta in questa Stagione, e la piccola, divertente e frenetica mappa è proprio come la ricordano i veterani del gioco. In Barakett Promenade i giocatori di Warzone saranno in un territorio a loro familiare a Barakett Promenade, l’ultima mappa di Guerra Terrestre, disponibile al lancio della Stagione 4. Trench invece come suggerisce il nome di questa mappa di Scontro è una rete di trincee interconnesse. Anche se i giocatori possono uscire dalla trincea per muoversi più velocemente in tutta la mappa, ogni movimento esporrà la propria posizione al nemico, quindi riflessi veloci e tanta fortuna saranno i migliori alleati di chi si cimenterà in questo scenario. Per questa nuova stagione di Modern Warfare sono inoltre previste tre nuove modalità, tra cui un classico, insieme ad altre playlist Multiplayer, moshpit e aggiornamenti. In Team Defender un giocatore singolo deve tenere la bandiera mentre i suoi compagni di squadra li difendono. Utilizzare la comunicazione, le informazioni e le potenti serie di uccisioni è la via migliore per contrastare l’avversario. One in the Chamber è invece un classico tutti contro tutti, che inizia con i giocatori che si trovano in mano una pistola e un solo proiettile. È sufficiente un solo colpo per abbattere un nemico, ma e necessario mirare bene o si rimarrà senza le munizioni. Si avranno solo tre vite, quindi per vincere è fondamentale giocare con astuzia. In All or Nothing, un’altra modalità tutti contro tutti, i giocatori hanno un armamento limitato: solo una pistola e un coltello da lancio. Mirare con precisione per ottenere il maggior numero di uccisioni è la chiave per arrivare alla vittoria.

Il Battle Pass della Stagione 4 offre due nuove armi – il Fennec SMG (Tier 15) e il fucile d’assalto CR-56 AMAX (Tier 31) che tutti i giocatori di Modern Warfare e Warzone, possono ottenere gratuitamente. Inoltre, tutti i giocatori possono anche guadagnare il “Blank Stare”, un modello di fucile d’assalto Leggendario, un orologio Leggendario, una skin per il veicolo SUV, un modello di cecchino Leggendario per i lunghi combattimenti di Warzone chiamato “Brookside”, una pistola Leggendaria chiamata “Gavel”, 300 punti Call of Duty e altro ancora. Questi oggetti e altro ancora possono essere ottenuti attraverso 20 livelli di contenuti gratuiti, ottenibili nel Battle Pass semplicemente giocando. Il Fennec è un SMG a fuoco rapido con una solida precisione e un eccellente controllo. Ideale per i combattimenti a media distanza o ravvicinati, i giocatori possono estendere la gamma con gli accessori per canna ZLR 18” Deadfall o ZLR 16” Apex. Il fucile d’assalto CR-56 AMAX è estremamente ben bilanciato che crea un danno maggiore per abbattere rapidamente gli avversari. Con una grande portata e una velocità di sparo inimmaginabile, i giocatori possono equipaggiare quest’arma per aumentarne la mobilità, la maneggevolezza e il controllo per adattarla al loro stile di gioco. Un progetto Leggendario nella stessa famiglia è disponibile al livello 100 insieme ad una skin per veicoli, una skin Leggendaria per il capitano Price e Missioni Operatore per sbloccare ancora più skin perl’eroe della serie. Ancora più contenuti saranno presenti nel Negozio per tutta la durata della Stagione, comprese le nuove skin degli Operatori come “Bloodletter” per Nikto, progetti di armi e altro ancora. Ecco i dettagli sui due nuovi Operatori in arrivo nella Stagione 4: Gaz – Il sergente Kyle “Gaz” Garrick torna a Verdansk per unirsi all’Armistizio, dopo gli eventi della Campagna. Ufficiale delle forze speciali britanniche e membro della Task Force 141, Gaz è un esperto in eliminazioni di obiettivi primari, demolizioni, tattiche di armi, sorveglianza segreta e protezione dei VIP. Roze invece è un ex-Ranger dell’esercito americano, nonché un cacciatore delle montagne del Colorado. Eccelle in combattimenti ravvicinati e si unisce all’Alleanza come parte della fazione dei Jackals. Insomma, di carne a cuocere ce ne è davvero moltissima.

Francesco Pellegrino Lise




Pagamenti digitali tramite WhatsApp, si parte dal Brasile

Al via i pagamenti digitali tramite WhatsApp in Brasile che è il primo paese al mondo a sperimentarli. “Stiamo rendendo l’invio e la ricezione di denaro facile come condividere le foto, stiamo anche consentendo alle piccole imprese di effettuare vendite direttamente all’interno di WhatsApp”, scrive Mark Zuckerberg su Facebook. “Le persone saranno in grado di inviare denaro in modo sicuro o effettuare un acquisto da un’azienda locale senza uscire dalla chat – spiega la società sul suo blog -. Gli oltre 10 milioni di piccole e micro-imprese sono il battito del cuore delle comunità brasiliane. Ora, oltre a visualizzare il catalogo di un negozio, i clienti potranno anche inviare pagamenti per i prodotti”. WhatsApp precisa che il sistema tiene conto della sicurezza e “per impedire transazioni non autorizzate, sarà richiesto un Pin speciale a sei cifre o un’impronta digitale”. Per iniziare, aggiunge, “supporteremo le carte di debito o di credito del Banco do Brasil, Nubank e Sicredi sulle reti Visa e Mastercard, e stiamo lavorando con Cielo, il principale processore di pagamenti in Brasile. Abbiamo creato un modello aperto per accogliere più partner in futuro”. L’invio di denaro o l’acquisto su WhatsApp è gratuito per gli utenti. Le aziende invece pagheranno una commissione, in linea con quanto accade con le transazioni per le carte di credito. I pagamenti avverranno grazie alla piattaforma Facebook Pay, che permette agli utenti di inviare denaro o effettuare un acquisto da un’azienda locale senza uscire dall’APP. E visto che le piattaforme comunicano tra loro, “in futuro – spiega WhatsApp – vogliamo consentire a persone e aziende di utilizzare gli stessi dati della carta nella famiglia di app di Facebook”. La società intende “estendere i pagamenti a tutti”. Stando così le cose, nel nostro futuro sarà possibile effettuare pagamenti digitali tramite la piattaforma di instant messaging in tutta sicurezza e in maniera molto semplice.

F.P.L.




Vaccino affiancato da anticorpi monoclonali per sconfiggere la SarsCoV2

Il vaccino da solo forse non sara’ sufficiente a sconfiggere il virus SarsCoV2 e dovra’ essere affiancato da altre armi, in particolare dagli anticorpi monoclonali: farmaci di precisione capaci di neutralizzare il virus disinnescando la sua arma principale, ossia la proteina Spike che usa per aggredire le cellule. E’ quanto emerge nella lettera pubblicata sulla rivista dell’associazione dei medici americani, Jama, da Mary Marovich e John R. Mascola, entrambi del Programma di ricerca sui vaccini dell’Istituto americano per le malattie infettive (Niaid) diretto da Anthony Fauci, e da Myron S. Cohen, dell’Istituto per le malattie infettive dell’Universita’ del North Carolina a Chapel Hill.

Finora, rilevano gli esperti, gli anticorpi monoclonali hanno ricevuto una scarsa attenzione ma “hanno le potenzialita’ per applicazioni sia terapeutiche sia preventive e potrebbero essere di aiuto nel guidare la progettazione e lo sviluppo dei vaccini”. Cercare farmaci che aiutino a sostenere l’immunita’ e fronteggiare il virus fino all’arrivo del vaccino e’ una necessita’ , ma non si esclude che i vaccini possano avere bisogno di un sostegno.

Troppo poco si sa ancora, infatti, sulle reazioni del sistema immunitario umano al nuovo coronavirus e a sollevare qualche riflessione in questo senso ha contribuito un recente articolo pubblicato sulla rivista Nature Medicine che ha dimostrato come gli anticorpi anti SarsCoV2 comincino a ridursi a circa tre mesi dal contagio. Dalla ricerca, che ha senz’altro bisogno di verifiche con numeri maggiori, “emerge che c’e’ una diversa risposta nella quantita’ di anticorpi prodotti”, osserva il genetista Giuseppe Novelli, dell’Universita’ di Roma Tor Vergata, in prima fila in Italia nella ricerca sugli anticorpi monoclonali con il gruppo della Gsk vaccine diretto da Rino Rappuoli.

“Lo studio di Nature Medicina – prosegue Novelli – indica che c’e’ un’enorme eterogeneita’ della risposta individuale al virus. E’ un punto sul quale non ci sono risposte precise e che richiede un approfondimento”. In attesa di ulteriori studi in questa direzione, “e’ chiaro che servono degli anticorpi monoclonali neutralizzando e che questi vanno fatti insieme al vaccino. Anche se avessimo un vaccino efficiente, ci vorrebbero settimane prima di avere risposta immediata e in questo intervallo di tempo gli anticorpi potrebbero aiutare a limitare la progressione della malattia”. E’ importante “avere una seconda arma”.




Roma, pratiche di condono edilizio: in manette 6 persone

ROMA – I Carabinieri della Compagnia Roma Eur hanno eseguito un’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, truffa e falsa attestazione e certificazione.

Dalle indagini sarebbero emerse irregolarità nella trattazione delle pratiche di condono edilizio commesse da quattro dipendenti della Società “Risorse per Roma spa” appaltata dal comune di Roma per la gestione dell’Ufficio Condono, un funzionario del comune di Roma e un geometra, libero professionista, che avrebbero agevolato i privati richiedenti nell’approvazione delle pratiche in danno della Pubblica Amministrazione.

In particolare, i pubblici impiegati, avrebbero richiesto compensi in denaro dai privati che avevano in pendenza l’istruttoria di istanze di condono di immobili per aggirare la burocrazia, manovrando a loro piacimento le richieste per sanare violazioni edilizie e regolarizzare immobili abusivi. 




Albano Laziale, elezioni: Andreassi scende in campo: l’intervista

Luca Andreassi, coordinatore provinciale di Italia Viva, a tre mesi dalle elezioni amministrative di Albano Laziale, come si colloca e quali sono le sue aspettative?

Il mio obiettivo è sempre stato quello di portare buona politica e buona amministrazione per i cittadini di Albano. Non è stato semplice scegliere il modo in cui avrei potuto essere più efficace per poter rappresentare le tante persone che in tutti questi anni mi hanno dato fiducia e per continuare a portare avanti i tanti progetti che abbiamo sviluppato sulla Città. Insieme abbiamo ritenuto che all’interno dell’ampia coalizione che sostiene come candidato sindaco Massimiliano Borelli fosse giusto e utile portare il contributo di una lista composta da persone di varie provenienze e esperienze, ma unite da una visione comune che offriamo al candidato sindaco come contenuto programmatico e coinvolgimento di competenze ed energie a suo sostegno.

Quindi ci sarà una lista a sostegno del candidato sindaco Borelli. Correrà con il simbolo di Italia Viva?

La lista si chiama Viviamo Albano ed ha una connotazione civica, con contributi provenienti da realtà diverse. Italia Viva, del resto, nasce con l’idea che le esperienze civiche siano essenziali per il rinnovamento della politica nei territori, quindi il progetto che stiamo portando avanti ad Albano va perfettamente nella direzione indicata dal mio partito. Mi fa poi particolarmente piacere la possibilità di costruire il progetto insieme con Europa Verde, dato che il mio impegno è stato principalmente dedicato all’ambiente ed alla sua tutela, sia in ambito politico-amministrativo ma anche nella mia professione di docente universitario. Oltre agli esponenti dei due partiti, nella lista Viviamo Albano ci sono molti uomini e donne che non hanno appartenenza partitica, ma si riconoscono in un progetto civico, associazionistico, solidale. Insomma, davvero un bel mix.

Sarete accompagnati da un simbolo “particolare”

Abbiamo voluto rendere evidente il nostro desiderio di ambiente, sicurezza, voglia di stare insieme, anche nel simbolo della lista. Un simbolo che sembrerà a molti anomalo nel novero dei classici simboli di partito. Ma che vuole essere, al contrario, con la sua macchia di colore, un inno alla gioia ed alla vita ad Albano. Tanto più dopo i duri mesi COVID.

Parliamo un po’ di programmi, che ne dice? Iniziamo dalla gestione dei rifiuti.

Dieci anni fa quando mi è stata affidata la delega alla gestione dei rifiuti, Albano Laziale era una città in cui di lì a poco si sarebbe costruito un inceneritore, la società municipalizzata che gestiva i rifiuti stava fallendo e il livello di raccolta differenziata era inesistente. Oggi Albano Laziale non corre alcun pericolo relativamente ad ipotetici termovalorizzatori ed addirittura il sito di Roncigliano è ormai inattivo da 4 anni, siamo ai vertici delle classifiche nazionali e regionali per la differenziazione dei rifiuti e Volsca è un’eccellenza riconosciuta.

Altri temi portanti del vostro programma nel programma?

Oltre l’ambiente, come detto, saremo particolarmente sensibili a tematiche legate al commercio, alla sicurezza ed all’accessibilità.

In questa fase post COVID il rilancio del commercio assume, infatti, un ruolo particolarmente centrale nella rinascita della nostra comunità. In particolare, il Comune deve tornare ad essere quel volano dell’economia locale anche attraverso la creazione di strutture dedicate alle attività produttive al fine di intercettare finanziamenti regionali, nazionali e, soprattutto, europei.
Relativamente alla sicurezza, poi, l’istituzione di un coordinamento permanente delle forze dell’ordine sulla sicurezza, con l’obiettivo di valorizzare, tra gli altri, il ruolo della Polizia Locale, e creare una collaborazione sinergica con le forze della protezione civile e con il C.O.I.
Infine, l’accessibilità: vogliamo offrire ai portatori di disabilità servizi più a misura di persona ma soprattutto una città in cui possano muoversi in piena libertà e avere le stesse opportunità di tutti gli altri cittadini.




Evade dai domiciliari per festeggiare il compleanno: arrestato Emilio Fede

L’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, è stato arrestato a Napoli per evasione dagli arresti domiciliari. Ieri sera stava cenando sul lungomare con la moglie, l’ex senatrice Diana De Feo, in occasione del suo 89esimo compleanno. Fede non avrebbe atteso l’autorizzazione del giudice di sorveglianza per trasferirsi da Milano a Napoli. Fede, sottolineano fonti a lui vicine, avrebbe comunicato il suo spostamento ai carabinieri di Segrate.

“E’ stato terrorizzante. Mi sono venuti ad arrestare per evasione perché non ho atteso le disposizioni per i servizi sociali. In un ristorante si sono presentati un capitano dei carabinieri, peraltro gentilissimo, con tre militari, come fossi il peggiore dei delinquenti”, dice all’Ansa, Emilio Fede.

A seguito di una condanna Emilio Fede, dopo avere scontato 7 mesi ai domiciliari, avrebbe dovuto completare la pena inflittagli con 4 anni di servizi sociali.

A Napoli Fede era appena arrivato su invito di un gruppo di suoi amici giornalisti con i quali, avrebbe dovuto festeggiare il compleanno, l’89esimo, che cade proprio domani. Fede, contattato telefonicamente, parla dall’albergo del lungomare dove ha trovato alloggio ieri e dove, sempre ieri, è stato accompagnato dai carabinieri che hanno impartito al giornalista precise regole da rispettare.

“Sei giorni fa, – fa sapere l’ex direttore del TG4 – il Tribunale di sorveglianza di Milano, precisamente il magistrato La Rocca, mi ha comunicato che mi era stata concessa una liberazione anticipata. Sono proprio cose da pazzi, stavo mangiando una pizza con mia moglie ed ero appena arrivato a Napoli”. “Pensi – sottolinea il giornalista – che mi è stato addirittura negato di aprire la finestra. Voglio ricordare che sono caduto e adesso cammino appoggiandomi su un bastone. Immagini quanto posso essere pericoloso. Sono dispiaciuto per la giustizia e per la vita sociale visto che non posso neppure affacciarmi alla finestra”.




Nepi, controlli a tappeto sui luoghi di lavoro: multe e un’attività sospesa

Il 22 giugno 2020 i carabinieri della stazione di Nepi e i carabinieri
del NIL di Viterbo, hanno effettuato una serie di controlli ispettivi
circa la corretta applicazione dei protocolli di sicurezza delle misure
anti – COVID sui luoghi di lavoro; in particolare, durante il controllo
ad un cantiere edile sulla strada statale Nepesina, impegnato nella
costrizione di un’ area di servizio, veniva sospesa l’ attività perché
venivano sorpresi due operai in “nero” , su un totale di 5, e veniva
denunciato il titolare; inoltre venivano elevate sanzioni amministrative per quasi 10,000 euro per mancanze amministrative di cui una per non avere collegato al dispersore di terra il quadro
elettrico creando pericolo.




Allarme ambiente: diminuisce la portata del fiume Po

Osservatorio Anbi: “Servono interventi strutturali per tutelare agricoltura Made in Italy”

Come annunciato, è bastata una settimana senza piogge significative per ridurre cospicuamente la portata dei principali vettori idrici nel Nord Italia.

Tra i grandi bacini calano i livelli dei laghi di Garda e d’Iseo (entrambi 96,4% del riempimento e comunque sopra la media storica), mentre crescono Maggiore e lago di Como, unico sotto media (rispettivamente 93% e 80% del riempimento); tali invasi fungono da cisterna per le esigenze idriche della Pianura Padana e per questo saranno progressivamente svasati nelle settimane a venire, rispettando gli accordi in essere.

Come previsto, diminuiscono rapidamente le portate del fiume Po, ora sotto media seppur ancora superiori allo scorso anno; nel tratto emiliano, in una settimana, il Grande Fiume è calato di 600 metri cubi al secondo.

Tutte in calo le altezze idrometriche dei principali fiumi veneti (Adige, Piave, Brenta, Livenza) ad eccezione del Bacchiglione; diminuiscono nettamente anche le portate dei corsi d’acqua piemontesi (Dora Baltea, Tanaro, Stura di Lanzo).

Se i fiumi lombardi (Mincio, Brembo, Adda, Ticino, Chiese), pur con forti escursioni, restano sostanzialmente in linea con lo scorso anno, si registrano significativi cali idrici negli alvei dell’Emilia Romagna (Savio, Taro, Trebbia); il fiume Secchia è tornato a sfiorare il minimo storico (mc/sec 2,01) dopo aver perso, in un paio di settimane, una portata di quasi 17 metri cubi al secondo.

“Gli allarmanti dati sulla Romagna, dove nel 2020 è finora piovuto il 70% in meno di quanto caduto su un Paese tradizionalmente siccitoso come Israele, sono corollario ad una situazione complessiva, bisognosa di interventi strutturali per non sacrificare uno dei più importanti areali agricoli d’Italia” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI)

L’acqua contenuta nei principali bacini marchigiani è calata, in 7 giorni, di circa 800.000 metri cubi, mentre la diga di Penne, in Abruzzo, pur rimanendo vicino alla massima capacità d’invaso (mc. 8.800.000) ha visto, in un mese, ridursi le proprie disponibilità di circa 400.000 metri cubi.

Si conferma migliorata la situazione del laziale lago di Bracciano rispetto ad un anno fa; altrettanto può dirsi del fiume Volturno in Campania dove, invece, l’altezza idrometrica del fiume Sele è ridotta del 75%.

Continua, infine, inesorabile la discesa delle riserve idriche in Puglia (- 4 milioni di metri cubi nei recenti 7 giorni per toccare un deficit complessivo di oltre 106 milioni sul 2019) e in Basilicata (piogge pressoché a zero nella settimana scorsa con quasi 5 milioni di metri cubi in meno nelle riserve idriche ed un deficit d’acqua complessivo, pari a 71,94 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa).

“Nel momento, in cui si chiudono gli Stati Generali dell’Economia, non possiamo che allinearci con quanti hanno chiesto interventi concreti per la infrastrutturazione irrigua del Paese, un’opera strategica per l’economia agricola italiana” sottolinea Massimo Gargano, Direttore Nazionale ANBI.

Permane, infine, critica la situazione idrica in alcune zone della Sicilia, mentre è quasi tornata in media nella Calabria ed è più che soddisfacente in Sardegna.