Football Club Frascati (I cat.), il responsabile tecnico Mari: “C’è armonia col club anche nelle difficolt à”

Frascati (Rm) – Proprio ieri ha tagliato l’importante traguardo dei 50 anni. Da qualche tempo Andrea Mari, responsabile tecnico della Prima categoria, è uno dei punti di forza dirigenziali del Football Club Frascati. Certo per lui, uomo di sport e grande appassionato di calcio, non è il modo migliore di festeggiare quello di vedere la squadra ferma a livello di gare ufficiali da ormai quasi un mese, considerato che delle tre giornate di campionato il team frascatano ne ha giocata solo una, persa a Lariano all’esordio. “Una situazione che deve far riflettere tutto il mondo dell’associazionismo, spesso dimenticato dalle istituzioni – dice Mari – Nonostante le difficoltà del periodo attuale, continua ad esserci una collaborazione attiva tra lo staff della prima squadra e la società dei presidenti Claudio Laureti e Stefano Lopapa: un club che, pur avendo sempre fatto attività giovanile, si è dimostrato all’altezza della situazione anche nel sostenere l’attività di una prima squadra. Tutta la dirigenza è sempre attenta alle nostre necessità, anche se al momento tutti i nostri progetti sono stati inevitabilmente frenati dalla situazione di incertezza generale”. Nonostante questo, il Football Club Frascati ha rafforzato il gruppo della Prima categoria con un innesto di assoluto spessore: grazie alla “mediazione” di mister Mauro Fioranelli, infatti, si è concretizzato il ritorno a Frascati di Claudio Stornaiuolo, centrale difensivo o di centrocampo classe 1984 che era in forza alla Polisportiva Borghesiana. “Un elemento di indiscusso valore tecnico che però potrà fornire un contributo di forte personalità ad un gruppo che è composto da tanti ragazzi” sottolinea Mari che poi parla dei possibili sviluppi della stagione 2020-21: “La squadra sta andando avanti con gli allenamenti in forma individuale, come da protocolli federali. Ringrazio una volta di più la società che ci ha consentito di dividere il gruppo in due parti e di seguire più agevolmente tutte le disposizioni anti-Covid. Personalmente spero che si possa riprendere a giocare gare ufficiali già da dicembre, altrimenti vedremo se il comitato regionale proporrà un format differente per concludere questo campionato”.




Frascati Scherma, lo spagnolo Llavador: “Lavorerò per partecipare alla mia prima Olimpiade”

Frascati (Rm) – Carlos Llavador è uno degli “stranieri” del Frascati Scherma che si è fatto maggiore strada negli ultimi tempi. Il 28enne fiorettista nato a Madrid racconta come è iniziata la sua esperienza alla “Simoncelli”: “Avevo già parlato con un mio compagno di nazionale di Frascati e mi ero allenato qualche volta qui, così nel 2015 decisi di fermarmi per un anno e tentare la qualificazione olimpica a Rio 2016, dopo aver conquistato il bronzo ai campionati europei. Ero veramente impressionato di quello che potevo vivere alla “Simoncelli” perché potevo confrontarmi con tanti atleti forti in allenamento. Tutto il Frascati Scherma mi ha accolto benissimo e mi ha fatto sentire parte di una famiglia, poi dopo le Olimpiadi a cui purtroppo non sono riuscito a partecipare sono tornato in Spagna per completare il mio percorso di studi universitario. A gennaio del 2018, però, sono tornato ad allenarmi alla “Simoncelli” e in questa stagione proverò a partecipare alla mia prima Olimpiade: ad oggi sarei dentro, ma bisogna attendere un’ultima gara”. A Frascati lo spagnolo ha conosciuto il maestro Fabio Galli con cui è nato un rapporto molto forte: “Quasi simile a quello tra un padre e un figlio. Fabio sa gestire il rapporto con gli atleti anche fuori dalla pedana: è sempre disponibile e mi ha fatto crescere tantissimo dal punto di vista tecnico. A Frascati, poi, è nato un bel rapporto anche con l’altro fiorettista brasiliano Guilherme Toldo: siamo molto amici”. Llavador apre il libro dei ricordi e parla di come è cominciato il suo feeling con la scherma: “In Spagna non c’è una grande tradizione schermistica, io ho mosso i primi passi in questo sport a otto anni in una palestra a Madrid e da quel momento non ho più spesso. Dovevo scegliere tra hockey su prato e scherma, ma ho preferito la seconda perché potevo fare le gare internazionali. Speriamo che ci possano essere sempre maggiori investimenti sulla scherma nel nostro Paese e ovviamente molto potrà dipendere anche dai risultati che riusciremo a ottenere alle Olimpiadi”. Llavador ricorda le gare più belle della sua carriera: “Indubbiamente il doppio bronzo ottenuto agli europei nel 2015 e ai mondiali nel 2018. Medaglie speciali anche perché c’era tutta la delegazione spagnola a sostenermi e a fare un grande tifo per il sottoscritto. D’altronde la Spagna nella sua storia ha conquistato complessivamente una decina di medaglie mondiali, quindi si può immaginare facilmente cosa possa significare per noi raggiungere un obiettivo simile. Al momento non possiamo fare gare ufficiali e questa è una cosa che mi manca tanto, soprattutto perché ora ci si allena senza un obiettivo preciso. Ma spero che al più presto saremo liberi di tornare a fare quello che più amiamo”.




Roma, Eur. Arrestato commerciante usuraio: i carabinieri gli sequestrano i beni per oltre 340mila euro

ROMA – Al termine di un’attività di indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma E.U.R., coordinati da PM del pool della Procura della Repubblica di Roma che tratta, tra l’altro, i reati contro il patrimonio, diretto dal Procuratore Aggiunto Dott.ssa Lucia Lotti, il GIP del Tribunale Ordinario di Roma ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di beni mobili ed immobili di proprietà di un commerciante originario di Napoli, residente a Roma.

L’uomo era stato arrestato in flagranza di reato dagli stessi Carabinieri del Nucleo Operativo dell’Eur lo scorso mese di maggio, poiché resosi responsabile del reato di usura (art. 644 c.p.) ai danni di un imprenditore di Pomezia, venendo bloccato nel mentre riceveva dalla vittima due orologi di pregio del valore complessivo di 33.000 euro, quale parziale copertura del debito contratto.

Le attività investigative hanno permesso di ricostruire l’attività criminale posta in atto dall’indagato che ha concesso nel tempo, e sin dal 2018, prestiti usurari con un tasso mensile pari al 10%, percependo dalla vittima la somma contante di 347.000,00 euro a titolo di soli interessi.

Il provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria ha consentito di sottoporre a sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, per equivalente i seguenti beni:

– somme di denaro giacenti sul conto corrente intestato all’indagato, che ammontano a 1.237,38 euro;

  • villa a tre piani sita zona Infernetto a lui intestata, del valore di 320.000,00 euro;
  • autovettura Fiat Panda dal valore di 8.200,00 euro;
  • motociclo Harley-Davidson XL1200 CX dal valore di 11.500,00 euro.

Sempre su disposizione del provvedimento dell’Autorità Giudiziaria procedente, l’indagato è stato, inoltre, spossessato dell’abitazione, che ha lasciato verso la fine del mese di ottobre.




Poggio Mirteto, arrestato 26enne: picchia brutalmente la nonna

POGGIO MIRTETO (RI) – Questa notte i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Poggio Mirteto hanno arrestato, nella flagranza dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni, V.G., ventiseienne disoccupato di Forano.

I militari sono intervenuti a seguito della richiesta d’aiuto, fatta sull’utenza 112, da parte della nonna settantenne, con lui convivente, che all’esito dell’ennesimo litigio, era stata violentemente percossa dal nipote, riportando un trauma cranico e ferite lacero contuse alla testa, escoriazioni ed ecchimosi al viso, alle gambe e alla mano destra.

Alla donna, immediatamente soccorsa dai sanitari del 118 intervenuti sul posto, veniva riconosciuta una prognosi di 7 giorni.

Non è questa la prima volta in cui i Carabinieri si sono visti costretti a intervenire in quell’abitazione a difesa della donna, vittima di un vero e proprio maltrattamento da parte del nipote. Per il giovane, rintracciato subito dopo l’aggressione alla nonna, è scattato l’arresto in flagranza. È prevista per questa mattina, al Tribunale di Rieti, l’udienza di convalida dell’arresto.




USA 2020, Biden sorpassa Trump in Michigan: prosegue la sfida all’ultimo voto

Nella seconda lunga notte elettorale americana è sfida all’ultimo voto nei quattro stati chiave dove ancora si contano i voti e che di fatto con un bottino in palio di 57 grandi elettori decideranno la partita tra Donald Trump e Joe Biden. Ovunque è un sostanziale testa a testa che finora ha impedito di chiamare il vincitore.

In Georgia e North Carolina Trump e’ in vantaggio di un soffio, mentre in Pennsylvania guida di circa 3 punti. In Nevada invece avanti Biden, ma con uno scarto di appena 0,6 punti. Occhi anche sull’Arizona (11 grandi elettori), che Fox News e Ap hanno già assegnato a Biden nella notte dell’Election Day, ma non altri media come Cnn, Nbc e New York Times: qui il vantaggio del candidato democratico, man mano che procede lo spoglio delle ultime schede, si va assottigliando ma resta di circa 2 punti. Dopo aver vinto Michigan e Wisconsin Biden è a un passo dal raggiungere la soglia dei 270 grandi elettori necessari per conquistare la Casa Bianca. A seconda che si conti o meno l’Arizona ne ha ottenuti 264 o 253, contro i 213 di Trump.

Trump prosegue da parte sua a fare ricorsi, anche in Georgia. Tensioni tra supporter dei due candidati a Detroit.

Per conoscere il nome del Presidente degli Stati Uniti sarà necessario il conteggio definitivo delle schede elettorali e del voto postale degli stati ancora in bilico. Nel Michigan e in Pennsylvania la campagna di Donald Trump presenta un’azione legale.

Il candidato democratico (il più votato di sempre) invita alla pazienza, chiedendo di contare ogni voto. Ma Trump torna ad agitare lo spettro dei brogli, e attacca minacciando di rivolgersi alla Corte Suprema. Lo staff di Biden giudica ‘scandalose’ le sue accuse: ‘Rischia una sconfitta imbarazzante se ricorre alla Corte Suprema per le elezioni’.

Wall Street chiude in forte rialzo. Il Dow Jones sale dell’1,35% a 27.849,84 punti, il Nasdaq avanza del 3,85% a 11.590,78 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso del 2,21% a 3.443,53 punti.

Biden sorpassa Trump in Michigan. Tutte le schede in Wisconsin sono state conteggiate, secondo quanto riportano le autorità locali. Al momento, comunque, nessuno dei media americani ha dichiarato un vincitore nello stato. La commissione elettorale del Wisconsin, secondo quanto riportato da media, indica comunque un vantaggio di Joe Biden.

“E’ chiaro che vinceremo abbastanza stati per ottenere i 270 voti elettorali per vincere”, ha detto Joe Biden. “Non sono qui per dichiarare che abbiamo vinto ma per dirvi che quando il conteggio sarà finito riteniamo che saremo noi i vincitori”. “Ieri è stato provato ancora una volta che la democrazia è il cuore di questa nazione. Anche in tempo di pandemia ha votato un numero di americani senza precedenti”. “Se mai se ne sia dubitato, non si abbiano più dubbi: qui il potere è nelle mani del popolo ed è il popolo che determina chi è il presidente degli Stati Uniti”, ha aggiunto. “Non ci saranno stati rossi o stati blu quando vinciamo. Ci saranno gli Stati Uniti d’America”. “Nessuno ci strappa la nostra democrazia, né oggi né mai”, ha detto ancora Biden.

Il tycoon è sorpreso – Trump su Twitter torna ad agitare lo spettro dei brogli, nel commentare probabilmente il recupero di Joe Biden in stati come il Michigan e il Wisconsin. “La scorsa notte – afferma – ero avanti, spesso saldamente, in molti stati chiave, in quasi tutti quelli governati e controllati dai democratici. Poi, ad uno ad uno, i vantaggi sono magicamente scomparsi, nel momento in cui sono state contate discariche di schede a sorpresa. Molto strano”. Trump poi attacca i sondaggisti: “Ancora una volta hanno completamente sbagliato!”. Poi in un altro tweet insiste: “Stanno trovando voti per Biden ovunque, in Pennsylvania, Wisconsin e Michigan. E’ un male per il paese!“.  
La campagna di Trump denuncia irregolarità in diverse contee del Wisconsin e annuncia che Donald Trump potrebbe richiedere il riconteggio delle schede e farlo “immediatamente”. “Ci sono indicazioni di irregolarità in alcune contee del Wisconsin che sollevano seri dubbi sulla validità del risultato”, afferma Bill Stepien, il manager della campagna di Trump.
Nel frattempo Twitter segnala il cinguettio di Trump.

Lo staff di Biden si mostra fiducioso. “Siamo fiduciosi sul fatto che Joe Biden sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti”. Lo afferma Jen O’Malley Dillon, il manager della campagna dell’ex vicepresidente. “Trump rischia una sconfitta imbarazzante se ricorre alla Corte Suprema per le elezioni”, afferma la campagna democratica. E Biden avverte:  “Non avremo pace finche’ ogni voto non sara’ contato”.

Joe Biden batte Barack Obama. L’ex presidente nel 2008 ha conquistato 69.498.516 voti, affermandosi come il candidato che ne ha raccolti di più nella storia delle presidenziali americane. Mentre lo scrutinio è ancora in corso, Biden ha già raccolto 69.589.840 voti, superando il suo ex capo. Biden è attualmente in testa su Donald Trump per il voto popolare, con il presidente che finora ha incassato 66.706.923 voti.

Braccio di ferro tra Repubblicani e Democratici nell’Election Night negli Usa che si chiude senza un vincitore ufficiale in attesa che in alcuni stati chiave vengano contati nei prossimi giorni le schede arrivate per posta. “Dobbiamo essere pazienti e aspettare che tutti i voti vengano contati”, ha commentato Joe Biden, dicendosi fiducioso su una sua vittoria: “Siamo sulla strada giusta, ma non spetta ne a me ne’ a Trump decidere chi ha vinto queste elezioni. Spetta a voi, alla gente”.

Ma Donald Trump non ci sta, e lo ha fatto capire chiaramente presentandosi poco dopo le due del mattino (in Italia erano le 8.30) ai circa 250 sostenitori invitati alla Casa Bianca e assiepati nella East Room, con in prima fila la first family al completo: “Ringrazio gli americani, abbiamo vinto ovunque, siamo di fronte a risultati fenomenali”, ha esultato. Poi ha puntato il dito contro gli stati dove continuerà lo scrutinio, dalla Pennsylvania al North Carolina, dal Wisconsin al Michigan: “Stanno tentando di rubarci le elezioni”, ha detto, riecheggiando un tweet che poco prima era stato censurato dal social media come “controverso e fuorviante”. “Questa è una frode per gli americani e un imbarazzo per il Paese. Andremo alla Corte Suprema”, ha quindi promesso il presidente, ben consapevole che in tale ipotesi a giudicare sarà un’Alta Corte con sei giudici su tre di nomina conservatrice, grazie alla recente new entry di Amy Comey Barrett.

Come nel 2016. La finalissima delle presidenziali americane si gioca nel Midwest: Michigan e Wisconsin decideranno chi guiderà la Casa Bianca nei prossimi quattro anni. Più di Pennsylvania, Georgia e North Carolina, gli altri Stati chiave in cui non è stato possibile dichiarare il vincitore nella lunga notte dell’Election Day. E dove ancora si contano i voti per posta con il rischio di andare avanti per giorni, con l’incubo di strascichi legali che tengano l’America col fiato sospeso per settimane. Quattro anni fa i due Stati della regione dei Grandi Laghi, compresi in quella Rust Belt dove domina il voto operaio, furono strappati ai democratici e a Hillary Clinton, che nella campagna di fatto li ignorarono finendo per decretare il trionfo a sorpresa di Donald Trump. Perché, a partire da Detroit e dall’industria dell’auto, la working class voltò le spalle al partito di quel Barack Obama che aveva votato nel 2008 e nel 2012, attratta invece dalle promesse di un Trump che si poneva come uomo nuovo contro gli interessi dell’establishment e della casta. E non è un caso se negli ultimi giorni della campagna elettorale Trump e Biden hanno battuto a tappeto proprio Michigan e Wisconsin. Una strategia che nella prima parte dell’Election Night è’ sembrata premiare il presidente. Ma con il passare delle ore si è materializzato il sorpasso del candidato democratico. E se Biden dovesse vincere in entrambi gli Stati (dopo essersi imposto in Arizona ed aver confermato il Nevada), la vittoria finale sarà sua. Anche perdendo la sua Pennsylvania, dove dalle proiezioni dei principali media americani Trump appare al momento irraggiungibile, con un gap difficile da colmare anche contando tutti i voti per posta, tradizionalmente a larga maggioranza democratica.

In realtà c’è anche una seconda strada attraverso cui l’ex vicepresidente potrebbe raggiungere la fatidica soglia dei 270 grandi elettori, seppur decisamente più stretta: vincere il fortino conservatore della Georgia intaccando il ‘red wall’ degli Stati del sud. Questo gli permetterebbe ancora di fare a meno della Pennsylvania, e a quel punto di vincere persino senza Michigan e Wisconsin. Trump in Georgia è avanti, ma per lui a differenza del rivale c’è solo un modo per vincere: fare il pieno degli Stati chiave in cui ancora si stanno decidendo le sorti di queste elezioni, dopo essersi ripetuto come quattro anni fa nell’impresa di conquistare Florida, Ohio e Iowa. E dopo aver scongiurato la resa della roccaforte conservatrice del Texas che Biden a tratti è sembrato in grado di espugnare. Una missione, quella di Trump, che non sembrava impossibile, fino alla rimonta di Biden nel conteso Midwest che ora complica i piani di rielezione del presidente. Il resto della mappa elettorale che via via sta emergendo dal voto non riserva particolari sorprese, con Biden che si è imposto nei tradizionali Stati democratici della East Coast (da New York alla Virginia), della West Coast (California, Oregon e Washington) e l’altro grande Stato della regione dei Laghi, l’Illinois. A Trump invece manca solo il mattone della Georgia per ricostruire il muro di Stati repubblicani del sud, mentre non hanno tradito le attese gli altri Stati del Midwest, quelli più rurali e meno popolosi come il North e South Dakota, il Nebraska, il Kansas, il Montana o l’Oklahoma.




Allarme psicologi: con lockdown sarà boom di violenze in famiglia

Lombardia, Piemonte e Calabria regioni più a rischio 

Un boom di violenze in famiglia del 50% nella Regione Lombardia a seguito del lockdown. Non solo, la presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, avv. Elisabetta Aldrovandi, stima anche un esplosione esponenziale di disturbi per quei nuclei famigliari in cui covano patologie emotive o psicologiche che potrebbero essere fatali a causa di un secondo lockdown.

L’Osservatorio ha rilevato alcune patologie: “Il disturbo acuto da stress (diagnosticato nel 97% delle vittime a una settimana dalla violenza sessuale e nel 47% a tre mesi dal trauma); il disturbo post-traumatico da stress (dal 13% al 70%); disturbi depressivi (dal 44% al 59% anche a distanza di anni); sintomi d’ansia; abuso di sostanze, bassa autostima, distress psicologico, disfunzioni sessuali. Fra le donne che hanno subito violenza si riscontra anche una maggiore frequenza di suicidio.

Sono descritti una serie di disturbi fisici acuti e cronici: lesioni determinate direttamente dai traumi (tra cui ecchimosi, fratture, denti rotti, aborti ripetuti, lesioni del timpano), patologie ginecologiche, gastro-enterologiche, disturbi alimentari, asma, tachicardia, emicrania, abuso di alcol e sostanze, oltre al rischio di gravidanze indesiderate o di malattie sessualmente trasmesse.” Commenta la Aldrovandi. “Grazie a una convenzione con l’Osservatorio Nazionale Violenza e Suicidio abbiamo psicologi su tutto il territorio nazionale che possono fornire aiuti e consulenze a chi soffre di disagio psicologico. Inoltre manteniamo alta l’attenzione per gli episodi di violenza domestica notevolmente aumentati in questi mesi a causa di situazioni personali, economiche e famigliari spesso complicate.

Le conseguenze psicologiche avranno degli effetti negativi: pensiamo a coloro che con grande fatica e impiego di risorse avevano riaperto le proprie attività in sicurezza e ora si ritrovano a dover chiudere pur avendo rispettato tutte le regole. Una situazione estremamente frustrante che può provocare stati depressivi e indurre, nei casi più gravi, ad azioni irreparabili. Le richieste di aiuto per fatti collegati alla violenza domestica sono notevolmente aumentate negli ultimi mesi. Le chiamate al Numero Anti Violenza e Stalking 1522, gratuito e attivo 24 h su 24, anche via chat, nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020 sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280″. Aggiunge l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, punto di riferimento per i famigliari delle vittime di violenza, che conclude con una preoccupante previsione: “Ci prepariamo a affrontare mesi in cui il disagio psicologico, l’ansia e la rabbia repressa potrebbero sfociare in azioni violente, soprattutto in ambito domestico: la vicinanza e l’assistenza psicologica saranno fondamentali”.




Pes 2021, il campionato di calcio si gioca da casa su Pc e console

PES 2021 è il nuovo titolo di calcio di Konami per Pc, Xbox One e Ps4, ma è doveroso sottolineare che il titolo non porta novità sostanziali rispetto a quanto visto nell’ultima edizione. Si tratta per l’appunto di un prodotto che, posto a cavallo tra due generazioni di console, mira ad aggiornare il suo predecessore soprattutto per quanto riguarda le rose e le squadre a disposizione.

A causa della pandemia da Covid-19, i campionati di calcio si sono infatti conclusi con notevole ritardo e il calciomercato è ancora in corso: ragion per cui rilasciare un titolo completamente nuovo sarebbe stata un’impresa davvero complessa per tutta una serie di ragioni che si possono immaginare. PES 2021, va detto, è un aggiornamento dell’edizione precedente, ma anche un gioco stand alone, infatti lo si può acquistare e giocare indipendentemente dal fatto che si possegga, o meno, una copia della scorsa edizione del titolo calcistico di Konami.

Il punto di forza di questa iniziativa è senza dubbio il prezzo, che permetterà ai giocatori di vivere l’esperienza Pro Evolution Soccer senza incorrere in spese eccessive: si parla infatti della metà rispetto al normale prezzo di vendita di questi titoli. Detto ciò, andiamo a vedere nel concreto quello che gli sviluppatori hanno inserito all’interno di questo pacchetto d’aggiornamento. Per quanto riguarda le modalità, potremmo semplicemente limitarci a rimandarvi alla recensione di eFootball PES 2020 scritta un anno fa (clicca qui per leggerla), in quanto da questo punto di vista cambia veramente poco. Praticamente nulla, se guardiamo da un livello più alto le possibilità messe a nostra disposizione da Konami. Torna infatti identica la modalità Matchday, così come il MyClub si ripropone in maniera perfettamente speculare a quella vista in precedenza. Idem con patate per quanto riguarda Diventa un Mito.

Un discorso un pochino diverso lo merita invece la Master League, rinnovata da Konami un anno fa con l’arrivo di alcuni avatar dedicati a manager reali come Diego Armando Maradona, Ruud Gullit e altri ancora. Rispetto all’edizione precedente Konami ha aggiunto la possibilità di scegliere altri allenatori, accompagnando quelli già presenti con figure come Pep Guardiola, Ryan Giggs e Frank Lampard. Le novità della Master League si fermano però a questo punto, perché tutto il resto rimane così com’era: vedremo così il nostro allenatore coinvolto tra le varie partite in alcune scene d’intermezzo con alcuni dialoghi con possibilità di scelta multipla, che già un anno fa ci avevano dato l’impressione di poter perdere il loro appeal sul lungo periodo.

Dodici mesi dopo confermiamo che è senza dubbio così, sperando che per eFootball PES 2022 gli sviluppatori possano migliorare e ampliare questa componente della Master League. Questa modalità resta comunque il cuore dell’esperienza offline del franchise.

A livello di giocabilità, le meccaniche di gioco di eFootball PES 2021 appaiono abbastanza simili a quelle del suo predecessore, rispetto al quale dopo qualche partita è però possibile notare qualche differenza. Nulla di particolarmente eclatante, ma quanto basta a migliorare e rifinire quella che era e resta la migliore esperienza simulativa calcistica che si sia vista sull’attuale generazione videoludica.

Rispetto a un anno fa il gameplay di eFootball PES 2021 appare infatti più fluido, soprattutto grazie all’intervento di Konami sul comportamento dei giocatori che in troppi casi stavano a guardare la palla passare a poca distanza dalla loro posizione. Si ha adesso un senso di maggiore reattività da parte dei ventidue in campo, concedendo così maggiore spazio a cambi di ritmo tra un calcio più lento e ragionato e uno giocato invece in velocità. Da segnalare anche qualche cambiamento per quello che riguarda la gestione dei cartellini da parte degli arbitri, giustamente meno severi rispetto all’anno scorso nel punire alcuni interventi con il giallo.

Resta invece ancora da rivedere la gestione di alcuni contrasti, che porta i direttori di gara a chiamare fallo anche quando l’intervento del difensore finisce per colpire il corpo dell’avversario dopo aver preso il pallone. Stesso discorso per la gestione della regola del vantaggio, di sicuro migliorabile. Per tutto il resto vale a grandi linee quanto detto nella recensione di eFootball PES 2020, in particolare per quello che riguarda una fisica della palla in grado di soddisfare anche i palati più fini tra tiri in controbalzo e rimpalli di vario tipo, beneficiando della maggiore reattività dei giocatori per rendere meno frequenti le situazioni di ping-pong riscontrate in passato. L’aspetto cruciale di questo Season Update è senza dubbio la gestione di rose e licenze: restando sui lidi del nostro campionato, se da un lato è sopraggiunta la partnership esclusiva tra Konami e la Roma, dall’altro eFootball segna “l’addio” delle compagini meneghine. Milan e Inter, infatti, non sono presenti in PES 2021, e anche San Siro lascia un vuoto tra gli stadi disponibili. Una perdita di peso, dato che parliamo della seconda classificata nello scorso campionato e di una squadra con una lunga tradizione di vittorie internazionali. La loro uscita, a livello di immagine, segna quindi un vuoto importante, ma c’è dell’altro.

A lasciar interdetti è la “fretta” con cui gli sviluppatori hanno voluto lanciare il gioco sul mercato giacché, a causa della pandemia, la finestra del calciomercato è ancora aperta. Questo ha portato a una strategia di aggiornamenti poco entusiasmante: al day one è stato pubblicato un primo data pack che modifica la lega inglese, la liga portoghese e altri campionati meno interessanti per gli utenti italiani. Le competizioni europee più importanti, e di conseguenza le squadre, sono state riviste con un aggiornamento rilasciato a fine ottobre, con l’unica eccezione dei completi ufficiali di Juventus e Roma. Ciononostante, anche il fronte contenutistico ha visto una piccola aggiunta che riguarda la Master League: agli allenatori storici presenti nello scorso anno si aggiungono tre volti nuovi, ossia l’ex bandiera del Chelsea Frank Lampard, il leggendario Ryan Giggs e un giovane Pep Guardiola. Ovviamente, l’esperienza offerta dalla modalità non è cambiata, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. In questo caso, per esempio, permangono i filmati non doppiati che scandiscono la vita quotidiana sulla panchina, e che non ci avevano entusiasmato già lo scorso anno.

Come per gli altri aspetti di eFootball PES 2021 che sono stati toccati poco o niente con questo Season Update, ci limitiamo ad alcune brevi considerazioni sul comparto tecnico. La parte grafica si presenta in modo identico a quella del gioco di un anno fa, ma ci saremmo aspettati una cosa del genere anche se il gioco non fosse stato presentato come Season Update. Arrivati a fine generazione è infatti difficile pensare alla possibilità di migliorare ulteriormente quanto visto finora, che ricordiamo è comunque di ottima fattura: al di là dei top player curati in ogni dettaglio, Konami ci ha infatti abituati da tempo a una rappresentazione più che buona anche per i calciatori meno famosi. Ricordiamo che anche quest’anno sarà presente la licenza di UEFA Euro 2020, dopo il rinvio della competizione al 2021 a causa della pandemia.

Se il mantenimento del livello qualitativo grafico è accettabile, lo stesso non si può dire per il sonoro. La telecronaca affidata a Fabio Caressa e Luca Marchegiani è infatti del tutto identica a quella di eFootball PES 2020, già poco convincente un anno fa. Dodici mesi dopo, sentire ancora le stesse frasi è decisamente poco piacevole. Tirando le somme, pur comprendendo la scelta operata da parte di Konami per arrivare preparata all’appuntamento con la nuova generazione, la recensione di eFootball PES 2021 Season Update si conclude con un verdetto diviso a metà. Se da un lato ritroviamo infatti un gameplay che con qualche ritocco risulta quasi perfetto e riesce a incarnare l’essenza del calcio, dall’altro è impossibile ignorare l’assenza di un aggiornamento costante e adeguato al prodotto in termini di squadre e competizioni. Per questo motivo, anche per i fan più appassionati potrebbe valere la pena attendere qualche settimana per valutare con calma l’acquisto. In ogni caso il prezzo più basso, circa la metà del costo di un gioco appena uscito, è un ottimo motivo per non lasciarsi scappare Pes 2021 e passare qualche ora di divertimento con la propria squadra del cuore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 7

Gameplay: 8

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Alleanza per la sostenibilità, il nuovo progetto di Microsoft Italia

Promuovere la crescita sostenibile dell’Italia attraverso il digitale, in linea con i piani europei per il rilancio delle economie dei paesi membri e con il Piano nazionale New Green Deal. Questo è l’Alleanza per la Sostenibilità, il progetto annunciato oggi da Microsft in collaborazione con growITup, la piattaforma di Open Innovation creata da Cariplo Factory in partnership con Microsoft Italia.

L’iniziativa si traduce in una collaborazione con aziende, mondo accademico e startup per sviluppare progetti in grado di far fronte alle sfide climatiche e ambientali più urgenti e di diffondere una nuova cultura green. B4i – Bocconi for innovation, CDP, Coop, Energy & Strategy MIP – Politecnico di Milano, FLOWE, Intesa Sanpaolo, Italgas e Snam sono le prime realtà che hanno aderito all’alleanza.

“L’emergenza Covid non ha fatto altro che evidenziare delle criticità e fragilità del nostro sistema Paese. Rimettere al centro delle decisioni politiche e personali, il benessere dei cittadini significa promuovere anche la sostenibilità, l’ambiente, la salute e molto altro ancora”, commenta Filomena Maggino, Presidente della Cabina di Regia Benessere Italia.

“La crescita e la ripresa dell’Italia devono passare dal digitale e dalla sostenibilità e attraverso questa iniziativa possiamo dare un contributo concreto e di sistema per individuare una nuova via green per il nostro futuro. L’Alleanza per la Sostenibilità parte con uno spirito collaborativo tra tutti gli attori coinvolti e tra quelli che ci raggiungeranno nei prossimi mesi, perché questa è una sfida da affrontare tutti insieme”, sottolinea Silvia Candiani, Amministratore Delegato Microsoft Italia. L’Alleanza per la Sostenibilità fa parte di Ambizione Italia #DigitalRestart, il piano quinquennale di investimenti per l’Italia del valore di 1,5 miliardi di dollari annunciato da Microsoft lo scorso maggio. L’azienda di Redmond, a livello globale, si è data l’obiettivo di diventare ‘carbon negative’ entro il 2030.

F.P.L.




North & South il ritorno di un grande classico degli anni ‘90

The Bluecoats – North & South è un remake dell’originale “Nord e Sud”, uscito negli anni 90 su Amiga e altre piattaforme a 16 bit. Il gioco era un particolare strategico ambientato durante la guerra civile americana, che vedeva contrapposti nordisti e sudisti per il controllo degli Stati Uniti.

Questa nuova versione, già uscita su pc e adesso disponibile anche su console, si presenta come un remake che riprende la struttura e l’ambientazione originale. Fondamentalmente si tratta di un gioco di strategia semplice e immediato, simile a un gioco da tavolo, ma i combattimenti tra gli schieramenti si risolvono con fasi d’azione che si svolgono su schermate a parte. Gli intermezzi d’azione sono opzionali, è possibile non giocarli, determinando i risultati casualmente.

La “mappa di gioco” rappresenta gli Stati Uniti d’America dell’epoca, corrispondenti circa alla metà orientale degli Usa dei nostri giorni, e ogni stato rappresenta una casella di gioco. Ci sono quattro possibili configurazioni per quanto riguarda la data di partenza (dal 1861 al 1864) ed è una guerra a due: un giocatore controlla l’Unione, l’altro (o l’intelligenza artificiale) la Confederazione.

Lo scopo è, ovviamente, eliminare l’avversario e vincere la guerra. I territori ad Ovest sono i più pericolosi in quanto, casualmente le armate dei giocatori potranno essere attaccate e irrimediabilmente sconfitte da indiani, se si è più a Nord, o da messicani se si è più verso Sud. Inoltre il territorio presenta un porto ad est, dove di tanto in tanto e in maniera randomica verranno fatte sbarcare truppe fresche. La mappa di North e South viene completata da 5 fortini collegati fra loro da una linea ferroviaria. Il possesso di due o più forti comunicanti fra loro farà si che, prima di iniziare ogni turno un treno carico d’oro possa riempire le casse dello schieramento.

Con quest’oro si potranno acquistare truppe aggiuntive, ottenere un bonus invulnerabilità a indiani e messicani, ma anche evitare che il maltempo blocchi le armate colpite per un turno. Insomma, avere il controllo dei fortini vuol dire avere un prezioso vantaggio a ogni turno. Molto importante in questo gioco è la conformazione delle armate che sono utilizzate quando le due fazioni si scontrano in battaglia. In “North & South” ve ne sono di tre tipi: fanteria, cavalleria ed artiglieria. Un contingente completo è composto solitamente da sei fanti, tre cavalieri ed un cannone. Ma ben presto questa “configurazione standard” potrebbe vacillare sotto i colpi dei nemici, soprattutto se armati di cannoni, ragion per cui si può rimpinguare la propria armata portandola fino ad un numero massimo di tre volte superiore a quanto descritto, ossia 18 fanti, 9 cavalieri e 3 pezzi di artiglieria pesante.

Il gioco si svolge a turni, che in “North & South” coprono la durata di un mese. Si possono muovere tutte le proprie armate di una casella ciascuna. Se due armate amiche entrano nella stessa casella vengono unite. Di contro, non sarà più possibile suddividerle. Se due unità avversarie entrano nella stessa casella comincia la battaglia per la conquista dello stato. Se si entra in uno stato nemico indifeso oppure in uno neutrale lo si conquista all’istante; anche gli stati nemici indifesi accerchiati, tranne quelli con un forte, vengono automaticamente conquistati.

Ma non finisce qui, in North & South le battaglie si alternano con giochi d’azione importanti per chiudere la partita in proprio favore. L’assalto al forte e quello al treno, infatti, faranno pendere l’ago della bilancia verso la direzione di chi avrà portato a termine queste missioni. Se si decide di attaccare un forte, si affronterà un gioco stile shooter in prima persona (nell’edizione anni ’90 bisognava partecipare a un minigame a scorrimento orizzontale) in cui bisognerà eliminare un certo numero di nemici. Ovviamente se è il fortino del giocatore ad essere assaltato, questo assumerà il ruolo del difensore. L’assalto al treno è molto simile ma si svolge sul tetto e all’interno dei vagoni in corsa con l’obiettivo di raggiungere la locomotiva o difenderla.

Per far partire questo particolare evento un’armata deve essere posizionata su un territorio in cui passa il treno avversario. Se l’assalto riesce, l’attaccante ruba l’oro trasportato e potrà spenderlo come meglio crede. Se invece a vincere è il difensore, l’oro sarà in salvo. Un buon aspetto visivo ed un buon impianto sonoro fanno di North & South un ottimo prodotto nonostante sia molto semplice nel complesso. La grafica colorata, discretamente animata e definita fa il suo dovere.

Le animazioni sono essenziali, ma troppo scarne soprattutto in battaglia, fase in cui la grafica tocca i punti più bassi. Il sonoro nel complesso è gradevole mentre la giocabilità è sempre varia ed è ben giostrata anche nei mini-giochi, ma non convince appieno la gestione delle truppe in campo a causa dei movimenti limitati. La longevità si attesta su livelli discreti, ma una volta trovata la chiave di volta sarà piuttosto agevole avere la meglio sull’avversario, soprattutto se si tratta del computer che gestisce le sue forze in campo in modo poco ortodosso. In conclusione questo remake di North & South tratta la guerra come pochi, con molto tatto e tanta ironia. Basterebbe solo questo a promuovere a pieni voti il titolo. Fatta questa premessa, il gioco a suo tempo riuscì ad avere una grossa fetta di estimatori, ma siamo sicuri che anche adesso fra nostalgici e neofiti il gioco potrebbe riscuotere ancora il meritato successo. North & South è uno strategico un po’ atipico ma adatto a tutti, soprattutto ai giocatori più giovani che ne apprezzeranno senza dubbio la dinamica.

Tecnicamente parlando, è stato fatto un buon lavoro con una grafica essenziale ma carina, ben definita. La giocabilità, nonostante l’intelligenza artificiale sia un po’ debole, è buona e l’alternanza tra tattica ed azione è miscelata bene. Il titolo però non è esente da difetti: la parte strategica è un po’ scarna, le armate non possono essere mosse contemporaneamente e la limitazione nei numeri può essere da un lato positiva ma dall’altro negativa. Insomma, se quello che cercate è un videogame strategico in stile gioco da tavolo, ma che abbia da offrire tanto divertimento e che non abbia troppe opzioni, allora North & South è quanto di meglio possiate trovare.

GUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 8,5

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Yahoo! lancia lo smartphone low-cost da 50 dollari

Yahoo! si lancia nel mercato degli smartphone e lo fa lanciando un prodotto dal prezzo super conveniente. L’azienda californiana, di proprietà dell’operatore mobile americano Verizon, ha infatti messo in vendita Yahoo Mobile Zte Blade A3Y, il nuovo dispositivo entry level prodotto dal colosso cinese Zte.

In vendita per ora solo negli Stati Uniti, il nuovo smartphone di fascia entry level sarà disponibile per tutti i clienti del provider Yahoo Mobile al prezzo di 50 dollari. Il nuovo device di Yahoo, come detto, punta forte sul prezzo, decisamente inferiore rispetto a quelli offerti dalla concorrenza, e sulla sinergia con Yahoo Mobile.

Lo storico portale web fondato nel 1994 a marzo 2020 si è infatti trasformato in un operatore mobile che si appoggia sulle reti 4G di Verizon. Il provider offre un unico piano tariffario con dati, chiamate e sms illimitati a 40 dollari al mese. Yahoo Mobile Zte Blade A3Y avrà lo storico colore viola della casa madre e monterà uno schermo da 5,45 pollici.

Lo smartphone sarà provvisto di una fotocamera posteriore da 8 megapixel, una frontale da 5 megapixel, un processore Mediatek con 2 GB di Ram e una memoria espandibile da 32 GB. Sul telefono saranno disponibili da subito le app di Yahoo, dalla mail al meteo, passando per le news, lo sport e la finanza.

Per lanciarsi nel mercato degli smartphone, Yahoo ha scelto Zte, colosso cinese di progettazione e produzione di dispositivi e sistemi di telecomunicazione. A settembre la società ha presentato in Cina Axon 20, il primo telefono 5G al mondo a integrare la fotocamera sotto al display. Nel terzo trimestre del 2020 il fatturato dell’azienda è cresciuto del 37,2% su base annua, superando i 4 miliardi di dollari. Riuscirà Yahoo! a guadagnarsi uno spazio nello spietato mercato della telefonia mobile con questo nuovo smartphone dal prezzo super low cost? Non resta altro che aspettare.

F. P. L.




Transformers Battlegrounds, guerra fra i robot di Hasbro

Transformers è un marchio nato nel lontano 1984 prodotto dalla americana Hasbro e dalla giapponese Takara Tomy. Nato come una semplice la linea di giocattoli incentrata su dei robot extraterrestri in grado di prendere le sembianze di veicoli e creature, con il passare del tempo il marchio ha assunto sempre più popolarità, prima con diverse serie animate ed in seguito con i film diretti da Michael Bay.

Nel mentre il franchise si è sempre più espanso tramite numerosi media tra i quali i fumetti e anche videogiochi. Di opere videoludiche dedicate ai Transformers ne sono state realizzate oltre una ventina e di vario genere, ma mai prima d’ora i robot ideati da Hasbro sono stati i protagonisti di un videogioco strategico a turni.

Questo è il caso di Transformers: Battlegrounds, titolo sviluppato da Coatsink che esce, per Pc, Xbox One, Ps4 e Switch, a cinque anni di distanza dall’ultimo gioco dedicato ai celebri alieni robotici, ovvero Transformers: Devastation di PlatinumGames.

Il mondo dei Transformers sarà riuscito ad adattarsi a questo specifico genere videoludico? Ve lo diciamo subito. Durante l’avventura, divisa in quattro atti, il giocatore avrà la possibilità di comandare sei dei più celebri Autobot, ovvero “Bumblebee”, “Arcee”, “Windblade”, “Wheeljack”, “Grimlock” e ovviamente “Optimus Prime”.

Ogni personaggio appartiene ad una delle tre classi che determina le proprie abilità sul campo di battaglia, ossia Scout, Brawler e Support. Il sistema di combattimento di Transformers Battlegrounds si basa su punti abilità che determinano di quante caselle ogni Autobot possa muoversi e quali abilità possa usare durante lo scontro. Ad ogni turno ogni personaggio partirà con tre punti abilità, più lontano ci si sposterà più punti verranno consumati, più sarà potente l’abilità utilizzata maggiore sarà la spesa di punti richiesta. Inoltre durante i combattimenti si riempirà la barra di Energon che servirà per eseguire un attacco bonus spendendo metà o tutto il materiale raccolto.

Tale barra si riempirà consumando punti abilità o posizionandosi vicino a delle casse di Energon sparse per le mappe di gioco. Dato che ogni personaggio ha una gamma così distinta di abilità, tutto questo si unisce per creare un sistema di combattimento particolarmente sfaccettato che diventa sempre più variegato sbloccando nuove abilità equipaggiabili.

In Transformers Battlegrounds gli scontri sono decisamente divertenti, ma non sono molto fantasiosi per quanto concerne gli obiettivi, i quali si limiteranno allo sconfiggere tutti i nemici, farsi strada verso un’area designata o semplicemente sopravvivere uno specifico numero di turni. Oltre alla mancanza di obiettivi davvero differenti tra loro, quello che manca a Transformers: Battlegrounds è un livello di sfida davvero adeguato. Per quanto si possano selezionare tre livelli di difficoltà la campagna è estremamente semplice da padroneggiare senza alcuna sfida sostanziale anche scegliendo le impostazioni di difficoltà più elevate.

Giocando infatti alla massima, il gameplay non richiederà comunque una particolare abilità, e a parte un paio di missioni arrivare al termine dell’avventura sarà alla portata di tutti, anche di coloro che sono dei principianti in questo genere. Proprio per tale motivo viene da pensare che il titolo sia diretto a un pubblico più giovane e meno “skillato”. A parte le abilità, acquistabili dal negozio Wheeljack’s Lab presente nel menù principale, non sarà possibile personalizzare in alcun modo i vari Autobot. Nessuna skin, nessun accessorio, nulla. Una volta terminata l’esperienza, che durerà appena sei ore in totale, disinstallerete il titolo senza più metterci nuovamente mano. A sopperire, in parte, a questa mancanza di contenuti ci pensa la Modalità Arcade che consentirà di giocare in cooperativa con un amico. Questa co-op mode include svariate modalità come Capture the Flag, Decepticon Grudge Match (che metterà i giocatori nei panni dei nemici, cosa non possibile nella campagna in singolo), Energon Capture, Last Stand, Destruction e Cube. Inutile dire che questa modalità cooperativa ha senso solo se si ha qualcuno con la quale poterci giocare e che apprezza sia i Transformers che gli strategici a turni.

A livello estetico il comparto grafico e artistico del titolo si attesta su livelli buoni. Transformers Battlegrounds attinge a mani basse da tutto l’universo dei Transfomers e riesce a portare su schermo una grafica piacevole, leggera a adatta al contesto (che vi ricordiamo ancora una volta essere pensato soprattutto per i più giovani). Il design del titolo è chiaramente ispirato alla serie animata e i vari personaggi riprendono fedelmente i personaggi di riferimento della serie TV. Ben strutturato anche il motore di gioco che garantisce performance dignitose a fronte di un aspetto estetico molto buono e in stile cartoon quanto basta. Non abbiamo registrato nessun tipo di problema durante le nostre prove su XBOX One X, onestamente non ci aspettavamo problemi, la componente tecnica è decisamente affrontabile per l’hardware della console di casa Microsoft. Molto buona la colonna sonora, completamente adatta al contesto, anche gli effetti sonori sono pertinenti e contestualizzati nel gioco. Ci teniamo a sottolineare la presenza della lingua italiana anche nel doppiaggio, per altro di ottima fattura. Tirando le somme, Transformers Battlegrounds non è certamente lo strategico dell’anno ne possiamo definirlo un titolo adatto agli appassionati del genere di vecchia data. C’è da dire però che il titolo di Coatsink Software non vuole essere un concorrente di X-COM, bensì va visto come una porta d’ingresso per il mondo degli strategici tattici a turni e, in questa veste, è un’ottima proposta. Insomma, se siete appassionati dei robot di casa Hasbro o volete avvicinarvi al genere degli strategici Transformers: Battlegrounds è un titolo da tenere in grande considerazione.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise