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Politica

Salvini: “Non esistono governi neutrali”

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Matteo Salvini tira dritto. “Confermo – dice a Radio Capital – che ci provo fino all’ultimo. Ma nessuna pressione, nessuna voglia di dare consigli a nessuno. Ieri non ho sentito Berlusconi”. “La mia posizione di oggi – ha sottolineato il leader del Carroccio – di oggi è quella di due mesi fa: lavoro a un governo che premi il voto degli italiani”. “Ci sono ancora due veti incrociati, non è cambiato niente. Io in mezzo, nessuno dice no alla Lega”.

“Non esistono – ha evidenziato ancora – governi neutrali. L’unica eccezione che dico a Mattarella è che se voleva un governo che non aveva i numeri doveva mandare il mio… Avrebbe comunque numeri più ampi di questi”. “Belloni – ha detto inoltre a proposito della segretaria generale della Farnesina data in pole per un incarico da parte del capo dello Stato – non la conosco, sarà la migliore persona del mondo, ma se è un’esponente ministeriale che ha ottimi rapporti con Bruxelles la trovate in sintonia con gli elettori che hanno scelto il cambiamento?”.

Politica

Corruzione, arresti domiciliari per Giovanni Toti e il suo braccio destro

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l presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Dda genovese e della guardia di finanza.

L’accusa è di corruzione. Toti si trova ora nella caserma della Guardia di Finanza in Lungomare Canepa, a Genova, assieme al suo avvocato Stefano Savi.

Il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana sostituirà pro tempore in tutte le sue funzioni e nella pienezza dei poteri il presidente Giovanni Toti. Lo comunica lo stesso ente in una nota ribadendo che “l’attività amministrativa della Regione Liguria prosegue senza soluzione di continuità”. “Siamo vicini al nostro presidente Toti, certi che abbia sempre agito nell’esclusivo interesse della Liguria. – dichiara Piana – Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati”.

L’ordinanza gli è stata notificata in un hotel di Sanremo. Il governatore stamani avrebbe dovuto partecipare a una conferenza stampa in occasione dell’incontro tra Flavio Briatore e il sindaco di Ventimiglia Di Muro. Secondo quanto appreso, diversi uomini della Guardia di finanza hanno atteso il governatore, dandogli il tempo di prepararsi. Quando è sceso l’hanno accompagnato all’esterno dell’hotel dove si trovavano le auto d’istituto.

“Il fatto è accaduto poche ore fa, ma non si può escludere nulla. In Liguria le elezioni sono in programma da ottobre del 2025 ma l’ipotesi delle elezioni anticipate in Regione a questo punto non si può escludere. E bisogna anche vedere le scelte che opererà Toti, magari per difendersi in modo più sereno preferisce dimettersi e cade tutto e si va al voto. E’ davvero presto per aggiungere altro. A caldo posso dire solo queste cose”. Lo ha detto Matteo Rosso, parlamentare e coordinatore ligure di Fdi ad Affaritaliani.it.

“Prima di esprimere una valutazione attendo di vedere le carte, leggere bene e capire. Certo è che questa vicenda ci è capitata tra capo e collo, una cosa del genere non ce la saremmo mai aspettata” ha detto ancora Matteo Rosso. “Io sono un garantista sempre e per me fino al terzo grado di giudizio prevale la presunzione di innocenza e, quindi, voglio vedere esattamente che cosa dicono le carte e quali sono le circostanze”. “Certo è che stamattina per noi è cascato il mondo, non avevamo mai avuto sensazioni di una cosa del genere. Ognuno fa il suo mestiere, la magistratura ha il dovere di indagare e l’indagato il diritto di difendersi” ha detto ancora il coordinatore ligure di Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda l’attività amministrativa della Regione, Rosso spiega: “Per un certo periodo andrà avanti il vice-presidente Alessandro Piana (Lega) poi si vedrà. Al momento non so davvero che cosa aggiungere, è troppo presto. Dovrò anche consultarmi con i vertici nazionali del mio partito. Ripeto, io sono garantista. Nel passato anche io ho subito un processo e sono stato assolto, pertanto, ho fiducia nella Magistratura e bisogna aspettare le decisioni della stessa. Al momento non so davvero che cosa aggiungere, ora dobbiamo solo leggere e capire. Ci vorranno ore o forse giorni prima di farsi un’idea più precisa”. 

La Guardia di finanza, secondo quanto si apprende, ha effettuato anche una serie di perquisizioni e acquisizioni nell’appartamento genovese di Giovanni Toti, in piazza Piccapietra, alla presenza dello stesso governatore. Con il presidente della Regione c’è anche il suo avvocato Savi. Perquisizioni sono state compiute anche negli uffici del Consiglio regionale, in via Fieschi, e si sono concluse intorno alle 13, quando tre investigatori in borghese sono usciti dall’ingresso principale con in mano alcuni faldoni di documenti e dopo avere attraversato a piedi la piazza, senza rilasciare dichiarazioni, sono saliti su un’auto di servizio.

Toti, uscito dal suo appartamento di Genova con la Guardia di finanza, ha detto ai giornalisti presenti di non poter rilasciare dichiarazioni. “Non posso parlare, parlate con l’avvocato”, ha ripetuto più volte, appena uscito dal suo appartamento nel centro di Genova con la Guardia di finanza prima di raggiungere il comando provinciale delle fiamme gialle a Genova in lungomare Canepa.

Ad accompagnarlo c’era tutto il suo staff, in prima fila la giornalista e portavoce del governatore Jessica Nicolini, nominata a settembre 2023 coordinatrice delle Politiche culturali della Regione Liguria. Toti in abito blu e camicia azzurra non indossava l’abituale cravatta, ma aveva la barba fatta.

“È molto sereno e molto tranquillo”, ripete tre volte il suo avvocato Stefano Savi ribadendo che “non si parla di dimissioni, ma di sospensione dalla funzione”. Toti agli arresti domiciliari per corruzione nella giornata odierna avrebbe dovuto recarsi nel Ponente ligure per partecipare a una conferenza stampa a Ventimiglia con Flavio Briatore e il sindaco Flavio Di Muro per l’apertura del nuovo Twiga e a un’altra sulla sanità a Bordighera all’ospedale Saint-Charles. Toti, ha ripetuto Savi, “continuerà a lavorare. Come abbiamo potuto vedere fino a questo momento sono tutti fatti a cui possiamo dare una spiegazione nell’ambito di una legittima attività di amministrazione per l’interesse pubblico”. 

Arresti domiciliari anche per Matteo Cozzani, capo di gabinetto e braccio destro di Toti. E’ accusato di corruzione elettorale, aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. perché, per l’accusa, avrebbe agevolato l’attività di Cosa Nostra. In particolare avrebbe agevolato il clan Cammarata del mandamento di Riesi (Caltanissetta) con proiezione nella città di Genova. E’ accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione. 

Nello specifico, le accuse riguardano la promessa di posti di lavoro e appartamenti di edilizia residenziale migliori per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità di Riesi (Caltanissetta) di Genova (almeno 400 preferenze) verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente” e verso l’indagato Stefano Anzalone e alcuni altri candidati della predetta lista non sottoposti a indagini. 

Ai domiciliari anche il terminalista genovese Aldo Spinelli. In carcere invece l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato di Iren. Secondo l’inchiesta, l’imprenditore avrebbe dato soldi a Toti per ottenere in cambio favori come la concessione a Spinelli per le aree del terminal Rinfuse.

Nell’ambito dell’inchiesta della procura di Genova su un giro di corruzione, è indagato anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga S.p.A.. Moncada, sottoposto al divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale con l’accusa di corruzione. Stessa misura per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, figlio di Aldo Spinelli, e per Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini, ex presidente del porto.

 Al Presidente della Regione Liguria si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte di più impegni: quelli di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”;agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali; velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l. (controllata al 55% dalla Spinelli.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021; assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22); assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI), 3 ; agevolare l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter (approvata dal Comitato di Gestione in data 29.7.2022).

A Cozzani quale coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”, Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, quali rappresentanti della comunità riesina di Genova, viene contestato inoltre (in concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in relazione a questo delitto) il reato di corruzione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020.

A Toti e a Cozzani è stato contestato anche il fatto di aver accettato la promessa di Moncada di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del ’22, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona. 

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Economia e Finanza

Agricoltura, decreto fotovoltaico: sì ai pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sollevati

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Sì ai pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sollevati da terra, in modo da permettere l’attività agricola sotto.

Gli impianti potranno anche essere realizzati in cave e vicino ad autostrade. Sono fatti salvi anche i progetti previsti dal Pnrr e quelli che hanno già presentato l’istanza per la realizzazione. E’ questa la decisione presa dal Cdm sul punto più spinoso del Decreto di aiuti al settore agricolo che il ministro Francesco Lollobrigida ha portato oggi in Consiglio dei ministri. “C’è stata grande serenità – ha detto Lollobrigida al termine della riunione – col collega dell’Ambiente Pichetto su un norma del 2021.

Dopo quattro anni poniamo fine alla installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, ovviamente con grande pragmatismo. Abbiamo scelto di limitare ai terreni produttivi questo divieto, quindi nelle cave e nelle aree interne ad impianti industriali si potrà continuare a produrre queste agroenergie. Il tutto a salvaguardia dei piani Pnrr che non intendiamo mettere in discussione in alcun modo”. L’obiettivo, ha poi aggiunto, è quello di non sottrarre all’agricoltura terreni di pregio. La bozza del provvedimento prevedeva di fatto un divieto per l’agrivoltaico, cioè il fotovoltaico sui terreni agricoli: “le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”.

Un divieto chiesto da tempo a gran voce da Coldiretti. e sostenuto con convinzione dal ministro Francesco Lollobrigida. Sembra anzi che il titolare dell’Agricoltura considerasse lo stop come il punto più importante del suo decreto di aiuti. Il problema è che l’agrivoltaico è considerato invece strategico dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, per sviluppare le fonti rinnovabili in Italia. Il Mase a febbraio ha varato un decreto che stanzia 30 milioni all’anno per vent’anni per questo settore. L’obiettivo è di arrivare a oltre 1 Gigawatt di potenza installata già nel 2026. Quando la bozza ha cominciato a girare la scorsa settimana, il Ministero guidato da Gilberto Pichetto ha fatto subito sapere che il divieto dell’agrivoltaico “non era condiviso”. Il ministro non ha gradito la fuga in avanti del collega, che evidentemente aveva deciso sulla materia senza consultarlo, nonostante fosse anche di sua competenza. Dalla fine della scorsa settimana, è partita una trattativa fra i due ministeri per arrivare a un compromesso. Raggiunto in Cdm.

“Rafforziamo il ruolo del commissario per la siccità Nicola Dell’Acqua, che ha predisposto un piano straordinario e lo autorizziamo a svolgere gli interventi di urgenza per riuscire a efficientare il sistema idrico italiano”. Così il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, illustrando il decreto varato in Consiglio dei ministri, dove è stato audito il governatore della Sicilia Renato Schifani. Serve una “pianificazione per affrontare in termini infrastrutturali una criticità ormai ciclica – ha aggiunto -: la siccità non è un’emergenza, ogni cinque anni circa colpisce in modo devastante il nostro territorio, in questo caso la Sicilia ma è capitato ad altre regioni. Con il cambio climatico gli effetti rischiano di aumentare”.

Su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il Governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi, in relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana. È stato anche deliberato un primo stanziamento di 20 milioni di euro per consentire alla Regione di far fronte all’attuazione degli immediati interventi.

“Diamo la possibilità di ampliare il ruolo di guardia venatoria alle associazioni legittimate allo svolgimento dell’antibracconaggio e del controllo dello svolgimento regolare di tutte le attività previste per legge”, dice il ministro Lollobrigida. “Questo – ha spiegato – ampia lo spettro delle associazioni che potranno avere, con una certificazione che deve essere data a coloro che svolgono questa funzione, il controllo in particolare dell’antibracconaggio, che è l’elemento sul quale auspichiamo si muovano le guardie che hanno questo tipo di configurazione”.

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360° a Sara Ponzo

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Sara Ponzo, classe 1992, laureata in lettere, sposata e mamma di Edoardo.
Iniziamo l’intervista scoprendo una passione condivisa: l’amore per le canzoni di Ornella Vanoni e da li il nostro incontro diventa subito amichevole.
Il Lei che aveva caratterizzato le prime battute si trasforma in un più sentito “tu”.

Sara, nel dare una occhiata al tuo profilo Facebook mi ha colpito una storia con una tua foto estremamente “accattivante” avente come colonna sonora uno dei capolavori portati al successo da Ornella Vanoni “Rossetto e cioccolata”.
Un brano che unisce sensualità, ironia e gioia di vivere: ti rivedi in questa canzone?

(sorride stupefatta) Mi fa sorridere che la foto sia risultata accattivante.
In realtà quella foto è per me il ricordo di una giornata meravigliosa trascorsa insieme alla mia famiglia in occasione di un matrimonio che ci ha visti gustare Rum e Cioccolato.
Detto questo, sono una grandissima fan del cantautorato italiano e della grandissima Ornella Vannoni.

Sei considerata una delle cosiddette “fedelissime” di Anna Gentili.
Al di là dell’aspetto politico cosa vi lega in questo rapporto?

Io e Anna siamo legate da tanto tempo dalla passione comune che abbiamo per il nostro territorio. Ci conosciamo da quando io militavo nell’associazionismo locale e lei era già Assessora.
Il suo modo di fare politica mi è sembrato fin da subito un modello ideale: vicina alle persone, sempre.
Quello che ci lega oggi è esattamente questo: la necessità che sentiamo entrambe di valorizzare Rocca Priora, lavorando sui punti di forza e sulle criticità dei nostri territori.

Una “vox populi” imputa alla vostra lista di avere rotto l’unità della sinistra Roccapriorese e la riprova è che per la seconda volta di fila il Partito Democratico si “sfila” da una possibile alleanza con il vostro gruppo. C’è un perché a tutto ciò?
Sicuramente questo scollamento non è una nostra responsabilità.
Ci siamo messi sempre a disposizione del nostro circolo, abbiamo cercato più volte di metterci in contatto con l’ex Segretario di circolo e ci siamo uniti a loro nelle attività di voto per la composizione dell’Assemblea regionale che vedeva proprio David De Righi candidato.
Quindi dobbiamo avere l’onestà di raccontare i fatti: 3 rappresentanti del circolo locale del Partito Democratico hanno scelto di iniziare un percorso con i colleghi di Fratelli d’Italia e Forza Italia senza la possibilità di ragionare attorno a questa scelta attraverso incontri pubblici con il direttivo di circolo e con i soci iscritti.
Questa è la realtà dei fatti, tanto che oggi il Partito Democratico di Rocca Priora è commissariato.

La lista di cui fai parte si chiama “Coraggio Rocca Priora”.
In cosa debbono avere coraggio i tuoi concittadini in questa tornata elettorale?
Il Coraggio di cambiare davvero il volto di questa comunità.

Sei stata Assessore ai Servizi Sociali durante l’amministrazione a guida Anna Gentili.
Ci siamo già sentiti in merito alla cosiddetta questione sugli aumento della Mensa della scuola Materna. Mi dicesti che all’indomani del mio articolo avreste incontrato, assieme ad Anna Gentili, dapprima le famiglie interessate e, successivamente, il Commissario Prefettizio.
Come è andata a finire visto che stanno arrivando anche gli aumenti sulla mensa scolastica passata da 3,04 euro a 4,13?

Sì! Io sono stata Assessora alle politiche sociali in questi 5 anni; mai come prima, in questi 5 anni, si è lavorato con rigore sulle fragilità.
Proprio sulla mensa, mi consentirai di fare questo piccolissimo passaggio, è bene ricordare che noi abbiamo stravolto il bando di gara.
Nel nostro Comune fino a 5 anni fa si procedeva con metodi arcaici e scandalosi secondo i quali se una famiglia accumulava nel corso del tempo dei debiti con la Ditta appaltatrice, si toglieva ai bambini la possibilità di consumare il pasto completo creando delle situazioni spiacevoli che vedevano alcuni bambini consumare il pasto per intero ed altri no.
Ci siamo fortemente opposti a questo sistema inserendo una clausola fondamentale nel bando di gara: ogni bambino ha il diritto di consumare il pasto completo.
È stato il Comune stesso a farsi carico di eventuali morosità attraverso l’istituzione di un preciso capitolo di bilancio.
E anche dopo la crisi pandemica abbiamo scelto di non far gravare sulle famiglie gli aumenti dei costi del servizio, caricando nel nostro bilancio le somme necessarie.
Questo breve inciso solo per spiegare la vicinanza che abbiamo sempre dimostrato attraverso la nostra compartecipazione al mantenimento dei servizi essenziali.
L’aumento dei costi non si può additare all’ex Sindaca ma ad una gestione scellerata che alcuni assessori hanno portato avanti.
Sono stati approvati dal Commissario diversi debiti fuori bilancio perché qualche Assessore ha fatto delle spese senza dei preventivi mettendo in seria difficoltà l’Ente pubblico.
Mi spiace che a pagare siano i cittadini ma l’impegno che tutti dobbiamo prenderci il 10 giugno è quello di riportare le famiglie a non pagare gli aumenti del costo del servizio.

Il 25 aprile scorso, sempre sul suo profilo Facebook, parlando del caso relativo al mancato monologo di Antonio Scurati, hai scritto: “Si sta perdendo il senso della democrazia. Io non ci sto”. Cosa, a tuo avviso, sta venendo meno in questo momento storico?
La nostra mi sembra una democrazia affaticata.
La nostra classe politica continua ad inseguire il consenso attraverso dibattiti che cavalcano l’emotività del complesso momento storico che stiamo vivendo.
Si riducono gli spazi di confronto tra i cittadini con idee legittimamente divergenti e questo comporta una disillusione nei confronti della politica.
Siamo abituati a pensare alla democrazia come un regime conquistato.
La democrazia va difesa perché altrimenti ne mettiamo in discussione la sopravvivenza!

Neanche tu puoi esimerti dalla mia ormai famosa “bacchetta magica”. Un sogno che vorresti far avverare per te ed uno per la tua Città?
Quello che spero per me è di trovare sempre il coraggio di mettermi in discussione e di migliorarmi.
Per la mia comunità, il sogno è che torni a brillare.
Se dovessi però essere più concreta, mi piacerebbe che l’ex Ospedale Cartoni torni ad essere centrale per i servizi socioassistenziali e che si apra a Rocca Priora una struttura per donne vittime di violenza.
Una struttura di cui ha necessità tutta l’area dei Castelli Romani.

Anche stavolta resto stupefatto dalla chiarezza dei contenuti e dalla capacità di sintesi della mia interlocutrice.
Ringrazio Sara per la sua disponibilità e per l’impegno profuso per la sua attività politica.

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