Cultura e Spettacoli
Napoli, 20 anni di “Taranta Power”: Eugenio Bennato il 1 dicembre a piazza del Plebiscito
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NAPOLI – Il noto artista partenopeo originario della zona di Bagnoli dirigerà il concerto che celebra il primo ventennale di “Taranta Power”, movimento che lo ha reso celebre in tutto il mondo, durante la manifestazione sarà accompagnato sul palco da artisti a livello nazionale ed internazionale. Lo spettacolo è un vero live vulcanico che celebra in un solo slancio il carattere del mezzogiorno, un grande fattore di un’identità riappropriata, coinvolgendo tra cui anche le nuove generazioni.
Un viaggio che gli spettatori faranno nelle radici del proprio passato e nelle contaminazione che sono state la mole della sua attuale trasformazione, la manifestazione comincia dalle ore 17 in via Toledo e via San Carlo con due parate di suonatori itineranti, con la Tarantella di Montemarano e i Bottari di Macerata Campania, l’intento di tutta la kermesse è di far dialogare nella serata di “Taranta Power” gli artisti con gli spettatori in maniera partecipativa.
Eugenio Bennato nel 1998 fondò il movimento “Taranta Power” che, sulla scia di uno straordinario rinnovato interesse del grosso pubblico giovanile per il ritmo della taranta rituale, egli propose nuove strade di creatività artistica segnando una frattura con il passato modo d’intendere la musica popolare in Italia, tra gli cui il Festival del Womad fondato da Peter Gabriel in Australia nel 2001, la “nuova musica” lo hanno portato ad esibirsi in centinaia di concerti in tutto il mondo.
Eugenio Bennato sarà accompagnato sul palco da: Daniele Sepe, Dolcenera, Pietra Montecorvino, Arisa, Alfio Antico, M’Barka Ben Taleb, Mario Incudine, Il tesoro di San Gennaro, Officina Zoè, Marcello Colasunto, Muujura, Voci del Sud, Phaleg e Rione Junno.
L’artista partenopeo nella sua carriera ha avuto tantissimi riconoscimenti tra cui anche il Nastro d’argento nel 1989 e nel 1999, con questo evento mette in connessione il passato e il futuro creando dialoghi fra generazioni, “Algebra e la magia” frase da un celebre lavoro dell’artista
partenopeo nel 2002 intitolato, “Che il Mediterraneo sia”.
Taranta Power- racconta Eugenio Bennato – “E’ un movimento che fondai 20 anni fa, e nacque nell’entusiasmo di maestri e artisti della musica
anonima del Sud, e si diffuse grazie ad un favore popolare diretto ed indipendente dai mezzi di comunicazione”- prosegue sempre Bennato –
“La leggenda del ragno nero che avvelena e induce al ritmo trasgressivo della taranta ha conquistato nuove generazioni, che ritroviamo nei passi della danza e nella tecnica degli strumenti la conoscenza e la riconquista delle proprie radici. La manifestazione del 1° dicembre a Piazza Plebiscito, voluta e sponsorizzata dal Comune di Napoli, è una chiamata a raccolta dei maestri e delle nuove leve dalla musica popolare di tutte le regioni del Sud: dalla Sicilia alla Puglia, alla Calabria e alla Campania”.
La presentazione della manifestazione è avvenuta a Palazzo San Giacomo- Comune di Napoli il giorno 27 novembre, vi erano presenti il Sindaco Luigi de Magistris, l’Assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele ed Eugenio bennato, durante la rassegna sono emerse qualche anticipazione del programma “Matera 2019 Capitale europea della Cultura”, l’estate prossima Eugenio Bennato sarà protagonista di un progetto ad hoc che vedrà gemellate nel focus sonico la Fondazione – Notte della Taranta di Melpignano e il Comune di Napoli. Ed inoltre Luigi de Magistris anche della Città metropolitana, ha annunciato che nei prossimi mesi si darà il via a una speciale iniziativa (che si realizzerà nel triennio 2019/2020/ 2021)incentrata sul ritmo della taranta, sull’asse duplice Sviluppo-Cultura e che coinvolgerà in maniera diretta e organica proprio il compositore e il musicista Eugenio Bennato.
Giuseppina Ercole
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Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile
“Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza.
Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza parsimonia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all’uso; bellezza, infine quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto calcolo delle simmetrie”
Vitruvio nel “De Architectura” sviluppa un concetto costruttivo che può essere racchiuso in tre semplici parole “Firmitas, utilitas, venustas” – solidità, funzione, bellezza – e partendo proprio da queste tre espressioni l’accademia Vivarium Novum di Frascati, nell’incantevole cornice di Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile, terrà un Convegno dal titolo “Firmitas, utilitas, venustas: per la rinascita di un’architettura umana”.
Iniziativa estremamente lodevole patrocinata da School of Architecture della Notre Dame University, dal movimento internazionale New traditional architecture, dall’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, dal FAI – Fondo per l’ambiente italiano – Delegazione di Roma, dall‘Ordine degli architetti PPC di Roma e provincia, dall’Ordine degl’ingegneri di Roma, da Pulchria, dallo Studio ACAM, dal Festival dell’innovazione di Frascati.
Un “nuovo approccio della concezione architettonica” si legge nelle parole del Comunicato stampa diffuso in occasione di questo convegno che evidenzia, inoltre, la necessità di individuare “criteri e approcci architettonici e urbanistici rispondenti alle reali necessità materiali e spirituali dell’uomo, che da un lato aspira a proporzione ed equilibrio, dall’altra richiede socialità piena e vitale desiderosa di spazi da condividere con altri” – prosegue il comunicato stampa.
L’architettura deve tornare ad esprimere armonia con i luoghi ed, assieme alla solidità, offrire spazi capaci di rispondere ai bisogni sociali delle persone.
Lo scopo di Accademia Vivarum Novum punta ad una profonda “riflessione che possa approdare ad un rinnovamento delle pratiche culturali, artistiche e architettoniche, affinché esse pongano la naturale disposizione umana verso l’armonia e la bellezza al centro del loro operato, perseguendo inoltre un’idea di continuità, piuttosto che di rottura, coi paesaggi naturali e culturali costruiti attraverso i secoli”.
Un rinascimento architettonico che porti di nuovo l’Uomo al centro di ogni arte.