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Eccellenze sotto scatto

“La sicurezza delle città tra diritti e Amministrazione”, Tagliente: “Servono tanta prevenzione, sfogatoi del disagio sociale” e certezza della esecuzione della pena, della condanna e dei provvedimenti di espulsione”

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Iside Castagnola presenta il libro di Vincenzo Antonelli “La sicurezza delle città tra diritti e Amministrazione”

ROMA – Si è appena conclusa nella Sala del Carroccio, in Campidoglio, presentazione del libro “La sicurezza delle città tra diritti e Amministrazione”, edito da CEDAM, Wolters Kluwer Italia, scritto da Vincenzo Antonelli.

Oltre all’Autore, moderati magistralmente dall’Avvocato Iside Castagnola, sono intervenuti il prefetto Francesco Tagliente, già questore di Roma; Luca Bergamo, Vice Sindaco Roma Capitale; Maurizio Fiasco, Sociologo; Antonio Ragonesi, Responsabile sicurezza e legalità ANCI; Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale Avviso Pubblico e tanti altri.

“ Il libro del prof Antonelli – ha detto l’Avvocato Iside Castagnala chiudendo il dibattito- è il primo saggio completo che dà una visione sistemica di tutti gli strumenti a disposizione delle amministrazioni comunali per la tutela della sicurezza urbana alla luce del Decreto Legge 14 del 2017, credo profondamente che temi come Legalità e sicurezza vadano trattati con approccio scientifico e competenza, la sicurezza oggi anche a livello europeo è tra gli indicatori della qualità di vita delle città”

Al termine dell’incontro dibattito, abbiamo chiesto al Prefetto Tagliente una sua riflessione sulla sicurezza partecipata. Ecco casa ci ha detto.

“Partiamo da un una considerazione preliminare. I cittadini, i turisti e gli operatori economici chiedono di poter vivere ed esercitare l’attività lavorativa in sicurezza.

Secondo il recente rapporto realizzato dal Censis, si avverte più paura e voglia di armarsi. Il 39% degli italiani è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale.
E questo allarme sociale rimane nonostante lo stesso rapporto sulla sicurezza realizzato dal Censis ci dice che in Italia abbiamo una generalizzata diminuzione della criminalità. I reati denunciati risultano in calo del 10%, mentre gli omicidi del 43,9%, le rapine e del 37,6% e i furti del 13,9%.
Con questi dati la percezione di sicurezza dovrebbe aumentare. Invece, paradossalmente, sembra non essere così.
Dobbiamo cercare di capire il paradosso della diminuzione dei reati e dell’aumento della percezione di insicurezza.
Delle due l’una: O c’è un grave difetto di comunicazione con un linguaggio che alimenta l’insicurezza con gravi ripercussioni anche sull’economia oppure i dati statistici non sono fedeli alla realtà per difetto di rilevazione o perché la gente alle prime difficoltà ad accedere ai Servizi rinuncia a fare la denuncia o la segnalazione.
Il dato certo è che bisogna riflettere e prendere seriamente in considerazione una diversa politica della sicurezza.
Non c’è dubbio che la priorità, oggi, sia quella di far crescere nei cittadini la percezione della sicurezza. Per far questo occorre intervenire sul rapporto di fiducia tra questi e le Istituzioni chiamate a vario titolo a concorrere nella correzione ambientale, strutturale e sociale.
Per rispondere al diffuso senso di insicurezza è indispensabile che ai cittadini sia offerta una risposta efficace e idonea alle aspettative di chi si dovesse trovare in una condizione di disagio o di pericolo.
Le istituzioni, le amministrazioni e tutti gli altri soggetti interessati hanno il dovere di promuovere tutte le iniziative possibili sul piano legislativo, amministrativo ed operativo per garantire sicurezza e vivibilità.
Serve innanzitutto coesione interistituzionale e un lavoro di squadra. Bisogna assicurarsi che tutti svolgano attivamente il proprio ruolo e il proprio dovere. Immaginiamo la sicurezza come una catena, essa potrebbe sussistere solo se tutti gli anelli sono legati gli uni negli altri perché la rottura o il semplice indebolimento di una sola di essi potrebbe vanificare l’impegno degli altri a scapito della sicurezza generale.
Le Forze di polizia fanno la loro parte. Lo stesso rapporto Censis mette in evidenza che le Forze dell’ordine godono di una grande fiducia da parte degli italiani. Gli operatori di polizia che impegnandosi e rischiando su tutti i fronti assicurano alla giustizia gli autori dei delitti e i familiari delle vittime di quei criminali non vorrebbero rivedere il giorno dopo fuori dal carcere gli autori dei crimini violenti.
È necessario impegnarsi sul piano politico, giudiziario e diplomatico per garantire la certezza della esecuzione della condanna e della esecuzione dei provvedimenti di espulsione, serve ogni possibile iniziativa sul piano delle convenzioni e accordi internazionali per l’esecuzione della pena nel Paese di origine del condannato. Bisognerebbe valutare attentamente la concessione delle misure alternative alla detenzione carceraria a criminali sanguinari recidivi. Una diversa politica della sicurezza alimenta sfiducia nei cittadini e rassegnazione delle forze di polizia.
Servono delle sartorie sociali, serve un ascolto attivo per cercare di comprendere il disagio e ridurlo, serve andare lì dove l’orecchio e l’occhio del poliziotto, delle forze di polizia, delle istituzioni non possono arrivare. E’ necessario che tutte le maglie della rete svolgano il proprio dovere, è necessario evitare sfilacciamenti che portano a un disagio sociale, a un allarme sociale con la richiesta di ricorrere alle armi per difendersi.
Serve un partenariato territoriale, servono “sfogatoi del disagio” nelle aree più critiche dei centri urbani per consentire un ascolto attivo. Un luogo fisico (come circoscrizione, comitato di quartiere ecc,) dove i rappresentanti delle Forze di Polizia, del Comune, delle Società partecipate e degli enti erogatori dei servizi pubblici di interesse generale ascoltino, viso a viso, le esigenze dei rappresentanti delle categorie economiche e dei cittadini dei vari quartieri.
Per invogliare a denunciare i reati, servono corsi di psicologia della comunicazione e della testimonianza e grande determinazione ad assicurare immediata accessibilità ai servizi, disponibilità e risposte più rispondenti alle aspettative di chi ha bisogno.